Resto sempre "un po'" perplesso quando sento di medici che praticano l'omeopatia o altre medicine alternative. Sarà sicuramente un mio limite, ma non posso credere che una persona che ha studiato per anni il funzionamento del corpo umano, la farmacologia, la fisiologia, l'anatomia, ha conosciuto la fisica e la chimica, ha imparato a comprendere termini come "recettore" o "enzima", da un giorno all'altro si lanci in ragionamenti fantascientifici quando non antiscientifici, parli di "memoria dell'acqua" e "simile cura il simile", di energie e vibrazioni, somigliando più ad un mago di altre epoche piuttosto oscure che ad un moderno ed aggiornato professionista (a proposito, ma nei corsi di aggiornamento per gli omeopati, di cosa parleranno?). Cerco anche di darmi delle spiegazioni: crisi d'identità, incompetenza o più semplicemente sete di denaro, ai tempi (ai miei tempi) dell'università si giustificava "malignamente" la scelta di un collega di occuparsi di omeopatia ma la risposta potrebbe essere più semplice: esiste una "fetta di mercato" da accontentare e quindi esiste l'offerta, un po' come giustificare l'esistenza degli oroscopi nel nostro secolo "ufficialmente" moderno e progredito. Non lo so, non sono giunto ad una conclusione certa, ma quando parlo con amici che praticano una delle tante medicine alternative (permesse dalla legge) noto sempre argomentazioni vaghe, quasi un desiderio di sfuggire al confronto, forse un senso di colpa. Una volta chiesi ad un collega omeopata, che ammetteva l'inconsistenza delle teorie omeopatiche, se non pensasse alla scelta poco etica del mentire al paziente sull'assurdità delle proprietà dei granuli di zucchero omeopatici, la sua risposta fu probabilmente la più sincera potesse darmi: "se rivelassimo ciò che somministriamo non avremmo nessun risultato".
Possibile, visto anche ciò che succede sempre più spesso nel mondo delle medicine alternative ed in questo caso dell'omeopatia.
Possibile, visto anche ciò che succede sempre più spesso nel mondo delle medicine alternative ed in questo caso dell'omeopatia.
Sono sempre di più, infatti, gli
omeopati che dopo aver cessato la loro attività lavorativa hanno una
sorta di "crisi" personale, sembra quasi uno sfogo dopo anni passati a
difendere posizioni indifendibili (ma necessarie per...vivere). Anni fa
era stato Edzard Ernst, docente di medicina complementare, oggi accanito demolitore di medicine non scientifiche, a "confessare" quanto fossero deboli le pretese dell'omeopatia, oggi è il turno di un "pezzo grosso" che anche gli omeopati più accaniti provano imbarazzo a smentire, Anthony Campbell, omeopata, agopunturista (che rifugge ogni aspetto "mistico" e tradizionale dell'agopuntura) medico oramai in pensione del Royal London Homeopathic Hospital, addirittura editor del British Homeopathic Journal (oggi Homeopathy, la rivista di omeopatia forse più nota al mondo). Campbell ha pubblicato un libro
nel quale c'è più di uno sfogo nei confronti della pratica che lo ha
visto protagonista per anni. Leggiamo qualche sua dichiarazione:
"it is wrong to say, as some critics do, that there is no objective evidence for homeopathy. There is, but most of it is of rather poor quality. Even at its best there is evidence for only a small effect, and when an effect is as small as this it may not be there at all. It is also disturbing that the better the quality of a trial the less likely it is to show a positive effect. I conclude that there are no firm answers to questions about the efficacy of homeopathy to be found in the research that has been done up to now".
Trad.: È sbagliato dire, come fanno alcuni critici, che non c'è nessuna prova oggettiva per l'omeopatia. C'è, ma quasi tutta di scarsa qualità. Nella migliore delle ipotesi, c'è prova solo di un piccolo effetto e quando un effetto è così piccolo potrebbe anche non esistere. È anche fastidioso notare come se gli studi sono di buona fattura vi è meno possibilità di notare un effetto positivo [dell'omeopatia].Posso concludere che nelle ricerche fatte fino ad oggi, non esiste risposta certa sull'efficacia dell'omeopatia.
