Ho trovato un metodo eccezionale per curare la peggiore malattia del nostro secolo, il caffè uccide le cellule del cancro, l'ho visto con i miei occhi al microscopio e lo dicono anche gli studi.
Potrebbe essere un articolo firmato dall'ormai mitico (e lanciato verso nuove e prestigiose avventure) prof. Massimo Della Serietà, ma visto che l'argomento è serio, parlerò seriamente.
Partiamo dall'inizio.
La cellula è un complesso insieme di strutture che compone tutto il nostro corpo, dalla punta dei capelli fino al tallone, siamo semplicemente un enorme "puzzle" di cellule che formano organi, li ricoprono, producono sostanze, ormoni, trasmettono impulsi nervosi, elettricità, scambiano informazioni ed altro ancora. Tutto questo avviene grazie a strutture ancora più piccole, quelle che permettono alle cellula di funzionare: piccole formazioni che sono dentro alla cellula, altre che stanno all'esterno, organuli come i mitocondri, strutture come i recettori.
Come qualsiasi unità vivente, la cellula ha un ciclo di vita, nasce, si riproduce e muore ed ogni cellula lo fa ad una velocità diversa, con scopi diversi, in modo diverso, dipende dal suo ruolo ed ogni fase della sua vita è regolata in maniera precisa, perfetta.
Sono i geni che dicono alla cellula cosa deve fare e quando deve finire il suo ciclo vitale, le dicono pure di stare attenta a non "invadere" il terreno delle altre cellule, pensate: quando una cellula ne tocca un'altra, sa che non deve più crescere (si chiama "inibizione da contatto") o intralcerebbe pericolosamente il lavoro ed il compito della cellula vicina. Come nei compiti anche nell'aspetto le cellule si assomigliano, ma ogni cellula appartiene ad una famiglia, così le cellule del sistema nervoso si somiglieranno ma avranno un aspetto molto diverso di quelle della cute, le cellule del pancreas saranno molto simili anche nella caratteristica di produrre certe sostanze, ma profondamente diverse dalle cellule del sangue, che quelle sostanze non devono produrle, non è il loro compito.
Cellule normali. Notare come si "affianchino" una con l'altra in modo perfetto. |
Sono i geni che dicono alla cellula cosa deve fare e quando deve finire il suo ciclo vitale, le dicono pure di stare attenta a non "invadere" il terreno delle altre cellule, pensate: quando una cellula ne tocca un'altra, sa che non deve più crescere (si chiama "inibizione da contatto") o intralcerebbe pericolosamente il lavoro ed il compito della cellula vicina. Come nei compiti anche nell'aspetto le cellule si assomigliano, ma ogni cellula appartiene ad una famiglia, così le cellule del sistema nervoso si somiglieranno ma avranno un aspetto molto diverso di quelle della cute, le cellule del pancreas saranno molto simili anche nella caratteristica di produrre certe sostanze, ma profondamente diverse dalle cellule del sangue, che quelle sostanze non devono produrle, non è il loro compito.
Noi esseri umani siamo davvero un miracolo di perfezione: riflettendoci è già è incredibile la possibilità di comandare un arto o un movimento con "la sola forza del pensiero", ma è del tutto fantastico ciò che accade all'infuori della nostra volontà, la respirazione, il battito cardiaco, la circolazione del sangue, siamo una "macchina" che nessun genio al mondo potrebbe riprodurre.
Ma le cose non vanno sempre bene.
Ma le cose non vanno sempre bene.
E' proprio perché siamo frutto di migliaia di anni di evoluzione e di miglioramenti (in fondo siamo il meglio del meglio esistente al mondo) che ogni tanto qualche meccanismo si inceppa e non funziona come dovrebbe.
La cellula, che normalmente sa benissimo cosa deve fare, lo dimentica, i suoi meccanismi si inceppano e non seguono le regole che dovrebbero, invece di morire, quando opportuno, continua a vivere, invece di fermarsi alla presenza di altre cellule vicine continua a crescere una sull'altra, una sorta di "voracità" incontrollata ed incontrollabile, questo perché i geni che regolano le loro funzioni diventano (o sono sempre stati) difettosi, sono danneggiati, perdono le loro proprietà. Le cellule anormali travolgono l'architettura di un organo, ne trasformano la forma, la funzione, invadono gli organi vicini, letteralmente "impazziscono", diventano cellule tumorali.
Tumore della pelle. Notare la crescita "disordinata" delle cellule. |
In una sorta di "ribellione" alle leggi della fisiologia, la cellula del cancro non ha più alcuna regola, vive in maniera anarchica ed egoista, si riproduce velocemente senza tenere conto di chi ha vicino, copre e distrugge le "sorelle" normali, non muore, distrugge l'organismo che fino a quel momento ha aiutato a vivere e trasforma il suo scopo di vita altruistico (lavorare in sintonia con le altre cellule per far vivere l'organismo a cui appartiene) in uno scopo egoistico (lavorare per il suo esclusivo interesse danneggiando tutto ciò che la circonda).
E' talmente incredibile la follia della cellula tumorale che è possibile vederla. Al microscopio le cellule tumorali sono diverse, anche profondamente, da quelle normali, reagiscono diversamente, si colorano in modo diverso, a livello "macroscopico" (cioè visibile ad occhio nudo) rendono l'organo colpito irriconoscibile, lo trasformano, lo distruggono (la parola cancro deriva dall'aspetto di certe lesioni tumorali che ricorda le zampe del granchio).
Differenze al microscopio tra cellule normali e tumorali: A) Prostata B) Rene C) Pancreas D) Cervello. Notare le differenze di forma, "ordine", colore. |
Per questi motivi (e per altri ancora) fermare il cancro non è facile, le cellule tumorali non sono estranee e non vivono all'esterno del corpo, sono parte di noi, vivono grazie a noi e la loro tipica invasione (che può essere localizzata o a distanza) non sempre permette una rimozione della malattia. Il fatto di riuscire ad invadere organi vitali, vasi sanguigni e linfatici, può rendere impossibile estirpare alla radice il male e quando non è possibile farlo (con la chirurgia ad esempio) l'unico tentativo possibile è utilizzare farmaci, sostanze velenose che distruggano quante più cellule tumorali possibili. Per questo motivo le terapie per il cancro sono molto aggressive, spesso ricche di effetti collaterali, il cancro non è un gioco né un'influenza e necessita di maniere forti per essere vinto. Ma perché allora ogni tanto si legge di sostanze apparentemente "banali" con la capacità di uccidere le cellule tumorali? Perché la maggioranza delle medicine alternative che proclamano di poter guarire da vari tumori, sono evidenti bufale?
Se chiedessi come si può uccidere un essere vivente, è chiaro, le risposte sarebbero le più varie: sparandogli, avvelenandolo, colpendolo con un corpo contundente ed in decine di altri modi.
Ma come si uccide una cellula tumorale?
Bella domanda...una cellula è un'unita vivente e può essere uccisa utilizzando gli stessi mezzi che si utilizzerebbero per uccidere un uomo: un esplosivo la farebbe saltare in aria, il fuoco la brucerebbe, una sostanza velenosa la eliminerebbe per sempre.
