Ragazzi, io non riesco più a scrivere un articolo a settimana ma quando mi ci metto vi impegno per due settimane di lettura, quindi non vi lamentate. :)
Oggi parliamo di una bella notizia. Un'esperta infatti ci fa tirare un sospiro di sollievo, vedremo come ma quando le cronache sono piene di allarmi inutili e terroristici, ogni tanto una bella notizia ci vuole. Gli antivaccinisti non perdono occasione per trovare un motivo per definire "tossici" o "pericolosi" i vaccini. Ci vuole coraggio ma ci provano.
In effetti serve uno sforzo notevole per smentire l'utilità e l'efficacia di una delle più importanti e geniali scoperte dell'uomo ma gli antivaccinisti, si sa, non temono nulla e vanno persino contro il buon senso e la logica. I vaccini sono farmaci somministrati da decenni a milioni di individui. Grazie a loro abbiamo evitato, soprattutto ai bambini ma non solo, malattie, dolore, sofferenze e morte.
Siamo riusciti a debellare il vaiolo, a controllare (quasi cancellandola) la poliomielite e a quasi annullare molte malattie infettive. La loro sicurezza non è provata solo da studi e ricerche ma anche dall'osservazione: siamo sempre più sani e viviamo sempre più a lungo, un risultato pessimo se i vaccini fossero un danno per l'umanità ma eccezionale, visto che a noi interessa il benessere della stessa. Quello che invece interessa la lobby antivaccino è ottenere consensi, attirare iscritti ai loro gruppi, donazioni, soldi ed un modo immediato per farlo è "demolire" in qualsiasi modo i vaccini. Iniziando con l'insinuazione di dubbi, finendo con vere e proprie menzogne, d'altronde la teoria che voleva i vaccini collegati all'autismo si sviluppò proprio perché un ex medico diffuse una falsa ricerca piena di dati inventati.
Nei vaccini si trova di tutto!
Nel tempo abbiamo assistito quindi ad esempi di falsi studi, terrorismo, manipolazione dei dati, sono tutte fasi che l'antivaccinista deve superare, in qualche modo deve trovare un pericolo nei vaccini, qualcosa che li renda pericolosi, terribili minacciosi per tutti. Ma non ci riesce mai, anzi, a volte, come vedremo, dimostra proprio il contrario. È proprio questo che rende l'antivaccinismo un movimento ideologico, falso già dalle fondamenta. I suoi rappresentanti non hanno mai saputo portare un solo argomento valido, una sola prova reale che possa far ridiscutere l'importanza di uno o più vaccini ed è per questo che, da sempre, questa lobby è considerata antiscientifica cosa che, viste le mire (economiche) degli antivaccinisti, non stupisce.
Ricordate i tempi del "mercurio nei vaccini"?
Il mercurio nei vaccini non c'è mai stato, esisteva un suo derivato, non pericoloso, poi rimosso per sicurezza. Passata la moda del mercurio (che sarebbe stata causa di qualsiasi malattia esistente), si volta pagina e passano ad altro, come se niente fosse.
Una delle ultime mode dell'attivista che ce l'ha con i vaccini è quella di inserire, tra gli ingredienti dei vaccini, le cose più assurde e raccapriccianti. Che possono essere raccapriccianti solo se siamo ignoranti sul tema. Da medico, vi assicuro, potrei rendere molto raccapricciante qualsiasi cosa, persino il parto, l'evento più fisiologico che possa vivere un essere umano. Ma non lo faccio perché quando si trasforma in raccapricciante qualcosa di "normale", è ovvio che vi è uno scopo diverso dall'informazione.
Dovete sapere che, per poter coltivare i virus (o i batteri) necessari alla preparazione di un vaccino, bisogna ovviamente (i virus si riproducono all'interno delle cellule viventi) disporre di
cellule viventi ed in esse fare proliferare il virus che causa una malattia per la quale cerchiamo il vaccino. I laboratori che preparano questi vaccini acquistano le cellule viventi necessarie da industrie specializzate proprio nelle forniture ai laboratori (dagli strumenti ai reagenti) e per questo dispongono per esempio di cellule tumorali per fare studi su di esse (che derivano quasi sempre dalle cellule di
Henrietta Lacks e per questo si chiamano "cellule He-La") e di cellule umane o animali per lo stesso motivo. Quando si tratta di vaccini possono essere utilizzate cellule umane o a volte cellule di primati (scimmie, soprattutto). Quando si usano cellule umane, tra le più utilizzate, ci sono quelle derivanti da una singola linea cellulare, quella appartenente ad un feto donato dai suoi genitori alla ricerca perché la gravidanza si è interrotta prima del dovuto. Le sue cellule sono state fatte riprodurre a milioni ed ora i laboratori possono usarle per ricerca o preparazione di farmaci.