Campbell aggiunge:
Homeopathy has not been proved to work but neither has it been conclusively disproven – it is of course notoriously difficult to prove a negative. My own assessment of homeopathy is that, while it is impossible to say categorically that all the remedies are without objective effect, any effect there may be is small and unimportant. The great majority, at least, of the improvement that patients experience is due to non-specific causes.
Trad.: Non è mai stato provato che l'omeopatia possa funzionare ma non è stato provato nemmeno che non funzioni ma come si sa è notoriamente difficile provare un dato negativo. La mia opinione personale sull'omeopatia è che, se è impossibile dire con certezza che nessun rimedio sia efficace, qualsiasi effetto è piccolo e senza importanza. Almeno la grande maggioranza dei miglioramenti che riportano i pazienti, è dovuta a cause non direttamente collegate [all'omeopatia].
Per Campbell "l'omeopatia può essere considerata una forma di psicoterapia." che è quello che pensano in molti: quando non si hanno malattie da curare, ecco che la pallina magica di zucchero è il rimedio perfetto. Il problema è quando un medico propone l'omeopatia per curare malattie vere.
Devo dire che se gli omeopati ammettessero quello che ammette il loro collega sarei molto più "tenero" nei loro confronti, abbandonare tutto il rituale magico dell'omeopatia per ammetterne uno scopo "psicologico", un effetto placebo da sfruttare, un rimedio per tutte quelle persone che non riescono a fare a meno della "pillola" o che al minimo disturbo cercano il rimedio farmacologico (inutile e dannoso) potrebbe essere un terreno costruttivo di discussione. Se fossimo già arrivati su questo piano, perché siamo purtroppo ancora molto lontani da qualcosa del genere: gli omeopati (in generale) rigettano ogni considerazione logica e scientifica per lanciarsi in teorie paranormali che certo non fanno onore a chi ha una cultura scientifica e respingono con sdegno gli argomenti (scientifici) di chi mette in dubbio la loro fede ed in pratica negano secoli di conoscenze scientifiche per darsi ragione.
Ci si potrebbe quindi chiedere come mai un professionista che per 20 anni ha prescritto omeopatia, alla fine "ammetta" queste ovvietà: pentimento? Oppure non ha più bisogno di raccontare favole per vivere? Io credo semplicemente che a volte ci si stanchi di recitare una parte ed una crisi personale sia molto frequente. Ma quelle di Campbell non sono opinioni personali di un omeopata pentito, l'omeopatia è già implausibile teoricamente ed anche nella pratica non funziona più dello zucchero (infatti un granulo omeopatico oltre la 12CH altro non è che zucchero), lo ribadisce il NHMRC (Agenzia australiana per la salute e la ricerca), lo sottolinea il servizio sanitario nazionale inglese (l'omepatia non funziona in nessuna condizione clinica)...e lo fanno notare le vendite: il successo dell'omeopatia è sempre più messo in crisi dalla consapevolezza dei consumatori (il marketing delle aziende omeopatiche fa invece credere il contrario), si veda il drammatico calo delle prescrizioni di omeopatia nel Regno Unito, dove questa pratica è rimborsata dal servizio sanitario nazionale (contestualmente sono crollati i costi dei rimborsi del NHS ma le aziende omeopatiche hanno aumentato i prezzi dei loro prodotti per rifarsi delle perdite):
Devo dire che se gli omeopati ammettessero quello che ammette il loro collega sarei molto più "tenero" nei loro confronti, abbandonare tutto il rituale magico dell'omeopatia per ammetterne uno scopo "psicologico", un effetto placebo da sfruttare, un rimedio per tutte quelle persone che non riescono a fare a meno della "pillola" o che al minimo disturbo cercano il rimedio farmacologico (inutile e dannoso) potrebbe essere un terreno costruttivo di discussione. Se fossimo già arrivati su questo piano, perché siamo purtroppo ancora molto lontani da qualcosa del genere: gli omeopati (in generale) rigettano ogni considerazione logica e scientifica per lanciarsi in teorie paranormali che certo non fanno onore a chi ha una cultura scientifica e respingono con sdegno gli argomenti (scientifici) di chi mette in dubbio la loro fede ed in pratica negano secoli di conoscenze scientifiche per darsi ragione.
