sabato 3 gennaio 2015

Omeopatia: provare per non credere.

Ho parlato tante volte di omeopatia e della sua assoluta inconsistenza scientifica e medica, ma, se non superficialmente, non ho mai raccontato alcuni particolari che credo sia il caso di conoscere per completare l'informazione sul tema.
Sappiamo che la teoria omeopatica, risalente all'ottocento, non è mai stata dimostrata a suo tempo ed è stata anzi smentita con gli anni, quando le leggi della fisica e della chimica hanno soppiantato i "teoremi" medioevali degli albori della medicina, sappiamo anche che l'omeopatia sostiene che diluire continuamente una sostanza, invece di renderla inoffensiva e senza effetti ne aumenterebbe le "capacità" curative e che questa vecchia superstizione, proprio grazie alle scoperte scientifiche venute negli anni, è stata smentita e relegata a memoria storica di una medicina del passato, quando la medicina...non c'era.
Chi segue il blog o chi si è interessato personalmente, saprà già di cosa si parla quando si tratta di omeopatia.

Un prodotto omeopatico diluito più di 12 volte, in linguaggio omeopatico si dice di diluizione superiore alla 12 CH (per "CH" si intende "diluizione centesimale di Hahnemann"), non contiene nessuna traccia del principio attivo iniziale. Il prodotto omeopatico quindi, si può definire, senza possibilità di smentita, semplice "zucchero" (se la "pillola" è fatta di zucchero) o "acqua" (se il prodotto è fatto di acqua). Nessuna persona al mondo potrà smentirlo, è un dato di fatto.
Un'altra credenza dell'omeopatia sostiene che per curare una malattia bisognerà farlo con una sostanza che in un uomo provoca gli stessi sintomi della malattia. Per fare un esempio: l'insonnia (il cui sintomo è il "restare svegli") si curerebbe con qualcosa che fa restare svegli (per esempio il caffè), il prurito si cura con qualcosa che provoca il prurito, la nausea con un prodotto che provoca nausea e così via e per questo l'inventore dell'omeopatia "ideò" la diluzione: la maggioranza dei prodotti da usare per il suo scopo erano tossici o letali, bisognava quindi renderli inoffensivi. Quale modo migliore se non quello di farli sparire? Così Hahnemann penso di diluirli talmente tanto da farli scomparire, di loro resta solo il "ricordo", una magia oggi insostenibile e giustificabile solo nella sua epoca, quando non si conoscevano nemmeno le basi della scienza.

Ma ecco che a questo proposito c'è un altro particolare che pochi conoscono e che qui ho raccontato solo brevemente: come si fa a capire il prodotto più adatto per ogni persona? Si chiama "proving", è la tecnica che permette di trovare la sostanza omeopatica più adatta per un determinato disturbo.
Come qualcuno saprà l'omeopatia si vanta di "personalizzare" al massimo i suoi trattamenti, non esiste "la cura per tutti i pruriti" ma la cura per "il prurito di quella persona". In teoria l'idea è pure affascinante, ma in pratica questo non succede mai.
Oltre al fatto che i prodotti omeopatici si comprano in farmacia (ed il farmacista non si mette certo a testare per settimane il prodotto sul cliente), oltre al fatto che ogni rimedio dovrebbe essere provato personalmente su ogni paziente e su ogni suo sintomo, è la stessa ipotesi che nasce in maniera davvero curiosa come del resto tutto ciò che caratterizza l'omeopatia, giustificando la definizione di stregoneria, data dai medici inglesi.


Il proving

Il proving è il metodo che consente di "testare" (provare...appunto) un rimedio omeopatico in una persona. In base alle reazioni del soggetto che "testa" il prodotto (ai sintomi che dice di provare dopo aver assunto quel rimedio), l'omeopata saprà per cosa può servire il rimedio omeopatico. Facciamo ancora un esempio.
Se voglio provare la caffeina omeopatica, la somministrerò ad una persona. Questa annoterà in un foglio ciò che prova dopo averla assunta, per esempio ansia, caldo, distrazione, senso di vuoto (esempi a caso).
L'omeopata saprà quindi che la caffeina servirà a curare quei sintomi.
Non credo servano tante parole per spiegare che quei sintomi (le reazioni alla caffeina) sono completamente soggettivi, possono dipendere da tanti fattori e soprattutto, essendo ciò che l'individuo in "proving" assume soltanto zucchero, probabilmente si tratta di reazioni casuali, non dipendenti cioè da quanto assunto (tanto da essere diversi da un individuo all'altro).
L'omeopatia fa "provare" di tutto, qualsiasi sostanza può essere oggetto di "proving" perché qualsiasi sostanza (anche ciò che non è una "sostanza", come l'elettricità o la luce) può diventare un rimedio omeopatico.
Così si assiste a prove sinceramente ridicole quando non assurde.
Questo è uno dei fattori per i quali la possibilità (esistente in qualsiasi professione) che vi siano omeopati "seri" o "meno seri" è campata in aria. Sarebbe come sostenere che esistono astrologi "seri" e "meno seri", se l'intera teoria ed ipotesi su cui si basa un mestiere è una superstizione, un fenomeno paranormale, la serietà è la prima cosa che può essere scartata con sicurezza.
Il proving così riguarderà gli elementi più comuni, la caffeina, appunto o  altre come l'arnica o il gelsomino, ma la vera natura dell'omeopatia è forse più chiara quando scopriamo che sono "testabili" e quindi somministrabili elementi che ricordano le pozioni magiche delle streghe d'altri tempi, come l'acqua, l'elettricità, la luce (si espone il soggetto alla luce e si annota ciò che prova, quelli saranno i sintomi curabili con la..."luce omeopatica"), le lacrime, il chiaro di Luna e le note musicali e si arriva a prove irragionevoli quando non rivoltanti, come il sangue di un soggetto con AIDS (naturalmente omeopatico, non c'è nessuna molecola di sangue in quell'intruglio), un preservativo, una zecca, mestruazioni o addirittura un buco nero. Sono talmente assurdi i rimedi omeopatici che, quando descrissi quelli di un prodotto omeopatico in un mio vecchio articolo, intervenne nei commenti l'addetto stampa dell'azienda offeso perché aveva scambiato il mio elenco di "ingredienti" (tra i quali ghiandole di rospo e veleno di serpente, scritto anche sulla confezione) per una "battuta ironica": non riusciva a crederci neanche lui!

Ci siamo?

Il soggetto in "proving" annota tutti i sintomi che prova assumendo il rimedio e consegna tutto all'omeopata che li usa di conseguenza, se una sostanza provoca ansia, l'omeopata lo somministrerà per l'ansia (come ho scritto prima per l'omeopatia la malattia si cura con qualcosa che provoca gli stessi disturbi) se il soggetto prova agitazione il rimedio sarà prescritto per questo disturbo.
Sappiamo che l'omeopatia è una pratica senza base scientifica, ma conoscendola meglio emergono gli aspetti che la rendono una vera e propria pratica magica, stregonesca.
In ogni caso, a prescindere dalle "stranezze" del proving, sappiamo che di quelle sostanze non assumeremo nulla, è nella stessa natura dell'omeopatia. Perché quindi compiere questi "riti"? Proprio per rendere il gioco magico più "misterioso", più "potente" ed esoterico, pensare che assumiamo i "poteri magici" di una zecca può avere il suo effetto sui soggetti più condizionabili ma nessun timore, non si assumerà nemmeno una molecola di quella zecca, grazie all'estrema diluizione dei rimedi omeopatici la pallina di "medicinale" conterrà solo zucchero, puro.
Era qui che volevo arrivare, le diluizioni.
La più comune è quella di cui si parlava all'inizio, la centesimale di Hahnemann (l'inventore dell'omeopatia) che si indica con la lettera CH (30CH significa trentesima diluizione centesimale di Hahnemann). Ne esistono altre meno diffuse, la DH (diluizione decimale di Hahnemann, ovvero il principio attivo non si diluisce in 100 parti come nella centesimale ma in 10 parti di acqua) e la "korsakoviana" (si indica con K, prende il nome dal suo inventore, il russo Semen Korsakov).

La diluizione korsakoviana, ovvero: ma ci prendete in giro?

Riassumo brevemente la diluzione classica dell'omeopatia (la centesimale Hahnemaniana).
Si parte dal principio attivo. Di questo si prende una goccia e la si versa in un bicchiere con 99 ml. di acqua (avremo quindi una soluzione composta da 99 parti di acqua e una di principio attivo, totale 100 ml., questa è la prima diluizione, 1CH). Si prende una goccia da questo bicchiere e si versa in un secondo bicchiere con 99 ml di acqua (ecco la seconda diluizione, 2CH, 99 parti di acqua ed una parte di principio attivo già diluito la prima volta) e si continua così, una goccia in un bicchiere con 99 ml di acqua e così via. La 12ma volta che compiamo questo gesto il principio attivo sarà sparito, per semplici leggi della chimica e della fisica (vedi numero di Avogadro).
Anche qui spero di essermi spiegato bene.

