venerdì 30 ottobre 2015

Correlation is not causation: "dopo di" non significa "a causa di".

Correlazione non è causalità.
È uno dei fondamenti della statistica a anche del diritto e della logica: "post hoc, propter hoc" ("dopo di questo, quindi a causa di questo"), due avvenimenti che hanno qualcosa in comune (per esempio uno che segue l'altro o il primo che è legato al secondo), non significa che il primo sia causa del secondo o che il secondo avvenga sempre quando ci sia il primo.
Difficile?
No, vi assicuro che è semplicissimo, tanto che si tratta di un fenomeno conosciuto da secoli, una "fallacia logica" comunissima. Se mangio una mela e scivolo, non significa che le mele facciano scivolare, se guardo in alto e mi fa male la testa, non significa che guardare in altro causi il mal di testa, anzi, per essere più precisi: non significa che necessariamente il guardare in alto possa causare il mal di testa.
Stiamo filosofeggiando?
Sì, tanto che anche un finissimo filosofo si occupò di uno degli errori più comuni della mente umana. David Hume

Noi uomini siamo ancora legati a superstizioni ed antiche credenze anche a causa di questo meccanismo, colleghiamo gli avvenimenti in maniera istintiva, il nostro cervello non si è evoluto negli ultimi due secoli, si sono evolute le conoscenze ma il cervello, fisiologicamente, le usa solo se le vuole e le sa usare.

Se un gatto nero ci attraversa la strada ed abbiamo un incidente in auto, i gatti neri portano sfortuna, è indubbio, se passiamo sotto ad una scala e poi cadiamo, le scale sono entità negative. Fortunatamente il progresso ci ha insegnato a distinguere le credenze dai fatti oggettivi e così riusciamo a fare differenza tra ciò che sembra e ciò che è.
L'argomento è stato trattato da tanti divulgatori, qualche interessante esempio lo troviamo qui e qui, ma non ne avevo mai parlato e quindi stavolta tocca a me.
Lo tratterò prendendo spunto da una delle più frequenti "correlazioni" mediche anche perché oggetto di discussioni infinite ed estenuanti, perché se la correlazione come causa è un comportamento umano, è invece un errore gravissimo nel campo degli studi medici che può avere conseguenze enormi (e negative).
Parliamo di vaccini.
Negli ultimi anni i vaccini causano (causerebbero) tutto: l'autismo, l'epilessia, i tumori, persino la sindrome di Down.
Ma è vero?

In realtà sappiamo dai (tanti) dati a nostra disposizione, che i vaccini causano pochi effetti collaterali, per la maggioranza banali e passeggeri. Per farci un'idea con i numeri possiamo controllare la banca dati della regione Veneto che, in 21 anni, ha raccolto le segnalazioni di eventi avversi legati alla vaccinazione. L'evento avverso più comune è stato la febbre (nel 68% dei casi) seguito dall'irritabilità (28,5%). In 21 anni (1993, 2014) sono state somministrate 30.514.170 dosi di vaccino (di vario tipo) e si è registrato un caso di evento avverso grave ogni 62.500 dosi per anno, la maggioranza degli eventi avversi gravi si è risolto e non ha lasciato alcuna sequela. In 21 anni sono segnalati 16 casi di sequele permanenti (cioè ancora presenti all'ultimo controllo), ovvero 1 ogni 2.000.000 di dosi (paralisi di un nervo cranico, accentuazione di strabismo preesistente, neuriti ed altri), nessun decesso.
I numeri parlano chiaro: i vaccini sono molto sicuri e causano molto raramente conseguenze gravi o permanenti. Non c'è nessuna evidenza, né scientifica né osservata, che possa collegare la vaccinazione all'insorgenza di malattie tumorali o autismo o epilessia.
Bene.
Perché allora si leggono spesso appelli allarmati su queste presunte correlazioni?
Perché ci sono medici che dicono "possono causare queste malattie"?
Perché ci sono genitori disposti a giurare che il problema del figlio (una delle malattie dette prima) sia con sicurezza conseguenza di una vaccinazione?

Escludendo la malafede (in caso di medici è quasi scontata, un professionista deve attenersi ai dati scientifici non alle "opinioni personali indimostrate"), nel caso dei genitori la risposta è spesso la più banale: hanno correlato due eventi vicini nel tempo trasformando il primo in causa del secondo.
La maggioranza delle malattie che secondo alcuni (profani) sarebbero sorte "a causa del vaccino" iniziano a manifestarsi (o sono diagnosticate) proprio nell'età in cui ci si vaccina. Come sappiamo la vaccinazione si fa nella primissima infanzia, proprio per proteggere questa fascia della popolazione (tra le più deboli) dalle malattie infettive. La correlazione principe di cui si è parlato spesso in questi anni è quella tra vaccini ed autismo. Scientificamente smentita, una delle affermazioni che si ripetono continuamente è: "il bambino stava bene, dopo la vaccinazione è diventato autistico".
Ad un occhio esperto questa sequenza temporale sembrerà ovvia quanto quella che dice: "il bambino stava bene, dopo aver visto i cartoni animati ha perso i denti da latte". Non sappiamo il giorno esatto in cui si perdano i "denti da latte" ma sappiamo che presumibilmente cadranno proprio nel periodo in cui i bambini guardano i cartoni animati, ovvio ma non così tanto.