Ci si potrebbe quindi chiedere come mai un professionista che per 20 anni ha prescritto omeopatia, alla fine "ammetta" queste ovvietà: pentimento? Oppure non ha più bisogno di raccontare favole per vivere? Io credo semplicemente che a volte ci si stanchi di recitare una parte ed una crisi personale sia molto frequente. Ma quelle di Campbell non sono opinioni personali di un omeopata pentito, l'omeopatia è già implausibile teoricamente ed anche nella pratica non funziona più dello zucchero (infatti un granulo omeopatico oltre la 12CH altro non è che zucchero), lo ribadisce il NHMRC (Agenzia australiana per la salute e la ricerca), lo sottolinea il servizio sanitario nazionale inglese (l'omepatia non funziona in nessuna condizione clinica)...e lo fanno notare le vendite: il successo dell'omeopatia è sempre più messo in crisi dalla consapevolezza dei consumatori (il marketing delle aziende omeopatiche fa invece credere il contrario), si veda il drammatico calo delle prescrizioni di omeopatia nel Regno Unito, dove questa pratica è rimborsata dal servizio sanitario nazionale (contestualmente sono crollati i costi dei rimborsi del NHS ma le aziende omeopatiche hanno aumentato i prezzi dei loro prodotti per rifarsi delle perdite):
Il declino delle prescrizioni di omeopatia nel servizio sanitario inglese. |
Il dato ricalca quello italiano, da noi in 8 anni (dal 2005 al 2013, qui dati 2016) l'uso dell'omeopatia si è praticamente dimezzato e riguarda una minoranza della popolazione italiana (quanta di questa minoranza usi solo omeopatia per curarsi ve lo lascio immaginare), questo conferma che la leggenda dell'uso diffusissimo di questa pratica è una semplice operazione di marketing ed il fatto che si continui a battere su questa bugia nelle pubblicità omeopatiche, dimostra per l'ennesima volta come neanche gli argomenti deboli degli omeopati abbiano una base reale e che tutto ruota su abili mosse pubblicitarie: d'altronde saper vendere zucchero come medicina, è un esempio perfetto di quanto sia manipolabile il consumatore con precise scelte di marketing e quando il consumatore è consapevole di cosa acquista a peso d'oro si ribella, come ha fatto diverse volte con class action nei confronti di grosse aziende omeopatiche.
La conseguenza della consapevolezza dei consumatori, oltre al calo delle prescrizioni omeopatiche, ha causato enormi perdite alle aziende (che possono dispiacere per i lavoratori, ma chi basa il suo business sulla magia deve prevedere che qualcuno scopra il trucco) e colossi come la Heel, si ritirano da mercati enormi come quello americano.
Una brutta botta per l'industria delle caramelle magiche ma che non può che rallegrare chi si chiede che ci faccia una pratica stregonesca sugli scaffali delle farmacie, prima o poi la ragione dovrà prevalere sulle superstizioni, sarebbe anche l'ora; oppure le aziende potrebbero finalmente decidere di finirla di ingannare i consumatori ed iniziare ad essere onesti, come ha annunciato la Helios, importante azienda di omeopatia inglese: visto l'aumentare delle regole e delle norme richieste per l'approvazione di un farmaco, se necessario, sono pronti a cambiare le etichette dei loro prodotti omeopatici, presentandoli come "non medicine", "non omeopatici" ma semplicemente come dolciumi, quello che sono.
Tutto questo non avrebbe bisogno di spiegazioni e ragionamenti contorti ma spesso serve ribadirlo, nel 2014 bisogna ancora spiegare che la magia è un'antica superstizione e probabilmente dice bene il prof. Garattini quando sostiene che il ragionamento scientifico e le basi della scienza, dovrebbero essere pilastro dell'insegnamento scolastico:
La conseguenza della consapevolezza dei consumatori, oltre al calo delle prescrizioni omeopatiche, ha causato enormi perdite alle aziende (che possono dispiacere per i lavoratori, ma chi basa il suo business sulla magia deve prevedere che qualcuno scopra il trucco) e colossi come la Heel, si ritirano da mercati enormi come quello americano.