Ma gli omeopati non si accontentano di vendere un prodotto nel quale non è contenuto nulla, devono necessariamente esagerare. Così il dott. Korsakov pensò bene di trovare un modo più pittoresco per preparare i rimedi omeopatici.
Ripartiamo dall'inizio e stavolta diluiamo il principio attivo con il metodo "korsakoviano".

Si prende una goccia del principio attivo e si aggiunge a 99 ml. d'acqua, come nel metodo Hahnemaniano. Si svuota quel bicchiere (si svuota, tutto, si butta il contenuto del bicchiere) e si riempie di nuovo di acqua. Si svuota nuovamente e si riempie...si svuota e si riempie ancora di acqua e così via, fino al numero di "svuotamenti" necessari, 10.000 ed anche 100.000. Si chiama "diluizione korsakoviana", indicata con la lettera K (o CK). Importante sottolineare che ad ogni diluizione (di qualsiasi tipo essa sia), il bicchiere "omeopatico" va battuto cento volte sopra un libro (si diceva la Bibbia, ma oggi si usa un libro qualsiasi), alcuni non usano libri ma tappetini di gomma, altri lo fanno con delle macchine, altri manualmente, insomma, come si vuole, tanto non cambia nulla è solo parte del rito magico.
Dopo tutto questo lavoraccio di bicchieri svuotati otterremo naturalmente un bicchiere finale pieno d'acqua, senza alcun principio attivo, battuto sopra un libro o su qualsiasi altra cosa.
Una goccia di quell'acqua è spruzzata su una pallina di zucchero, l'acqua evapora e le palline di zucchero (normali caramelline da 1 grammo ciascuna) sono confezionate e messe in vendita (al prezzo di circa 1000 euro al chilo).
Uno dei rimedi omeopatici più noti, l'Oscillococcinum, è preparato così, con un bicchiere svuotato e riempito 200 volte (infatti nella confezione è indicato 200K). Troppo strano per essere vero? Eppure è così. Informarsi per credere, anzi, per non crederci più e così rompere la magia. D'altronde è lo stesso inventore dell'omeopatia a dircelo:
"Talvolta si sente dire che l’omeopatia funziona se ci si crede: questa non è una banalità, è una realtà che indica la modalità d’azione del medicinale omeopatico". Samuel Hahnemann, inventore dell'omeopatia.

Ora, se vendere un prodotto preparato in questo modo è pura furbizia commerciale, comprarlo è pura stupidità consumistica.
Il marketing delle multinazionali omeopatiche è tanto sottile ed abile che riesce a rifilarci il nulla senza che noi ce ne rendiamo conto.

Dopo queste brevi spiegazioni chi è affezionato all'omeopatia, sa cosa sta comprando (e cosa gli vogliono rifilare) e resta sempre il mio invito per i più testardi: se pensate che in un granulo omeopatico (oltre la 12CH) ci sia qualcosa oltre allo zucchero di cui è composto fatelo analizzare.
Conclusione: funziona? No, per la scienza e la logica non può funzionare, lo sappiamo perché conosciamo come funzionano le leggi che governano ciò che ci circonda: una caramella di zucchero può essere piacevole per il palato ma non serve a curare nessuna malattia e gli studi lo hanno confermato ma qualcuno dice "su di me ha avuto effetto".
Bisognerebbe prima di tutto chiedersi come abbia fatto una pallina di solo zucchero ad avere effetto curativo, ma non importa, l'importante è il risultato e soprattutto rendersi conto di aver speso soldi ed aver comprato un prodotto che non contiene nulla, fabbricato svuotando continuamente dei bicchieri d'acqua, battuto su un libro (o su quello che si vuole, a scelta), spruzzato su una caramella e che costa una fortuna.
Ora, se è corretto sostenere che l'omeopatia non funziona dal punto di vista scientifico è obbligatorio sottolineare che dal punto di vista scientifico, dire che funziona, è da stupidi.
Il resto sono chiacchiere, interessanti, affascinanti, ma chiacchiere,  non scienza.

Insomma: "La mente è come un paracadute, non serve se non si apre, ma non tanto da perdere il cervello" (doppia cit. nonsodichi).

Alla prossima.

72 commenti:

  1. I produttori di farmaci omeopatici non sono obbligati a mettere la composizione come tutti gli altri? (non solo le case farmaceutiche ma anche chi produce piselli in scatola mette gli ingredienti in etichetta) Obbligare i produttori a indicare il contenuto unità di misura SI (mg) invece che in fantasiose diluizioni dh ch o k potrebbe essere la mossa buona per costringere questi signori a smetterla con questa farsa. Qualche deputato europeo in ascolto?

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  2. Leggendo questo articolo e l'articolo che hai citato mi sono messo a ridere e poi mi sono preoccupato della gente che si beve (letteralmente) questa roba. Per me non èquestione di anti-scienza, questa è truffa bella e buona!

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  3. Salve a tutti e buon anno.
    Nell'articolo si parla di un numero di diluizioni korsakoviane che vanno da 10.000 a 100.000. Trovo tali valori assolutamente esagerati infatti l'oscillococcinum, si ferma a 200K.
    Si tratta di un'errore o le cose stanno proprio così?

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  4. @ Massimo Musante

    I produttori di farmaci omeopatici non sono obbligati a mettere la composizione come tutti gli altri?

    Sì, infatti lo fanno, ma sono autorizzati ad indicare gli ingredienti secondo la loro "farmacopea", quindi secondo il loro metodo di preparazione.

    @ Janez:

    Trovo tali valori assolutamente esagerati infatti l'oscillococcinum, si ferma a 200K.
    Si tratta di un'errore o le cose stanno proprio così?


    Le cose stanno così. L'Oscilococcinum è diluito a 200K ma esistono altri prodotti con diluizioni enormemente superiori, come poi vedere in questo esempio:

    http://www.drugs.com/uk/silicea-pillules-4x-60x-2c-200c-2k-100000k-inclusive-leaflet.html

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  5. Così Hahnemann pensò [...] una magia oggi insostenibile e giustificabile solo nella sua epoca, quando non si conoscevano nemmeno le basi della scienza.

    Il guaio è che ai tempi di Hahnemann le basi della scienza (anche di quella medica) si conoscevano eccome, il che fa pensare che più che altro fosse un imbroglione!

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  6. Caro Salvo, mi hai fatto venire un dubbio. Sei sicuro che la diluizione centesimale parta da "una goccia"? Perchè una goccia standard è di circa 25 µL e quindi servirebbero 40 gocce per fare un mL. La scomparsa del soluto perciò avverrebbe ancora prima della 12 CH in quanto ad ogni passaggio la diluizione sarebbe circa 40 volte maggiore. A meno che l'omeopata non usi un sistema diverso dal contagocce e misuri 1mL ad ogni passaggio. Che ne pensi?

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  7. Il concetto di diluizione è chiaro, ma, per non dare il destro a contestazioni, eviterei di mescolare le gocce coi millilitri.
    Per il resto è tutto ineccepibile (come sempre) :-)

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  8. A meno che l'omeopata non usi un sistema diverso dal contagocce e misuri 1mL ad ogni passaggio. Che ne pensi?

    In omeopatia non si ragiona in termini di unità di misura ma di "parti". Questo proprio per l'assenza di principio attivo in quantità ponderabili (cosa scriverebbero nella confezione?).
    La 1CH è "una parte su 100" di principio attivo nel diluente, per questo motivo se devo spiegare "in generale" (quindi non riferito ad un preciso prodotto omeopatico) la teoria omeopatica devo usare il termine "parte" o nel caso dei liquidi uso goccia (per migliore comprensione).
    Per capirlo basti pensare ai prodotti a base di "luce" o "elettricità", che hanno delle unità di misura ma non certo adattabili all'omeopatia. In questo senso l'omeopatia conferma la sua non scientificità, con i termini "consueti" sarebbe invendibile.
    Naturalmente nel caso di prodotti liquidi la "goccia" è (probabilmente, perché i prodotti omeopatici non indicano mai un quantitativo ponderale nelle confezioni ma solo la diluizione) 1 mL di soluto in 99 di solvente.

    In alcune confezioni si troverà (ad esempio) "aconitum 4DH in 100 ml di alcol etilico", dimostrando come i due sistemi di misura appartengano a due mondi diversi, quello "convenzionale" e quello "omeopatico". Non esiste d'altronde altro campo che usi la "potenza omeopatica" come unità di misura.

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  9. Non è vero che l'omeopatia non funziona. Lo zucchero mi potrebbe essere utile in caso di ipoglicemia. ^_^
    Buon anno

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  10. Niente da dire sulla procedura per realizzare il rimedio omeopatico " buco nero". Anche io avrei usato alcool e telescopio, quello lì , Mx90, che mi pare il più adatto. Ma avrei registrato i sintomi sotto l' occhio vigile del supervisore almeno 2 volte al giorno. 3 in caso di stipsi. Così, per sicurezza

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  11. Questo post delinea una situazione abbastanza deprimente. Spero che la gente, a poco a poco, si svegli.
    Vorrei far notare che spesso è proprio il medico curante a consigliare i prodotti omeopatici, pur essendo laureato in medicina. La maggior parte dei miei conoscenti compra prodotti omeopatici perché spinto dal medico di base o dal farmacista(poco corretto, ma col senso degli affari). Spesso ho avuto l'impressione che lo si faccia giusto per levarsi di torno pazienti un po' brontoloni sfruttando l'effetto placebo, magari in caso di tosse e raffreddore lievi.
    Secondo me, questo è ingiusto(fa spendere soldi al paziente) e umiliante per chi, pur sapendo che è tutta una buffonata, deve chinare il capo davanti al dottore.