Così, per il fatto che la coltivazione di virus o batteri presuppone la presenza di cellule viventi, ecco che per gli antivaccinisti i vaccini
contengono "feti abortiti" o "cellule di scimmia".
Ditemi sinceramente se dire che un vaccino contiene "
feti abortiti" sia una cosa normale o un patetico tentativo di causare raccapriccio (e quindi rifiuto) in chi lo legge. Chi lo dice somiglia a chi dice che nel latte c'è pus o che una fetta di carne è un pezzo di cadavere. Se dicessi ad un paziente: "
questa penicillina che le ha prescritto il mio collega contiene sostanze ammuffite, è pericolosa!" non starei mentendo ma sarei considerato un povero pazzo (o un furbetto).
Ma se non bastassero i feti abortiti e le scimmie, ecco che c'è qualcosa di più "sottile": i metalli pesanti. Qualcosa questi vaccini dovranno pur contenere ma il continuo tentativo dell'esercito degli antivaccino di rendere inaccettabile la vaccinazione ormai sta raggiungendo vette eccezionali. Allarme nella rete, richiesta di indagini, agitazione e tremori incontrollati. Tutti i siti di bufale, quelli complottisti e di medicina alternativa, omeopati e strani personaggi, si sono buttati a capofitto sulla notizia. Addirittura una giornalista, impegnata da tempo nella diffusione di false terapie e fantamedicina
parla di "
vaccini inquinati" dimostrando di non conoscere nemmeno le basi della biologia. Molto probabilmente in pochi hanno letto lo studio o avrebbero avuto la possibilità di capire come
non si fa uno studio scientifico.
Ma la cultura si acquisisce e questo articolo è anche per loro.
Lo spunto per questa occasione di crescita culturale ce lo può dare uno studio uscito in queste settimane, l'autrice è
Antonietta Gatti, un fisico che si definisce esperta di guerra del golfo e di malattie misteriose (?) che gestisce, nel tempo libero dal suo lavoro al CNR che lei dice si svolga al "
Institute of Science and Technology for Ceramics" anche se
nello staff del dipartimento il suo nome non compare, la Gatti, dicevo, gestisce un suo laboratorio di analisi privato.
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La dott.ssa Gatti, autrice dello studio analizzato, esperta di malattie misteriose e Balcani (dal suo profilo Twitter), gestisce un laboratorio analisi con il marito, Stefano Montanari. |
Negli anni la studiosa si è specializzata nella ricerca di "
nanoparticelle" cioè di quelle particelle, piccolissime, invisibili ad occhio nudo, che si annidano attorno a noi, dovunque, esternamente ed internamente al nostro corpo. Esistono per il semplice motivo che esiste la vita, derivando non solo da noi esseri viventi e da ciò che ci circonda ma anche dalle nostre attività.
Le
nanoparticelle sono chiaramente in
qualsiasi posto del pianeta e la Gatti (ma è il suo lavoro, quello che la fa vivere) le cerca dovunque e, naturalmente, le trova. Così le ha trovate nel
sangue, negli
organi e persino nelle
merendine, anche se, riflettendoci, non sembra una cosa così strana, se per fare una merendina usi un macchinario, una lama, un frullatore, è chiaro che in quella merendina,
cercando, troveremo piccolissime particelle derivanti da quel macchinario, dalla lama, dal frullatore.
Accadrebbe la stessa cosa se analizzassimo una torta fatta in casa: analizzandola con un microscopio potentissimo troveremmo piccolissime (per questo si chiamano "nanoparticelle")
particelle di acciaio che derivano dal coltello o altre di ferro che derivano da un altro utensile. Non è strano e non deve stupire. Oltretutto, per le quantità "normali" (quelle alle quali siamo esposti da sempre) non è mai stata dimostrata una pericolosità particolare perché è plausibile che certe sostanze possano diventare pericolose in quantità eccezionali e la logica ci dice che con queste particelle conviviamo dalla notte dei tempi.