Una brutta botta per l'industria delle caramelle magiche ma che non può che rallegrare chi si chiede che ci faccia una pratica stregonesca sugli scaffali delle farmacie, prima o poi la ragione dovrà prevalere sulle superstizioni, sarebbe anche l'ora; oppure le aziende potrebbero finalmente decidere di finirla di ingannare i consumatori ed iniziare ad essere onesti, come ha annunciato la Helios, importante azienda di omeopatia inglese: visto l'aumentare delle regole e delle norme richieste per l'approvazione di un farmaco, se necessario, sono pronti a cambiare le etichette dei loro prodotti omeopatici, presentandoli come "non medicine", "non omeopatici" ma semplicemente come dolciumi, quello che sono.
Tutto questo non avrebbe bisogno di spiegazioni e ragionamenti contorti ma spesso serve ribadirlo, nel 2014 bisogna ancora spiegare che la magia è un'antica superstizione e probabilmente dice bene il prof. Garattini quando sostiene che il ragionamento scientifico e le basi della scienza, dovrebbero essere pilastro dell'insegnamento scolastico:
Occorre anzitutto non limitarsi ai contenuti della scienza, ma approfondirne i principi e la metodologia. I giovani studenti non hanno un’idea della complessità del più semplice organismo vivente mentre dovrebbero conoscere i meccanismi che sottintendono alle funzioni biologiche. Se sapessero le difficoltà nello stabilire i rapporti di causa ed effetto forse, a differenza degli attuali adulti non crederebbero agli indovini, all’omeopatia, agli oroscopi come pure alle terapie miracolose inclusa Stamina.
Questo è ancora più importante quando servizi pubblici, pagati da tutti noi, continuano a dare spago alla vecchia credenza dello zucchero curativo.
Per chi invece nonostante tutto vuole credere allo zucchero che cura non posso che consigliare un libro sull'omeopatia uscito recentemente negli Stati Uniti che tratta proprio l'argomento. Credo sia un testo unico, attendibilissimo: il suo autore prima di diventare omeopata era ricercatore presso un'industria di lavorazione dello zucchero, più che competente quindi. ;)
Per chi invece nonostante tutto vuole credere allo zucchero che cura non posso che consigliare un libro sull'omeopatia uscito recentemente negli Stati Uniti che tratta proprio l'argomento. Credo sia un testo unico, attendibilissimo: il suo autore prima di diventare omeopata era ricercatore presso un'industria di lavorazione dello zucchero, più che competente quindi. ;)
Nel frattempo, in Australia, c'è chi chiede
ai farmacisti di smettere finalmente di vendere omeopatia, secondo me anche per un farmacista è frustrante vendere dolciumi spacciandoli per medicine, ma si sa, con l'Australia siamo agli antipodi, ora provate a smentirmi.
;)
Alla prossima.
Articolo aggiornato dopo la stesura iniziale.
Alla prossima.
Articolo aggiornato dopo la stesura iniziale.
Ho avuto un acceso confronto con un farmacista proprio sull'omeopatia. Ad un certo punto gli ho fatto notare che prima sosteneva che l'Oscillococcinum previene l'influenza per TUTTI (ed è per quello che tutti devono comprarlo a peso d'oro), e dopo che l'omeopata doveva individuare le sostanze adatte ad ognuno (ed è per quello che gli studi scientifici dicono che non funziona).
RispondiEliminaSi è un po' alterato.
Bell'articolo, Salvo!
RispondiEliminaSegnalo un typo: gistificava --> giustificava
Ottimo articolo, come sempre. Grazie!
RispondiEliminasono stufa pure io di entrare in farmacia e sentirmi proporre ogni volta, ogni santissima volta, dolcetti a peso d'oro. "le do quello omeopatico o quello chimico, signora?" è il leit-motiv, soprattutto quando vado a prendere qualcosa per i bimbi...perfino la lozione contro i pidocchi. quindi non so, non credo che per tutti i farmacisti sia frustrante. temo invece che alcuni ci credano, e pure io, che non ho certo competenze e conoscenze paragonabili alle loro, mi chiedo come sia possibile.
RispondiEliminae fanno bene, più che bene, gli australiani ad avanzare una simile proposta.
non credo che per tutti i farmacisti sia frustrante
RispondiEliminaIo penso lo sia, poi naturalmente bisognerebbe vedere se sia più frustrante vendere zuccherini o perdere un incasso. :)
PS: Errore, corretto, grazie Simone.