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  12. Scusate se per caso verrà ripetuto, ma non mi prende il commento, lo ri-incollo qui sotto
    Un commento generale riguardo la truffa omeopatica: qualche tempo fa, leggendo un diffuso quptidiano veneto, ho visto una pagina intera acquistata dalla associazione "Omeoimprese" che chiedeva in toni pietosi una proroga delle scadenze per depositare i "dossier" delle loro preparazioni, definite "medicinali" omeopatici e antroposofici. In sostanza un gruppo di ciarlatani chiede alle autorità più tempo per turlupinare meglio i cittadini.Chiedono anche di poter DILUIRE le forti spese di preparazione della documentazione. Un consiglio: scrivano in tutti i dossier: "Composizione C12H22O11". Più facile di così!

    Ah, non so poi com'è andata a finire, se hanno ottenuto il tempo in più o se questa sarà un'altra occasione per gridare al complotto.

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  13. non so poi com'è andata a finire, se hanno ottenuto il tempo in più

    Hanno ottenuto sia il tempo che le proroghe, in pratica i medicinali omeopatici (per legge possono chiamarsi così) sono medicinali senza gli obblighi dei medicinali, non devono sottostare a sperimentazioni, non devono dimostrare efficacia (ma solo innocuità) non devono contenere più di 1/100 del principio attivo usato in medicina e non devono riportare indicazioni nella confezione.
    In pratica l'astrologia è molto più accurata ed attendibile.
    :)

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  14. Il 5 aprile 1846 il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachini Belli componeva il sonetto “La medicina Piommatica”, in cui fa parlare un popolano sulle caratteristiche operative dell’omeopatia (in corrispondenze private il Belli mostra di conoscere bene le diluizioni centesimali, e le necessarie conseguenza terapeutiche così ben illustrate da Salvo).

    E che ne so che diavolo s’ impiccia
    Sto sor dottor piommatico der c***o
    Che, stassi a me de comannà a Palazzo,
    ne vorrebbe fa’ carne da sarciccia.

    Co ‘n granello de porvere rossiccia
    Dice che, senza daje artro strapazzo,
    er naso de quer povero ragazzo,
    sibbè che nun c’è più, presto ariciccia.

    Dice: “Si mette in d’un buccale pieno…”.
    Dico: “E de ‘sto granello, sor dottore,
    nun se po’ allora fanne con-di-meno?”.

    E poi continua in un sonetto successivo le sue descrizioni.
    Non è cambiato molto in quasi 2 secoli.

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  15. E poi continua in un sonetto successivo le sue descrizioni.

    Non lo conoscevo, veramente carino, grazie!

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  16. Scusate l'ingenuita', ma (cercando di applicare un minimo di logica alla storia) per fare il proving non si dovrebbe usare la sostanza madre?
    Se io faccio il proving della caffeina omeopatica, dovrei sentirmi rilassato eccetera, in quanto il preparato a base di caffeina (?) dovrebbe combattere i sintomi della sostanza di partenza, sbaglio?

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  17. per fare il proving non si dovrebbe usare la sostanza madre?

    A rigor di logica sì ma cosa c'è di logico nell'omeopatia. È lo stesso Hahnemann a definire il proving un "esperimento con il medicinale omeopatico" e la SIMO (Società italiana di medicina omeopatica), dice che "Hahnemann utilizza i proving per testare le proprietà delle medicine", parla quindi di "medicine omeopatiche", non di tintura madre.

    Se la "cavia" che fa il proving del caffè omeopatico si sente triste, pensieroso e tranquillo l'omeopata prescriverà quel caffè omeopatico per chi si sentirà triste, pensieroso e tranquillo.
    Mi pare che siamo sufficientemente vicini all'astrologia per parlare di "logica" scientifica. :)

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  18. Comunque non c'è speranza con certa gente. Un paio di anni fa vidi che degli amici davano l'Oscilllococcinum ai figli. Non sapevano cosa fosse l'omeopatia, glielo spiegai e feci loro leggere il tuo articolo sul l'Oscilllococcinum. Si indignarono e dissero che non avrebbero più buttato via i soldi. Sabato sono andato da letto e vedo che le scatolette di zucchero girano ancora...

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  19. "Se la "cavia" che fa il proving del caffè omeopatico si sente triste, pensieroso e tranquillo l'omeopata prescriverà quel caffè omeopatico per chi si sentirà triste, pensieroso e tranquillo."
    Ok, ma cosi' si dovrebbero accentuare i sintomi, perche' e' stato il "medicinale" omeopatico a causarli nella cavia (logica delle elementari, questa sconosciuta...). Poi ci stupiamo se la gente crede a stamina o a dibella, se credono a ste boiate possono credere a tutto!

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  20. mi fa un po' inalberare pensare che a me, azienda alimentare, fanno un mazzo tanto per la questione allergeni, che devono essere dichiarati in etichetta (come è giusto), vanno sviscerate tutte le schede tecniche degli ingredienti, perchè ogni componenete se deriva da un potenziale allergene va dichiarato ecc ecc non sto a tediarvi della cosa, inoltre le unità di misura del peso devono avere una determinata altezza in etichetta, se uso gr anzichè g mi prendo un verbale ecc ecc, e poi le aziende che fanno prodotti omeopatici fanno quello che gli pare, addirittura scrivono la diluizione come gli pare.
    Pazzesco.
    Scusate lo sfogo.

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    1. ma dato che non contengono nulla è normalissimo! ;)

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  21. Una domanda forse stupida: in una diluizione 200K... viene DAVVERO sbattuto il bicchiere? Intendo: io, azienda omeopatica, dovrei spendere per fare macchinari che mi sbatacchino un bicchiere su un libro, oppure (visto che il risultato è lo stesso) posso benissimo evitarmelo ed etichettare il tutto 200K?

    Poi una battuta: curare qualcosa con una versione blanda del patogeno... con le dovute proporzioni, è come il vaccino! :P allora perché l'omeoFan medio è anche contro i vaccini anziché accettarli come una forma di omeopatia?

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  22. ma cosi' si dovrebbero accentuare i sintomi, perche' e' stato il "medicinale" omeopatico a causarli nella cavia

    Infatti gli omeopati dicono che inizialmente, la cura omeopatica fa peggiorare i sintomi. Hanno una scusa per tutto, tranquillo. ;)

    mi fa un po' inalberare pensare che a me, azienda alimentare, fanno un mazzo tanto

    Sono d'accordo. Non solo, ma se un'azienda dichiarasse un ingrediente che in realtà nel prodotto non c'è nemmeno in tracce, che fine farebbero azienda e prodotto? In tribunale per truffa? Indovinato.
    E perché le aziende omeopatiche vendono prodotti che non contengono nemmeno tracce degli ingredienti che dicono eppure sono belle tranquille a continuare nei loro affari?
    Misteri della fede.

    in una diluizione 200K... viene DAVVERO sbattuto il bicchiere?

    Ufficialmente sì e ci sono i macchinari appositi. Qualche azienda afferma addirittura (e fanno vedere i video) di sbattere il prodotto su un libro. Che poi potrebbero pure evitarlo, tanto non se ne accorgerebbe nessuno è un particolare. :)

    allora perché l'omeoFan medio è anche contro i vaccini anziché accettarli come una forma di omeopatia?

    Perché i vaccini sono chimici, invece l'omeopatia (zucchero) è...chimico...no, energetico...insomma, è una bufala e c'è gente che con le bufale ci va a nozze.
    :)

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  23. @Di Grazia:Bisognerebbe prima di tutto chiedersi come abbia fatto una pallina di solo zucchero ad avere effetto curativo

    Io piu' che altro mi chiedo che fine faccia la "memoria" dell'acqua dopo l'evaoprazione, e' un transfert allo zucchero che mette in atto l'acqua sapendo che dovra' evaporare ? LOL

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  24. @ max(L):

    ho sentito un omeopata sostenere che l'acqua impregna lo zucchero delle sue informazioni. Cioè dalla memoria dell'acqua si è passati (senza problemi) alla memoria dello zucchero. Sono insomma balle (di zucchero, naturalmente).