Oggi, inoltre, rispetto ad anni passati, disponiamo di strumenti più progrediti e filtri che rendono più difficile la presenza di queste particelle con le quali dobbiamo però convivere, è impossibile eliminarle ed esistono persino in una camera sterile, in una sala operatoria o in un posto pulitissimo. Se analizzassimo il liquido prelevato da una fiala di vetro, di quelli che ci iniettiamo quando stiamo male (2-3 volte al giorno per settimane), per esempio un antibiotico, molto probabilmente troveremmo piccolissime particelle di vetro, derivanti dall'apertura della fiala e poi potremmo trovare microscopiche particelle di acciaio (derivanti dall'ago della siringa) o di silicone (derivanti dal tappo della fiala che contiene la polverina) e così via. È il fatto stesso di esistere che ci circonda di nanoparticelle.
Per capire meglio ciò che ho scritto basterebbe farsi una domanda: indicate un ambiente, una sostanza, un prodotto che non possa contenere nemmeno una nanoparticella, che possa esserne totalmente privo, è difficile, molto difficile. Persino nel vuoto più assoluto (lo spazio, per esempio),
sembrano esserci "contaminazioni" (molecole di idrogeno).
In laboratorio, con particolari accorgimenti e condizioni particolari, una cosa del genere potrebbe essere ottenuta.
La scoperta dell'acqua calda.
La Gatti ha fatto quindi il passo successivo.
Dopo le merendine ha cercato le nanoparticelle nei vaccini (e perché non negli antibiotici o negli anestetici non si sa, ha scelto proprio i vaccini).
E, incredibile, le ha trovate!
Il suo microscopio ha trovato migliaia di nanoparticelle in flaconi di vaccino. Prima lo ha fatto sapere tramite internet e poi con un
libro, edito da Macrolibrarsi, casa editrice specializzata in libri sui misteri,
sugli UFO e sui poteri paranormali. Ma in effetti non era sufficiente e tutti le chiedevano a gran voce di pubblicare (come dovrebbe fare qualsiasi scienziato) in una rivista scientifica, non ci pensa due volte ed
in effetti lo fa.
Peccato che la rivista scientifica che ha scelto è praticamente
sconosciuta, non ha nemmeno un "impact factor" (fattore d'impatto, misura l'importanza di una rivista scientifica) ed il suo editore,
Medcrave,
è noto per essere un "
predatory journal", cioè un editore che accetta qualsiasi cosa, dallo studio vero a quello falso o stupido, dietro pagamento, protagonista persino di un
editoriale del BMJ sulle mail indesiderate, lo spam, che arriva ai ricercatori con la richiesta di pubblicare qualcosa.
Lo studio è firmato, oltre che dalla dottoressa Gatti, da suo marito, che con lei porta avanti l'attività privata del laboratorio analisi, Stefano Montanari, simpatico e stravagante personaggio, laureato in farmacia, che si descrive come un grande scienziato di fama internazionale (da leggere
la pagina nella quale elenca le esigenze per invitarlo ad un convegno).
La rivista nella quale pubblicano i coniugi è talmente sconosciuta che neanche il marito della studiosa sembra conoscerla, tanto da confonderla con un'altra dal nome simile.
Loro hanno pubblicato sull'"
International Journal of Vaccine and Vaccination", rivista
senza nessun impact factor, ma Montanari dice che la rivista ne ha uno di 2,32, che invece
è quello del "
Journal of Vaccines and Vaccination" (
nota: le riviste mediche più importanti al mondo hanno impact factor di 20 ed oltre), il "suo" è tanto sconosciuto da non essere indicizzato nemmeno su PubMed (la banca dati degli studi scientifici).
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Per Montanari, coautore con Gatti, la rivista ha impact factor 2,32 |
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...che però è l'impact factor di una rivista dal nome simile |
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Quella che ha accettato il suo lavoro è invece sconosciuta. |
Ma non facciamoci condizionare dalle pur strane apparenze, andiamo al sodo e leggiamo lo studio.
La delusione è subito cocente. I due autori elencano una serie di vaccini nei quali, con il loro microscopio, avrebbero trovato varie sostanze, spesso metalliche. Purtroppo non c'è nessuna traccia di controllo, nessuna discussione seria, in barba al metodo scientifico. Ma visto che già più di
una persona ha (ben)
analizzato lo studio, voglio riportarne le conclusioni riassumendole. Interessante perché questo potrebbe essere un esempio di come
NON si realizza uno studio scientifico, tanto sono evidenti gli errori di metodo, di discussione e i dati costruiti per confermare le proprie ipotesi, insomma, un metodo non scientifico ma "sui generis".
