Rassegna di notizie, curiosità e novità mediche e...pseudomediche.
Coerenza
Le Iene, il programma televisivo che ha lanciato il veleno di scorpione (omeopatico) per curare il cancro (che non cura nessuno) e il "metodo Stamina", altra "cura" farlocca, ora si è lanciato nella propaganda di altre bufale mediche, l'ultima è la dieta vegetariana per curare il cancro, non per prevenirlo, badate, proprio per curarlo, con tanto di testimoni. Poi si cerca il video nel loro sito e si scopre (o si conferma) che "pecunia non olet" e davanti ad un bel panino con hamburger da fast food non c'è cancro che tenga, oppure il trucco è proprio nella foglia di lattuga magica che si intravede nella pubblicità.
Coerenza
Le Iene, il programma televisivo che ha lanciato il veleno di scorpione (omeopatico) per curare il cancro (che non cura nessuno) e il "metodo Stamina", altra "cura" farlocca, ora si è lanciato nella propaganda di altre bufale mediche, l'ultima è la dieta vegetariana per curare il cancro, non per prevenirlo, badate, proprio per curarlo, con tanto di testimoni. Poi si cerca il video nel loro sito e si scopre (o si conferma) che "pecunia non olet" e davanti ad un bel panino con hamburger da fast food non c'è cancro che tenga, oppure il trucco è proprio nella foglia di lattuga magica che si intravede nella pubblicità.
Scusi, oggi c'è di guardia Dio?
Credo sappiate che c'è gente (brava gente, per carità) che prima di un intervento chirurgico si affida a Dio o ai santi, c'è pure chi (meno brava gente, orsù) dopo un intervento chirurgico ben riuscito, invece di ringraziare almeno per educazione i chirurghi, ringrazia Dio ed i santi, ché un aiutino lo avranno dato a quella benedetta mano che taglia e cuce nella loro pancia. In rari casi però c'è gente (ancora meno brava, cribbio) che nella sfortuna di soffrire per qualcosa, va in ospedale ed ha la fortuna delle fortune. Come la signora che scrive su Facebook, sofferente di un grave problema al sangue va al pronto soccorso con le piastrine (delle cellule sanguigne che entrano in gioco nei fenomeni della coagulazione) bassissime e si trova davanti EGLI, lui, il primario dei primari. Con tanto di tunica e barba. Mentre la donna sta per morire (sarebbe bastata una "semplice botta"), Dio, che quella sera è di turno (sarà puntuale nel dare il cambio ai colleghi?), somministra cortisone, antiemorragici e le fa pure una trasfusione di piastrine. Perché non essergli grati in questi casi?
Poi la signora resta incinta: non si sa come, ma in qualche modo miracoloso succede, lei neanche se ne rende conto. La storia giunge al capolinea e finisce con la signora che, ora, sta bene ma, ingrata e smemorata di chi aveva incontrato al pronto soccorso, dà tutto il merito della sua guarigione al figlio, unico protagonista della sua storia. Dal racconto della paziente emerge il ruolo fondamentale e decisivo del Creatore, nonostante la donna voglia fare credere il contrario.
Questo naturalmente non è l'unico episodio di guarigione sorprendente da intervento sovrannaturale ed ognuno è libero di ringraziare chi vuole per la sua guarigione, ma questo è un episodio tra i tanti che può fare capire quanto siamo poco attendibili noi umani, il merito (o la colpa) di ciò che ci succede è sempre di chi vogliamo noi, non di chi lo ha veramente.
Sono sempre belle notizie, ma basta che non si chieda una sperimentazione nazionale, perché in Italia di questo passo...
La sindrome dello studio singolo
È un errore di ragionamento fatto in buonafede o per interesse: una ricerca scientifica trae una conclusione più o meno "rivoluzionaria" e qualcuno la traduce in verità assoluta.