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  25. @ Guga.
    In realtà, che il bicchiere venga o meno sbattuto (pardon! Succusso!) forse conta poco, rispetto alle modalità reali di produzione industriale (sì, industriale! O forse qualcuno pensa che il vecchio farmacista sbatta ancora a mano il suo preparato?).
    La sezione Inspections, Compliance, Enforcement, and Criminal Investigations della FDA, dopo una ispezione presso un produttore di prodotti omeopatici, ha inviato una Warning Letter il 26 luglio 2012 in cui –oltre ad altre oltraggiose considerazioni sulla qualità della produzione ispezionata- faceva il seguente rilievo:

    “ … b. The investigator also observed for Batch #36659 that one out of every six bottles did not receive the dose of active homeopathic drug solution due to the wobbling and vibration of the bottle assembly during filling of the active ingredient. The active ingredient was instead seen dripping down the outside of the vial assembly. Your firm lacked controls to ensure that the active ingredient is delivered to every bottle…”

    Ma sicuramente nessuno dei malati che ha usato quel prodotto, o gli altri citati nella Warning Letter, si è accorto della differenza.

    La lettera è consultabile al link:

    http://www.fda.gov/ICECI/EnforcementActions/WarningLetters/2012/ucm314629.htm

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  26. Vorrei aggiungere anche la mia, non tutta farina del mio sacco, argomentazione contro l’omeopatia: l’acqua utilizzata per generare il “rimedio” è composta da molecole/atomi che, dal momento della loro creazione, miliardi di anni fa nelle fornaci stellari, sono entrate in contatto con un’infinità di molecole di altre sostanze, delle quali dovrebbero aver “assorbito” le proprietà. O forse gli omeopati e gli “omeopatenti” ritengono che il processo di diluizione centesimale/energizzazione in qualche modo resetti, azzerando, la memoria delle molecole.
    Inoltre vorrei sapere cosa risulta da un’analisi chimica dell’acqua utilizzata... cito Wikipedia alla voce ACQUA:

    “Essendo l'acqua un ottimo solvente, le acque naturali contengono disciolte moltissime altre sostanze, ed è per questo motivo che con il termine "acqua" si intende comunemente sia il composto chimico puro di formula H2O, sia la miscela (liquida) formata dallo stesso, con altre sostanze disciolte al suo interno.”

    Non so nemmeno se sia possibile ottenere acqua purissima al 100%. (Forse la Levissima!)
    Aggiungiamo inoltre le diverse concentrazioni di ioni dell’acqua al diverso PH...

    Anche l’omeopatia è insomma il classico esempio dove un desiderio semplice (in questo caso un RIMEDIO ESTERNO PRIVO DI EFFETTI COLLATERALI) si sostituisce ai fatti, complessi ma verificabili sperimentalmente.

    Dott. Salvo, lei m’insegna, siamo in pieno “Bias Da Conferma”. Il credente nell’omeopatia infatti si focalizza (zoomma) sul rito che trasforma la semplice ed innocua acqua “pura” in blando ma efficace rimedio salutare, oscurando tutto ciò che non concorre a confermare la sua (desiderata) teoria ma che potrebbe aver influenzato la guarigione: contatto di altre sostanze con l’acqua, autoguarigione/effetto placebo, dio, raggi cosmici, angelo custode. No, il mal di testa gliel’ha certamente fatto passare il liquido omeopatico caramente pagato!

    E’ come il pregiudizio razziale: i razzisti (bianchi) sono convinti che la razza “pura” sia la loro. Non sanno (o non vogliono sapere) che 100.000 anni fa tutti noi (bianchi caucasici) avevamo comuni antenati neri. Anche qui è una questione di “zoom da conferma” ;-)

    Saluto con grande stima,
    xxx

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  27. piccolo ot: spero di riuscire a venire il 24 a Firenze, conoscerti di persona sarebbe un onore.

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  28. Da quando leggo il suo blog, dott. Di Grazia, si è anche modificata la mia percezione dei professionisti che ci curano.
    Una volta si era più o meno "sicuri" che il dottore o il farmacista era una persona affidabile. O quantomeno, se ti dava una buona impressione probabilmente era affidabile.
    Adesso invece mi sono reso conto che ci sono professionisti rispettabili che vendono farmaci omeopatici. Poco male (insomma...), so che sono una ciarlataneria e li evito. Ma quando il farmacista mi dice che per la tosse posso prendere un rimedio erboristico? Una volta mi sarei fidato ma ora non lo so più.

    Seguendo molto l'informazione sul web, bufale, mode, posizioni ideologiche, mi sono reso conto che queste possono condizionare anche persone con tutti i requisiti della professionalità!

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  29. mi sono reso conto che queste possono condizionare anche persone con tutti i requisiti della professionalità!

    Purtroppo sì ma forse non è necessariamente un male, creano la differenza tra un professionista serio ed un piazzista, un medico che si basa sulla scienza ed uno che si basa sulle credenze, insomma, si crea un ampia possibilità di scelta, cosa che ha anche dei lati negativi (chi non ha le conoscenze potrebbe scegliere male), ma il contrario (tutti allo stesso livello, sutti in fila a dire la stessa cosa) potrebbe essere peggio.

    quando il farmacista mi dice che per la tosse posso prendere un rimedio erboristico?

    Il rimedio erboristico (o quello fitoterapico) non è una "bufala" o un prodotto senza alcun effetto, anzi, devono essere maneggiati da persone esperte. È l'omepatia una vera e propria superstizione astrologica in campo medico.
    Quindi attenzione alla confusione, anche in questo caso.

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  30. Caro Salvo,
    seguendoti da parecchio tempo pensavo di essermi fatto un'idea abbastanza approfondita sul tema omeopatia. Eppure, come spesso accade, una semplice esperienza diretta mi ha fatto ragionare su qualcosa che non avevo considerato prima. Non so se se ne è già parlato qui, ma comunque vorrei condividere con te e con gli altri questo piccolo aneddoto.
    Ieri sera mi sono recato per la prima volta in una farmacia che non conosevo per comprare un antibiotico che mi era appena stato prescritto dal mio medico di base. Alla mia richiesta, accompagnata dall'esibizione della prescrizione, la farmacista mi ha risposto (quasi con una punta di orgoglio) che loro trattavano solo farmaci omeopatici. Ho strabuzzato gli occhi, guardandomi intorno alla ricerca di una insegna che mi avrebbe potuto mettere in guardia prima di entrare (del tipo "Farmacia omeopatica"), al che la farmacista - sempre con una malcelata punta di fierezza e autocompiacimento - mi ha detto che la loro è una farmacia come tutte le altre, che loro per scelta si affidano ai farmaci omeopatici, e che della medicina "allopatica" trattano solo farmaci per emergenze.
    Non ho voluto polemizzare e sono uscito salutando e ringraziando, ma non ho potuto fare a meno di pensare che c'era qualcosa di contraddittorio in quelle parole. Cioè, se ho capito bene: secondo la farmacista l'omeopatia funzionerebbe solo in casi in cui non ci sono emergenze? E perchè mai dovrebbe, se un principio funziona, dovrebbe farlo sempre, no? O forse è semplicemente una sua posizione mediata, differente da quella "ufficiale"?
    Mi piacerebbe conoscere la tua opinione a riguardo.
    Grazie.

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    1. La vicenda, se comprovabile, rappresenterebbe un grave illecito da parte della professionista, che è obbligata per legge a dispensare tutte le prescrizioni mediche ricevute, sulle quali non ha facoltà di sindacare, né operare sostituzioni se non con specialità generiche equivalenti e a patto che il cliente sia d'accordo, essendo il suo compito solo quello di verificare che non sussistano errori da parte del prescrittore o rischi specifici per il paziente (nel qual caso ha comunque obbligo di contattare il medico prescrittore e adeguarsi alle sue ulteriori indicazioni )

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  31. E perchè mai dovrebbe, se un principio funziona, dovrebbe farlo sempre, no?

    Chiaro.
    Infatti gli omeopati dicono che i loro prodotti funzionano anche per le "emergenze", però, essendo l'omeopatia una pratica senza base scientifica, ognuno può dire quello che vuole, tanto non cambia nulla.

    Ho però un dubbio: non conosco nessuna farmacia che venda solo omeopatici, tranne le parafarmacie. Anche perché i "farmaci per le emergenze" non si vendono in farmacia ma prodotti ospedalieri (quasi sempre) ed una farmacia che vendesse solo omeopatia o prodotti per le emergenze (e cosa intendono con questo termine?) non sopravviverebbe, economicamente, molto tempo, diciamo che non capita tutti i giorni la richiesta dell'adrenalina o di anestetici o antiaritmici.
    :)

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  32. Guarda, ho le tue stesse perplessità. Ed è per questo che mi sono guardato attorno piuttosto stranito, cercando di capire se ero inavvertitamente entrato in una parafarmacia o simili, innescando la risposta piccata della farmacista. E avendo avuto maggiore prontezza di spirito (nonchè una buona dose di faccia tosta) avrei sicuramente provato a chiedere qualche delucidazione in merito alla questione dei farmaci da emergenze, ma alla fine, come dicevo prima, ho preferito non polemizzare e andarmene. Magari un'altra volta che mi trovo più di genio posso provare a tornarci ed approfondire facendo un po' lo gnorri.
    Grazie per la risposta!

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  33. Secondo il regolamento Federfarma Lombardia:
    "I contravventori alle disposizioni del Tuls (R.D. 1265 34), del Regolamento del Tuls (R.D. 1706/38), della Farmacopea, quando non siano previste sanzioni specifiche, sono puniti con la sanzione amministrativa da Euro 1.549 a Euro 9.296, salvo che il fatto costituisca reato."