In una delle due farmacie dove vado di solito, hanno messo uno stand di prodotti omeopatici, con tanto di cartelloni stile supermercato per le offerte. Nell'altra, c'è addirittura un bancone ed uno scaffale separato da quello delle medicine vere... e c'era pure coda. Fino a pochi mesi fa, non c'erano. Le vendite dei prodotti omeopatici saranno anche complessivamente in calo, ma se si arriva ad ammodernare in parte i locali di una farmacia per inserire una "sezione omeopatia", significa che il numero di polli da spennare è ancora alto, purtroppo.
RispondiEliminaPS: segnalo un piccolo refuso nella traduzione, "evidence" è da intendersi come "prova", non come "evidenza" :)
Almeno da voi sono onesti e dicono "vuole il prodotto omeopatico?" Da me omettono "omeopatico". Devo sempre fare attenzione quando chiedo uno sciroppo per la tosse... ok che lo sciroppo è in gran parte zucchero, ma io voglio la versione che abbia anche qualcosa di più.
RispondiElimina> non posso credere che una persona che ha studiato per anni il funzionamento del corpo umano, la farmacologia, la fisiologia, l'anatomia, ha conosciuto la fisica e la chimica, ha imparato a comprendere termini come "recettore" o "enzima", da un giorno all'altro si lanci in ragionamenti fantascientifici quando non antiscientifici
RispondiEliminaEh, è diffusa nella nostra epoca la convinzione che per generare comportamenti visrtuosi sia sufficiente l'informazione. Come quelli che dicono che a scuola si deve fare educazione civica, così i ragazzi non romperanno più i lampioni.
Purtroppo sapere cosa è bene e cosa è male non è sufficiente per scegliere il bene: libertà di scelta, istinti e a volte malvagità e interesse dicono la loro.
>da noi in 8 anni (dal 2005 al 2013) l'uso dell'omeopatia si è praticamente dimezzato
RispondiEliminaNon sarà perchè chi la usa muore di più di chi usa il chimico? :-)
Non sarà perchè chi la usa muore di più di chi usa il chimico?
RispondiEliminaUmh, mi stai facendo venire il dubbio...se il numero delle persone che si curano con l'omeopatia si dimezza in pochi anni...se guarissero il numero dovrebbe aumentare o almeno rimanere stabile...vuoi vedere che...
;)
Ben scritto.
RispondiEliminaNon sapevo che i rimedi omeopatici fossero stati inclusi nel SSN inglese, ma d'altronde, per dire, da noi:
"Sette milioni di italiani la usano dando vita a un volume d'affari di 325 milioni di euro di medicinali venduti in farmacia" (da http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=12301 , ma lo metto solo per il titolo e la frase seguente) :
"(...)Eppure l’omeopatia nel nostro Paese – nonostante quello italiano sia il terzo mercato europeo dopo Francia e Germania, e sono circa 20 mila i medici che prescrivono medicinali omeopatici (soprattutto pediatri, ginecologi e Mmg) – non ha avuto vita facile:(...)"
E meno male che non ha avuto vita facile. Ma se i numeri sono davvero quelli non c'è da stupirsi che si trovino anche in farmacia. Sarò prevenuto, ma la fame (anche a pancia piena) è una brutta bestia...
v'è un calo delle vendite dei prodotti omeopatici perchè è in atto una selezione naturale..
RispondiEliminaTrovo interessante come ponga la questione "non è vero che non ci sono prove dell'efficacia, ma l'efficacia è quasi nulla". Perché alla fin fine, quando dici "non c'è neppure una molecola del principio attivo", lo homeoFan ti risponde che non serve che ci sia, perché memoria dell'acqua bla bla. Ma se parliamo di efficacia, beh, da lì non si può sfuggire.
RispondiEliminaAnche a me è capitato di andare in farmacia (in Svizzera) per chiedere uno sciroppo per la tosse per mia figlia, tornare a casa e vedere che era omeopatico. Mi sono arrabbiato non poco. L'ho reputato come un tradimento della fiducia, io cliente mi aspetto che tu farmacista mi fornisca FARMACI, non acqua.