Il metodo scientifico a modo mio.
La descrizione dei metodi usati per l'analisi dei flaconi è a dir poco lacunosa, detto chiaramente:
non esiste.
Nonostante il metodo di analisi dovrebbe essere descritto con accuratezza proprio per permettere a chiunque di controllare l'esperimento ed eventualmente riprodurlo. Non sono spiegati i particolari dell'analisi, tutti gli strumenti utilizzati, il tipo di filtri, i motivi che giustificherebbero i palesi errori di analisi.
Una lacuna non da poco.
Colpisce subito anche la scelta della bibliografia:
dilettantistica. Ci sono addirittura riferimenti sbagliati. Per esempio all'inizio del loro lavoro gli autori dicono che il vaccino trivalente (MMR) sarebbe stato sospettato di collegamento con l'autismo e mettono come riferimento
uno studio (il n°4 della bibliografia) che dice proprio il contrario,
non c'è nessuna evidenza di legame tra vaccino trivalente ed autismo, cosa che è scritta già nel titolo ed un altro (il n°5) che dice la
stessa cosa ("è improbabile che il vaccino trivalente sia collegato ad autismo"). Lo stesso accade per l'affermazione successiva: dicono gli autori che i vaccini sembrano collegati a malattie autoimmuni e citano a loro sostegno la nota bibliografica 6 che porta ad uno studio che dice: "
no change in the risk for Guillain-Barré syndrome, multiple sclerosis, type 1 diabetes, or rheumatoid arthritis...", non credo serva tradurre.
Sembra che gli autori non abbiano nemmeno letto ciò che pubblicavano (nemmeno il titolo a quanto pare) e sembra che la rivista non abbia nemmeno controllato ciò che stavano pubblicando. Tra gli esempi di superficialità mettiamoci pure questo:
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(sottolineato rosso da me) "Le frecce mostrano i punti nei quali sono stati ottenuti gli spettri EDS", già...ma non ci sono le frecce. |
Una figura con la didascalia che spiega come i punti in cui sono state eseguite le analisi spettrografiche siano mostrati da frecce. Ma nella figura non ci sono neanche le frecce.
Strano? Beh, le stranezze sono solo iniziate.
Gli autori hanno analizzato un flacone di vari vaccini usando il loro microscopio (
microscopio elettronico a scansione ad emissione di campo con rivelatore a raggi X e spettroscopio a dispersione di energia), 44 campioni di 30 vaccini diversi provenienti da Italia e Francia, alla ricerca di contaminanti e varie particelle.
Le trovano.
Trovano delle particelle all'interno dei vari flaconi di vaccino. Ma sorge un primo dubbio.
Per escludere che in quei flaconi analizzati non siano finiti contaminanti provenienti dal laboratorio stesso, dagli strumenti utilizzati, dall'atmosfera circostante, si usa in genere un metodo "semplice" e conosciuto: il
gruppo di controllo. È metodo scientifico di base.
Gli autori dello studio avrebbero per esempio potuto analizzare dei flaconi, fiale, farmaci (anche semplice acqua distillata), che, preparati allo stesso modo dei vaccini nel laboratorio per l'analisi al microscopio, non contenessero sicuramente nessuna particella, si chiama "bianco", devi avere un metro di confronto ed un punto di partenza, altrimenti come fai a dire se quel quantitativo trovato è normale o meno?
Oppure misurare la quantità di particelle rinvenute in altri farmaci e poi confrontarla in quella rinvenuta nei vaccini analizzati, così da vedere se ci fossero differenze. Se in dieci flaconi di un farmaco qualsiasi si trovassero 100 nanoparticelle, trovarne 102 o 98 in uno di vaccini sarebbe stata la norma. Se in dieci flaconi di farmaci ne trovi 2, trovarne 100 nei vaccini sarebbe stato strano.
Questo sempre per escludere che nei vaccini sia finita qualcosa di proveniente dal laboratorio o dalla preparazione, così da poter sostenere che quelle contenute nei vaccini siano "anomale", per poter sostenere, come fanno gli autori: normalmente non ci sono contaminanti, in quei flaconi di vaccino sì.
Questo gli autori
non lo fanno e già l'esperimento è
falsato.
Le "impurità" per esempio potrebbero essere normali, inevitabili o provenienti dal metodo di preparazione o dall'ambiente e che la presenza di quelle particelle non sarebbe significativa, quindi avremmo dimostrato la sicurezza e la purezza dei vaccini analizzati.