    Una fra le infrazioni è:
    "Rifiuto di vendere specialità medicinali o di spedire ricette mediche (art. 38, 1° c., RD 1706/38)."

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  34. post di un mio collega su fb:
    "Caro farmacista, **pausa**, se ti chiedo una medicina per mia figlia e tu me ne dai una omeopatica senza dirmelo, mi stai truffando... poi mi arrabbio e ti dimostro come le mie nocche per quanto diluite serbino ancora memoria dei tuoi lineamenti. Saluti"

    ecco a cosa siam arrivati...

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  35. Ispirata da questo post ho cercato informazioni sui proving e ho trovato un articolo in cui un addetto spiega la metodologia. Ad un certo punto si parla della necessità di condurre le prove contro placebo per portarsi al livello della medicina tradizionale. Questo è quanto conclude l’autore:"My experience is that using placebo controls does not add anything to the proving. Generally, subjects that receive placebo often experience the same symptoms as those that use the active substance. I believe this is true because those provers who use placebo experience the energy field effects of the homeopathic medicine being proven, whether they take the medicine internally or not. There is also some homeopathic research that bears out this conclusion".
    Traducendo: "Secondo la mia esperienza, usare il placebo non dà nulla in più ai proving. Generalmente, i soggetti che ricevono il placebo spesso sperimentano gli stessi sintomi di coloro che assumono la sostanza attiva (ma pensa un po’…). Credo che ciò sia vero perché i provers che usano il placebo sono sottoposti agli effetti del campo energetico del rimedio omeopatico che viene provato, che assumano la medicina internamente o meno. Ci sono anche ricerche omeopatiche che giungono a questa conclusione”. Segue un riferimento ad un articolo su Homeopathy.
    E’ dannatamente geniale.

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  36. E’ dannatamente geniale.

    Ma infatti io ripeto che l'omeopatia ha dei risvolti interessanti più dal punto di vista sociologico e filosofico che medico. Gli omeopati discutono del nulla come se fosse fisica quantistica, fanno ricerche sugli effetti delle caramelle di zucchero sui tumori, fondano istituti, scuole, musei sulle palline di zucchero, investono soldi, creano imperi sugli zuccherini. È assolutamente incredibile.
    Credo sia anche l'esempio più evidente di plagio commerciale, di come tutti possiamo essere convinti in maniera semplice (e con pochi costi) dell'impossibile.
    Vendono il niente a prezzi esorbitanti, ti dicono che cura le malattie, la gente ci crede, lo compra e dice pure che è contenta!
    :)
    Se non è fantastico questo...

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  37. @Simona:Generalmente, i soggetti che ricevono il placebo spesso sperimentano gli stessi sintomi di coloro che assumono la sostanza attiva (...) Credo che ciò sia vero perché i provers che usano il placebo sono sottoposti agli effetti del campo energetico del rimedio omeopatico che viene provatoE(...)

    Dunque basta trovarsi nelle vicinanze di chi assume l'omeopatico..

    E' dannatamente geniale.

    geniale sarebbe chiedere perche' dunque buttare soldi per un prodotto omeopatico vero quando posso ottenere lo stesso effetto bevendo acqua e basta.

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  38. @max(L): Ti dò assolutamente ragione. Ma Salvo ha colto in pieno quello che penso: i risvolti pscicologici e filosofici sono molto più interessanti di quelli "scientifici". Se non paghi per bene il rimedio, l'effetto non sarà mai lo stesso.
    Nella mia famiglia, complice un parente acquisito che ha fatto tre anni di corsi di omeopatia per curarsi da solo, i rimedi sono distribuiti a piene mani.
    Tutti sanno cosa penso al riguardo (sono un chimico e più volte ho cercato di spiegare il mio punto di vista), ma proprio per il fatto che sto dall'altra parte, qualsiasi cosa esca dalla mia bocca viene vista come una chiusura mentale causatami dalla scienza ufficiale. Proprio l'altro giorno mia sorella mi ha comunicato che se mi fossi fatta il vaccino influenzale e mi fosse successo qualcosa (danni legati presumibilmente al vaccino), non mi sarebbe neanche venuta a trovare in ospedale.
    Con l'omeopatia ormai ho deciso di alzare bandiera bianca. E' come parlare al vento. Facciano come credano, tanto "funziona".
    Non riesco tuttavia a smettere di pensare a tutta questa storia senza capo né coda e Salvo è bravo a gettare benzina sul fuoco. Esce un post e la mia passione per questa disciplina perversa ritorna. Perciò....Grazie!!!

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  39. Esperienza personale, in due farmacie di Roma, una volta chiedendo un collirio e una volta chiedendo qualcosa per il mal di gola, hanno provato a vendermi rimedi omeopatici, senza nemmeno chiedermi se volevo un farmaco o un omeocoso. Questa è praticamente truffa o almeno comportamento non corretto.

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  40. Sono d'accordo con le considerazioni dell'articolo e non mi farei mai curare con l'omeopatia, ma discutendone con una persona di vedute contrarie, questa mi ha portato come argomento a favore uno studio apparentemente serio e scientifico che, date le mie modeste conoscenze, ho dei problemi a "smontare", per cui chiedo aiuto. Si tratta di questo: http://www.guna.it/docs/editoria/_le_prove_scientifiche_dell_efficacia.pdf
    Comunque - e non scherzo - credo che l'omeopatia possa essere adatta a curare le non malattie, il fatto che i suoi eventuali meccanismi d'azione siano scientificamente inspiegati non vuol dire che siano inspiegabili e infine anche i meccanismi d'azione di diversi farmaci della medicina scientifica sono stati postulati e scoperti dopo averne scoperto e verificato l'efficacia.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Quando ho scritto che l'omeopatia potrebbe essere adatta a curare le non malattie non intendevo solo provocare, ma evidenziare come grazie all'effetto placebo positivo, eventualmente amplificato anche dalle aspettative del curante e grazie all'assenza di effetti collaterali e iatrogeni, che invece quasi tutti i farmaci della medicina scientifica hanno o possono avere, il suo impiego potrebbe anche essere razionalmente sostenibile. Per cui, per fastidi non curabili efficacemente da medicine scientifiche (p.es. raffreddore - sostanzialmente bisogna aspettare che passi), medicamenti omeopatici almeno non potrebbero far male (si pensi all'abuso di antibiotici per curare patologie di questo tipo). Usarli invece per curare delle malattie vere credo possa essere controproducente e dannoso e al limite criminale.

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  41. mi ha portato come argomento a favore uno studio apparentemente serio e scientifico che, date le mie modeste conoscenze, ho dei problemi a "smontare"

    Non si tratta di uno "studio scientifico" ma della raccolta di centinaia di studi sull'omeopatia. Che esistono davvero.
    Il problema che gli studi sull'omeopatia sono quasi totalmente vera e propria spazzatura, fatti male quando non visibilmente di parte e nell'elenco li hanno messi tutti, per fare "massa", per poter dire (ed infatti lo dicono) "guarda qui quanti studi!".
    Chi si prenderebbe la briga di leggerli uno ad uno e controllarne l'attendibilità?
    Ebbene, io non sono riuscito a farlo ma mi è bastato consultarne una decina per capire il loro livello. Se può servire, lì in mezzo c'è anche lo studio di Benveniste (pag. 27), noto per essere stata una delle più famose truffe scientifiche del 1900. :)
    Come si possa credere ad un elenco che mette in mezzo di tutto, persino le frodi scientifiche, è un mistero per omeocredenti.

    il suo impiego potrebbe anche essere razionalmente sostenibile

    Assolutamente d'accordo. Se gli omeopati dicessero: "noi sfruttiamo l'effetto placebo, che esiste e può essere potente, nei nostri granuli non c'è nessuna magia, solo zucchero ma grazie a questo riusciamo a trattare le persone con "finte malattie" o disturbi banali" io sarei il primo a sostenerli. L'effetto placebo è una delle più vecchie armi della medicina. A me non piace che mentano ai pazienti (mentire è già scorretto, farlo con chi sta male è peggio, che lo faccia un medico è terribile) e che si comportino da maghi e non da medici. Ho una considerazione della mia professione molto alta, per accettare che esista una persona laureata come me che prescriva granuli magici.

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    1. @Salvo Di Grazia, grazie della convincente risposta e della lettura a campione di una decina di studi riportati. Effettivamente il fatto che venga inclusa spazzatura vera e propria e/o frode scientifica direi proprio che inficia la validita` del tutto (lo farebbe anche per una raccolta di studi di medicina non omeopatica).

      Il problema dell'effetto placebo e` che se gli omeopati lo riconoscessero apertamente (assieme all'infondatezza/inutilita` delle
      loro cure)

      - o dovrebbero mentire ai pazienti perche' si manifesti al meglio (il che non e` certamente etico)

      - o, se non lo facessero, verosimilmente non potrebbero suscitarlo e sfruttarlo

      Per cui l'unica possibilita` per usarlo e sfruttarlo al massimo sarebbe che fossero convinti delle loro assurdita` ;-), cosi` da non mentire e da suscitare l'effetto.