In quella farmacia non ci sono più tornato :D non solo per quello sciroppo... sono proprio incompetenti, ero già insoddisfatto di mio, e il fatto che a cento metri avesse aperto una nuova farmacia è stato per loro il colpo Di Grazia (ha ha ha come sono spiritoso).
quando dici "non c'è neppure una molecola del principio attivo", lo homeoFan ti risponde che non serve che ci sia, perché memoria dell'acqua bla bla
RispondiEliminaMa per questo io non entro in discussioni metafisiche, dovrei altrimenti analizzare (l'ho fatto per spiegarlo in passato, ma non lo ribadisco ogni volta) un dato, la memoria dell'acqua, che ad oggi è fantascienza, mai dimostrata e senza plausibilità. Per questo motivo resto sull'unico dato incontestabile: in un granulo omeopatico c'è solo zucchero. Già questo per molti consumatori di omeopatia è qualcosa di talmente assurdo da non poter essere creduto. Fino a due giorni fa, alla fine di un incontro pubblico, una signora è venuta con una scatoletta di palline omeopatiche (200 CH) chiedendomi "ma anche in queste c'è solo zucchero?" alla mia risposta affermativa è restata perplessa, come a dire "ma questo è sicuro di quello che dice?".
In pratica se già si facesse sapere alla gente che ciò che si acquista sono caramelle, i tre quarti dei clienti dell'omeopatia finalmente capirebbe la sua ingenuità.
Visto che siamo in tema vi segnalo un articolo che ho trovato un paio di giorni fa. Anche la Heel va in "pensione"in USA...
RispondiEliminahttp://sciencebasedpharmacy.wordpress.com/2014/09/26/under-threat-of-class-action-lawsuit-maker-of-homeopathic-medicine-settles-and-exits-north-america/
Grazie per la notizia sulla Heel, non lo sapevo, la aggiungo all'articolo.
RispondiElimina1.) Ottimo articolo.
RispondiElimina2.) Conosco anch'io persone, laureate in medicina, che, tra l'altro, giudico in gamba e simpatiche, ma che si sono dedicate a omeopatia e agopuntura e a altre medicine non convenzionali (MNC) di cui non riesco proprio a comprendere le scelte.
Loro sanno la penso sulle MNC; io so come la pensano; e quando ci vediamo facciamo sempre molta attenzione a non parlare di MNC, perché non voglio comunque perdere la loro amicizia. E forse così è anche per loro.
3.) Ricordo che tantissimi anni or sono - quando ero straordinariamente giovane, e sapevo molto poco di omeopatia, e avevo ancora un approccio agnostico sull'omeopatia - di aver acquistato un libro sull'omeopatia, scritto da un omeopata.
Fu una lettura interessante e illuminante. Era scritto in modo volutamente poco chiaro, ma quello che mi parve di leggervi fra le righe fu l'implicita ammissione - pur seppellita sotto montagne di parole piuttosto oscure - che l'omeopatia fosse in definitiva solo un super placebo.
Tale concetto non mi pare inaccettabile.
Non ritengo infatti che la componente di suggestione del placebo sia standard per ogni forma che può assumere un placebo. Ad esempio, non ritengo implausibile - anche se devo ammettere di non conoscere alcun studio a supporto - ritenere che che una iniezione di "aqua fontis" risulti più "efficace" di una pillola di "mica panis".
Shaula, anche a me é capitato una volta che mi chiedessero se volevo quello omeopatico o quello chimico, quando ho chiarito che preferivo di gran lunga quello chimico, quel famacista non mi ha piú posto la domanda... strano eh?
RispondiEliminaMi domando sempre un po' di cose sull'omeopatia..
RispondiElimina1. quanta acqua viene sprecata per fare tali diluizioni?!!? Facciamo tanto contro gli sprechi di casa, rubinetti con getti rompiacqua e poi..la sprechiamo così?!?!?!
2. ma se son solo granelli di zucchero.. nella produzione di tali granellini..fingeranno di inserirci quel dato principio attivo e cambia solo, quindi, l'ettichetta col nome?! od avranno produzioni differenti!??!?
Si, sono domande un po' cretine ed un po' sul ridere, lo so.. però sarei curiosa ^_^
quanta acqua viene sprecata per fare tali diluizioni?!!?
RispondiEliminaLitri su litri, se funzionasse sarebbero pure benedetti...
ma se son solo granelli di zucchero.. nella produzione di tali granellini..fingeranno di inserirci quel dato principio attivo
Ufficialmente sì, ma tanto anche se non lo facessero nessuno potrebbe scoprirlo...
:)
@ Roberto:
Ci sono tante pubblicazioni scientifiche ma in pochissimi ospedali si usa!!! Perché???