Se le "nanoparticelle" fossero dovunque (come sappiamo) e le trovassimo anche nei vaccini e nella maggior parte delle cose che analizziamo, evidentemente i vaccini non sono diversi da tutto ciò che ci circonda.
Ma questo non è il solo errore di metodo, si noterà ad esempio che tra i vaccini analizzati ce ne sono alcuni vecchissimi, anche del 2004, questo è chiaramente scorretto, visto che alcuni vaccini, dopo tanti anni, possono aver subìto variazioni della composizione e gli stessi flaconi, esposti all'ambiente, potrebbero aver rilasciato sostanze estranee che normalmente non ci sono, sono stati addirittura inclusi anche vaccini già
scaduti da oltre 10 anni (e nella peggiore delle ipotesi quei vaccini non erano scaduti al momento dell'analisi e quindi l'analisi è stata fatta in tempi diversi a distanza di anni, una procedura a dir poco fantasiosa). Non c'è differenza tra un'azienda e l'altra o tra un anno di produzione e l'altro.
In pratica sono stati analizzati prodotti a caso, senza avere nemmeno cura di uniformarli e di uniformarne l'analisi, almeno un minimo. Non c'è neanche traccia di un'analisi statistica.
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Tra i vaccini analizzati, alcuni vecchissimi, alcuni anche scaduti. |
Problemi di metodo (gravi) a parte, in questo studio possiamo notare anche alcuni gravissimi errori nelle conclusioni.
Ad esempio nella prima figura, questa:
È una goccia di Gardasil, il vaccino anti-HPV. la Gatti dice di aver trovato (il grafico a destra mostra la spettrografia del campione) varie sostanze, per esempio cloro e sodio (i più rappresentati) e sali di alluminio (alluminio fosfato, AlPO
4)
E cosa
contiene normalmente una fiala di vaccino?
Esattamente cloruro di sodio (la soluzione fisiologica, quella che diluisce il farmaco contiene proprio cloruro di sodio) e sali di alluminio (è l'adiuvante, quello che aumenta la risposta anticorpale, è tra gli ingredienti).
Che strano...
L'esperimento è avvenuto in "
low vacuum", cioè con un basso vuoto atmosferico, la goccia di vaccino ha lasciato i residui: cloruro di sodio e alluminio, come è normale che sia.
Certo che come prima scoperta non è così eccezionale, in pratica il vaccino contiene quello che dice di contenere. Però poi il duo di autori si esibisce in una perla maestosa. Visualizza un'immagine al microscopio e, senza avere elementi per farlo ma solo in base all'osservazione, conclude che si tratterebbe di "globuli rossi", ecco dove:
|
Un'area della goccia di un vaccino: per gli autori quelli indicati dalle frecce rosse sarebbero globuli rossi perché ne avrebbero "la morfologia". |
Che si giunga alla conclusione (in uno studio, non in una discussione al bar) che esista una contaminazione di globuli rossi così arbitrariamente, solo in base all'osservazione di un'immagine così poco chiara è curioso, diciamo "
avventato" (tra parentesi
è questo l'aspetto di globuli rossi al microscopio elettronico con osservazione in vuoto atmosferico). Io potrei sostenere, ad esempio, che l'immagine riprende un
microscopico ittiosauro (un animale preistorico acquatico), del quale qui
possiamo vedere le vertebre fossilizzate.
Senza considerare che, nella stessa immagine, c'è un "artefatto" (un'aggiunta, un errore nell'immagine) che non aiuta certo nella chiarezza.
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Artefatto, evidenziato con un cerchio rosso un rettangolo aggiunto o comparso per la manipolazione dell'immagine. |
Andiamo avanti, che è meglio.
I "pezzi di metallo" (cit.)
Se il metodo e le valutazioni sono fatte con i piedi, proviamo a limitarci almeno ai risultati di queste analisi.
Gli stessi controlli sono fatti in tutti gli altri vaccini considerati ed in tutti gli autori trovano "nanoparticelle" ed agglomerati di varie sostanze. Leggendole sembra una cosa assurda: alluminio, tungsteno, oro ed altro, tutto in "precipitati", che è ciò che si trova quando una soluzione evapora (e quindi scompare la sua parte liquida) ed i precipitati visti in ogni flacone variano da 1 a 1821. Tanti! Non per niente Montanari
parla di "
pezzi di metallo" (
pezzi!).
Se non fosse che gli autori li hanno trovati in 20 μl (microlitri: 0,00002 litri) di vaccino, per una concentrazione di
0.15 femtomolari (fM).