Ma allora perché non uccidere la cellula tumorale con una pistola? Oppure con un litro di benzina o con del cianuro?
Semplicemente perché per uccidere lei dovremmo uccidere l'organismo che la ospita.
Serve allora qualcosa che, uccidendo la cellula "malata", non uccida l'intero organismo ma è chiaro che per fare questo non possiamo usare un mezzo troppo potente ma nemmeno un inutile mezzo troppo "debole", serve una via di mezzo, qualcosa di molto potente ma non tanto da uccidere un uomo. Ecco che nascono i chemioterapici: talmente potenti e tossici per la cellula, ma non sufficientemente tossici da uccidere un uomo.
Così la medicina si serve di diverse armi (che dipendono dal tipo di tumore, dalla sua estensione, grandezza, localizzazione, eccetera). La chirurgia tende a rimuovere la "massa" tumorale, la chemioterapia prova a fare "piazza pulita" di ciò che resta e quando non si può operare è possibile utilizzare la chemioterapia o la radioterapia per arrivare dove non arriva la mano dell'uomo. Quando serve si possono utilizzare sostanze antiormonali, anticorpi, immunostimolanti, varie forme di energia (come il calore) ed altro.
L'estrema difficoltà nel distruggere tutte (e solo) le cellule del tumore può fare comprendere perché sia così difficile (quando non impossibile) sconfiggere questa malattia, ma nonostante tutto i passi avanti, gli effetti positivi ed i successi della medicina, sono eloquenti.
Sicuramente un giorno troveremo di meglio, ma noi abbiamo già "di meglio" rispetto ai nostri avi di pochi anni fa, i passi avanti ci sono e sono evidenti e se analizziamo i tumori che non hanno altra cura che quella chemioterapica (quelli del sangue, ad esempio, che non si possono certo operare) persino la tanto bistrattata chemioterapia ha dimostrato di funzionare più che egregiamente.
Si deve migliorare, è chiaro e probabilmente i nostri discendenti guarderanno alla nostra epoca come ad un'era di preistoria della medicina, ma oggi, rispetto a poche decine di anni fa, di cancro si guarisce e non è una cosa così scontata, per niente.
Nonostante questa realtà, periodicamente sembra che escano fuori incredibili risultati su una o l'altra sostanza che "uccida" le cellule tumorali, con il consueto corollario di commenti stupefatti su una o l'altra molecola usate dal ciarlatano di turno che finalmente avrebbe avuto la "rivincita" sulla medicina o avrebbe previsto il futuro con le sue scoperte. Succede anche con la medicina "seria", non sono rari i titoli di giornali che parlano di "nuova molecola contro il cancro", ma non è sempre una notizia veritiera.
Praticamente tutte le sostanze "velenose" per l'uomo, distruggono le
cellule tumorali così come tutto ciò che ha un'azione dannosa in
generale: se "fanno male" all'organismo intero, qualche azione dannosa da qualche parte ci sarà. Ma questo risultato si puo ottenere anche con sostanze apparentemente innocue, il limone uccide le cellule cancerose in provetta, così come il bergamotto (un altro agrume) o il pompelmo, ma anche la propoli (un prodotto di lavorazione delle api), il pomodoro o certi tipi di fungo velenoso. Varie piante come un tipo di senna, il peperoncino, l'orchidea ed una specie di alloro, persino il caffè di cui ho parlato all'inizio.
Non sto ad elencare le prove che consentono di stabilire come la fiamma ossidrica o l'acido cloridrico possano distruggere completamente le cellule tumorali. Se poi usassimo un'esplosione nucleare il risultato sarebbe evidente e totale, piazza pulita.
Ma allora, perché non usiamo queste possibilità contro i tumori?
Perché non facciamo mordere un malato di tumore da un serpente velenoso, visto che il veleno di serpente uccide le cellule tumorali?
Perché noi esseri umani siamo complicati, diversi da quelli che percepiamo di essere. Il nostro organismo assimila, cambia, metabolizza, estrae, espelle queste sostanze, in una marea di meccanismi e trasformazioni che possono comportare una fortissima differenza tra la sostanza che "entra" nel corpo e quella che "arriva" dove desideriamo e spesso ciò che "arriva" sull'organo che ci interessa non ha più nulla a che vedere con la sostanza di partenza. La molecola iniziale, inoltre, può essere troppo tossica per il corpo umano o, trasformata, perdere del tutto le sue proprietà "benefiche".
L'entità di un'azione "sperimentale" (in provetta) e "clinica" (sul malato) di una sostanza, può essere quindi completamente diversa, quando non opposta a quella osservata inizialmente.
Per questo motivo gli studi "in vitro" (in provetta), hanno un'utilità limitata, servono a controllare gli effetti della sostanza studiata, ad analizzarne il comportamento, a confermare o meno un'ipotesi, sono solo il primo passo: se una sostanza mostra attività antitumorale in provetta, il passo successivo potrebbe essere quello di comprenderne i motivi e di sfruttarli nell'uomo, di trovare altre sostanze simili ma più funzionanti o meno tossiche, di estrarre un principio attivo o uno che all'interno dell'organismo non si trasformi vanificando gli effetti benefici, di capirne il meccanismo e trasferirlo in altri esperimenti, insomma, un risultato in provetta non sarà quasi mai identico a quello che si otterrebbe somministrando la stessa sostanza "in vivo" (quindi all'organismo vivente) ma è una prima ipotesi, una tessera del grande puzzle.
Altre volte si può procedere con un secondo passo, osservando ciò che provoca la sostanza che ha mostrato effetti benefici in provetta sulle cavie animali (quindi su un organismo vivo, più simile all'uomo di un gruppo di cellule in provetta), notarne la tossicità, gli effetti collaterali e poi, se confermato un vantaggio terapeutico, provare a trasferirlo nell'uomo e così si spiega anche l'enorme fatica ed il tempo necessario per trasformare un'ipotesi in esperimento e questo in cura, quando tutto va bene. Se tutti questi passaggi (che durano anni, anche decenni) confermano le proprietà in provetta, si può arrivare anche all'uso clinico, come è successo per alcuni chemioterapici che derivano direttamente da piante che diedero nei lontani anni '70 alcuni risultati positivi "in vitro" o per altri che derivano da batteri e che hanno subìto lo stesso percorso sperimentale. Insomma quando una molecola "funziona", prima di parlare di "cura per l'uomo" bisogna controllare se questa molecola cura il cancro che colpisce la nostra specie (e capire quale cancro potrebbe curare), non se uccide le cellule neoplastiche, sono due concetti (basilari) totalmente differenti.
Impariamo allora questo concetto:
Questo significa che ogni volta che si legge "scoperta nuova molecola anticancro", non si può cantare vittoria né si deve pensare che quella molecola sia per forza utile all'uomo. Bisogna leggere lo studio, comprenderlo, attenersi ai suoi scopi ed ai suoi limiti. Lo studio può essere anche del tutto inutile come esperienza singola ma rappresentare un passo importante nella costruzione di una teoria, può servire a chi l'esperimento lo ripeterà o a chi da quell'esperienza ne trarrà altre idee o può dimostrare come una sostanza apparentemente promettente, in realtà non riesca a danneggiare le cellule tumorali neanche in vitro (figuriamoci "in vivo"). Questo è il cammino del metodo scientifico.