      Il motivo per cui su di me l'omeopatia non potrebbe funzionare (come effetto placebo) e` che io riterrei che acqua e zucchero non possono migliorare la mia situazione clinica, per cui niente effetto placebo
      ;-)

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  42. l'unica possibilita` per usarlo e sfruttarlo al massimo sarebbe che fossero convinti delle loro assurdita`

    In realtà si è visto che l'effetto placebo funziona anche quando chi assume "lo zuccherino" sa di assumere una sostanza inerte (non terapeutica). Questo perché l'effetto non è dovuto direttamente "alla pillola" ma a tutto ciò che la circonda: il prescrittore con le sue parole ed i suoi modi, l'ambiente, la forma e la via di somministrazione del placebo, l'accuratezza e la durata della visita e così via. Questo spiega anche perché molti seguaci di cure alternative giurano di stare meglio anche senza assumere nulla, basta aver visto il "guru", il loro santone, è lui (la sua presenza) che li fa stare meglio.
    ;)

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  43. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  44. Dottore, questo articolo parla dei giri di soldi e di potere dietro all'omeopatia. Buona lettura.

    http://www.dailymail.co.uk/news/article-2938733/Homeopathy-petulant-prince.html

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  45. che né pensi di farmaci come questo http://www.leafscience.com/2014/03/08/7-things-need-know-sativex/

    hanno una ragion d'essere, o sono pura fantascienza?

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  46. mi stavo chiedendo una cosa, un'eventuale denuncia da parte di una qualsiasi azienda omeopatica, dal punto di vista di chi fa informazione scientifica è conveniente, in quanto devono andare in tribunale e dimostrare che l'omeopatia non è placebo... e ce li voglio... Poi dal punto di vista personale è una rogna perché è un'enorme perdita di tempo e denaro...

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  47. Potrebbero ammettere di vendere placebo e staremmo meglio tutti... Ci sono delle evidenze che dimostrerebbero che l'effetto placebo si ha anche quando il paziente sa di stare prendendo placebo... link a the guardian

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  48. Anni fa fu processato Piero Angela per diffamazione per aver detto:
    "L'omeopatia non e' una cosa seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale e' molto grande per i pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive". E ancora: "I benefici presenti dell'omeopatia sono dovuti all'effetto placebo, cioe' sostanze che non contengono alcun principio attivo, definite anche 'acqua fresca'. Spesso il beneficio e' del tutto psicologico e ipotetico e c'e' il rischio che vengano somministrati pseudo farmaci dei quali non si conosce il contenuto e che possono provocare anche reazioni allergiche".
    Ovviamente assolto..
    https://www.cicap.org/new/articolo.php?id=271834

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  49. Vorrei spezzare un'arancia a favore (sic...) della medicina omeopatica.
    Non e' vero che e' priva di effetti.
    La mia pediatra, che non ha mai lesinato ai miei bimbi farmaci ed antibiotici in caso di malattie, a una mamma particolarmente ansiosa il cui figlio era eternamente ammalato (mai sentito tossire o starnutire piu' dei miei, perennemente con la goccia al nasino) alla quasi settimanale visita e' arrivata a diagnosticare una "bronchite asintomatica" al bimbo, prescrivendo un farmaco omeopatico, con il quale la mamma e' stata felicissima di dire che ha risolto la lunga patologia del figlio.

    Anche a me sono stati "rifilati" dal farmacista 2 medicinali omeopatici, una pomata contro i gonfiori e uno spray nasale. E devo dire, mio malgrado, che hanno contato!
    La pomata all'arnica (che volevo erboristica invece che omeopatica, l'ho letto purtroppo dopo) ha funzionato perche' a base di gel alcoolico (disinfiammante), anche se di arnica aveva giusto le lettere sulla scatola.
    Lo spray nasale per la temporanea congestione ha funzionato perche' contenente non la inesistente luffa, ma grazie alla soluzione salina, all'edetato di sodio (sequestrante) e al cloruro di benzalconio (potente disinfettante antibatterico) in quantita' imprecisate.
    Se ci si aggiunge che lo sciroppo contro la tosse e' a base di succo di mela (proprio quello che le nostre nonne ci davano da piccoli, anche piu' concentrato, delle mel cotte) si evince che la medicina omeopatica ha fatto un salto di qualita': utilizza le capacita' terapeutiche degli "eccipienti" attribuendole ai loro bizzarri composti inesistenti.
    Quindi non potremo piu' dire che "un farmaco omeopatico non ha effetto", perche' l'effetto ce l'hanno, solo che, ad arte, confondono il principio attivo con i coformulanti.
    E c'e' anche il serio rischio che questi prodotti fuori controllo compromettano l'ultimo vantaggio della farmacopea omeopatica, ovvero che almeno non fanno nulla: c'e' il rischio che i coformulanti fuori controllo abbiano effetti tossici o allergizzanti.

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  50. la mamma e' stata felicissima di dire che ha risolto la lunga patologia del figlio.

    Questo forse è l'unico dei dibattiti ancora aperti sull'omeopatia: se una caramella di zucchero ha un effetto "calmante" le ansie dei genitori, perché non prescriverlo? Il problema è principalmente etico, non si può mentire ad un paziente anche perché la bugia non ha limiti (se puoi mentire per un raffreddore quale legge può dire che in caso di malattia grave non devi mentire?), inoltre l'omeopatia "ufficialmente" cura tutto, anche il cancro, la malaria e l'AIDS, fare "sconti" perché in qualche caso "conviene" può essere molto pericoloso.

    la medicina omeopatica ha fatto un salto di qualita': utilizza le capacita' terapeutiche degli "eccipienti" attribuendole ai loro bizzarri composti inesistenti.

    È un vecchio trucco dei prodotti omeopatici, complimenti per conoscerlo bene (non tutti sanno che succede spesso una cosa del genere, gli omeopati lo usano anche negli studi). Resta il fatto che anche in questo caso si mente al paziente. In ogni caso non vorrei essere nei panni di un medico che per ottenere successi professionali debba ricorrere a trovate di questo genere.

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  51. buongiorno e grazie della spiegazione.....la mia domanda è: se chiedo al farmacista uno sciroppo per la tosse specifico, e lui invece, dicendo che non lo ha in casa me ne rifila uno omeopatico, è tenuto a dirlo che appunto è un prodotto omeopatico?

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    1. Non è tenuto a dirlo ma se è (davvero) un prodotto omeopatico deve essere riportato sulla confezione "non ha indicazioni terapeutiche", che traducendo significa "non serve a curare quel disturbo". Il farmacista inoltre non è un medico e quindi non può fare diagnosi né consigliare terapie, semplicemente vende un rimedio commercializzato da un'azienda per curare un disturbo. È in effetti una regola ingarbugliata ma si sa che fatta la legge...

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  52. Per correttezza direi proprio di si

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  53. @Maelstrom128

    Tornando brevemente sulla questione provings, se non ricordo male il fatto che siano testati i rimedi per verificare quali sintomi causino (e non quali curino) viene riferito al fatto che vanno appunto testati su soggetti 'sani'. Sui sani quindi causano i sintomi che sui malati vengono curati.



    Morg

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  54. Penso proprio che il limite dell'ignoranza e della presunzione sia l'infinito.
    Invece di pensare all'omeopatia perchè non indagate sui raggiri perpretati
    dalla cosiddetta medicina scientifica (mi viene da ridere su come vi riempe la bocca questo aggettivo assolutamente vuoto) e da chi la controlla e la dirige.
    Primum non nocere.
    Usa il farmaco se sai quali effetti produce, altrimenti astieniti; se questi principi ippocratici fossero applicati della medicina "scientifica" non rimerrebbe nulla.

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    1. Come al solito si guarda la pagliuzza nell'occhio altrui (ammesso che ci sia) e non si nota la trave nel proprio.
      Prima di essere messo in commercio ogni farmaco subisce una tale quantità di test che gli effetti sono conosciuti eccome, compresi quelli avversi; se e solo se i vantaggi sono molto maggiori degli svantaggi si può procedere con l'immissione in commercio. E anche dopo che la vendita è iniziata il controllo continua: le segnalazioni di effetti collaterali servono proprio a questo.
      La stessa cosa NON si può dire per i rimedi omeopatici, anche perché sull'efficacia dell'acqua o dello zucchero in pochi hanno dubbi...

      Come sempre in questi casi consiglio ai sostenitori dell'omeopatia di utilizzarla per "curare" (su se stessi) una qualsivoglia patologia che usualmente un antibiotico combatterebbe efficacemente e velocemente, e di venire poi qui a raccontare la propria esperienza. Sempre che la cura funzioni (e che il paziente sopravviva), naturalmente... ;-)

      Che poi ci siano stati casi di vere e proprie truffe con effetti tragici (vedi Vioxx) non cambia di una virgola il ragionamento.

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    2. Farmaco: prodotto che dice di curare un problema di salute, contiene un principio attivo e che per essere venduto come tale supera test, controlli, prove continue.