Se uno studio nota che l'estratto di un'alga marina distrugge le cellule tumorali, chi produce estratti di alghe marine potrebbe diffondere la notizia come fosse un'incredibile scoperta e come un fatto assodato, quindi comprare quelle alghe marine serve a curare il cancro, minimizzando (spesso appositamente) il fatto che da questa conclusione alla reale applicazione sull'essere umano potrebbero esserci di mezzo decenni o addirittura le stesse conclusioni potrebbero essere smentite o sminuite, è la "sindrome dello studio singolo". Oppure un ciarlatano può usare una ricerca per dimostrare che una sua ipotesi sia ormai "accertata" scientificamente, ma anche un ricercatore stimato potrebbe usare l'eco suscitato da un suo studio per ottenere consensi, finanziamenti o appoggi.
Oltre al fatto che uno studio, per quanto preciso e ben fatto, non è quasi mai "definitivo", chi ha interesse a portare acqua al proprio mulino spesso estrae dalle conclusioni dello studio ciò che gli interessa per farne bottino da usare quando è comodo. Questo tipo di comportamento è frequente anche nei mezzi di comunicazione, se è pubblicato uno studio che trova una correlazione tra una sostanza chimica ed una malattia, questa conclusione spesso non è riportata come "possibile" o "da approfondire" ma come "accertata", definitiva. Così sui giornali si legge di una sostanza che "cura il cancro", di un'altra che "lo causa", di un farmaco "tossico" o di uno che "guarisce la sclerosi multipla". In genere queste notizie non sono che spazzatura, senza nessun valore scientifico.
La cosa più incredibile è che lo stesso errore può colpire istituzioni mediche considerate serie ed attendibili. Forse uno degli esempi più recenti è relativo alla Mayo Clinic, una delle istituzioni mediche statunitensi più importanti al mondo.
In molti infatti si sono sorpresi leggendo una "news" sulle pagine del sito americano: fare la vaccinazione antiinfluenzale in gravidanza protegge il bambino dall'autismo.
Ma è vero?
No. Non è possibile avere nessuna sicurezza siamo ancora nel campo delle ipotesi.
L'idea nasce dal fatto che uno studio notava come i bambini nati da mamme che avevano sofferto di febbre o influenza nel periodo della gestazione, erano più a rischio di sviluppare problemi dello spettro autistico. Conclusione interessante e che è stata confermata da altri studi, ma del tutto preliminare, di valore esclusivamente statistico e che sicuramente non può far concludere che l'influenza in gravidanza possa essere causa di autismo.
Ci sono molti fattori, infatti, che possono influire sulle conclusioni: non sappiamo se la correlazione sia con il virus influenzale o con la febbre o addirittura con i farmaci che si assumono in questi casi, è ancora un dato "debole", sotto tutti i punti di vista.
L'affermazione quindi, anche se in senso stretto corretta, non è "scientificamente" altrettanto attendibile.
Come mai allora la Mayo Clinic (che non ha certo interesse a comportarsi come un qualsiasi ciarlatano) ha fatto un simile (assurdo) scivolone?
Probabilmente per interesse.
Già, perché la maggioranza delle cliniche statunitensi vivono grazie al numero di ricoveri. Il sistema sanitario statunitense è profondamente diverso dal nostro e se da noi un ospedale può lavorare la metà di un altro pur di assicurare assistenza alla popolazione locale, negli USA se non arrivano pazienti chiudi.
Così molti ospedali si inventano operazioni di marketing vere e proprie, spesso aggressive, cercano in tutti i modi di attirare pazienti, sia con il "prestigio" ma anche con vere e proprie campagne pubblicitarie, operazioni di immagine e diffusione virale, non vedo altre ragioni plausibili, perché si tratta davvero di un'operazione di bassa lega.