L'operazione di "cultura scientifica" e "buon senso" utile a comprendere il valore di uno studio non è per tutti. Spesso i giornalisti cercano il titolo ad effetto, altre volte sono solo ignoranti e non capiscono ciò che stanno descrivendo, altre volte ancora sfruttano l'argomento per appoggiare una o l'altra cura alternativa. Una notizia interessante, un'ipotesi utile, è resa spazzatura, disprezzata e svalutata perché diventa (per ignoranza o malafede) una prova a favore di una tra le tante false cure che si trovano su internet. Ma a volta è l'incapacità comunicativa degli studiosi a far stravolgere il significato di una novità scientifica.
Un esempio (recente, ma ne esistono decine) di come interpretare male una notizia scientifica trasformandola in una di cronaca rosa è quella relativa alla scoperta ("naturalmente" segreta e censurata secondo qualcuno) di una nuova molecola anticancro da parte di "ricercatori precari" italiani.
La scoperta, anche questa volta, è relativa ad una molecola (il maltolo, presente per esempio nel malto) che, sempre "in vitro" (con prove anche su cavie animali), riesce a bloccare le cellule cancerose. I ricercatori, italiani e non precari, sono stati inondati di messaggi e mail stupite ed hanno dovuto chiarire anche nella loro pagina professionale come stanno realmente le cose, ovvero che la loro scoperta è solo il primo passo del lungo cammino della scienza. Ah! La notizia è talmente segreta da essere stata pubblicata pure sui giornali, su internet e, cosa più importante, in riviste scientifiche, alla faccia della segretezza e della notizia "censurata".
Anche qui, oltre alla bufala della censura, brucare un "campo di malto" purtroppo non salverà nessuno dal tumore.
Ricordate quindi che, se è vero che una tanica di benzina ucciderà inesorabilmente le cellule del tumore in una provetta, berla o, peggio ancora, versarsela addosso è morte sicura per gli ingenui che lo fanno, vittime perfette dei ciarlatani.
Un invito dunque ai divulgatori compulsivi di link e bufale, informatevi su ciò che divulgate siete un mezzo di disinformazione o peggio il mezzo pubblicitario (gratuito) preferito dai truffatori.
Alla prossima.
Se chiedessi come si può uccidere un essere vivente, è chiaro, le risposte sarebbero le più varie: sparandogli, avvelenandolo, colpendolo con un corpo contundente ed in decine di altri modi.
Ma come si uccide una cellula tumorale?
Bella domanda...una cellula è un'unita vivente e può essere uccisa utilizzando gli stessi mezzi che si utilizzerebbero per uccidere un uomo: un esplosivo la farebbe saltare in aria, il fuoco la brucerebbe, una sostanza velenosa la eliminerebbe per sempre.
Ma allora perché non uccidere la cellula tumorale con una pistola? Oppure con un litro di benzina o con del cianuro?
Semplicemente perché per uccidere lei dovremmo uccidere l'organismo che la ospita.
Serve allora qualcosa che, uccidendo la cellula "malata", non uccida l'intero organismo ma è chiaro che per fare questo non possiamo usare un mezzo troppo potente ma nemmeno un inutile mezzo troppo "debole", serve una via di mezzo, qualcosa di molto potente ma non tanto da uccidere un uomo. Ecco che nascono i chemioterapici: talmente potenti e tossici per la cellula, ma non sufficientemente tossici da uccidere un uomo.
Così la medicina si serve di diverse armi (che dipendono dal tipo di tumore, dalla sua estensione, grandezza, localizzazione, eccetera). La chirurgia tende a rimuovere la "massa" tumorale, la chemioterapia prova a fare "piazza pulita" di ciò che resta e quando non si può operare è possibile utilizzare la chemioterapia o la radioterapia per arrivare dove non arriva la mano dell'uomo. Quando serve si possono utilizzare sostanze antiormonali, anticorpi, immunostimolanti, varie forme di energia (come il calore) ed altro.
L'estrema difficoltà nel distruggere tutte (e solo) le cellule del tumore può fare comprendere perché sia così difficile (quando non impossibile) sconfiggere questa malattia, ma nonostante tutto i passi avanti, gli effetti positivi ed i successi della medicina, sono eloquenti.
Sicuramente un giorno troveremo di meglio, ma noi abbiamo già "di meglio" rispetto ai nostri avi di pochi anni fa, i passi avanti ci sono e sono evidenti e se analizziamo i tumori che non hanno altra cura che quella chemioterapica (quelli del sangue, ad esempio, che non si possono certo operare) persino la tanto bistrattata chemioterapia ha dimostrato di funzionare più che egregiamente.
Sopravvivenza da Leucemia acuta in bambini (0-14 anni): negli anni '60 del 4% negli anni '90 dell'80% (anni 2000: 90,4%) |
Si deve migliorare, è chiaro e probabilmente i nostri discendenti guarderanno alla nostra epoca come ad un'era di preistoria della medicina, ma oggi, rispetto a poche decine di anni fa, di cancro si guarisce e non è una cosa così scontata, per niente.
Nonostante questa realtà, periodicamente sembra che escano fuori incredibili risultati su una o l'altra sostanza che "uccida" le cellule tumorali, con il consueto corollario di commenti stupefatti su una o l'altra molecola usate dal ciarlatano di turno che finalmente avrebbe avuto la "rivincita" sulla medicina o avrebbe previsto il futuro con le sue scoperte. Succede anche con la medicina "seria", non sono rari i titoli di giornali che parlano di "nuova molecola contro il cancro", ma non è sempre una notizia veritiera.
Quando leggi che un noto farmaco o una vitamina "uccide le cellule tumorali in una provetta", ricorda: lo fa anche una pistola. (sottotitolo: Ora, se questo uccide solo le cellule tumorali in una provetta, puoi essere sicuro che questo possa essere un grande traguardo per chiunque soffra di cancro della provetta). Da xkcd.com |
Non sto ad elencare le prove che consentono di stabilire come la fiamma ossidrica o l'acido cloridrico possano distruggere completamente le cellule tumorali. Se poi usassimo un'esplosione nucleare il risultato sarebbe evidente e totale, piazza pulita.
Ma allora, perché non usiamo queste possibilità contro i tumori?
Perché non facciamo mordere un malato di tumore da un serpente velenoso, visto che il veleno di serpente uccide le cellule tumorali?
Perché noi esseri umani siamo complicati, diversi da quelli che percepiamo di essere. Il nostro organismo assimila, cambia, metabolizza, estrae, espelle queste sostanze, in una marea di meccanismi e trasformazioni che possono comportare una fortissima differenza tra la sostanza che "entra" nel corpo e quella che "arriva" dove desideriamo e spesso ciò che "arriva" sull'organo che ci interessa non ha più nulla a che vedere con la sostanza di partenza. La molecola iniziale, inoltre, può essere troppo tossica per il corpo umano o, trasformata, perdere del tutto le sue proprietà "benefiche".