Problemi di linguaggio non potranno che emergere quando il bambino inizia a parlare, problemi di movimento quando iniziano i primi movimenti "finalizzati" (camminare, gattonare, afferrare...). Problemi cognitivi quando il bambino inizia ad interagire con la società e così via.

La vaccinazione avviene proprio poco prima di queste fasi della vita. Il bambino stava bene, si è vaccinato ed è stato subito male.

Eppure, se su milioni di bambini non si è trovata nessuna correlazione tra vaccinazione e malattia, perché proprio quel bambino dovrebbe averla?
Appunto, non ce l'ha. La correlazione è un falso collegamento patogenetico, non sono stati i vaccini la causa di quel problema ma il problema è comparso subito dopo i vaccini.
Se usassimo questo metro, si potrebbe sospettare che la comparsa sia avvenuta dopo l'esposizione alla televisione, dopo il primo contatto con la plastica, dopo aver mangiato una particolare verdura o dopo la seconda volta che si è usato il biberon, le correlazioni saranno le stesse e ne possiamo trovare centinaia (e se fossero i pannolini?).
Di questo tipo di correlazioni ne esistono tante, sono talmente numerosi gli eventi nella vita umana (già dall'infanzia) che se volessimo "legare" due avvenimenti non ci sarebbe nessuna difficoltà a farlo.
È tanto "semplice" correlare due fatti che c'è anche un algoritmo per farlo che permette correlazioni davvero incredibili.
Sono correlazioni chiamate "spurie", ovvero reali ma che in realtà sono frutto del caso e questo lo sappiamo proprio grazie alla statistica medica. Più persone studiamo, più "campioni" abbiamo a disposizione, più possiamo essere relativamente sicuri della nostra conclusione e se pure siamo vicini al genitore convintissimo che i vaccini siano correlati all'autismo, possiamo dire con cognizione di causa che si sta sbagliando. La maggioranza delle correlazioni hanno dei "fattori confondenti", sono condizionate da tanti fattori che, se non identificati, fanno giungere a conclusioni errate. Bisogna insomma mettere una correlazione nel contesto giusto ed interpretarla correttamente, altrimenti potrei convincervi facilmente che, visto che solo la minoranza degli incidenti stradali è causata da chi guida ubriaco, bere alcol prima di mettersi alla guida sarebbe protettivo nei confronti degli incidenti.
Lo stesso meccanismo potremmo applicarlo ai cartomanti: su centinaia di previsioni fatte da un cartomante, molto probabilmene qualcuna sarà indovinata ma non possiamo dire che i cartomanti siano capaci di prevedere il futuro. Basta studiare tutte le loro previsioni e si scoprirà che hanno indovinato lo stesso numero di previsioni che si indovinerebbero se si facessero a caso. Eppure chi subirà a previsione azzeccata non potrà che restare convinto di ciò che ha sentito.

Provate a prevedere un terremoto entro l'anno in un qualsiasi paese del mondo, poi cercate la lista dei terremoti dell'ultimo anno, probabilmente avrete indovinato, succede, è il caso.

Atteniamoci allora proprio all'autismo. Si potrebbe pensare che, se tanti genitori notano questa correlazione con i vaccini, una "base" di realtà potrebbe pure esserci, come mai gli studi non la notano? Forse perché non c'è o forse perché, anche se ci fosse, ci sono troppi fattori che la rendono poco credibile. D'altronde l'autismo, dal punto di vista scientifico, potremmo correlarlo a tantissime cose, non ci credete?

Leggiamole, molte sono anche recentissime.
L'autismo è causato dalla televisione (o dalla pioggia). No, dal peso materno in gravidanza!
Sembra sia causato dai problemi di tiroide della mamma. Oppure dall'eccesso di assunzione di grassi con l'alimentazione. Però altre ricerche hanno trovato una correlazione con la febbre in gravidanza (e non è detto non sia colpa degli antibiotici che chi ha la febbre rischia di prendere!). Per non parlare dell'evidente correlazione con diabete, obesità e pressione alta in gravidanza! Delle scarse interazioni in famiglia. Potrebbe essere colpa della vicinanza con l'autostrada o della nonna materna che fuma (non del nonno paterno).
...e se fosse colpa dell'età materna o di quella paterna o della stagione di nascita...o forse della carenza di ferro in gravidanza, l'alimentazione...le gravidanze troppo vicine o troppo lontane...
Può bastare?
L'autismo è correlato a decine di cose, statisticamente ma non scientificamente.