A questo punto è bene sottolineare il messaggio medico reale, non quello pubblicitario: il vaccino anti influenzale è indicato per i soggetti che, sviluppando influenza sarebbero più a rischio di complicanze, non è un vaccino "per tutti", visto che l'influenza, tranne complicazioni, in un soggetto sano non causa particolari conseguenze. La gravidanza è uno di questi casi, ma vaccinarsi in gravidanza non è certo un modo per evitare un figlio autistico, almeno fino ad oggi.
Alla Mayo Clinic una bella tirata d'orecchie, il loro gesto avventato somiglia moltissimo a quello dei tanti guaritori che le pensano tutte pur di attirare disperati.
Questo naturalmente non è l'unico episodio di guarigione sorprendente da intervento sovrannaturale ed ognuno è libero di ringraziare chi vuole per la sua guarigione, ma questo è un episodio tra i tanti che può fare capire quanto siamo poco attendibili noi umani, il merito (o la colpa) di ciò che ci succede è sempre di chi vogliamo noi, non di chi lo ha veramente.
Sono sempre belle notizie, ma basta che non si chieda una sperimentazione nazionale, perché in Italia di questo passo...
La sindrome dello studio singolo
È un errore di ragionamento fatto in buonafede o per interesse: una ricerca scientifica trae una conclusione più o meno "rivoluzionaria" e qualcuno la traduce in verità assoluta.
Se uno studio nota che l'estratto di un'alga marina distrugge le cellule tumorali, chi produce estratti di alghe marine potrebbe diffondere la notizia come fosse un'incredibile scoperta e come un fatto assodato, quindi comprare quelle alghe marine serve a curare il cancro, minimizzando (spesso appositamente) il fatto che da questa conclusione alla reale applicazione sull'essere umano potrebbero esserci di mezzo decenni o addirittura le stesse conclusioni potrebbero essere smentite o sminuite, è la "sindrome dello studio singolo". Oppure un ciarlatano può usare una ricerca per dimostrare che una sua ipotesi sia ormai "accertata" scientificamente, ma anche un ricercatore stimato potrebbe usare l'eco suscitato da un suo studio per ottenere consensi, finanziamenti o appoggi.
Oltre al fatto che uno studio, per quanto preciso e ben fatto, non è quasi mai "definitivo", chi ha interesse a portare acqua al proprio mulino spesso estrae dalle conclusioni dello studio ciò che gli interessa per farne bottino da usare quando è comodo. Questo tipo di comportamento è frequente anche nei mezzi di comunicazione, se è pubblicato uno studio che trova una correlazione tra una sostanza chimica ed una malattia, questa conclusione spesso non è riportata come "possibile" o "da approfondire" ma come "accertata", definitiva. Così sui giornali si legge di una sostanza che "cura il cancro", di un'altra che "lo causa", di un farmaco "tossico" o di uno che "guarisce la sclerosi multipla". In genere queste notizie non sono che spazzatura, senza nessun valore scientifico.
La cosa più incredibile è che lo stesso errore può colpire istituzioni mediche considerate serie ed attendibili. Forse uno degli esempi più recenti è relativo alla Mayo Clinic, una delle istituzioni mediche statunitensi più importanti al mondo.
In molti infatti si sono sorpresi leggendo una "news" sulle pagine del sito americano: fare la vaccinazione antiinfluenzale in gravidanza protegge il bambino dall'autismo.
Ma è vero?
No. Non è possibile avere nessuna sicurezza siamo ancora nel campo delle ipotesi.
L'idea nasce dal fatto che uno studio notava come i bambini nati da mamme che avevano sofferto di febbre o influenza nel periodo della gestazione, erano più a rischio di sviluppare problemi dello spettro autistico. Conclusione interessante e che è stata confermata da altri studi, ma del tutto preliminare, di valore esclusivamente statistico e che sicuramente non può far concludere che l'influenza in gravidanza possa essere causa di autismo.
Ci sono molti fattori, infatti, che possono influire sulle conclusioni: non sappiamo se la correlazione sia con il virus influenzale o con la febbre o addirittura con i farmaci che si assumono in questi casi, è ancora un dato "debole", sotto tutti i punti di vista.