      Omeopatico: prodotto che dice di curare un problema di salute, non contiene nessun ingrediente (oltre agli eccipienti) e che, per essere venduto come tale non deve superare alcun test, controllo o prova ripetuta.

      ...io dico sempre che ciascuno è libero di credere a ciò che vuole ma se davvero crede all'omeopatia, pace all'anima sua, se l'è voluta.
      :)

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  55. Invece di pensare all'omeopatia perchè non indagate sui raggiri perpretati
    dalla cosiddetta medicina scientifica


    La medicina scientifica non perpetra nessun raggiro. La scienza non è un essere vivente, non può truffare, sono gli uomini che truffano e possono fare del male, quello che dice è concettualmente sbagliato.
    Ma anche se fosse...questo cosa cambierebbe rispetto all'efficacia dello zucchero in palline?
    E perché si sente truffata dalla medicina e non da chi le vende zuccherini a 2000 euro al chilo? Non lo capirò mai, lo so. :)

    Usa il farmaco se sai quali effetti produce, altrimenti astieniti;se questi principi ippocratici fossero applicati della medicina "scientifica" non rimerrebbe nulla.

    Per questo si studia medicina per decenni. Chi è ignorante, ovviamente non lo capisce. Conoscere il funzionamento degli antibiotici, degli anestetici, dei calcio antagonisti o dei diuretici è complicato e molto affascinante.
    Infatti io rigirerei la sua frase con: "Parla del farmaco se sai quali effetti produce, altrimenti astieniti". Ribadendo la sua triste frase iniziale: "Penso proprio che il limite dell'ignoranza e della presunzione sia l'infinito".

    E questo, naturalmente, vale anche per l'omeopatia: se la si conoscesse davvero ne parleremmo come di un ricordo di un'epoca passata e scientificamente buia, l'ignoranza è putroppo ancora in mezzo a noi.
    Saluti!

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  56. Di recente è stato pubblicato un interessante lavoro scientifico del gruppo del Prof Paolo Bellavite sulla prestigiosa rivista PLoSOne, nel quale gli autori dichiarano che diluizioni omeopatiche centesimali fino alla 15c sono perfettamente in grado di influenzare l'espressione genica di linee cellulari THP-1 (monociti/macrofagi umani) trattati per 24 ore con IL-4. Come in un precedente lavoro, anche qui i ricercatori veronesi hanno testato le diluizioni di Arnica montana L. 2c, 3c, 5c, 9c e 15c contenenti ognuna 0,03% v/v di etanolo. La molarità in condizioni standard di 0,03% etanolo è 51,43 mM. I ricercatori hanno valutato quanti sesquiterpeni lattoni (SL) aveva ogni diluizione, partendo dalla valutazione molare della tintura madre che è 1,05 mM SL. Questo vuol dire che, seguendo la chimica della scuola elementare, in una 5c, ad esempio, ci sono 51,43 mmoli di etanolo e 100 femtomoli di SL, cioè il rapporto tra principio attivo (SL) e alcool in una 5c era di 1 a 500 miliardi. Nella 2c, quella più "concentrata" il rapporto era già 1 a 500.000. Cioè, in pratica le diluizioni avevano scarsissimo o nullo principio attivo ed un oceano di etanolo. Ora: l'etanolo 50 mM provoca apoptosi, danno reversibile al DNA, danno mitocondriale. Per dire che gli effetti pubblicati non dipendono dall'etanolo, qualcuno crede che la presenza dell'etanolo come confondente si annulla se la stessa concentrazione è presente nei controlli. Già. Ma perchè questo sia vero la distribuzione delle varianze nei controlli deve essere omogenea o omoscedastica. Ovvero, fatto un test di Bartlett sui controlli questo dovrebbe risultare negativo, cioè p>0.05. L'omogeneità delle varianze è garantita solo se: a) si fa il doppio cieco, le diluizioni non sono trattate in modo diverso dai controlli, i controlli sono vere sham dilutions. Cosa non fatta nel lavoro di Bellavite a firma Marzotto (PLoSOne 2016).
    Dai dati pubblicati dagli Autori nelle Tabelle supplemento, il mio test di Bartlett sui controlli ha dato questo valore:
    p<0.0001, χ2 = 409.19452

    Dunque, gli effetti attribuiti alle diluizioni omeopatiche potrebbero derivare dall'effetto confondente dell'etanolo, dato che i controlli sono disomogenei sugli effetti.
    Ora: cosa è accaduto quando ho cercato di far pubblicare questi (ed altri) risultati di biostatistica?
    Ecco la risposta di un Editor alla sottomissione mia e di un collega medico norvegese, dopo che l'Editor aveva contattato gli autori del lavoro su PLoSOne (in inglese):
    Dear Dr. Chirumbolo,

    We just got you re-submission. I would like to bring to your attention the following point. You keep writing and submitting to Frontiers commentaries criticizing the publication of Dr. Bellavite.

    While you may criticize the anybody’s work, provided that you do it based on scientific grounds, you cannot utilize our journal as your personal tribune to fight and punish anyone you want.

    For this reason, we will not accept from you any further commentary of this kind, directed against Dr. Bellavite, regardless of its scientific soundness.

    Caspita!
    Complimenti,,,davvero.

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    Risposte
    1. Ecco la risposta di un Editor alla sottomissione mia e di un collega medico norvegese

      Purtroppo essere sovvenzionati da una multinazionale del farmaco ha questi effetti. Anche io, ai tempi del (banale) lavoro sul Gelsemium, scrissi una breve risposta alla rivista che lo pubblicò, non fu pubblicata con motivazioni...senza motivazioni.
      Pazienza, credo che passare una vita a cercare effetti delle zollette di zucchero sia già una condanna abbastanza crudele per uno scienziato.
      Saluti!

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  57. Chi diluisce come hai detto che fanno è UN CANE che di chimica non capisce NULLA, dato che anche un qualsiasi chimico più o meno dilettante sa che la diluizione si effettua portando a livello, e non mettendo il soluto direttamente nel litro di solvente (in questo caso l'acqua). Da chimico farmaceutico sono davvero avvelenato da cotanta ignoranza...

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  58. A proposito di Editori o di peer reviewers che giudicano l'autorevolezza scientifica di un articolo, ho appena pubblicato un lavoro su European Journal of Internal Medicine (Elsevier, SSN: 0953-6205, IF = 2.591) ovvero: Chirumbolo S Peer reviewing and Editor's decision should never be a personal conflicting matter, Jan 2017, in press), dove esprimo una chiara denuncia sul conflitto d'interesse personale esibito dagli Editor o dai reviewers, soprattutto nel caso di settori molto criticati come l'omeopatia. Ovviamente, senza citarne gli estremi nei particolari, il mio chiaro riferimento è al gruppo di ricerca veronese che in numerosissime occasioni ha usato tutti i mezzi a sua disposizione per non favorire un dibattito libero e intellettualmente onesto, fino ad addirittura l'intervento forzoso sulla mia libertà e legittimità di accedere ad una piattaforma di scambio scientifico coni colleghi che è Research Gate, probabilmente hackerando o intervenendo sul login o convincendo i latori del social network.
    Io comprendo che, nel dire le cose come stanno, si infastidiscono molte teste "illuminate" ma è la gente che ha bisogno di verità, mica solo noi ricercatori. E' la gente comune, quella che arranca a fine mese, manda i figli a scuola, lavora sodo e fa mille sacrifici, paga le tasse, fa gli straordinari sottopagati o non pagati, accetta umiliazioni, soprusi ed è sempre positiva, sempre solidale, sempre miracolosamente umana, tanto ingenuamente umana da fidarsi dei soloni della scienza. E quando questi dicono cose discutibilissime e impopolari o finanche non vere e per di più usano mezzi coercitivi o addirittura di bassissima fattura per zittire un avversario intellettuale,...beh...quali altre parole aggiungere?
    Il vento spazza via le maldicenze e lascia intonse le lapidi dei fatti.

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    1. Io invece sono molto fatalista. Nessuno di noi deve salvare il mondo ma dall'altro lato è anche vero che uno che gioca sporco, prima o poi, pagherà per la sua disonestà.

