venerdì 2 agosto 2024

Presa a pugni

“Trans”, “uomo”, “parodia”. Hanno definito una pugile algerina, Imane Khelif, in modi non solo sbagliati ma spesso palesemente usati per offendere. Senza sapere nulla, per partito preso. Lo hanno fatto cinicamente spettatori, politici, ministri, giornalisti, in tutto il mondo. Hanno colpito durissimo la pugile che letteralmente non ha fatto nulla di male e ha vinto contro un’italiana per ritiro di quest’ultima. Il comitato olimpico ha ammesso alle gare l’atleta perché soddisfa tutti i requisiti richiesti, é in regola. Perché quindi questa polemica? Non ci sono documenti ufficiali o referti medici pubblici (e meno male) quindi tutte le notizie che abbiamo derivano dalla stampa o da un comunicato della IBA, una federazione di pugilato esclusa e non riconosciuta dal Comitato Olimpico già dal 2019. Questa federazione parla di squalifica della Khelif perché non soddisfava i criteri richiesti per partecipare. Al contrario il Comitato Olimpico Internazionale ha accettato l’atleta perché i suoi criteri sono stati soddisfatti e lo ha confermato. Discorso chiuso quindi? No.

La polemica é stata feroce, cinica, aggressiva. Alla fine sembra diffondersi una notizia. L’atleta avrebbe una condizione di iperandrogensimo (aumento di ormoni maschili) per uno stato di “intersessualità”. Questo l’avrebbe resa tecnicamente“superiore” in maniera sleale. Nessuno di noi sa se questo é vero e d’altronde l’atleta non ha una corporatura eccessivamente prorompente o una superiorità tecnica sospetta (carriera normale con diverse sconfitte). La polemica quindi é su un’ipotesi. Cerchiamo di capire: cosa significa “intersessualità”? Per intersessualità si intende uno stato nel quale i caratteri sessuali primari (le gonadi) e secondari (genitali, peluria, mammelle, voce, muscolatura…) non sono attribuibili a un sesso unico. Sono condizioni rare e ne esistono diverse. Alcune diagnosticabili da adulti. L’individuo intersessuale può avere cromosomi maschili (XY) ma aspetto femminile, come accade nelle sindromi di Swyer e di Morris o avere genitali non completi. Anomalie di numero dei cromosomi sessuali o ormonali di vario tipo possono causare stati di intersessualità. Da non confondere intersessualità con omosessualità che riguarda l’attrazione sessuale. L’assegnazione del sesso avviene alla nascita, dall’aspetto dei genitali e questo é indipendente dal genere che si avrà da adulto. Dalla cronaca l’algerina sarebbe femmina alla nascita. 



Imane Khelif non è un maschio né un trans ma sarebbe una femmina con cromosomi maschili come da intersessualità. Questo la avvantaggerebbe nello sport perché più forte e potente alla media femminile per iperproduzione di testosterone (iperandrogenismo). Fatto non scontato. L’iperandrogenismo in più, oltre a non essere per forza un vantaggio sportivo (non è dimostrato dia vantaggi) può essere diminuito fino a rientrare nei limiti con farmaci appositi. Il Comitato Olimpico accetta la possibilità ed é ipotizzabile sia successo proprio questo. Non si tratta quindi di doping o vantaggio ottenuto artificialmente. Cosa si dovrebbe dire allora degli sportivi altissimi per acromegalia?



I casi di iperandrogenismo non sono nuovi nello sport. Uno su tutti Dutee Chand sprinter indiana plurititolata.  

Certamente il caso é interessante. Una persona con uno stato fisico non abituale dal quale potrebbe ricevere vantaggi sportivi, è ammissibile in una gara? Una persona intersex deve dimenticare lo sport agonistico? Senza aggredire le persone si può discutere di questa cosa?  

Una differenza biologica come tante e che sicuramente molti di noi abbiamo almeno in parte (si chiama “mosaicismo”). É da punire? E pochi hanno pensato alle conseguenze sulle ragazze coinvolte. Diventate in un attimo una cattiva e sleale, l’altra perdente e piagnona.


Storie volgari, alimentate da persone senza scrupoli che usano gli altri per i propri interessi e che poi condizionano l’opinione pubblica. La pugile algerina (ambasciatrice Unicef e con una bella storia personale) sta comunque ottenendo sostegno e incoraggiamento da tanti.


Alla prossima.


9 commenti:

  1. Finalmente è stata fatta un po' di chiarezza, grazie Doc!

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  2. Al di là di tutte le polemiche e i tecnicismi medico-scientifici vari.. al di là delle notizie certe o incerte che abbiamo un fatto per me è assodato: Negli sport, qualunque sport, tutti i contendenti devono, in origine sia di fatto che in potenza ( cioè sia concretamente che in astratto) avere le stesse posibilità di vincere! qualunque singolo individuo o squadra che, a prescindere dalla ragione ( o dalle ragioni) di ciò), non sottisfi alla lettera questo requisito fondamentale secondo me va escluso dalle competizioni sportive e non ci sono se e ma che tengano! Perchè lo sport deve essere questo! Chiunque al mondo può arrivare al gradino più alto! se uno è afetto da acromegalia, per esempio, non può giocare a basket ( esempio lapalissiano) punto!