L'affermazione quindi, anche se in senso stretto corretta, non è "scientificamente" altrettanto attendibile.
Come mai allora la Mayo Clinic (che non ha certo interesse a comportarsi come un qualsiasi ciarlatano) ha fatto un simile (assurdo) scivolone?
Probabilmente per interesse.
Già, perché la maggioranza delle cliniche statunitensi vivono grazie al numero di ricoveri. Il sistema sanitario statunitense è profondamente diverso dal nostro e se da noi un ospedale può lavorare la metà di un altro pur di assicurare assistenza alla popolazione locale, negli USA se non arrivano pazienti chiudi.
Così molti ospedali si inventano operazioni di marketing vere e proprie, spesso aggressive, cercano in tutti i modi di attirare pazienti, sia con il "prestigio" ma anche con vere e proprie campagne pubblicitarie, operazioni di immagine e diffusione virale, non vedo altre ragioni plausibili, perché si tratta davvero di un'operazione di bassa lega.
A questo punto è bene sottolineare il messaggio medico reale, non quello pubblicitario: il vaccino anti influenzale è indicato per i soggetti che, sviluppando influenza sarebbero più a rischio di complicanze, non è un vaccino "per tutti", visto che l'influenza, tranne complicazioni, in un soggetto sano non causa particolari conseguenze. La gravidanza è uno di questi casi, ma vaccinarsi in gravidanza non è certo un modo per evitare un figlio autistico, almeno fino ad oggi.
Alla Mayo Clinic una bella tirata d'orecchie, il loro gesto avventato somiglia moltissimo a quello dei tanti guaritori che le pensano tutte pur di attirare disperati.
Il congresso cinese
Solo un aggiornamento sulla prestigiosa carriera del prof. Massimo Della Serietà, che dopo aver raggiunto le vette della ricerca scientifica ed essere candidato al premio Nobel (cit.) (buttata lì, tanto chi vuoi che vada a controllare), si sta ritirando a vita privata. Questo però non impedisce al prestigioso comitato scientifico del congresso mondiale di oncologia che si svolge in Cina di invitarlo insistentemente. Per esporre le sue ultime ricerche.
Ho già ricevuto due ulteriori mail di invito, ormai nemmeno le leggo...
I genitori sono i medici migliori
Perché spesso si dice che l'opinione di un genitore è molto importante per giudicare l'efficacia di una cura o di un'ipotesi diagnostica? Perché mamma e papà stanno molto più accanto al loro figlio di qualsiasi medico, perché guardano, ascoltano, seguono. Questo è vero, ma è vero anche che un genitore è molto condizionato da giudizi personali, è coinvolto emotivamente e psicologicamente, è molto meglio essere "neutri" in un giudizio o quando si prende una decisione delicata, i genitori possono aiutare nella diagnosi, ma non sono certo i soggetti più adatti per "giudicare" (in senso diagnostico) argomenti che non conoscono bene.
Non si spiegherebbero altrimenti le guarigioni miracolose con i granuli di zucchero dell'omeopatia, che funzionano su tanti bambini ma al momento del controllo "statistico" non funzionano su nessuno (perché il controllo smentisce l'opinione di molti genitori?) o l'incredibile efficacia di pseudocure come "Stamina" che per i genitori funzionavano ma per gli strumenti (freddi e neutri) e per i medici (consulenti "esterni") no.
Un genitore difficilmente può giudicare con freddezza, a volte "ingigantisce" qualsiasi piccolo miglioramento (anche insignificante dal punto di vista medico) e soprattutto può essere condizionato da comportamenti, anche inconsci, che cambiano del tutto la realtà. Forse sembra difficile da credere, ma qualsiasi medico, meglio ancora un pediatra, ha sperimentato esperienze del genere.