Tutto causa l'autismo?
O forse è "la vita" ad esserne correlata? Si tratta "semplicemente" di una delle possibilità che tutti possiamo subire quando nasciamo?

Come si fa ora ad uscirne fuori?
Intanto sapendo che sostenere che ci sia una correlazione tra un fatto A ed uno B non significa che A sia causa di B.
Quando si scopre una correlazione ci si ferma lì. Il dato di fatto è la correlazione "A è associato a B" ma non si possono trarre conclusioni definitive, prima di farlo bisogna esserne sufficientemente certi con altre ricerche, numeri più grandi, metodi più raffinati. Senza fare così rischieremmo di giungere a conclusioni sbagliate.

Il ritenere che un fatto che avvenga prima di un evento (o contemporaneamente ad esso) sia causa dell'evento, è la corsia preferenziale che sceglie il nostro cervello per spiegare ciò che non comprendiamo immediatamente.

Gli alimenti biologici causano l'autismo. O no?

Si tratta di un meccanismo innato, probabilmente istintivo e che serve a difenderci dai pericoli immediati: un ruggito è segno di pericolo perché il ruggito è segno di animale feroce che può divorarci, oggi se sentiamo un ruggito mentre lavoriamo difficilmente andremo a pensare ad una tigre nella stanza accanto ed il cervello cercherà altre spiegazioni: una radio o un televisore acceso, un rumore scambiato per ruggito, il nostro capo che sta rimproverando il collega.
Questo perché sappiamo (oggi) che la spiegazione più immediata (ruggito=animale feroce), nel nostro ambiente è quella meno probabile, abbiamo fatto esperienza e ci preoccupiamo molto meno dei nostri antenati. Così come un forte tuono durante un temporale. I nostri antenati lo collegavano all'ira divina e così qualsiasi evento negativo lo seguisse (per esempio la morte di un familiare) era evidente che l'ira degli Dei (così rumorosa da non essere messa in dubbio) avesse causato l'evento negativo. Il modo per evitarlo? Accattivarsi con doni o riti la simpatia delle divinità. È un comportamento del tutto (e letteralmente) istintivo. Quando in un gruppo di esseri umani si assisteva ad una notte con molte nuove nascite, si cercava un motivo al quale legare l'avvenimento inusuale, cosa può causare una cosa del genere? Qualche nostro avo avrà guardato fuori, di notte, non c'era nulla di strano...tranne (quando capitava) la presenza di una bella Luna piena. Ecco la causa! Quando c'è la Luna piena si partorisce di più. Provate a chiederlo anche a professionisti del settore...il dubbio lo avranno anche loro, per qualcuno è pure una certezza.
Ma non è vero. Si partorisce indifferentemente con qualsiasi fase lunare. Il fenomeno è nato probabilmente perché nelle notti più "movimentate" per le partorienti qualcuno avrà guardato la Luna. Su 365 controlli (i giorni dell'anno) la Luna piena appariva più o meno 12 volte (e per più di 350 volte la Luna era in un'altra fase) quelle dodici volte non si partoriva di più, solo che la Luna "normale" passava inosservata, non colpiva l'immaginazione di nessuno e non si faceva neanche notare, la Luna piena sì, restava nella memoria, era l'unica cosa "anomala" di quella notte e colpiva l'immaginario, così da diventare "causa" di un fenomeno comune come il parto.

Nell'infanzia, in una situazione normale, quante sono le cose anomale o "invasive" che si fanno su un bambino? Pensateci. E se proprio in quella fase inizia un disturbo, a quante cose potremmo "dare la colpa" (tendiamo sempre a cercare un "colpevole" per ogni evento della vita)?

Oggi nessuno di noi si sognerebbe di collegare qualsiasi evento negativo ai tuoni sentiti durante un temporale (ok, non ci giurerei...) perché conosciamo molto bene i meccanismi alla base del loro lugubre suono e sappiamo anche che non ha alcuna influenza sugli eventi della vita (quasi mai, un po' di paura quel suono può farla).
Evitare certi collegamenti è quindi considerato "naturale", scontato quando ne conosciamo le cause, ma quando si tratta di fattori sconosciuti, misteri, malattie delle quali non conosciamo la causa o eventi per noi inspiegabili, il cervello rischia di collegare un fenomeno con eventi che non ne hanno nulla a che fare. L'argomento è talmente affascinante e dibattuto che persino un filosofo ne ha fatto oggetto di discussione, David Hume, nato nel 1700, che sosteneva che due eventi che si susseguono inalterati da secoli o da millenni, possano essere collegati con certezza solo dal punto di vista temporale (B viene dopo di A) ma non per forza dal punto di vista causale, non ci ci sarebbe modo, secondo Hume, di stabilire con certezza che il secondo evento sia causato necessariamente dal primo.
Abbiamo quindi un solo modo per capire il collegamento tra due eventi (la cura A migliora il sintomo B? La febbre è causata sempre dai batteri? La sostanza A provoca sempre la reazione B?), studiare quanti più casi possibile, analizzare tanti eventi A e contare quante volte avviene B. Sarà poi la statistica a dirci se A e B siano correlati (escludendo quanti più fattori confondenti possibili, il caso, per esempio) non solo perché vicini nel tempo ma anche perché uno causa l'altro.