L'entità di un'azione "sperimentale" (in provetta) e "clinica" (sul malato) di una sostanza, può essere quindi completamente diversa, quando non opposta a quella osservata inizialmente.
Per questo motivo gli studi "in vitro" (in provetta), hanno un'utilità limitata, servono a controllare gli effetti della sostanza studiata, ad analizzarne il comportamento, a confermare o meno un'ipotesi, sono solo il primo passo: se una sostanza mostra attività antitumorale in provetta, il passo successivo potrebbe essere quello di comprenderne i motivi e di sfruttarli nell'uomo, di trovare altre sostanze simili ma più funzionanti o meno tossiche, di estrarre un principio attivo o uno che all'interno dell'organismo non si trasformi vanificando gli effetti benefici, di capirne il meccanismo e trasferirlo in altri esperimenti, insomma, un risultato in provetta non sarà quasi mai identico a quello che si otterrebbe somministrando la stessa sostanza "in vivo" (quindi all'organismo vivente) ma è una prima ipotesi, una tessera del grande puzzle.
Altre volte si può procedere con un secondo passo, osservando ciò che provoca la sostanza che ha mostrato effetti benefici in provetta sulle cavie animali (quindi su un organismo vivo, più simile all'uomo di un gruppo di cellule in provetta), notarne la tossicità, gli effetti collaterali e poi, se confermato un vantaggio terapeutico, provare a trasferirlo nell'uomo e così si spiega anche l'enorme fatica ed il tempo necessario per trasformare un'ipotesi in esperimento e questo in cura, quando tutto va bene. Se tutti questi passaggi (che durano anni, anche decenni) confermano le proprietà in provetta, si può arrivare anche all'uso clinico, come è successo per alcuni chemioterapici che derivano direttamente da piante che diedero nei lontani anni '70 alcuni risultati positivi "in vitro" o per altri che derivano da batteri e che hanno subìto lo stesso percorso sperimentale. Insomma quando una molecola "funziona", prima di parlare di "cura per l'uomo" bisogna controllare se questa molecola cura il cancro che colpisce la nostra specie (e capire quale cancro potrebbe curare), non se uccide le cellule neoplastiche, sono due concetti (basilari) totalmente differenti.
Impariamo allora questo concetto:
La capacità di uccidere le cellule tumorali di una sostanza non equivale necessariamente a quella di curare i tumori umani.
Questo significa che ogni volta che si legge "scoperta nuova molecola anticancro", non si può cantare vittoria né si deve pensare che quella molecola sia per forza utile all'uomo. Bisogna leggere lo studio, comprenderlo, attenersi ai suoi scopi ed ai suoi limiti. Lo studio può essere anche del tutto inutile come esperienza singola ma rappresentare un passo importante nella costruzione di una teoria, può servire a chi l'esperimento lo ripeterà o a chi da quell'esperienza ne trarrà altre idee o può dimostrare come una sostanza apparentemente promettente, in realtà non riesca a danneggiare le cellule tumorali neanche in vitro (figuriamoci "in vivo"). Questo è il cammino del metodo scientifico.
L'operazione di "cultura scientifica" e "buon senso" utile a comprendere il valore di uno studio non è per tutti. Spesso i giornalisti cercano il titolo ad effetto, altre volte sono solo ignoranti e non capiscono ciò che stanno descrivendo, altre volte ancora sfruttano l'argomento per appoggiare una o l'altra cura alternativa. Una notizia interessante, un'ipotesi utile, è resa spazzatura, disprezzata e svalutata perché diventa (per ignoranza o malafede) una prova a favore di una tra le tante false cure che si trovano su internet. Ma a volta è l'incapacità comunicativa degli studiosi a far stravolgere il significato di una novità scientifica.
Un esempio (recente, ma ne esistono decine) di come interpretare male una notizia scientifica trasformandola in una di cronaca rosa è quella relativa alla scoperta ("naturalmente" segreta e censurata secondo qualcuno) di una nuova molecola anticancro da parte di "ricercatori precari" italiani.
La scoperta, anche questa volta, è relativa ad una molecola (il maltolo, presente per esempio nel malto) che, sempre "in vitro" (con prove anche su cavie animali), riesce a bloccare le cellule cancerose. I ricercatori, italiani e non precari, sono stati inondati di messaggi e mail stupite ed hanno dovuto chiarire anche nella loro pagina professionale come stanno realmente le cose, ovvero che la loro scoperta è solo il primo passo del lungo cammino della scienza. Ah! La notizia è talmente segreta da essere stata pubblicata pure sui giornali, su internet e, cosa più importante, in riviste scientifiche, alla faccia della segretezza e della notizia "censurata".
Anche qui, oltre alla bufala della censura, brucare un "campo di malto" purtroppo non salverà nessuno dal tumore.
Ricordate quindi che, se è vero che una tanica di benzina ucciderà inesorabilmente le cellule del tumore in una provetta, berla o, peggio ancora, versarsela addosso è morte sicura per gli ingenui che lo fanno, vittime perfette dei ciarlatani.
Un invito dunque ai divulgatori compulsivi di link e bufale, informatevi su ciò che divulgate siete un mezzo di disinformazione o peggio il mezzo pubblicitario (gratuito) preferito dai truffatori.
Alla prossima.
A parte il tono finalistico della prima parte del post ("quando una cellula ne tocca un'altra, sa che non deve più crescere" ad esempio, le cellule non sanno nulla - pippe mentali da biologo, scusami) è un articolo che ci voleva, un po' di chiarezza su questo era necessaria, grazie.
RispondiEliminaCome al solito, intanto che io penso, tu scrivi. E, come al solito, scrivi bene.
RispondiEliminaEcco, dovrei smetterla di perdere tempo a cercare di mettere insieme confutazioni ragionevoli per i miei contatti Facebook che diffondono qualsiasi corbelleria, attendere che tu ci scriva un post e linkarlo.
Molto più semplice e forse - sottolineo "forse" perché comincio a pensare che certa gente sia semplicemente oltre la logica - più efficace.
PS: non si può brucare un campo di malto, al massimo un campo d'orzo che solo dopo la raccolta può diventare malto
Hai toccato anche un argomento di particolare importanza in questo periodo, ovvero la sperimentazione animale e i disastri che stanno combinando in parlamento sull'onda delle richieste insensate delle associazioni animaliste.
RispondiEliminaBellissimo post, come sempre di facile lettura e anche con due citazioni da xkcd e smbc-comics, più una spiegazione dell'utilità della sperimentazione animale, insomma, il miglior post che io ricordi :D
RispondiEliminaSinceramente non capisco che fastidio dia il termine paziente
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/salute/13_agosto_21/parola-paziente-cancellata-assistito_60e8a8fe-0a34-11e3-b366-05f9348e8c80.shtml
Sinceramente non capisco che fastidio dia il termine paziente
RispondiEliminaSono le "pippe mentali" di chi non ha molti impegni al lavoro.