Si tratta di una concentrazione infinitesimale,
piccolissima. Per capirci, se partissimo da una mole, la scala di misura è:
mole
millimole
micromole
nanomole
picomole
femtomole
attomole
Ognuna 1000 volte più piccola della precedente. E questa è la concentrazione
maggiore rilevata!
Riuscite ad immaginarla? No, vero? Ovvio, parliamo di
un miliardesimo di milionesimo (10
-15) di mole. Una cellula uovo umana è grande 1µg (un microgrammo), una
molecola di penicillina misura circa 1 femtogrammo. Il DNA umano misura 2 nm (nanometri)!
Stiamo discutendo quindi del nulla, di dosi omeopatiche.
Nel campione di Cervarix (sempre vaccino anti-HPV) sono state trovate 1569 particelle di idrossido di alluminio che rappresentano
0.000000000001 ng (nanogrammi) di alluminio in una fiala intera di vaccino (!). Il
nulla.
==
[
aggiornamento]:
altri hanno fatto il calcolo nei commenti giungendo a risultati diversi ma in ogni caso trascurabili, il calcolo che ho riportato (calcolato
qui ma rivisto da un fisico che mi ha aiutato) risulta da:
1569 particelle di precipitato trovate in una goccia di Cervarix.
Una goccia contiene 1,39 x 10^21 molecole totali, questo significa che la contaminazione rappresenterebbe lo 0,0000000000000000000719% della fiala. Uno di questi "contaminanti" sarebbe idrossido di alluminio, quindi ci sarebbero circa 0.000000000001 ng di alluminio nella fiala.
Mi sembra però ci sia confusione tra "molecola" e "precipitato" (il precipitato è in questo caso un insieme di molecole).
Probabilmente un calcolo più preciso
potrebbe dare un risultato di 0,77 nanogrammi di alluminio (sempre quantità infinitesimali) che è in ogni caso un calcolo in eccesso perché considerato come se tutti i precipitati fossero composti da alluminio.
==
Sapete quanto alluminio assumiamo mangiando un piatto di pasta? 6 milligrammi. Per l'
EFSA il limite di sicurezza per l'alluminio è di 1 mg/kG per settimana.
Sapete qual è il limite per l'alluminio stabilito dall'OMS?
60 milligrammi (al giorno!) Sapete qual è il limite di sicurezza
giornaliero per i metalli pesanti nei farmaci
stabilito dall'EMA (agenzia europea dei farmaci)? 10 μg (microgrammi, si scrive anche
mcg, un microgrammo è un millesimo di milligrammo.10 microgrammi equivalgono a 10000 nanogrammi). Per via parenterale (quindi iniettati, non negli alimenti). Stiamo parlando, ovviamente, di misure infinitesimali, percepibili solo dagli strumenti adatti allo scopo.
Ripeto, in uno dei campioni analizzati, in un'intera fiala, sono stati trovati
0,000000000001 nanogrammi di alluminio, il limite considerato sicuro dall'EMA per l'alluminio nei farmaci è di
1000 nanogrammi.
Siamo assolutamente, pienamente, abbondantemente nella soglia di sicurezza.
|
Scala delle unità di misura dei solidi |
È talmente sconvolgente (per un profano, per una persona normale) scoprire che in un liquido vi siano delle sostanze in quantità così piccole?
E per una persona che si dice esperta di analisi, come si definisce la Gatti, questo dato avrebbe un significato particolare?
Non lo dovrebbe avere. E cosa dire di uno studioso
che chiama "pezzi di metallo" dei precipitati di 0.000000000001 ng di alluminio?
Questo succede perché chi non si occupa di queste cose non ha i riferimenti giusti, non conosce le scale di grandezza. Un po' come dire che si è caduti in acqua, senza riferimenti significa poco, la differenza tra cadere a riva dove l'acqua è profonda 10 centimetri ed in una baia con una profondità del mare di 20 metri è ovvia ed evidente.
A me ricorda molto chi dice che nei vaccini ci sono "feti abortiti", sai benissimo che i "feti abortiti" non possono esserci e quindi perché lo dici? Che effetto vuoi ottenere in chi legge e non capisce queste cose?
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Secondo Montanari, quelli da lui trovati sarebbero "pezzi metallo". |
Ma che effetti dovrebbero avere questi "contaminanti" in queste quantità?