Correlazione tra diffusione di Internet Explorer e numero di omicidi negli USA.

Mesi fa raccontavo del curioso collegamento che avvenne in Corea tra i ventilatori ad elica e la morte nel sonno. Per qualche strano fenomeno i ventilatori potrebbero uccidere inconsapevolmente chi li usa ed il pericolo è talmente reale che il governo coreano emise un comunicato: "non dormite con il ventilatore acceso" (e molti ventilatori, ancora oggi, hanno quell'avviso).
Il fatto successe solo perché in un paio di estati particolarmente calde, furono trovate molte persone anziane decedute con il ventilatore acceso. Coincidenza? Una mente razionale potrebbe pensare che trovare il ventilatore acceso d'estate sia un evento normale e frequentissimo e che trovare una persona senza vita con il ventilatore acceso non significhi che questo lo abbia ucciso ma che il poverino, morendo, non avrebbe certo potutto spegnerlo.
Un po' come la misteriosa correlazione tra consumo di gelati ed annegamento in mare. Perché quando aumenta il consumo di gelati aumentano anche le morti per annegamento a mare? Un meccanismo fisiologico legato alla digestione? La temperatura corporea gioca brutti scherzi? Un ingrediente pericoloso del gelato?

Correlazione tra casi di annegamento e numero di gelati venduti.

Non rispondo, ma probabilmente vi accorgerete che la "causa" della correlazione, per essere compresa necessita di qualche secondo di riflessione, di un ragionamento preciso, mentre l'inconscio e l'istinto potrebbero farci concludere che davvero i gelati siano causa di annegamento, le conoscenze e l'esperienza ci dicono che probabilmente il motivo di questa correlazione è un altro e non è legato né ai gelati né ai pericoli del mare.
In questo caso conosciamo i due eventi e quindi il "trucco" è semplice, ma quando non conosciamo bene uno dei due fenomeni?
Il rischio di errore è molto alto.
Di correlazioni, tra gli avvenimenti e le infinite combinazioni possibili tra essi che possiamo creare, ne esistono centinaia, sareste stupiti di sapere che il consumo pro capite di formaggio negli Stati Uniti è correlato con le morti per caduta dalle scale?

Alla prossima.

52 commenti:

  1. Nel frattempo, sulla home page del "Corriere della Sera" che dovrebbe essere il più autorevole quotidiano nazionale, un simpatico reportage:
    http://www.corriere.it/salute/15_novembre_06/nel-covo-ansie-complottismo-obiettori-crociata-contro-pediatri-97164f7c-845c-11e5-b29e-3b4e1335d833.shtml

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  2. Complimenti per l'articolo, avvincente e scritto con ragione......l'avessero tutti!

    ti segnalo quello che a me sembra un refuso. 'Più persone studiamo, più "campioni" abbiamo a disposizione, più possiamo essere relativamente sicuri della nostra conclusione e se pure siamo vicini al genitore convintissimo che i vaccini siano correlati alla vaccinazione, possiamo dire con cognizione di causa che si sta sbagliando.'
    Non capisco la parte vaccini correlati alla vaccinazione, forse volevi dire problemi, patologie, danni? boh!
    ciao

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  3. Un refuso, l'ho corretto: "i vaccini siano correlati all'autismo".
    Grazie.

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  4. http://imgs.xkcd.com/comics/correlation.png

    ;)

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  5. Sempre di grande aiuto per noi! Grazie!

    Aggiungo: per non parlare dei "farmaci" omeopatici!
    Ogni volta che tento di spiegare che si tratta di zuccherini mi sento rispondere: " Su di me ha funzionato..." o ancora " Soffrivo da anni di quel disturbo, ho preso di tutto e poi un medico mi ha dato i farmaco omeopatico e sono guarita, quindi funziona" altro esempio" Mia figlia l'ho curata con l'omeopatia dopo che per anni nessun medico era riuscito a guarirla con il farmaco tradizionale!"

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  6. Piccolo typo "i Corea" al posto di "in Corea"

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  7. C'è un aspetto da considerare. Alcune correlazioni sono sicuramente totalmente casuali, ma altre sono dovute al fatto che gli eventi correlati, pur non essendo tra loro in relazione causa-effetto, hanno una causa comune. Questa eventualità rende in qualche caso più facile cadere in errore.

    Quanto sia radicata nell'uomo, e non solo, la ricerca di nessi causali anche dove non ci sono è molto ben descritto in un libro che consiglio a chi ha interesse per questi temi: Nati per credere.