Boh. Forse perché poco conosciuto o poco pratico o perché si ha paura della reazione del paziente alla vista di un rimedio così "particolare".
Se è per questo, uno studio recente ha dimostrato minore incidenza di infezioni nei traumi cutanei "lavati" con acqua di rubinetto rispetto a quelli nei quali si usa il disinfettante. Curioso.
Ma che c'entra con l'omeopatia?
:)
Forse la conoscenza è limitata dal mercato?
RispondiEliminaPossibile, anche se il miele per uso medico è prodotto anche da aziende farmaceutiche (ma ho trovato costi più di un disinfettante comune), evidentemente non sanno vendere.
Saluti.
Secondo me il problema è che fino a quando in università insegneranno che "se è scritto su un libro allora è vero" l'omeopatia e co. avrà vita lunga. Quello che manca è l'insegnamento del metodo scientifico, del "fiuto" per le bufale, del fare ipotesi science-based prima ancora che evidence-based.
RispondiEliminaDei farmacisti non so quanto fidarmi: ultimamente sono diventati dei mercivendoli (basti pensare che si sono messi a fare i "buchi alle orecchie" con una tecnica assolutamente sbagliata) e quindi l'ipotesi che vendano omeopatia sapendo di vendere acqua fresca non è poi così remota (anche perché trovo difficile che credano all'omeopatia dopo una carriera universitaria basata sullo studio della chimica e della farmacologia). Bisognerebbe vedere qual'è il margine di profitto dei farmaci omeopatici rispetto a quelli OTC.
Miele per guarire le ferite infette stafilococco aureus e croniche.
Ipotizzo che si tratti di un miele "speciale" (magari anche costoso) dato che quello che si trova comunemente in commercio può essere contaminato da spore di C.botulinum.
Ipotizzo che si tratti di un miele "speciale" (magari anche costoso) dato che quello che si trova comunemente in commercio può essere contaminato da spore di C.botulinum.
RispondiEliminaIn realtà no, è miele. Magari i metodi di conservazione sono più raffinati, ma in teoria la possibile contaminazione da clostridio dovrebbe essere esclusa anche nel miele del supermercato grazie ai trattamenti che normalmente si fanno per i cibi. Ovviamente il tutto è in condizionale perché è ovvio che possa capitare, ma non è che sia certo.
Il miele e lo zucchero in generale abbassano l'attività dell'acqua (ovvero rendono l'acqua meno disponibile per i batteri, seccandoli), per questo possono essere dei blandi disinfettanti e dei buoni conservanti. Resistono appunto le spore, che non hanno bisogno di un ambiente favorevole, e che germinano quando invece lo trovano.
Molto spesso il primo step per chi esce dall'omeopatia è rifugiarsi nei rimedi fitoterapici, ragionando su un rimedio "naturale" che però dovrebbe, e ripeto dovrebbe contenere un principio in quanto fuori dalla teoria omeopatica.
RispondiEliminaHo notato però che parimenti i rimedi fitoterapici presentano gli ingredienti in Latino, e sono privi di indicazioni terapeutiche etc etc etc ....
Anche in questo caso la questione si ripete. Posto che un rimedio fitoterapico, in linea teorica, potrebbe anche funzionare, visto che non si rifà alla memoria dell'acqua, come capire in farmacia se il rimedio di turno è efficace, visto che il medesimo farmacista vende l'oscillococcinun e magari anche i medico ? Dobbiamo TUTTI leggerci sempre tutta la bibliografia scientifica ?
rimedi fitoterapici, ragionando su un rimedio "naturale" che però dovrebbe, e ripeto dovrebbe contenere un principio in quanto fuori dalla teoria omeopatica.
RispondiEliminaFitoterapia e omeopatia sono due cose completamente diverse, la prima utilizza prodotti vegetali (con tutte le proprietà, benefiche o velenose relative, non sempre le erbe sono "innocue" e quindi è bene usarle solo su consiglio medico), la seconda utilizza prodotti che (oltre la 12CH) non contengono nessun principio attivo, contengono solo zucchero puro (per i granuli, acqua o alcol per i liquidi).
Posto che un rimedio fitoterapico, in linea teorica, potrebbe anche funzionare, visto che non si rifà alla memoria dell'acqua, come capire in farmacia se il rimedio di turno è efficace, visto che il medesimo farmacista vende l'oscillococcinun e magari anche i medico ?