Sono le "pippe mentali" di chi non ha molti impegni al lavoro.
RispondiEliminaMi pareva...
Mi risulta però che anche il nostro organismo, sopratutto nella fase iniziale del tumore, ha degli anticorpi che agiscono (linfociti T?). Quindi il tumore potrebbe essere debellato usando delle sostanze immunostimolanti. Inoltre il nostro sistema immunitario può funzionare molto meglio in condizioni psicologiche particolari, fino ad arrivare alle guarigioni spontanee. Credo che la ricerca in questo campo debba essere migliorate e purtroppo le aziende farmaceutiche non hanno interesse a farlo.
RispondiEliminaQuindi il tumore potrebbe essere debellato usando delle sostanze immunostimolanti.
RispondiEliminaCi proviamo da anni, in alcuni casi con buoni risultati in altri con risultati molto scarsi, l'immunoterapia in oncologia è uno dei campi di ricerca più attuali e battuti.
fino ad arrivare alle guarigioni spontanee
Forse sì, ma a chi mi proponesse di sperare in una guarigione spontanea risponderei di puntarsi una pistola dalla quale sono stati tolti tutti i proiettili tranne uno, per vedere se la fortuna lo assiste e poi fatti suoi.
purtroppo le aziende farmaceutiche non hanno interesse a farlo.
Perché?
Ah, questa è una notizia di due giorni fa:
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201308191605-eco-rt10121-tumori_nuovo_passo_verso_immunoterapia_contro_il_cancro
...e questa è una lista di farmaci chiamati anticorpi monoclonali, alcuni dei quali usati in oncologia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_anticorpi_monoclonali_approvati_per_uso_clinico#Elenco_farmaci_approvati
Saluti!
… e purtroppo le aziende farmaceutiche non hanno interesse a farlo.
RispondiEliminaE perché mai?
Se
in condizioni psicologiche particolari
si può
arrivare alle guarigioni spontanee
perché non dovrebbe funzionare anche al contrario? Perché non dovrei potermi autoinfliggere delle malattie?
E a questo punto, e qui viene il bello, interessante per le aziende farmaceutiche, perché non dovrebbe funzionare anche verso l'esterno, telepaticamente?
Con il potere della mente (chi siamo noi per porre limiti?) posso innnescare malattie di tutti i tipi ai vicini di casa antipatici, ai colleghi di lavoro che mi fanno concorrenza ecc.
Si aprono possibilità di immensi guadagni per BigPharma, altro che non interesse a farlo!!!
(Se non è chiaro preciso che vorrebbe essere lievemente ironico!)
Più che altro mi chiedo che interesse avrebbe "Big Pharma" a vendere farmaci inefficaci (clienti morti, quindi non più clienti=non più soldi) piuttosto che farmaci efficacissimi (clienti vivi, quindi più clienti=più soldi).
RispondiEliminaQuesti complotti globali creati da idioti che andrebbero contro i loro interessi non li ho mai capiti.
Guarigione spontanea
RispondiEliminaCerto, forse per il raffreddore funziona.
Dottore come sempre grazie. E le vignette le ho trovate spassosissime.
RispondiEliminaCondivido anche i commenti di @Grezzo e @Guga.
Mentre lo leggevo pensavo proprio a XKCD, posto sempre lui sotto ogni link che mi arriva su FB del tipo da te descritto, di solito funziona.
RispondiEliminaForse sì, ma a chi mi proponesse di sperare in una guarigione spontanea risponderei di puntarsi una pistola dalla quale sono stati tolti tutti i proiettili tranne uno, per vedere se la fortuna lo assiste e poi fatti suoi.
RispondiEliminaIo, viste le probabilità di successo, lascerei tutti i proiettili nel tamburo tranne uno...
Nel 1959 mio padre (classe 1907) si ammalò di... cosa? allora non si sapeva (si diceva e ricordo forse leucemia, o morbo di Hodgkin, non si seppe mai di preciso, perche' mori' nel giro di 40 giorni, curato non so come all'Ospedale di Modena). Se avesse avuto 52 anni ora forse avrebbe potuto invecchiare.
RispondiEliminaPasqua
Vorrei spiegare meglio il mio pensiero visto che ahimé mi sono spiegato male. Parlavo di ricerche mirate alla ricerca di fattori di guarigione non dovute a farmaci o che comunque non possono far conseguire brevetti (che potrebbe anche essere il potenziamento delle difese immunitarie se conseguite attraverso un certo stile di vita, piuttosto che con farmaci). In questo caso non possiamo certo confidare sulla bontà delle aziende farmaceutiche. Aldilà delle pur rare ma documentate remissioni spontanee di tumori esistono una serie di fattori che possono contribuire alla guarigione, mentre altri invece possono contribuire all’aggravamento della malattia. Ritengo che dovremmo investire, per una ricerca ottimale ed efficace, per una metà alla ricerca di farmaci o comunque procedure brevettabili e per metà per ricerche che considerano altri fattori non brevettabili. Siccome credo che gli investimenti siano essenzialmente del primo tipo, le strutture pubbliche e quelle private che si avvalgono di donazioni , quali gli enti no profit, dovrebbero fare ricerca essenzialmente del secondo tipo. Credo infatti che quest’ultima abbia ancora molte potenzialità. Ne ho già parlato ma ritengo importante ribadirlo: una prima ricerca a costo quasi nullo potrebbe essere fatta con una raccolta sistematica di dati dei pazienti al fine di meglio comprendere se vi sono degli elementi comuni (ambiente di lavoro, alimentazione, carattere, eventuali cambiamenti adottati dopo la diagnosi della malattia, stile di vita in genere, cure effettuate, etc..) tra chi guarisce e chi no. La preziosa banca dati che si avrebbe potrebbe poi essere un indirizzo guida per ricerche più mirate.
RispondiEliminaAltro importante fattore da considerare è che le aziende farmaceutiche spendono più in marketing che in ricerca. Ciò produce dei gravi effetti distorsivi sia sui costi dei farmaci, gonfiati da tali spese, nella generalità dei casi a carico della collettività, sia su un utilizzo ottimale degli stessi. Infatti il marketing non è da considerare un costo inutile ma addirittura dannoso in quanto indirizzato a usare tutti quei mezzi per sopravvalutare l’efficacia dei farmaci e sminuire l’importanza degli effetti collaterali, oppure far passare per migliori i farmaci più costosi di efficacia equivalente a quelli meno costosi. D’altra parte anche per il medico è tutt’altro che semplice valutare il rapporto costi, in termini di effetti collaterali, e benefici dei farmaci presenti sul mercato. Queste considerazioni non sono mie ma di Ben Goldacre (“Effetti Collaterali”), che non può certo essere definito complottista visto che si è occupato di determinate cure alternative denunciandone l’inefficacia. Al riguardo si può prevedere dei limiti nelle spese da destinare al marketing prevedendo gravi sanzioni per gli inadempienti.
Ritengo che quando si prenderà atto di quanto ho appena esposto la ricerca farà un notevole passo in avanti e avremo, quantomeno per il futuro, costi più contenuti con una percentuale molto più elevata di guarigioni e una riduzione di ammalati.