A questo proposito può essere interessante leggere un aneddoto apparso su Lancet, in risposta ad un articolo scientifico che sosteneva come l'opinione dei genitori a proposito della tonsillectomia (intervento chirurgico che consiste nell'asportazione delle tonsille) fosse molto importante se non decisivo, smentendo ciò che ho scritto prima. Un medico, in risposta all'articolo, racconta un simpatico aneddoto che merita di essere letto.
Eccone la traduzione:
"Fried (Lancet, 9 settembre, p 714 ) suggerisce che le informazioni fornite da un genitore sull'esito positivo di una tonsillectomia su un membro della famiglia devono contribuire alla decisione di intraprendere questa procedura in un altro bambino. Sono fortemente in disaccordo. I genitori vogliono la tonsillectomia. Nelle loro menti l' operazione funziona sempre, risolvendo una miriade di difficoltà. A questo proposito racconto il seguente aneddoto. Nel corso di una visita clinica di routine, ho notato che un bambino di 6 anni aveva avuto una tonsillectomia un anno fa. La madre dichiarava che aveva avuto frequenti mal di gola con conseguenti problemi della crescita. Ha aggiunto, con disprezzo, che un pediatra (che poi scoprìi essere il sottoscritto) aveva inizialmente negato l'operazione. Tuttavia lei insistette e alla fine ottenne l'intervento da un altro pediatra. Dopo l'intervento chirurgico, il bambino non ebbe più mal di gola e la sua crescita fu spettacolare. Controllando i suoi dati feci notare alla madre che il figlio fu visitato ancora per il mal di gola e che le sue tabelle mostravano che il suo tasso di crescita era esattamente lo stesso, prima e dopo la tonsillectomia. Lei mi guardò con rabbia lasciando la clinica con il figlio, senza aggiungere altro.
Chester M Edelmann
Albert Einstein College of Medicine, Yeshiva University, Jack e Pearl Resnick Campus, Bronx, NY 10461, USA"
Tutti a pranzo, oggi placenta!
Sembra una follia (e forse lo è), ma non è qualcosa di inedito.
La placentofagia è una caratteristica comune a molti animali che, per istinto, subito dopo aver partorito mangiano la propria placenta (quella struttura che svolge un ruolo di "scambio" tra madre e figlio in epoca di gravidanza e che è espulsa subito dopo il parto). Il motivo di questo comportamento è presto detto: l'obbligo di un prolungato periodo di fermo (quello necessario a partorire) induce nell'animale un vero e proprio stato di denutrizione e disidratazione, che può essere molto pericoloso. Proprio per questo l'evoluzione ha portato gli animali a recuperare "energie" nutrendosi del primo alimento a portata di mano dopo il parto, ricco di liquidi, proteine e sali minerali: la placenta.
Gli animali, appunto, perché gli esseri umani, seppur animali, hanno altri mezzi per sopperire alla stanchezza ed agli sforzi del parto e soprattutto in quel momento possono quasi sempre contare sull'assistenza della propria famiglia (l'uomo è un animale sociale) che procura il necessario per ripristinare il normale stato nutrizionale. Mangiare la placenta quindi, per un essere umano, non ha nessun significato fisiologico, ma al limite "simbolico", rituale.
Esistono però esseri umani che per questi motivi, soprattutto religiosi ed ideologici, mangiano la propria placenta e questa "strana" mania è tornata in voga in queste settimane perché una donna che aveva partorito (a quanto pare una signorina del mondo dello spettacolo) si è fatta ritrarre mentre beveva un frullato della sua placenta. Io con le placente in un certo senso "ci lavoro" (no, non come cuoco, ma come medico) ed ammetto che il suo aspetto non invita certo a grandi abbuffate. L'abitudine, che può fare storcere il naso a tante persone, è potenzialmente pericolosa (si tratta pur sempre di sostanze biologiche, che possono essere infette) ma oltre ad un naturale disgusto si può dire che un comportamento del genere non porta praticamente nessun beneficio (tanto che per qualcuno è un segno di disturbo mentale). Chi ha ribrezzo quindi dimentichi in fretta questa particolare abitudine, ma chi invece sogna di sbafare placente a volontà, sappia che esiste anche il libro delle ricette, ben 25 maniere ricche e gustose di cucinare la placenta. Che poi, a pensarci bene, nella vita non si sa mai, potrei aprire un ristorante..sareste miei ospiti?