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  8. Tutto condivisibile e ben scritto.
    Il problema (solito) è che chi non ha interesse per capire continuerà a non voler capire. O, come Upton Sinclair diceva: è difficile far capire qualcosa a qualcuno, se il suo stipendio dipende proprio dal non capirla.

    PS: per evitare che quel qualcuno interpreti a modo suo i numeri delle complicazioni delle vaccinazioni in Veneto (L'evento avverso più comune è stato la febbre (nel 68% dei casi) seguito dall'irritabilità (28,5%).) sarebbe opportuno chiarire che quelle percentuali si riferiscono alle poche persone che hanno avuto le complicazioni, non a tutti i vaccinati.

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  9. Non posso fare a meno di ringraziarti.

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  10. Ottimo articolo come sempre, però un pelo di sconforto mi piglia, solo per il fatto che sia ANCORA necessario scrivere cose del genere...

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  11. Doc tra le cause dell'autismo hai dimenticato l'allattamento al seno: come ha notato la dottoressa Tuteur c''è un'evidente correlazione tra la crescita dei due fenomeni negli ultimi trent'anni... http://www.skepticalob.com/2015/01/does-breastfeeding-cause-autism.html

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  12. Nel titolo, non dovrebbe essere "dopo di" invece di "prima di"?

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    1. O forse basta togliere la "a" e ottenere "prima di non singnifica causa di"

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Anche, ma lo trovo un po' contorto, e poi si perde il diretto riferimento al latino "post hoc, propter hoc".

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  14. Che poi, si sa che la maggiore causa di divorzio è il matrimonio.....
    E' una concidenza? noi di kazzrnger pensiamo di no....
    ;-)

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  15. Se sei su una cresta di una montagna però un tuono lo correli eccome ad un evento negativo ...

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  16. Correlazione e Causa: concetti che andrebbero insegnati nelle scuole dell'obbligo, al fine di dare alla popolazione gli strumenti per comprendere la scienza.

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  17. la correlazione più bella che abbia mai visto era data da un grafico che palesemente correlava tra loro tumori al cervello e diffusione di cellulari,

    si vedeva chiaramente come la curva dell'aumento di uno era ripetuta vent'anni dopo dalla curva d'aumento dell'altro...

    peccato che quello che aumentava per primo era la quantità di tumori...

    quindi:
    l'aumento di tumori al cervello causa l'aumento d'uso del cellulare :)

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  18. Ciao! L'ha gia' scritto qualche altro utente ma... il titolo non e' sbagliato?

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    1. Già, e sarebbe un vero peccato se non venisse corretto.

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    2. Il titolo "corretto" credo dipenda dal "punto di vista" di lettura della frase (e dal fatto che molti si riferiscono all'aforisma latino).
      Per esempio:
      Il vaccino causa l'autismo.

      In questo caso il vaccino viene "prima dell'autismo" e sappiamo che il vaccino "prima dell'autismo" non significa autismo "a causa" del vaccino. Quindi "prima di non significa a causa di".

      Se si riflette sul titolo in effetti si può creare confusione ma l'articolo in ogni caso chiarisce cosa si intende, credo che anche il "prima" confonda. Molti tagliano la testa al toro infatti scrivendo semplicemente "dopo di" non signifca "a causa di" (che poi sarebbe la traduzione dall'aforisma latino). Forse si potebbe correggere così.

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    3. (che confusione :-) )

      Per me avrebbe senso "prima di non significa causa di" (senza la "a") ma "prima di non significa a causa di" non mi pare funzioni.

      Il tuo secondo esempio invece mi pare funzionare bene.

      Che poi l'articolo sia chiaro, non ci piove :-)
      Roberto.

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    4. Non mi pare che possa dipendere dal punto di vista, perché la formula sintetica usata nel titolo equivale a "se una cosa avviene prima di un'altra, non vuol dire che ne sia la causa", oppure "se una cosa avviene dopo un'altra, non vuol dire che ne sia la conseguenza, ossia che avvenga a causa dell'altra".
      Nell'esempio del vaccino e dell'autismo invece tra la prima e la seconda parte sposti il soggetto dal vaccino all'autismo, per questo ti sembra che funzioni:
      "il vaccino viene "prima dell'autismo" e sappiamo che il vaccino "prima dell'autismo" non significa autismo "a causa" del vaccino."
      Riformulando: che il vaccino venga prima dell'autismo non significa che il vaccino (stesso soggetto) sia la causa dell'autismo. Oppure, che l'autismo venga dopo il vaccino non significa che l'autismo (stesso soggetto) venga a causa del vaccino.
      In altre parole, se la frase è svolta, ossia senza soggetti e oggetti sottintesi, la si può mettere come meglio si crede, ma in caso contrario l'interpretazione può essere solo una.