    Non si venga poi a lagnare di esere discriminato/a! La vera discriminazione è rompere la regola che chiunque al mondo ha le stesse possibilità di vincere, è chiaro? Lo sport, quello vero, per me è questo. Ora quindi la domanda unica da farsi è: Imane Khelif e la Carini avevano, sia in concreto che in potenza, le stesse possibilità di vincere quell'incontro? NO e chiunque abbia visto quei famosi 40 secondi d'incontro credo possa e debba concordare con me su questo... e se non credete neanche ai vostri occhi in cosa credete?

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    1. Negli sport, qualunque sport, tutti i contendenti devono, in origine sia di fatto che in potenza ( cioè sia concretamente che in astratto) avere le stesse posibilità di vincere!

      In realtà questo non succede mai. MAI per definizione, altrimenti non vincerebbe nessuno o sarebbe tutto in balia del caso.
      Uno dei contendenti sarà più forte, meglio allenato, più preparato, più concentrato e così via. Non partiranno allo stesso modo. Perché alcune squadre di calcio della stessa serie vincono dieci scudetti e altre neanche uno? Perché ha giocatori più forti. Perché non parte con le stesse possibilità.
      Detto questo, la polemica è stata inutile (perché è sostanzialmente politica) dall'inizio. La pugile è stata definita adatta alle gare e alla categoria. Punto.
      Non sono io, né i giornalisti né uno che passa a dire che non è vero. Mettiamo che il CIO sia l'arbitro. Si può discutere ma è inutile prendersela con l'atleta che ha sempre (questo è un punto importante) combattuto in quella categoria, si è addirittura allenata in quella categoria (in Italia), ha sempre vinto e perso in quella categoria e nessuno ha mai detto nulla. Quest'anno, alle Olimpiadi francesi il finimondo. Basterebbe un po' di fiuto per capire perché.

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    2. Jannik Sinner e Mc Kenzie Mc Donald, agli US Open, hanno, in concreto ed in astratto, le stesse possibilità di vincere l'incontro?

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  3. Commento tardivo ma comunque sento il bisogno di farlo. Concordo che si è in presenza di due vittime, non di una sola, per la strumentalizzazione che ne è stata fatta. Concordo che i politici usano tali atlete per la loro propaganda e le buttano quando non servono più. La strumentalizzazione ideologica però è fatta da ambo le parti. E' arrivata a tal punto che è evidente anche a noi comuni mortali. Nel caso specifico l'aspetto androgino lo era. Quindi oltre al cromosoma Y avevamo anche una sensibilità a tale cromosoma che ha avuto i suoi effetti. Ci deve essere trasparenza nei criteri di ammissione e in questo caso evidentemente non ve n'è stata. Si poi tutto dipenderebbe solo dal livello di testosterone, come sembra, è chiaramente insufficiente, tanto più se i livelli sono molto alti e comunque, almeno credo, lo si può abbassare qualche giorno prima con ormoni appropriati, senza sostanziale modifica della struttura ossea e muscolare in precedenza formata. La differenza tra le atlete era notevole. Qui non era in ballo solo vincere essendo favoriti in partenza ma anche la sicurezza dell'avversario. Non basta dire che l'atleta aveva perso le gare, perché anche un uomo può perdere con una donna preparata atleticamente. Ma la sua maggiore potenza muscolare, la sua struttura ossea che consente di assorbire meglio i colpi, può far si che anche quando sia non preparato atleticamente possa sferrare il colpo del KO e lo cerchi per poter vincere. In questo caso la sicurezza verrebbe seriamente compromessa. Ecco perché si hanno diverse categorie in base al peso. Ecco perché l'evidenza in questo caso non si poteva negare. Regolamenti del CIO. Modificati più volte per richiesta delle federazioni stesse e in questo caso se non vi fosse l'ideologia dietro si ammetterebbe che una qualche modifica, in base a quel che si è visto, andrebbe fatta. Del resto anche la campionessa che ha vinto la medaglia d'oro sarebbe stata magari meglio indirizzata a terapie ormonali che avrebbero meglio valorizzato la sua femminilità. Non ci sarebbero state contestazioni se il suo aspetto fosse stato più femminile. D'altra parte anche la cerimonia di apertura, con le drag queen infilate dappertutto come il prezzemolo, dimostra come una certa ideologia condizioni pesantemente ogni aspetto della nostra cultura, incluse le olimpiadi. Quando si mette in ballo anche la sicurezza o comunque i diritti degli altri inevitabilmente sorgono le proteste. Ognuno prenda atto dei propri errori e avremo una società migliore con atlete come la medaglia d'oro di cui ci si preoccuperà di preservare la sua femminilità, anziché usarla per una ideologia e buttarla come uno straccio quando non serve più.

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  4. Non ci sono prove che abbia un cromosoma X.
    E le regole del Cio stabiliscono che può combattere nella categoria.

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    1. Mi baso sia dalle notizie che vengono riportate da diverse fonti, sia da quello che vedo (un aspetto androgino evidente). Per il CIO non sarebbe la prima volta che va in contrasto con le federazioni, per motivi di "eccessiva inclusione". Certo è che le regole non mi sembrano trasparenti (se hai un link mi piacerebbe conoscerle nel dettaglio).

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  5. Vorrei dire basta a questo appiattimento. Se una persona e' superiore alle altre (per caratteristiche fisiche, spirito di sopportazione etc) vince. Punto. Non si puo' (e non si deve) essere per forza tutti uguali e tutti pari.

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