      Anche io ho avuto modo di toccare con mano la scorrettezza della lobby omeopatica (in generale è un fattore comune a tutta la lobby della pseudoscienza) ma non è per me un problema, anzi, è un problema loro. Io ho studiato medicina, faccio il medico, morirò medico. Loro hanno studiato medicina, fanno gli stregoni, moriranno stregoni.
      Se già questa non è una (terribile) condanna...
      :)

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  59. A proposito di critica all’omeopatia, è interessante sapere cosa dice forse il più eloquente esperto e la più autorevole voce critica all’omeopatia attualmente esistente al mondo che è il Prof Edzard Ernst che, come me, ha prima cercato di comprendere se l’omeopatia può avere un senso scientifico e poi si è accorto che ci sono più farfalle incandescenti, folletti, gnomi e diavoletti di Maxwell che solide realtà.
    Nel suo blog, all’indirizzo http://edzardernst.com/, scrive (trad in italiano)
    “Il ruolo della critica nel regno della medicina alternativa”
    (vedasi il blog) e dove conclude:

    Ma adesso diamo un’occhiata alle medicine alternative.
    Qui, non c’è meno da criticare rispetto alla medicina ufficiale. E quindi, i giornali di medicina alternativa sono anch’essi pieni di critica verso la medicina che ospitano? Sono state mai fatte regolari conferenze che mettessero a fuoco tale critica? Quelli che praticano la medicina alternativa sono attenti ad ascoltare chi parla della debolezza delle loro convinzioni, pratiche, etc..?
    La risposta è laconica: no!
    E malgrado ciò, quelli che difendono la medicina alternativa sono, ovviamente, loro stessi non avversi a fare critiche. Infatti, essi criticano pressoché senza fermarsi, o almeno questa è l’impressione che io posso avere leggendo i commenti sul mio blog dal 1993.
    Ma c’è una fondamentale differenza. Essi criticano (spesso giustamente) la medicina convenzionale ed essi criticano quelli (a volte giustamente) che criticano la medicina alternativa. Ma quando si va a criticare le loro stesse pratiche, però, c’è un silenzio quasi imbarazzante.
    Secondo me, queste differenze tra medicina convenzionale ed alternativa sono tutt’altro che scontate.
    Nella medicina convenzionale:
    a) c’è una lunga tradizione di critica
    b) la critica viene pubblicata e discussa in modo chiaro e centrale;
    c) la critica è solitamente ben accetta;
    d) la critica è sesso presa in considerazione e fa seguire azioni appropriate
    e) la critica in questo modo può condurre e spesso effettivamente conduce al progresso.
    Al contrario, nella medicina alternativa non è mai accaduto quasi nulla di tutto questo. La critica è diretta quasi esclusivamente verso coloro che non appartengono al regno (della medicina alternativa). La critica all’interno è tanto buona quando inesistente.
    Le conseguenze di questa situazione sono facili da vedere per chiunque e possono essere drammatiche:
    a) le riviste di medicina alternativa non pubblicano nulla che possa essere percepito come dato negativo per la pratica della stessa medicina alternativa;
    b) il pensiero auto-critico non ha alcuna tradizione fondativa in tale medicina e rimane pressoché un concetto alieno,
    c) non si sta facendo nulla al suo interno per cambiare la situazione
    d) le assunzioni della medicina alternativa sono immutate da secoli
    e) il progresso è tutto fuorchè presente
    E’ venuto il momento che il mondo della medicina alternatva capisca finalmente che la critica costruttiva è un passaggio necessario per il miglioramento!”

    Bene. Questo è Ernst.
    Si deve dire che non solo la medicina alternativa non fa autocritica e pubblica solo dati positivi, soprattutto a Verona, ma che addirittura si puniscano, si emarginino e si pongono a tacere, anche minacciosamente, quelli che contribuiscono a tale critica.
    Se uno trasforma la critica del tipo "il tuo argomento è idiota" in uno molto meno ortodosso del tipo "Tu sei un idiota" commina un abuso che è tutto orientato a sensibilizzare l'opinione pubblica su un attacco personale, per il quale uno può rivolgersi all'avvocato, quando invece è un dibattito tra pari. Solo che l'omeopatia non è chi la studia. E chi la studia all'Università deve rispondere alla collettività intera, non alla propria singolare soddisfazione e carriera. La collettività obbliga al dibattito.

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  60. Caro Di Grazia,
    non vorrei, tuttavia, monopolizzare lo spazio commenti, vedendo che ai miei commenti non segue risposta e uno sventurato lettore trova solo il Chirumbolo a parlare e potrebbe fraintendere. Tuttavia, credo che non sia giusto evitarmi questo messaggio, forse (poco umilmente?) credendo possa essere di aiuto alla discussione.
    Tre grossi nomi della Sanità lombarda, da molti (a ragione) considerata il fiore all'occhiello della Sanità Italiana, cioè il Fatebenefratelli (Ospedale L. Sacco) di Milano, il Cangranda (Niguarda) di Milano e la Fondazione Maugeri di Pavia, hanno pubblicato un lavoro, a firma di un medico specializzando al III anno (Università Statale di Milano), certo Dr Luca Sorrentino, su J Intercult Ethnopharmacol (è su Pubmed), nel quale riportano che in 53 donne mastectomizzate (27 placebo e 26 casi) l'Arnica 1000 K riduce il sanguinamento post-operatorio (p<0.03)(cit. Sorrentino et al.,J Intercult Ethnopharmacol 2017 Jan 3;6(1):1-8. doi: 10.5455/jice.20161229055245). Ma cos'è Arnica 1000 K?
    Le diluizioni omeopatiche korsakoviane sono molto usate dalla Boiron, che sappiamo vende l'Oscillococcinum, che è appunto indicato come 200 K. Cos'è una diluizione korsakoviana? Parti con un estratto alcoolico adesempio di Arnica in 30% etanolo 10 ml. Butti via tutto. Riempi la provetta con altri 10 ml ma di solo etanolo 30%. Scuoti bene (succussione). Poi butti via. Riempi con altri 10 ml di etanolo 30%. Scuoti bene come prima. Butti via tutto nel lavandino come prima. Metti ancora 10 ml 30% etanolo e via come prima. Se è una 1000 K questa operazione, fino al riempimento finale di 10 ml etanolo 30% la fai mille volte!!!
    Che avremo alla fine? Ma alcool 30% no?
    No. Arnica 1000 K. E che è? Appunto...
    Come hanno fatto i nostri luminari, tra cui c'è anche lo stimatissimo Prof Fabio Corsi, a trovare un p<0.03 usando sia Arnica 1000 K e placebo MA prodotti dalla Boiron, se si tratta, nei fatti, di due placebo?
    Allora c'è qualcosa?
    No.
    Questa significatività si verifica esclusivamente se nel gruppo di calcolo pazienti vs placebo del loro double blind RCT vs placebo, si inserisce il peso del soggetto. Se vi viene la curiosità di leggere il lavoro citato, guardate la Tabella 1 a pag. 4 del lavoro cioè la "Table 1: Baseline characteristics of the ITT population". Il range di peso dei casi (Arnica 26 soggetti) è 150-178 kg, quello dei placebo è 70-150. A fronte di medie e mediane molto più comparabili e simili, si deduce che è la distribuzione della varianza nei due gruppi che è DISOMOGENEA (non omoscedastica. Infatti "e g'o fato er Bartlett" (diremmo qui a Verona) e viene positivo (p<0.001, chi quadrato = 121). Usare un t-test in un campione con meno di 30 soggetti e in eteroscedascicità con bassa potenza del test, significa avere una probabilità compresa tra il 45 ed il 65% di avere falsi positivi, cioè p<0.05 FALSI, cioè erronei (cit. Ioannidis JP. Why most published research findings are false. PLoS Med. 2005 Aug;2(8):e124).
    Questa ricerca la paga la Boiron. Certamente cofinanzia le ricerche chirurgiche di senologia per il bene delle donne e dell'umanità. Ma per favore! Non venitemi a dire che funziona!!! Altrimenti anch'io mi devo sottoscrivere a quell'appello della Presidente della Camera come hanno fatto Fiorello e Totti...

    Domanda: ma noi contribuiamo con le nostre tasse a questo tipo di Sanità pubblica e di ricerca (Università di Milano)?
    Boh....

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    1. vedendo che ai miei commenti non segue risposta e uno sventurato lettore trova solo il Chirumbolo

      Veramente io ho risposto. Quindi "il Chirumbolo" non parla da solo. :) E poi ci leggono in tanti.

      ma noi contribuiamo con le nostre tasse a questo tipo di Sanità pubblica e di ricerca (Università di Milano)?

      Le multinazionali farmaceutiche sono padrone della ricerca ma c'è una fortuna in tutto questo: l'omeopatia sta sparendo (era ora) e sarà solo un ricordo di un momento selvaggio della nostra storia.

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    2. Grazie Salvo. Era solo per non voler occupare la scena che ho detto così, non perchè io non sia considerato...ci mancherebbe.
      Un ultimo numero di Nature riporta tali parole:
      "Homeopathy blow"
      The Russian Academy of Sciences is the latest body to officially declare homeopathy unscientific and ineffective. Homeopathic medicine contradicts “known chemical, physical and biological laws” and should have no place in Russia’s national health-care system, the academy’s commission against pseudoscience and falsification of scientific research stated in a memorandum issued on 6 February. It called on the health ministry and drug-regulatory bodies to introduce mandatory labelling of homeopathic drugs and therapies, indicating their lack of proven efficacy. The US Federal Trade Commission made similar recommendations last November." (Nature vol 542 16 Feb 2017, p. 276)
      In pratica, L'Accademia di Scienze Russa ripudia l'omeopatia come scienza come è già stato fatto in Australia. Dice chiaramente: che è "non scientifica e inefficace"...
      Che aspettano i soloni della scienza a convincersi che l'omeopatia è solo un bogus? E la fonte è attendibile: è Nature.
      Un caro saluto

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