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    5. Al di là delle possibili (e personali) interpretazioni che si possano dare al titolo, il concetto è, in ogni caso. abbastanza chiaro leggendo l'articolo :)

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  19. Ho imparato a non credere al "post hoc, propter hoc" a quasi 6 anni, quando persi il primo dentino da latte. Iniziò a dondolarmi mentre mangiavo pane e nutella, e da allora per mesi rifiutai il pane e nutella attribuendogli la causa del fenomeno.
    Nonostante l'astinenza, però, i denti continuavano a cadere, quindi ho capito che le due cose erano concomitanti ma non in relazone tra loro!

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  20. Buongiorno dottor Di Grazia,
    complimenti per questo Suo articolo, come per gli altri, del resto.
    Mi piacerebbe si riuscisse a divulgare questo tipo di informazioni allo stesso dosaggio a cui vengono strillate tutte le ricette pseudoscientifiche. Si farebbe un gran servizio al nostro Paese.

    Mi permetto di fornirLe, forse, uno spunto per un prossimo articolo che confesso sarei molto curioso di leggere.
    Si è mai interessato della vicenda di Arturo Villa? In rete può trovare anche il suo sito, se desiderasse dare una sbirciatina.
    Spero di leggere un articolo scritto da Lei sulla vicenda.

    Complimenti di nuovo.

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  21. Si è mai interessato della vicenda di Arturo Villa? In rete può trovare anche il suo sito, se desiderasse dare una sbirciatina.

    Conosco bene la sua storia perché mi ero interessato all'inizio (parla di una "supercura" a base di diete ed integratori e centinaia di altre cose). La sua storia è abbastanza chiara (un po' confusionaria ma se si segue con attenzione e soprattutto da persona competente, si può ricostruire) e purtroppo, anche se lui lascia intendere grandi risultati, questi non sono evidenti per niente dalla documentazione. Diciamo che è un caso per nulla eclatante o "strano", a partire dall'intervento chirurgico fatto.
    Poi, visto che il signore si è lanciato in un'attività commerciale e vende prodotti, ho deciso di non parlarne, la pubblicità è l'anima del commercio e povero chi ci casca.
    Saluti.

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    2. -EDIT-
      Saggia decisione, data la visibilità del suo Blog. Purtroppo, a volte, anche cercando di far luce su storie non chiare (vedi caso stamina), si ottiene il semplice risultato di aumentarne la diffusione e di rafforzare i dubbi dei non addetti ai lavori. In campo oncologico si sta purtroppo assistendo ad un dilagare di false speranze, alimentate dalla sempre più crescente paura della popolazione. Diventa difficile far informazione scientifica.

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    4. Grazie dottor Di Grazia, sia per la gentilezza della risposta sia per il suo acume.
      Lei ha visto più in là, fin dove io non sono riuscito. Più che corretta la Sua volontà di non regalare visibilità gratuita.
      Solo mi preoccupa parecchio la diffusione massiccia di questa storia ed i proseliti che sta raccogliendo.
      Forse una spiegazione semplice, "for dummies", a cui Lei ci ha abituato, schiarirebbe molte capocce, attratte dalle nebbie del web.
      Quello che ha detto Lei è molto sensato, la pubblicità non si regala, ma forse in questo caso si potrebbe sfruttare l'effetto volàno, in modo che la Sua spiegazione possa sfruttare il purtroppo ampio stormo dei poco informati.

      Grazie.

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  22. @salvodigrazia i sali di alluminio sono cancerogeni? Le dosi iniettate col vaccino possono causare problemi o sono talmente pochi che sono insignificanti?

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    1. i sali di alluminio sono cancerogeni? Le dosi iniettate col vaccino possono causare problemi o sono talmente pochi che sono insignificanti?

      I sali di alluminio contenuti nei vaccini hanno una "strong safety record" (forte livello di sicurezza, come dicono gli americani), non c'è dimostazione che le dosi contenuti nei vaccini siano dannose, cancerogene o pericolose. Come si sa, per qualsiasi sostanza è sempre il suo quantitativo che ne determina l'eventuale tossicità ed i vaccini contengono quantitativi minimi di alluminio. Per fare un esempio, in un vaccino sono contenuti in genere 0,5 mg di sali di alluminio, un litro di latte materno 0,04 mg. Ma è lo scopo dei sali di alluminio (sono "adiuvanti", cioè aiutano a sviluppare la risposta immunitaria) che li rende fondamentali, senza di essi l'effetto dei vaccini sarebbe scarsissimo.
      Ecco che un neonato, tramite i vaccini, non solo assorbe una dose piccolissima di sali di alluminio ma ha tutto da guadagnare da questo piccolo quantitativo.

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    2. Conclusioni un po' semplicistiche.
      Per fortuna c'è qualcuno che si pone qualche domanda in più.
      Evidentemente il motivo di ciò è che non ci sono ancora risposte esaustive e definitive.
      http://www.nature.com/jes/journal/v20/n7/pdf/jes200964a.pdf

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    3. Evidentemente il motivo di ciò è che non ci sono ancora risposte esaustive e definitive.