Parlavo di ricerche mirate alla ricerca di fattori di guarigione non dovute a farmaci o che comunque non possono far conseguire brevetti
RispondiEliminaEsistono, solo che rappresentano solo una piccola parte della ricerca e questo è anche "colpa" del consumatore finale (il paziente). Come purtroppo accade sempre più spesso, siamo proprio noi che chiediamo (e compriamo) la pillola per ogni male piuttosto che scegliere di aderire ad uno stile di vita sano e salutare.
D'altronde mi pare che esistano indicazioni ben precise su quali siano i comportamenti che consentono di diminuire il rischio per certe malattie, eppure sono seguiti da pochissime persone.
Se a chi soffre d'insonnia propongo un mese di meditazione e rilassamento o una pillola per risolvere il suo problema, la maggioranza (purtroppo) sceglie la pillola. Se a chi è sovrappeso propongo un mese di attività fisica ed una giusta alimentazione per perdere peso oppure una pillola, la maggioranza sceglierà la pillola.
Siamo consumisti anche per la salute, c'è poco da fare e le aziende farmaceutiche (che hanno lo scopo di guadagnare soldi) lo sanno e ne approfittano.
Le ricerche in altri campi si fanno, ad esempio sappiamo che lo stress, per anni considerato un fattore di rischio per le malattie tumorali, sembra non avere nessun ruolo su queste (mentre lo ha per le malattie cardiovascolari) ma a questo punto cosa facciamo?
Diciamo alle persone stressate di prendersi un mese di vacanza ed evitare "pensieri negativi"? Probabilmente le stesse persone penseranno di continuare a vivere come sempre ma assumere tranquillanti, con tutto ciò che ne consegue. Studiamo anche le modifiche psicologiche e di salute in chi ha un problema di salute in famiglia (chi assiste un parente malato di cancro subisce modifiche misurabili su psiche e corpo), studiamo l'effetto della preghiera sulle condizioni di salute, l'effetto delle cure degli amici, studiamo persino l'effetto della presenza di animali domestici in persone con gravi malattie.
Poi è chiaro che queste sono ricerche costosissime e lunghe (studiare una molecola per tre mesi è molto più semplice che studiare 1000 persone per 20 anni...).
Altro importante fattore da considerare è che le aziende farmaceutiche spendono più in marketing che in ricerca.
In realtà è una percezione sbagliata, le aziende spendono molto in marketing ma molto di più in ricerca (dieci spot in TV costano una briciola rispetto ad un solo studio clinico multicentrico randomizzato), solo che questa ricerca spesso è quella che interessa a loro, questo è il problema reale.
Per me il vero punto cardine della ricerca in medicina è che una buona parte di essa dovrebbe essere realizzata e controllata dal pubblico e non dai privati. Si tratta di una situazione quasi irrealizzabile (già stentiamo ad organizzare un sistema scolastico decente, figuriamoci un sistema di ricerca valido...) ma sarebbe una svolta utile a tutti.
In poche parole: finché il vino lo vende un solo oste conosceremo solo il suo e lo considereremmo il migliore, anche se facesse schifo, non c'è alternativa.
Ah, se posso permettermi, piccola pignoleria sulla vignetta di xkcd. L'alt-text dice, "if it SELECTIVELY kills cancer cells", secondo me sarebbe meglio tradurlo come "ora, se uccide solamente le cellule cancerogene". Quel "selectively" rende bene l'idea del fatto che anche se hai qualcosa che uccide solo le cellule cancerogene e non quelle sane, non è comunque abbastanza per passare direttamente dal Petri dish al corpo :P
RispondiEliminaPignoleria accolta e testo corretto.
RispondiElimina:)
Dott. Di Grazia come di consueto un post interessante e ricco di spunti che molta gente che conosco dovrebbe leggere. Purtroppo molta di questa gente leggendolo la accuserebbe di essere al soldo di "quelli che il cancro non lo vogliono sconfiggere perchè le bigpharma fanno più soldi con la chemio". Si gli stessi che ci ammorbano con le scie chimiche e compagnia cantante, ma sicuramente avrà esempi migliaia di esempio più sbroccati dei miei :-)
RispondiEliminaBasterebbe pensare che nel mondo, oltre alle BigPharma, ci sarebbero tantissime multinazionali che godrebbero moltissimo della sconfitta del cancro, tipo che so, la Philip Morris? O sbaglio???
Non capisco perché argomenti di questo tipo, trattati a questo livello divulgativo, non potrebbero essere affrontati anche nelle scuole superiori.
RispondiEliminaPoi ci si stupisce che la gente non capisca una mazza sul tema.. come se non riguardasse tutti.
Bah.
L’autoguarigione dal tumore è possibile: basta interrompere drasticamente il circuito vizioso che lo ha determinato.
RispondiEliminaEliminare pertanto i cibi raffinati (zucchero, farine doppio zero, cloruro di sodio, ecc.), confezionati (per la presenza di coloranti, conservanti, esaltatori, ecc.) e limitare quanto più possibile quelli di origine animale.
Sostituire tutto con cibi che il nostro metabolismo può riconosce grazie ai milioni di anni che lo hanno evoluto (cereali in chicchi, verdure e legumi) di provenienza certa e di metodologia produttiva che non contempli trattamenti quali anticrittogamici, erbicidi, pesticidi, conservanti ecc.
E poi perché attendere di ammalarsi? A quale percentuale siamo arrivati? Qual è la percentuale che siamo disposti ad accettare affinché il sano meccanismo dell’istinto di sopravvivenza scatti nelle nostre menti?
La principale causa di morte nei bambini sotto i 14 anni è il tumore.
Quali prove aspettiamo ancora dalla scienza e dalla medicina?
Grazie per l’ospitalità. Mecozzi Francesco
L’autoguarigione dal tumore è possibile: basta interrompere drasticamente il circuito vizioso che lo ha determinato.
RispondiEliminaBalle.
Mi fornisca un riferimento attendibile per questa sua affermazione.
La principale causa di morte nei bambini sotto i 14 anni è il tumore.
Falso.
Sono le malattie infettive.
La invito a rileggersi il regolamento del blog prima di tornare a commentare, ulteriori commenti con questo tipo di argomenti (senza adeguata documentazione scientifica) non saranno accettati. Grazie.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScusate, vorrei sapere se sul blog siano presenti dei commenti e/o esperienze relative alle cure e agli studi del prof. Saverio Imperato inerenti la sinterapia. Ringrazio chiunque di voi sia così gentile da indicarmi il/i link/s delle pagine di questo blog ove compaiano tali argomentazioni.