Ovviamente non possiamo saperlo con certezza, solo negli ultimi anni si stanno studiando le reazioni tra particelle così piccole ed organismo ma l'evidenza (e l'esperienza, visto che da quando esistiamo siamo esposti a questi agenti) ci dice che non ci sono particolari rischi per la salute, anche perché gli eventuali danni dipendono non solo dalle quantità e dalle dimensioni delle particelle ma anche dal tempo di esposizione.
Si tratta di quantità (ammesso sia corretta l'analisi degli autori, cosa per niente scontata) trascurabili e che non fanno sospettare nessun effetto. E sono
gli stessi autori dello studio a dircelo.
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Uno studio che l'autore indica per sostenere la pericolosità dell'alluminio si fornisce un valore di sicurezza, ampiamente superiore a quanto trovato nei vaccini analizzati. |
Nella nota bibliografica che loro usano per sostenere il nesso tra alluminio e danni neurologici (in pazienti dializzati,
nota 12) è indicato uno studio del 1985 che, a
pagina 146 dice: che il contenuto ideale di alluminio (nelle dialisi) dovrebbe essere inferiore a 50 μg/L, una quantità enormemente più grande di quella trovata nei vaccini analizzati.
Lo pensa anche l'agenzia nazionale francese di sicurezza sui farmaci: gli elementi trovati sono irrilevanti, in tracce e senza particolare significato, derivanti dai normali componenti dei vaccini e dai materiali usati per le analisi (tamponi, diluenti, filtri, ecc.). L'esame è stato realizzato da tre esperti:
Il dott.
Robert Garnier, tossicologo, direttore del Centro Antiveleni e di Tossicovigilanza dell’Hôpital Fernand Widal, la dott.ssa
Sophie Lanone, esperta di nanoparticelle e nanopatologie respiratorie, ricercatrice dell’Istitut Mondor de Recherce Biomédicale di Crèteil, il dott.
Thierry Rabilloud, esperto di nanoparticelle e interazioni con le cellule del sistema immunitario, ricercatore dell’Institut de Biosciences et Biotechnologies di Grenoble.
Ecco il riassunto delle conclusioni che possono essere lette per intero:
QUI.
"I metalli sono stati trovati nella quantità di tracce in tutti i farmaci iniettabili analizzati, compresa la soluzione fisiologica. La presenza di questi metalli in tracce, che non può essere identificata se non con metodi molto sensibili, rispecchia la realtà ambientale e non deve essere considerata come un rischio sanitario."
Questi "inquinanti" la Gatti li ha cercati anche per antibiotici, cortisonici (iniettabili, ovviamente) o altri farmaci? Perché tra esposizione ai vaccini ed agli antibiotici diciamo che i secondi vincono a mani basse ma questo agli autori, evidentemente, non interessa.
Ecco come crolla tutto il castello antivaccinista. Ecco per che tipo di "studio" si è parlato di "vaccini inquinati", "pezzi di metallo", "vaccini sporchi". Io direi che prima di sparare sentenze sarebbe bene o conoscere un argomento o studiarlo bene.
Ma c'è un'altra conclusione che possiamo trarre da questo studio che voleva essere un allarme ed alla fine è solo un simpatico scherzo, anche un po' banalotto.
Conclusioni: un sospiro di sollievo.
Alla luce di quello che abbiamo visto, è giusto definire quei vaccini come "inquinati"? È corretto parlare di "pezzi di metallo"? È onesto dire che nei vaccini ci sarebbero contaminazioni pericolose?
Io non sono un esperto di vaccini, ma, oltre ad essere un medico, credo di avere un po' di sale in zucca, direi di no, decisamente, ma ognuno si faccia la sua opinione.
Non è comunque una bella notizia che persone che pubblicano cose del genere poi siano quelle alle quali genitori e mezzi di comunicazione diano credito ma prendiamo questi episodi come una lezione. Un ripasso di cos'è il metodo scientifico, di come si realizza correttamente uno studio, di come si evitano errori e distrazioni. Forse questo esempio è molto più esplicativo di tante lezioni sul doppio cieco, la randomizzazione, il gruppo di controllo o la significatività (tutti metodi per ridurre gli errori di uno studio, nessuno di essi utilizzato in questo caso). Un bellissimo esempio di cosa è la scienza, del perché il controllo incrociato è una garanzia per tutti. Questo ci spiega perché è difficile che uno scienziato scriva sciocchezze facendola franca, ci saranno 10, 100, 1000 suoi colleghi a controllare e criticare.