      La scienza, per definizione, non ha MAI risposte esaustive e definitive ed è oltretutto relativa al tempo che si vive (oggi sappiamo quello che non sapevamo ieri e non sappiamo ciò che sapremo domani).

      Lo studio che linki, interessante, analizza i quantitativi di alluminio e mercurio che si assorbono tramite le vaccinazioni (e l'allattamento), non fa nessuna analisi degli eventuali rischi o problemi, è un classico studio osservazionale: misuro dei dati e mi fermo lì.
      Ci tiene comunque a sottolineare, alla fine che:

      "Mild post-vaccine symptoms in young infants, especially
      neonates, are non-specific and considered tolerable; rare
      (neurologic) adverse effects are unlikely to occur as a result of
      adjuvant-Al per se or in combination with thimerosal-Hg"

      [Riassunto dall'inglese]: I rischi dall'assorbimento di alluminio o mercurio dai vaccini sono minimi e considerati tollerabili, sono improbabili rari effetti collaterali di tipo neurologico collegati strettamente all'alluminio ed al mercurio.

      La scienza si pone domande ma a volte chi legge con pregiudizio ha già le risposte. E sono sbagliate.
      ;)

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    4. Premesso che l'articolo l'ho letto interamente e che e' vero che, dentro di me, le risposte le ho già (purtroppo...), con il mio commento intendevo soltanto sottolineare che le conclusioni dello studio sono

      "At present, because of the universal coverage of vaccines, the
      child population can be exposed to a combination of Hg and
      Al at very early ages. Therefore, it is critical for increasing
      trust in vaccination that we understand the nature, intensity,
      and plausible neuro-behavioral consequences of this type of exposure."

      In soldoni, noi dobbiamo ("noi" nel senso di comunità scientifica) ancora comprendere in pieno la natura, l'intensità e le plausibili (e sottolineo plausibili) conseguenze neurocomportamentali di questo tipo di esposizione.

      Non mi pare che questa sia una risposta, piuttosto una domanda ancora aperta.

      Questo intendevo.

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    5. noi dobbiamo ("noi" nel senso di comunità scientifica) ancora comprendere in pieno la natura, l'intensità e le plausibili (e sottolineo plausibili) conseguenze neurocomportamentali di questo tipo di esposizione.

      Questo va benissimo ed infatti io non ho scritto "è certo che l'alluminio sia assolutamente sicuro" ma "non c'è dimostrazione che...". È scopo della scienza farsi domande e trovare (qualche risposta) ma se fai caso i "detrattori" dei vaccini danno per dimostrate cose che non solo NON LO SONO ma che, ad oggi, sono smentite.

      Ecco, questo è un primo segnale per capire l'onestà del proprio interlocutore, se fornisce un dato allarmante o tranquillizzante ma non fornisce i riferimenti chiari di ciò che dice, molto probabilmente è un ciarlatano.

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    6. Sai qual è il problema? E’ che per determinare una correlazione, partendo da una plausibilità biologica (che anche gli autori dell’articolo riconoscono esistere) di fattori eziologici e meccanismi patogenetici, si deve ricercare l’evidenza attraverso la statistica medica. Gli studi epidemiologici (ecologici, di coorte, caso-controllo ecc.) sono, per loro natura, costosi, e spesso non vengono realizzati per cronica carenza di fondi (o per un’altrettanto ‘cronico’ eccesso di interessi contrari ;-).
      E nel contempo migliaia o, più probabilmente, milioni di individui nel mondo potrebbero farne le spese in termini di salute.
      Oggi la discrezionalità del medico, fondata sulla preparazione, sull’esperienza maturata negli anni e, perché no, anche sull’applicazione di principi ispirati al buon senso (che dire di quello di precauzione, che pare in via di estinzione?) sembra soccombere di fronte alla medicina basata sulle evidenze. Il che non sarebbe un male, se tali evidenze fossero ineccepibili. Ma, se sempre così non fosse?
      Se si leggono esternazioni come quella del direttore di The Lancet
      http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736%2815%2960696-1.pdf
      rimane ben poco da stare allegri. E tantomeno rassicurati dalle ‘evidenze’ che si sono rese recentemente disponibili.
      Se allora gran parte della letteratura può essere semplicemente falsa (per usare un termine a te caro, opera di ciarlatani), quali strumenti abbiamo a disposizione per separare il grano dalla pula? Meri interessi soggettivi oppure preconcetti ideologici di comodo? O, piuttosto, il noto metodo scientifico basato sul lancio della monetina? :-)
      Ai posteri l’ardua sentenza.

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  23. @salvodigrazia mi sono dimenticato di chiederle della formaldeide. Può essere dannosa quando ci viene iniettata col vaccino?

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    1. formaldeide. Può essere dannosa quando ci viene iniettata col vaccino?