Bicarbonato e ciarlataneria.
Alla prossima.
Solo un aggiornamento sulla prestigiosa carriera del prof. Massimo Della Serietà, che dopo aver raggiunto le vette della ricerca scientifica ed essere candidato al premio Nobel (cit.) (buttata lì, tanto chi vuoi che vada a controllare), si sta ritirando a vita privata. Questo però non impedisce al prestigioso comitato scientifico del congresso mondiale di oncologia che si svolge in Cina di invitarlo insistentemente. Per esporre le sue ultime ricerche.
Dopo lo studio sul cetriolo e sul "metodo Sbudella", il prof. Della Serietà continua ad essere ospite gradito al congresso mondiale di oncologia, ma ormai ha mire più elevate. |
Ho già ricevuto due ulteriori mail di invito, ormai nemmeno le leggo...
I genitori sono i medici migliori
Perché spesso si dice che l'opinione di un genitore è molto importante per giudicare l'efficacia di una cura o di un'ipotesi diagnostica? Perché mamma e papà stanno molto più accanto al loro figlio di qualsiasi medico, perché guardano, ascoltano, seguono. Questo è vero, ma è vero anche che un genitore è molto condizionato da giudizi personali, è coinvolto emotivamente e psicologicamente, è molto meglio essere "neutri" in un giudizio o quando si prende una decisione delicata, i genitori possono aiutare nella diagnosi, ma non sono certo i soggetti più adatti per "giudicare" (in senso diagnostico) argomenti che non conoscono bene.
Non si spiegherebbero altrimenti le guarigioni miracolose con i granuli di zucchero dell'omeopatia, che funzionano su tanti bambini ma al momento del controllo "statistico" non funzionano su nessuno (perché il controllo smentisce l'opinione di molti genitori?) o l'incredibile efficacia di pseudocure come "Stamina" che per i genitori funzionavano ma per gli strumenti (freddi e neutri) e per i medici (consulenti "esterni") no.
Un genitore difficilmente può giudicare con freddezza, a volte "ingigantisce" qualsiasi piccolo miglioramento (anche insignificante dal punto di vista medico) e soprattutto può essere condizionato da comportamenti, anche inconsci, che cambiano del tutto la realtà. Forse sembra difficile da credere, ma qualsiasi medico, meglio ancora un pediatra, ha sperimentato esperienze del genere.
A questo proposito può essere interessante leggere un aneddoto apparso su Lancet, in risposta ad un articolo scientifico che sosteneva come l'opinione dei genitori a proposito della tonsillectomia (intervento chirurgico che consiste nell'asportazione delle tonsille) fosse molto importante se non decisivo, smentendo ciò che ho scritto prima. Un medico, in risposta all'articolo, racconta un simpatico aneddoto che merita di essere letto.
Eccone la traduzione:
"Fried (Lancet, 9 settembre, p 714 ) suggerisce che le informazioni fornite da un genitore sull'esito positivo di una tonsillectomia su un membro della famiglia devono contribuire alla decisione di intraprendere questa procedura in un altro bambino. Sono fortemente in disaccordo. I genitori vogliono la tonsillectomia. Nelle loro menti l' operazione funziona sempre, risolvendo una miriade di difficoltà. A questo proposito racconto il seguente aneddoto. Nel corso di una visita clinica di routine, ho notato che un bambino di 6 anni aveva avuto una tonsillectomia un anno fa. La madre dichiarava che aveva avuto frequenti mal di gola con conseguenti problemi della crescita. Ha aggiunto, con disprezzo, che un pediatra (che poi scoprìi essere il sottoscritto) aveva inizialmente negato l'operazione. Tuttavia lei insistette e alla fine ottenne l'intervento da un altro pediatra. Dopo l'intervento chirurgico, il bambino non ebbe più mal di gola e la sua crescita fu spettacolare. Controllando i suoi dati feci notare alla madre che il figlio fu visitato ancora per il mal di gola e che le sue tabelle mostravano che il suo tasso di crescita era esattamente lo stesso, prima e dopo la tonsillectomia. Lei mi guardò con rabbia lasciando la clinica con il figlio, senza aggiungere altro.