Un prodotto omeopatico, per legge, ha la scritta nella confezione (c'è scritto prodotto omeopatico). Basta inoltre guardare gli ingredienti, se in questi ci sono sostanze con accanto scritte come 4C o 4CH o 4K o 4CK, DH, eccetera, si tratta di prodotti omeopatici. Quando il "numero" è superiore a 12 (nel caso dell'oscillococcinum è 200) in quel prodotto non è contenuto nulla, nessun principio attivo. Nei fitoterapici gli ingredienti invece sono espressi con unità di misura classiche (mg, g, eccetera).
Un altro "trucco" è sapere che nei prodotti omeopatici NON possono essere scritte le indicazioni (non c'è scritto "indicazioni: cefalea", per esempio).
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPiù di una volta, discutendo con praticanti dell'omeopatia, mi sono sentito rispondere "e allora le erbe?!? Credi che non funzionino?!?"
RispondiEliminaNon capisco perché tanti associno omeopatia con fitoterapia. Semplicemente perché entrambe sono "alternative" ai prodotti medicinali delle grandi case farmaceutiche?
Non capisco perché tanti associno omeopatia con fitoterapia.
RispondiEliminaPer semplice ignoranza, tanto che quando spiego cos'è l'omeopatia, in pochi ci "credono", pensano stia raccontando sciocchezze, tanto è incredibile.
perché entrambe sono "alternative" ai prodotti medicinali delle grandi case farmaceutiche?
Beh, le industrie omeopatiche non sono certo piccole officine di campagna, la Boiron è una multinazionale quotata in borsa e piena di soldi, il fatto che li faccia vendendo zucchero è il vero colpo di genio.
:)
In realtà no, è miele. Magari i metodi di conservazione sono più raffinati, ma in teoria la possibile contaminazione da clostridio dovrebbe essere esclusa anche nel miele del supermercato
RispondiEliminaCon "speciale" intendevo filtrato in modo da garantire l'assenza di spore. Testi di microbiologia come il "La Placa" parlano della possibile contaminazione del miele da parte di spore di C.botulinum. Il problema non è ingerirle (tranne forse nei neonati: alcuni autori ipotizzano che alcuni casi di morte in culla siano dovuti a botulismo contratto coll'uso del miele come dolcificante) ma metterle su una ferita, magari gangrenosa e quindi in condizioni di anaerobiosi, il terreno ideale per farle germinare.
Un altro "trucco" è sapere che nei prodotti omeopatici NON possono essere scritte le indicazioni
Eppure giurerei di aver visto prodotti omeopatici con nomi commerciali che richiamano una patologia/indicazione tipo (invento perché non me lo ricordo) cresciben, maldipanch, ecc., tutti contenenti misture di zuccheri omeopaticamente diversi.
È solo una gran furbata. Nessuno può contestare un nome di fantasia. Però quel nome di fantasia con assonanza con il disturbo che dovrebbe curare, è un incentivo alla vendita. Pubblicità.
RispondiEliminaInfatti.
RispondiEliminaUn prodotto che si chiama "influenzinum" non ha un'indicazione, è il cliente che lo associa all'influenza e lo compra. Marketing dei più "grossolani", ma ci caschiamo lo stesso.
:)
Anche il mio farmacista da un mese ha l'oscillocoso in bella vista vicino alle casse.. Ero così contenta di non dover vedere rimedi omeopatici ogni volta che entravo in farmacia.. Evidentemente hanno bisogno di aumentare i profitti e stanno dandoci dentro con il marketing a tappeto.. In meno di un mese hanno quasi finito le scatole in vendita a 34€!!
RispondiEliminaE quando ho detto alla farmacista come le fosse venuto in mente di vendere acqua e zucchero mi ha risposto dicendo che non era vero.. Poi ha sapientemente glissato e sviato la discussione su un altro argomento...
Io però penso che molta gente confonda omeopatia con erboristeria...è indubbio che ci sono erbe che hanno effetti sul corpo fin dal medioevo. Ultimamente tanti stanno usando omeopatia come sinonimo di erboristeria cosa ben diversa che non si basa su memorie dell'acqua o cazzabubbole ma su veri presupposti scientifici.
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