RispondiEliminavorrei sapere se sul blog siano presenti dei commenti e/o esperienze relative alle cure e agli studi del prof. Saverio Imperato
RispondiEliminaNo, saluti.
buonasera, vorrei sapere da voi esponenti del mondo medico scientifico se la seguente definizione a riguardo è veritiera http://havenforus.wordpress.com/2013/03/31/lennesima-scoperta-di-una-cura-per-il-cancro/
RispondiEliminacompreso il riferimento a malainformazione.it
vorrei anche avere maggiori delucidazioni sulla dottoressa benetti e che mi venisse spiegato per quale motivo non risulterebbe boicottata se al giorno d'oggi non si è più saputo nulla
senza intento provocatorio, è solo per chiarirmi di più le idee e capire se in questi casi avete ragione e autorevolezza di parlare in modo "debunking" oppure vi conformate semplicemente a ciò che viene inculcato dal mondo accademico
grazie
vorrei sapere da voi esponenti del mondo medico scientifico se la seguente definizione a riguardo è veritiera
RispondiEliminaCerto, l'articolo tratta lo stesso argomento che ho trattato io in questo.
Una scoperta non significa "trovata la cura per..." ma che è stata fatta una scoperta. Stop.
vorrei anche avere maggiori delucidazioni sulla dottoressa benetti e che mi venisse spiegato per quale motivo non risulterebbe boicottata se al giorno d'oggi non si è più saputo nulla
Se leggi quell'articolo che hai indicato troverai anche le parole della stessa dottoressa (o se vuoi puoi leggerle qui:http://polisemantica.blogspot.it/2013/02/intervento-di-roberta-benetti-in.html).
La ricercatrice ha scoperto che delle piccole molecole presenti nelle cellule tumorali controllano la crescita delle stesse. Agendo su queste molecole quindi, forse (forse e non si sa in quanto tempo) si potrebbe trovare una cura specifica.
Se hai letto il mio articolo (presumo di sì), avrai letto che queste ricerche durano anni (anche decenni) e necessitano di verifiche ed esperimenti delicati, lunghi e costosi.
vi conformate semplicemente a ciò che viene inculcato dal mondo accademico
Mah, non capirò mai perché la Benetti (che appartiene al "mondo accademico") dovrebbe essere boicottata dal "mondo accademico".
Pazienza, saranno limiti miei.
Saluti!
Salvo io ti stimo per tutto il tempo che perdi dietro a sti spostati ma davvero, ce ne sono troppi.
RispondiEliminaSe uno legge un articolo come il tuo e non ha nemmeno la decenza (o l'intelligenza) di leggersi i tuoi articoli prima di chiedere una cosa che hai già spiegato centinaia di volte perchè dovrebbe meritarsi il tuo tempo?
Cioè davvero, ci sono pure le vignette! Tradotte! Più dumb friendly di così non si può!
E bada che lo dico per puro egoismo personale, mi piace leggere i tuoi bellissimi post (e hai il mio voto per i Macchianera ;) ) quindi tempo perso dietro a questa manica di ignoranti è tempo in più che ci tocca aspettare per un post :D
Ottimo lavoro come sempre e buone vacanze se ne fai ancora.
Cioè davvero, ci sono pure le vignette! Tradotte!
RispondiEliminaCavolo, ho dimenticato di tradurre la seconda! Sarà per questo...
;)
Ora si spiega tutto :)
RispondiEliminaPuntigliosità: la punta dei capelli non è una cellula! :P
RispondiElimina(Grande articolo, come sempre. Bravo Salvo!)
Per la guarigione, interrompendo drasticamente il circuito vizioso che lo ha determinato, chieda alla Segreteria del Prof. Mario Pianesi ideatore, fondatore e Presidente dell’Associazione Internazionale UPM Un Punto Macrobiotico.
RispondiEliminaPer la mortalità dei bambini fino al 14° anno di età:
http://www.minori.it/news/italia-2011-la-salute-di-bambini-e-adolescenti
“i tumori sono la prima causa di morte nella fascia 1-14 anni e tanti minori fanno una vita troppo sedentaria o mangiano in modo scorretto: lo riporta la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010, presentata il mese scorso al Parlamento dal Ministero della Salute.”
Il regolamento l’ho letto, ma forse in quest’ambito così “accademico” non si ha la possibilità di accettare ciò che accade basandosi su realtà diverse.
Grazie comunque
Francesco Mecozzi
Sarei interessata a sapere, se frequenta ancora questo blog, cosa ha da dire adesso che il signor Pianesi è indagato per reati gravi... Sarebbe interessante anche sapere se lei sua o meno parente dell'omeopata (definirlo "medico" mi disturba) Mecozzi che ha causato la morte di un bambino per le complicanze di una otite.
Eliminai tumori sono la prima causa di morte nella fascia 1-14 anni e tanti minori fanno una vita troppo sedentaria o mangiano in modo scorretto
RispondiEliminaBeh, in Italia e nei paesi sviluppati sì, ma non è che il mondo si chiude tra le quattro pareti di casa nostra, nel mondo muoiono molti più bambini di gastroenteriti (chissà perché...).
forse in quest’ambito così “accademico” non si ha la possibilità di accettare ciò che accade basandosi su realtà diverse
Non siamo in ambito accademico, si tratta solo di rispettare chi ha costruito la casa, d'altronde se non esiste documentazione scientifica che sostenga un'opinione medica non è questo il posto adatto per diffonderla.
Saluti.
@Francesco:Per la guarigione, interrompendo drasticamente il circuito vizioso che lo ha determinato, chieda alla Segreteria del Prof. Mario Pianesi
RispondiEliminaCurioso. Perche’ uno dovrebbe chiedere alla segretaria di un professore invece che al professore...mah..
“i tumori sono la prima causa di morte nella fascia 1-14 anni e tanti minori fanno una vita troppo sedentaria o mangiano in modo scorretto: lo riporta la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010, presentata il mese scorso al Parlamento dal Ministero della Salute.”
Sono la prima causa di morte nei bambini tra 1-14 anni perche’ nella stessa fascia di eta’ sono quasi scomparse le altre cause di morte: quando si corre da soli e’ facile arrivare primi...
nel 2007 [1] la mortalita’ per tumore nella fascia 1-14 anni era 0.31-0.35 (ogni 10000 bambini) ma nello stesso anno nei bambini al di sotto di 1 anno i tumori erano la penultima causa di morte (avendo escluso malformazioni e cause esterne):
1. 0.90 per malattie legate al SNC
2. 0.88 per malattie dell’apparato respiratorio,
3. 0.70 per malattie dell’apparato digerente
....
7. 0.32 tumori
Non solo, la mortalita’ cambia anche in funzione del periodo storico perche’ non esiste nessuna legge che stabilisca che l’avanzamento delle conoscenze mediche debba essere lo stesso per tutte le malattie e condizioni.