Chester M Edelmann
Albert Einstein College of Medicine, Yeshiva University, Jack e Pearl Resnick Campus, Bronx, NY 10461, USA"
Tutti a pranzo, oggi placenta!
Sembra una follia (e forse lo è), ma non è qualcosa di inedito.
La placentofagia è una caratteristica comune a molti animali che, per istinto, subito dopo aver partorito mangiano la propria placenta (quella struttura che svolge un ruolo di "scambio" tra madre e figlio in epoca di gravidanza e che è espulsa subito dopo il parto). Il motivo di questo comportamento è presto detto: l'obbligo di un prolungato periodo di fermo (quello necessario a partorire) induce nell'animale un vero e proprio stato di denutrizione e disidratazione, che può essere molto pericoloso. Proprio per questo l'evoluzione ha portato gli animali a recuperare "energie" nutrendosi del primo alimento a portata di mano dopo il parto, ricco di liquidi, proteine e sali minerali: la placenta.
Gli animali, appunto, perché gli esseri umani, seppur animali, hanno altri mezzi per sopperire alla stanchezza ed agli sforzi del parto e soprattutto in quel momento possono quasi sempre contare sull'assistenza della propria famiglia (l'uomo è un animale sociale) che procura il necessario per ripristinare il normale stato nutrizionale. Mangiare la placenta quindi, per un essere umano, non ha nessun significato fisiologico, ma al limite "simbolico", rituale.
Esistono però esseri umani che per questi motivi, soprattutto religiosi ed ideologici, mangiano la propria placenta e questa "strana" mania è tornata in voga in queste settimane perché una donna che aveva partorito (a quanto pare una signorina del mondo dello spettacolo) si è fatta ritrarre mentre beveva un frullato della sua placenta. Io con le placente in un certo senso "ci lavoro" (no, non come cuoco, ma come medico) ed ammetto che il suo aspetto non invita certo a grandi abbuffate. L'abitudine, che può fare storcere il naso a tante persone, è potenzialmente pericolosa (si tratta pur sempre di sostanze biologiche, che possono essere infette) ma oltre ad un naturale disgusto si può dire che un comportamento del genere non porta praticamente nessun beneficio (tanto che per qualcuno è un segno di disturbo mentale). Chi ha ribrezzo quindi dimentichi in fretta questa particolare abitudine, ma chi invece sogna di sbafare placente a volontà, sappia che esiste anche il libro delle ricette, ben 25 maniere ricche e gustose di cucinare la placenta. Che poi, a pensarci bene, nella vita non si sa mai, potrei aprire un ristorante..sareste miei ospiti?
Bicarbonato e ciarlataneria.
Il tristemente noto guaritore italiano Tullio Simoncini, ha programmato un "tour" in Svezia per parlare e prescrivere la sua folle pseudoterapia a base di bicarbonato di sodio.
Pubblicizzata
da siti e riviste alternative, la notizia è arrivata alle autorità ed
alla stampa e per questo motivo diversi giornalisti svedesi hanno
cercato informazioni su quello "strano" medico italiano che faceva inusuali
"tour" nazionali.
Così
hanno scoperto che si trattava di un ex medico, che proponeva cure truffaldine e pericolose e che aveva sul suo groppone diverse condanne e
sanzioni, cosa che ha allarmato la stampa nazionale.
