Il "plagiarismo" scientifico consiste nel copiare e usare ripetutamente parti di uno studio scientifico (proprio o di altri) per realizzarne uno nuovo (che quindi nuovo non sarà).
Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo e molto studiato, coinvolto nella lotta alle frodi scientifiche perché mette in crisi la serietà e l'attendibilità della ricerca scientifica. La corsa alla pubblicazione scientifica, la voglia di apparire, il desiderio di ingrossare (in qualsiasi modo) il proprio curriculum induce alcuni ricercatori a copiare studi già esistenti (di altri o propri) "riciclandoli" e pubblicandoli come nuovi. Spesso cambiando qualche termine, qualche frase, qualche riferimento ma, fondamentalmente, con un semplice lavoro di "copia-incolla".
Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo e molto studiato, coinvolto nella lotta alle frodi scientifiche perché mette in crisi la serietà e l'attendibilità della ricerca scientifica. La corsa alla pubblicazione scientifica, la voglia di apparire, il desiderio di ingrossare (in qualsiasi modo) il proprio curriculum induce alcuni ricercatori a copiare studi già esistenti (di altri o propri) "riciclandoli" e pubblicandoli come nuovi. Spesso cambiando qualche termine, qualche frase, qualche riferimento ma, fondamentalmente, con un semplice lavoro di "copia-incolla".
Argomento interessante. Non ne avevo mai parlato ma ne ho occasione proprio ora quando, nell'ambito dell'attività del PTS (Patto Trasversale per la Scienza) sto analizzando assieme agli altri componenti (del mio gruppo omeopatia e con quello di Enrico Bucci contro le frodi scientifiche) lo studio di cui ho parlato pochi giorni fa, quello che, con un impressionante tempismo e per incredibile coincidenza, esalta l'efficacia dell'omeopatia (!) nell'otite (!).
Studiando e cercando viene fuori un dato interessante che si aggiunge a quelli già notati che ho spiegato nello scorso post.
L'autore dello studio sull'omeopatia nell'otite è Paolo Bellavite ex docente dell'università di Verona che ora, pensionato, fa il volontario in Burundi. Da anni infatuato dall'omeopatia, contro gli obblighi vaccinali, è un personaggio niente male, aggressivo con chi non gli da ragione, non ammette mai i suoi errori e spesso attacca violentemente chiunque osi criticarlo. Beh, è stato colto con le mani...nella marmellata.
Andando a controllare le sue ultime pubblicazioni (praticamente tutte in riviste predatorie e non indicizzate su PubMed) si è scoperto che c'è un preoccupante vizietto di "copia-incolla". Bellavite ha infatti ripetutamente copiato intere parti dei suoi studi riportandole in studi successivi facendo così "ingrossare" non solo il suo curriculum ma anche autocitandosi.
Un tipico esempio di plagiarismo. Se si ha pazienza si può vedere già controllando le varie pubblicazioni ma oggi, fortunatamente, ci aiutano dei software. Questi programmi controllano le pubblicazioni e ci permettono di sapere se ci sono blocchi di testo (non semplici parole o frasi, proprio interi blocchi di testo) che appaiono da altre parti. Le regole sono precise e stabilite e i software svolgono in maniera eccellente il loro lavoro.
Così, studiando i lavori di Bellavite viene fuori questa cosa interessante.
L'ex professore prende uno o più blocchi di un suoi vecchi studi (spesso senza cambiare nemmeno una parola) e li copia in un nuovo studio.
Questo gli consente una cosa immediata: senza lavoro né sforzo crea una nuova pubblicazione dal nulla.
Ovviamente le grandi riviste scientifiche, oltre a non pubblicare studi banali (come quelli di Bellavite) hanno i loro mezzi (tra i quali proprio questi software) che le proteggono da queste frodi ma così non è per le riviste più scadenti e "predatorie" (che vivono proprio accettando qualsiasi studio, dietro pagamento di una somma di denaro) e, guardacaso, l'ultimo lavoro di Bellavite appare proprio in una di queste.
credits Diego Pavesio |
Insomma, una bella figura per l'omeopatia italiana che in Bellavite aveva un punto di riferimento.
Spero che si sia capito il fenomeno che è pure molto grave e deprimente per la ricerca scientifica, per la moralità e la dignità dei ricercatori che, nella stragrande maggioranza dei casi non ricorrono a questi mezzi per il loro lavoro.
Ma se non fosse chiaro o qualche profano non avesse capito bene cosa sto raccontando, faccio un esempio pratico.
In un suo studio del 2011 appaiono queste parole:
"A randomised double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualised homeopathic remedy or a placebo, administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, however these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favour of homeopathy (P < 0,05)".Nello studio che abbiamo analizzato (quello sull'otite, di pochi giorni fa, del 2019) appaiono queste parole:
"A randomized double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo; administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. The 4 most commonly medicines prescribed included Pulsatilla, Chamomilla, Sulphur and Calcarea carbonica. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. However these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment, in favor of homeopathy (P < 0,05)"
L'autore ha copiato e incollato intere parti dello studio da altri studi di anni prima. (questo ovviamente è solo un esempio, la miniera è infinita (qui per particolari della scopiazzatura incredibile) e non riguarda solo l'ultimo studio. Qui un piccolo schema che mostra i vari blocchi che poi sono stati trovati copiati in altri studi di Bellavite.
I blocchi di testo copiati e usati negli studi. Il blocco 1 (rosa) è stato usato in quattro studi (come mostrato a destra) |
Interessante anche il fatto che negli studi Bellavite taglia parti copiate da altri studi che potrebbero contraddire le sue idee o le sue conclusioni.
Ma cosa mi combina professore, cosa mi combina! 😅
Al prossimo omeopata esaltato che vi parlerà del "numerosi studi del prof. Bellavite" fate vedere questo post e tagliate corto, a quanto pare l'omeopatia è talmente noiosa che anche gli omeopati si annoiano a scriverne seriamente.
Alla prossima.
Nota: veramente, io a volte mi chiedo se gli omeopati siano questo disastro per una loro sfortuna innata o proprio se le cercano. Guardate chi arriva su Facebook in difesa di Bellavite.
Maria Gloria Alcover Lillo è l'omeopata condannata per aver curato il tumore di una donna con l'omeopatia. E gli omeopati però vogliono essere presi sul serio.
Proprio imbarazzante.