“Nel 1895 la mortalita’ per i bambini al di sotto dei 5 anni era di 326 ogni 1000 nati vivi dovuta per il 50% dei casi a malattie infettive (...) il tasso di mortalita’ complessivo si dimezza nel periodo tra le due guerre (...) fino a raggiungere ai giorni nostri il 4 per mille (...)alla riduzione della mortalita’ nel tempo si va progressivamente accompagnando un’evoluzione (...) che vede la progressiva scomparsa delle malattie infettive e l’emergere in termini relativi del peso delle altre cause di morte.” [2]
Se Lei avesse impiegato qualche manciata di secondi in piu’ per una ricerca prima di postare, come ho fatto io (e come puo’ fare chiunque abbia piu’ interesse a capire piuttosto che uniformarsi alla massa e gridare al complotto) avrebbe avuto modo di chiarirsi un po' di piu' idee (ricerca per altro facile se avesse seguito i link della homepage da lei stesso indicata)
[1] Dalle tavole del Ministero della Salute (si apre un pdf)
Mortalita’ per classi di eta’, grandi gruppi di causa e anno di decesso
[2] (si apre un pdf)
La mortalita’ dei bambini ieri e oggi – ISTAT-UNICEF (pag. 7)
Dott. Di Grazia, devo farle ancora una volta i complimenti per il suo lavoro di divulgazione. Si tenga libero fra una trentina di anni, si sa mai che vi siano scranni liberi a Palazzo Madama... :)
RispondiEliminaPerò devo tirarle le orecchie sulla teoria dell'evoluzione....
Noi esseri umani siamo davvero un miracolo di perfezione[..]
Purtroppo (o forse, per fortuna), no. Altrimenti non ci ammaleremmo mai e l'evoluzione sarebbe sconfitta. D'altronde, siamo uno diverso dall'altro, e non possiamo essere tutti "perfetti".
E' proprio perché siamo frutto di migliaia di anni di evoluzione e di miglioramenti
Direi che è meglio dire miliardi di anni.
(in fondo siamo il meglio del meglio esistente al mondo)
Ecco, questo è falso. Non siamo il meglio del meglio. Ogni organismo attualmente vivente su questo pianeta è frutto di miliardi di anni di evoluzione. Non vi sono "vincitori". Al massimo noi siamo "meglio" perché abbiamo sviluppato un cervello superiore che ha creato una coscienza e a cascata una cultura. Ma poiché il post parla di meccanismi biologici, direi che non possiamo vantarci di quanto sono brave le nostre isole di langerhans rispetto a quelle di un topo o di una carpa.
che ogni tanto qualche meccanismo si inceppa e non funziona come dovrebbe.
Appunto, non siamo perfetti.
P.S. Ovviamente, ha il mio voto per i Macchianera Awards
@max(L): Ottimo ed interessante lavoro.
RispondiElimina@Ander Elessedil:
D'altronde, siamo uno diverso dall'altro, e non possiamo essere tutti "perfetti".
E' chiaro che per "perfetti" intendo più "perfetti" possibile. Io ancora oggi quando guardo "dentro" al corpo umano resto stupito di come tutto sia al posto giusto nel modo giusto.
Se però fossimo troppo perfetti (e cosa si intende?) forse nemmeno esisteremmo perché la Terra non è infinita e nemmeno il cibo...quindi anche la "perfezione limitata" è segno di "perfezione infinita".
Ok, la smetto.
Direi che è meglio dire miliardi di anni.
Direi di sì.
:P
Non siamo il meglio del meglio. Ogni organismo attualmente vivente su questo pianeta è frutto di miliardi di anni di evoluzione. Non vi sono "vincitori".
Certo, io intendevo il "meglio del meglio" per arrivare ad essere quello che siamo (specie umana), anche un topo è il meglio del meglio (fino ad oggi) per essere quello che è.
direi che non possiamo vantarci di quanto sono brave le nostre isole di langerhans rispetto a quelle di un topo o di una carpa.
Sono d'accordo.
Intendevo dire che le nostre isole di Langerhans sono le migliori prodotte da migliaia di anni a questa parte.
:P
Grazie per il voto!
Complimenti MedBunker.
RispondiEliminaMichele Gallucci è un medico serio e affidabile?
RispondiEliminatempo fa (febbraio 2008) concordò con un utente che gli faceva notare come:negli Stati Uniti si cominciassero ad utilizzare i retinoidi contro il tumore ai polmoni nel Regno Unito usassero la SOM 230nella stessa rubrica si parlasse di Vit D3 e melatonina come "potenti" inibitori dei fattori di crescita del GH avvalorando se pur lentamente ed in modo frammentario, la base della terapia di Di Bella;
posso sapere cosa ne pensi? grazie
Feffo
I retinoidi sono utilizzati da anni per alcuni tipi di tumore (non per tutti, non per quelli senza recettori per la sostanza) stessa cosa per la somatostatina che ha precise e conosciute indicazioni (usate in tutti gli ospedali pubblici). La melatonina non inibisce ma stimola il GH.
RispondiEliminaNon so cosa si intenda per "avvalorare" quella specie di confusionario insieme di farmaci e riti magici, il tempo mi sembra sia già passato e purtroppo ha dato il suo giudizio, accompagnato naturalmente da sperimentazioni (2) che risultarono in 0 (zero) guarigioni, come l'analisi delle cartelle cliniche che risultarono in 0 (zero) guarigioni. Pensa che neanche i medici che l'hanno inventata hanno saputo preparare (eppure hanno avuto tempo a disposizione per farlo) una statistica documentata, inattaccabile e seria.
Non so chi sia quel medico (non lo conosco, mi dispiace) e non so se quello che riporti sia corretto, ma di sicuro si tratta una serie di affermazioni sostanzialmente scorrette (così come sono) e che hanno poco significato.
Saluti!
PS: Non andiamo fuori tema nei commenti, per favore.
Nei primi anni della mia carriera di biologa, avrei scoperto un sacco di "cure" per i tumori. Le mie colture di linee cellulari tumorali morivano continuamente.. :) Bellissimo articolo, sarebbe davvero da divulgare anche nelle scuole, prima che facciano breccia tutte le corbellerie che girano sul web.
RispondiEliminaVorrei sottolineare un aspetto: la non guarigione dal tumore è spesso dovuta alla persistenza di pochissime cellule tumorali in circolo, che per loro natura, proliferano più velocemente delle cellule normali e ritornano a invadere i tessuti sani. Per cercare di arginare questo problema oggi sono a disposizione molti sistemi diagnostici sofisticati che permettono l'identificazione di anche 1 sola cellula malata su 10.000 cellule sane. Nelle leucemie queste tecnologie sono di grande aiuto nella diagnosi precoce di ricaduta e quindi nell'intervento terapeutico precoce. Insomma le strade per combattere questa terribile malattia sono tante e difficili e nessuna esclude che alla base ci sia la ricerca seria e costante.
Ottimo articolo come sempre con una spiegazione chiara e puntuale. Ci fossero meno strilloni su ogni singola scoperta di una possibile cura e più donatori in favore della ricerca le cose andrebbero senza dubbio meglio.
RispondiEliminaPeccato che esista pure l'artemisia annua, pianta già utilizzata per combattere la malaria e che sembra proprio abbia effetti MOLTO benefici sui malati di cancro ( e non in provetta).Ma la medicina ufficiale non ne vuole sapere, dice che è in sperimentazione da 20 anni ma non può negarne gli effetti benefici.....
RispondiEliminaMa la medicina ufficiale non ne vuole sapere
EliminaPerché?
Io sono un medico. Curo anche i tumori (femminili, sono un ginecologo), perché non dovrei usare l'artemisia se fosse davvero efficace?
Attendo risposta, sono curioso, grazie.