È per questo che la radio nazionale svedese ha organizzato un'inchiesta sulla vicenda, contattando diversi medici, famiglie coinvolte nelle cure con Simoncini e lo stesso pseudomedico.
Qualche
settimana fa anche io sono stato intervistato da Sverige Radio (radio
nazionale svedese) sul caso Simoncini. Ero particolarmente preoccupato
per una mia intervista in inglese parlato da svedesi ma fortunatamente è
intervenuto il giornalista Ilario D'Amato a darmi una mano,
fondamentale.
La giornalista ha intervistato un oncologo, diversi medici,
ricercatori del Karolinska Institute (prestigioso istituto di ricerca
svedese), un giornalista svedese, la mamma di una vittima olandese di
Simoncini ed il sottoscritto.
Poi all'interno della trasmissione chiamano Simoncini in persona per
prenotare una visita e qui si scopre che il guaritore è a Roma e riceve
per le visite, proponendo un ricovero in una clinica italiana o in
Albania (a Tirana) o a Belgrado "dove preferisce", dice l'ex medico.
Insomma, Simoncini insiste ed è questa la cosa che mi colpisce di più: la determinazione di questa persona.
Nonostante tre condanne (una per omicidio colposo, due per truffa) penali, due condanne dell'AGCOM, varie indagini a suo carico delle quali due in corso, lui continua imperterrito. Credo che una persona "normale" si fermerebbe, rifletterebbe su ciò che sta facendo, sulle conseguenze delle sue azioni, su ciò che può comportare il suo (evidente) essere fuori da ogni regola civile e medica (e giuridica), una persona "ragionevole" probabilmente si ridimensionerebbe, invece Simoncini no. Non si ferma, continua, propone ricoveri, ha cliniche compiacenti, riceve a Roma.
Nonostante tre condanne (una per omicidio colposo, due per truffa) penali, due condanne dell'AGCOM, varie indagini a suo carico delle quali due in corso, lui continua imperterrito. Credo che una persona "normale" si fermerebbe, rifletterebbe su ciò che sta facendo, sulle conseguenze delle sue azioni, su ciò che può comportare il suo (evidente) essere fuori da ogni regola civile e medica (e giuridica), una persona "ragionevole" probabilmente si ridimensionerebbe, invece Simoncini no. Non si ferma, continua, propone ricoveri, ha cliniche compiacenti, riceve a Roma.
Nessun
pentimento, nessun rimorso, nessun passo indietro.
Questo faccia riflettere quelli che degnano Simoncini di credibilità e
quelli che pensano che questa gente sia capace di "ripensamenti".
Metto il link solo per curiosità (trasmissione in lingua svedese,
praticamente incomprensibile, la mia voce si sente al minuto 33,30),
dopo questa trasmissione il "tour" svedese di Simoncini è stato annullato dalle autorità.
Per quanto riguarda la vicenda di Luca Olivotto, il ragazzo italiano deceduto in Albania dopo essersi sottoposto alle pseudocure con il bicarbonato dell'ex medico romano, Simoncini è imputato in Albania (per condotta medica colposa, art. 96 cod. penale albanese) con un altro medico (che non si capisce a che titolo esercitasse in Albania), mentre in Italia sono in corso le indagini che si avviano alla conclusione.
Per quanto riguarda la vicenda di Luca Olivotto, il ragazzo italiano deceduto in Albania dopo essersi sottoposto alle pseudocure con il bicarbonato dell'ex medico romano, Simoncini è imputato in Albania (per condotta medica colposa, art. 96 cod. penale albanese) con un altro medico (che non si capisce a che titolo esercitasse in Albania), mentre in Italia sono in corso le indagini che si avviano alla conclusione.
Qui il link alla trasmissione (solo per cronaca, la lingua svedese è incomprensibile per chi non la conosce).