giovedì 24 aprile 2025

La bottiglia del "contra"

Vi racconto una storia molto carina che fa capire come l'uomo abbia limiti culturali e naturali che lo rendono ingenuo e credulone. La nostra "banalità" di ragionamento è evidente, oggi e da sempre.

Questo è il racconto in breve di cosa successe in passato in occasione di due episodi storici, due malattie. Una il colera e una l'influenza spagnola. Fecero tantissime vittime, una strage di persone che fondamentalmente non avevano alcuna difesa.
Si trova tanta documentazione su queste vicende ma poca riguarda cosa succedeva attorno, le idee, le parole, le opinioni della gente. Nella vita di tutti i giorni.

E saperlo può fare riflettere su quanto siamo evoluti, su quanto sia importante la cultura o la nostra natura di animali istintivi, perché davanti a eventi enormi (e recentemente ne abbiamo avuto esperienza) ci comportiamo in maniera poco controllata e spesso totalmente irrazionale. Una volta come oggi.

L'epidemia di colera che colpì l'Italia nella metà del 1800 fu terribile.

L'ignoranza e l'analfabetismo non aiutavano a risolvere i troppi problemi di quegli anni e anche fronteggiare le malattie diventava problematico. La popolazione non accettava di fare sacrifici, comprare lenzuola pulite, carbone per preparare l'acqua bollita e disinfettare gli oggetti e sapone, non voleva fare la fila per le medicine e non si fidava del governo.

Quando si vide l'enorme numero di morti causate da quella malattia si sparse gradualmente la voce che quei "miasmi" fossero diffusi dal governo. La convinzione si fece più forte attorno al 1918, quando arrivò l'influenza "spagnola" che causò milioni di morti. C'è chi arrivò a dire (ed era creduto) che la malattia serviva a completare il ruolo di "depopolamento" iniziato dalla guerra che però era finita troppo presto.

Quando la popolazione si accorse che anche tra i potenti qualcuno moriva, successe a molti politici ma anche a qualche sindaco e diversi esponenti delle forze militari, l'ossessione del complotto si fece completa.
I potenti (gli stessi che avevano diffuso la malattia) erano morti perché "avevano sbagliato la bottiglia", ovvero invece di prendere l'antidoto (non esisteva a quei tempi il vaccino) avevano preso "l'anti antidoto", il medicinale falso (chiamato popolarmente "contro" o "contra"), quello che davano alla gente comune.
Queste convinzioni erano talmente diffuse che ormai si erano sparse anche tra chi governava e chi doveva mantenere l'ordine, vista la quantità di proteste e scontri che ormai si susseguivano per protesta contro la malattia diffusa dal governo.
E cosa faceva il governo?


Per eliminare ogni sospetto sul proprio operato scaricava le responsabilità su altri. I primi casi in Europa si diffusero in Francia, nel 1832 il colera arrivò a Parigi, pochi anni dopo a Marsiglia e Nizza, era alle porte dell'Italia dove arrivò definitivamente nel 1837. Si succedettero sei epidemie e quasi 250.000 morti (probabilmente di più). Nulla si sapeva di quella malattia. Erano dei germi volanti o forse la sporcizia, era la povertà o la malnutrizione ma era una malattia talmente grave e contagiosa che ci doveva essere per forza qualcosa di strano. Oltretutto non esisteva medicina davvero efficace.

Per il colera furono gli stessi politici al governo che iniziarono a parlare di cittadini francesi che spargevano volontariamente i "semi" della malattia e ci furono addirittura degli impiccati sospettati di aver "diffuso il morbo", alcuni dei quali avevano confessato sotto tortura (confessioni che facevano comodo certamente a chi governava che così aveva con chi prendersela).

La comunità medica non era ascoltata con interesse, molto più credito avevano gli intellettuali dell'epoca e certi religiosi, si discuteva come fosse possibile creare in laboratorio quel maleficio e spargerlo tra la popolazione, ognuno aveva la sua teoria e qualcuno diceva "non so se lo hanno fatto ma certo si può fare".

Qui parliamo del 1800 e inizio 1900.

Ma...non vi ricorda qualcosa?

Alla prossima.

4 commenti:

  1. [Evviva, un nuovo articolo sul blog!]
    Ho come un senso di déjà-vu...

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  2. Salvo, dopo aver letto (con molto interesse) il racconto, mi rimane ancora dubbio, ma le vittime conteggiate, sono morte per i Miasmi o con i Miasmi?

    A parte gli scherzi, la storia non fa altro che raccontare quello che eravamo, e con i dovuti adattamenti, ancora oggi siamo le stesse persone, con le stesse paure e lo stesso modo di reagire di fronte agli eventi che ci terrorizzano.
    Con l'ultima pandemia, ho anche notato che, seppur ci faccia comodo collegare certe scemenze a persone di poca cultura, è invece vero che anche le persone con molta cultura e informate, tendono ugualmente a non essere razionali, difronte a eventi che impauriscono e angosciano.

    Insomma, gli eventi da te raccontati, alla fine, non ci raccontano nulla di nuovo.

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  3. Essendo parte della nostra capacità normale di ragionamento, perdere razionalità e cercare spiegazioni "logiche" a cose che non capiamo è normale, ieri come oggi. La cultura certamente aiuta e permette di avere qualche base per capire meglio (per esempio se si vuole studiare un argomento o se si vuole ascoltare chi ha competenza sull'argomento) ma non è certo garanzia. Anzi, a volte la persona colta (in un campo) pensa di essere "in fondo" colta in tutti e quindi ascolta solo il proprio intuito che, come sappiamo (e come si vede), è assolutamente debole e fallace.
    Ma così è, l'importante è saperlo.

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  4. Più di una volta durante la pandemia ho pensato che la "Storia della colonna infame", scritta nell'800 per descrivere eventi del '600 fosse terribilmente attuale. E tuttora lo penso. Purtroppo, non siamo molto progrediti.

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