      La formaldeide, nei vaccini, ha uno scopo fondamentale (probabilmente senza questa o sostanze simili, sarebbe molto complicato fabbricarli), alla fine del ciclo di produzione però questa sostanza è eliminata dal prodotto finale, ne rimangono solo tracce (che per la loro esiguità non rappresentano un pericolo), anche in questo caso è la dose che fa il veleno, tanto per farsi un'idea: un frutto commestibile contiene più formaldeide di un vaccino. In ogni caso già diversi studi hanno valutato la sicurezza di questa sostanza nei vaccini.
      Se sei interessato ad approfondire puoi leggere questo articolo

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  24. Oggi mio fratello e mia cognata hanno portato da una pediatra il loro bambino, che compirà un anno fra una ventina di giorni.
    Finora mia cognata ha rifiutato di vaccinarlo. Ha letto i testi del solito Serravalle, che sconsiglia determinate vaccinazioni (come la trivalente o l'esavalente) e sostiene che le vaccinazioni obbligatorie per difterite, tetano, poliomelite ecc ecc sia meglio farle dopo il secondo anno di età, e comunque mai prima dell'anno.
    La pediatra consultata ha avallato questa tesi.
    Anche la pediatra dell'Asl che segue mio nipote dalla nascita non ha mai preso una posizione chiara al riguardo, lasciando ai genitori la responsabilità di decidere se vaccinarlo e quando.
    Domando: visto che le linee guide del SSN stabiliscono determinate vaccinazioni già a partire dai 3 mesi, com'è possibile che dei medici possano dire certe cose? Esistono degli studi che suggeriscano l'opportunità di vaccinare dopo 1 o 2 anni? Grazie e buona serata! Ringrazio per il preziosissimo servizio svolto da questo blog (anche se chi non si vuol convincere non si convince neanche leggendo qui, vedi mia cognata....)
    Comunque la cosa che mi lascia più esterrefatto è che ci sono tanti medici all'apparenza insospettabili che avallano, o quantomeno non contrastano, queste teorie.

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  25. visto che le linee guide del SSN stabiliscono determinate vaccinazioni già a partire dai 3 mesi, com'è possibile che dei medici possano dire certe cose?

    Ignoranza. Incapacità professionale.
    Queste sono cose scritte nei libri di pediatria per gli studenti, uno specialista non dovrebbe avere dubbi da tempo ma (e non mi fa piacere dirlo) ci sono alcuni colleghi davvero impreparati, pazienza, il nostro è un lavoro come un altro in fondo.

    Esistono degli studi che suggeriscano l'opportunità di vaccinare dopo 1 o 2 anni?

    No. Anzi, ne esistono che dicono che vaccinare "più tardi" non serve a nulla ed è pericoloso (aumenta il rischio di malattie).

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  26. Grazie della rapidissima risposta. Purtroppo era quello che temevo.....

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  27. Bella questa pagina. E devo dire che mi piace poter condividere un punto che solitamente trovo logico anche io la correlazione temporale non é di necessità causale e la probabilità neppure é certezza. Specie in medicina visto che la media non é una persona specifica. Su questo vorrei sapere un tuo parere personale. (premetto che non sto per fare un esempio vero né chiedo diagnosi né meno che meno sto portando opinioni mediche é un caso simulato banale e senza opinioni professionali di fondo, lo uso per provare un punto logico) Se io avessi un fastidio(facciamo una cosa banale, sento un muscolo accavallato) che ti chiedessi di sentire se ti pare che ho un muscolo accavallato e li per li non trovi ad una valutazione rapida. Sarebbe corretto dire che la tua posizione sarebbe "per quanto so e ho potuto fare non mi risulta un nervo accavallato" e io dovrei comprendere che questa posizione consta del massimo impegno e della massima capacità...però spero di contro che se ci si parla non diventerò automaticamente una "fissata con il mal di schiena" ma immagino che la migliore soluzione sarebbe parlarsene e lavorare insieme schiettamente per capire se ho qualcosa che mi crea veramente il fastidio che provo e che non sappiamo neppure se sia un indicazione corretta del mio corpo. Giusto? ( il mio punto é sempre sull'importanza del dialogo paziente medico... Perché spesso se non ci sono patologie e salvo cose che ancora ignoriamo credo che i pazienti abbiano solo paura di quello che non capiscono)

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  28. @salvodigrazia Ci sono delle prove che il borotalco sia cancerogeno? Sono rimasto un po'stupito da questo http://www.lastampa.it/2016/02/24/esteri/talco-sotto-accusa-johnson-johnson-dovr-pagare-milioni-di-dollari-0Eqrx17qwnnbz8rsHbg5WI/pagina.html

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  29. Ed è per questo che sostengo che già la scuola dell'obbligo dovrebbe insegnare il teorema di Bayes, o almeno le sue implicazioni pratiche. Per quanto riguarda i problemi che nascono dalla sua mancata comprensione, in contesto medico, vedi: https://faculty.washington.edu/jmiyamot/p548/eddydm%20prob%20reas%20i%20clin%20medicine.pdf

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