Una cosa interessante è che questi trucchi per arrivare alla conclusione voluta sono
gli stessi che usano grandi, note e "serie" case farmaceutiche. Forse imparare a riconoscerli potrebbe renderci più colti.
Prendiamolo come esempio per essere più consapevoli di quello che ci danno in pasto certi giornalisti e certi media, cerchiamo di sfruttare questa esperienza per maturare. Anche perché, riflettendoci, questa storia ci riserva un'ulteriore sorpresa.
Come abbiamo visto questo studio non brilla per precisione ma è già qualcosa.
Questi risultati però ci dimostrano come, non solo i vaccini non presentino sostanze estranee in quantità rilevanti ma anche che nemmeno un microscopio elettronico sia riuscito a trovare campioni con contaminazioni importanti, significative, preoccupanti, nemmeno una.
Se giudicassimo quei campioni di vaccino persino con gli strettissimi
standard di laboratorio ASTM (
società indipendente che stabilisce gli standard, le caratteristiche di materiali, prodotti e servizi) con il
massimo degli standard (ASTM tipo 1), sarebbero permessi per esempio 50 μg/L di carbonio organico (un indice di contaminazione molto usato) totale e 1 μg/L di sodio o 3 μg/L di silicio. Milioni di volte superiori a quanto trovato nei flaconi esaminati che quindi, oltre ai limiti di sicurezza, rispettano ampiamente anche i limiti di purezza.
La presenza di eventuali sostanze estranee è quindi risultata in tutti i casi rientrante nei limiti di sicurezza, di qualsiasi ente preposto al controllo.
Questo ci consentirebbe di definire quei vaccini come
puri e sicuri.
Per concludere quindi, nonostante la poca accuratezza dell'esperimento (vi risparmio i
commenti del post di
Science Blogs stupefatti per ciò che hanno letto), nonostante la pubblicazione in una rivista senza alcun valore scientifico, nonostante le repliche, a dir poco
isteriche, alle critiche ricevute (a tal proposito vi segnalo il
post di riassunto della serissima OcaSapiens), possiamo concludere che i vaccini, almeno quelli analizzati, sono puri, puliti e sicuri (
altra analisi da parte di un chimico).
Il fatto che questa conclusione derivi dall'esperienza di una esperta in malattie misteriose ci consente di considerare questo risultato particolarmente significativo.
Un sospiro di sollievo per tutti.
Alla prossima.
"È incredibile quanti problemi può causare un umile microscopio elettronico, quando è nelle mani di svitati" (Dott. David Gorski surgical oncologist. Professor of surgery at Wayne State University School of Medicine, USA).
[
Articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]
Aggiornamento [10/02/17, 12.38]: il marito della dott.ssa Gatti, (Stefano Montanari), dichiara in
alcune sue risposte (nelle quali indirizza insulti al sottoscritto ) che i lavori di cui parliamo sarebbero presi in seria considerazione dall'EMA (Agenzia Europea dei Farmaci): "
L'European Medicines Agency è già in stretto contatto con noi e ha idee molto diverse da quelle del poverino. [il "poverino" sarei io, ndr.] "e "
l'agenzia europea dei farmaci è già in contatto con noi e ha trasmesso i dati a chi di dovere.".
Chiesta conferma all'EMA che ha smentito categoricamente alcuna collaborazione con il dott. Montanari e smentisce l'interesse e la validità dello studio in questione.
Aggiornamento [11/02/2017, 22.25]: Se c'è una cosa bellissima ed interessante nel cammino della ricerca scientifica è il controllo pubblico di ciò che si afferma. Questa è una garanzia per tutti noi. Nessuno può barare fino in fondo, almeno fino a quando pubblicherà (metterà a disposizione del pubblico) le sue idee o ipotesi. La coppia di coniugi Gatti e Montanari, con questo studio, ha sicuramente suscitato molto interesse (probabilmente non proprio quello che loro volevano) e così qualcuno si è preso la briga di controllare anche i loro studi passati. Tante altre incongruenze ma ora gli studi
approdano su PubPeer, una piattaforma pubblica nella quale addetti ai lavori fanno le pulci alle ricerche che compaiono in giro, cercandone errori, dimenticanze ed eventuali manipolazioni. Interessante, vero?
Aggiornamento [08/06/2018]: La procura di Torino
ha archiviato la denuncia del Codacons che citava proprio la presunta "prova" dell'inquinamento dei vaccini dei coniugi Montanari. Non ci sono gli estremi per procedere.