La maggioranza delle grandi scoperte della medicina sono state compiute con pochi mezzi, quelli che offriva il progresso tecnico e le possibilità dell'epoca in cui vissero gli "inventori" che ci hanno permesso di vivere meglio. L'idea del ricercatore armato solo di microscopio e provette è talmente radicata da diventare quasi un simbolo dello studioso ma oggi la realtà è diversa.
Abbiamo scoperto così tante cose ed in così breve tempo che per andare oltre dobbiamo scavare necessariamente nel mondo del "piccolissimo", tra i geni, gli atomi, il DNA, un po' come in astronomia, se qualche secolo fa bastava un cannocchiale per scoprire i misteri dell'universo, oggi dobbiamo servirci delle astronavi in orbita, che costano molto di più di un cannocchiale. Per questo non basta più un microscopio o una cartina tornasole, servono strumenti all'avanguardia e l'era informatica ci ha permesso passi da gigante, fosse solo per la comodità di conservare dati e documenti che altrimenti avrebbero occupato decine di stanze degli istituti di ricerca.
Se da un lato abbiamo la possibilità di scavare sempre più a fondo, dall'altro esiste una chiara difficoltà a reperire i mezzi per farlo.
Discorsi morali ed etici a parte, fare ricerca oggi o arrivare a scoprire qualcosa di eclatante è davvero difficile, i macchinari, le attrezzature, le strutture, hanno un costo altissimo, inarrivabile per qualsiasi privato che non sia finanziato da qualcuno.
Servono soldi, sonanti.
Questi finanziamenti dovrebbero arrivare dallo stato, una parte dei suoi introiti dovrebbero finanziare le ricerche scientifiche favorendo il progresso e la crescita del paese (che poi ricade favorevolmente in altri settori, dall'occupazione all'economia) ma non basta e soprattutto è quasi utopia.
Ecco perché entrano in gioco le aziende farmaceutiche, sono le uniche che hanno la possibilità economica e soprattutto l'interesse diretto a "pagare" per fare ricerca, di "mantenere" attive le strutture che possiedono le attrezzature con tutto quello che ne consegue di positivo (finanziamenti) e di negativo (ricerche di parte, abbandono di terapie per malattie rare ed altro). In fondo è una sorta di ricatto: l'azienda paga chi cerca ma non pagherà mai chi cerca ciò che non serve, un meccanismo complicato e delicato. L'alternativa sarebbe la sovvenzione statale (ma come?) o le donazioni pubbliche (che saranno sempre insufficienti).
Si è passati così da una ricerca pionieristica fatta nei laboratori scarni ed obsoleti dei nostri avi, ad una ricerca moderna, raffinata ma complicata e costosa e che sempre più dipende dai privati.
Questo significa anche che un ricercatore non potrà mai scoprire nulla di buono se non affiancato dalle industrie e non inserito in un contesto organizzato, sparisce la figura "poetica" dello scienziato chiuso ne suo laboratorio che da solo compie miracoli scientifici dovendosi trasformare in un burocrate che richiede autorizzazioni e fondi per studiare. Oggi quindi è difficile che un perfetto anonimo (ancora di più se non inserito nell'ambiente accademico) riesca a fare scoperte fondamentali, ma spesso nella vita possono entrare in gioco fattori inaspettati che, uniti all'intuito, al talento ed alla volontà, riescono a far raggiungere risultati impensabili.
Un "perfetto anonimo" probabilmente non avrà i mezzi culturali o organizzativi che si possono avere dentro un laboratorio, ma è vero che chiunque, se ha un'idea valida e riesce a portarla avanti, può riuscire ad aiutare il prossimo anche nel campo della salute, persino andando contro gli interessi milionari delle aziende ed alle abitudini ormai acquisite. C'è un unico requisito fondamentale: l'idea deve funzionare.
Sembra di raccontare favole ed infatti la storia di cui vi parlerò è quasi una favola ma reale e con due morali: la prima è che se la tua idea è valida non c'è complotto, azienda o boicottaggio che tenga, la seconda è che chiunque può collaborare per aiutare chi ne ha bisogno.Abbiamo scoperto così tante cose ed in così breve tempo che per andare oltre dobbiamo scavare necessariamente nel mondo del "piccolissimo", tra i geni, gli atomi, il DNA, un po' come in astronomia, se qualche secolo fa bastava un cannocchiale per scoprire i misteri dell'universo, oggi dobbiamo servirci delle astronavi in orbita, che costano molto di più di un cannocchiale. Per questo non basta più un microscopio o una cartina tornasole, servono strumenti all'avanguardia e l'era informatica ci ha permesso passi da gigante, fosse solo per la comodità di conservare dati e documenti che altrimenti avrebbero occupato decine di stanze degli istituti di ricerca.
Se da un lato abbiamo la possibilità di scavare sempre più a fondo, dall'altro esiste una chiara difficoltà a reperire i mezzi per farlo.
Discorsi morali ed etici a parte, fare ricerca oggi o arrivare a scoprire qualcosa di eclatante è davvero difficile, i macchinari, le attrezzature, le strutture, hanno un costo altissimo, inarrivabile per qualsiasi privato che non sia finanziato da qualcuno.
Servono soldi, sonanti.
Questi finanziamenti dovrebbero arrivare dallo stato, una parte dei suoi introiti dovrebbero finanziare le ricerche scientifiche favorendo il progresso e la crescita del paese (che poi ricade favorevolmente in altri settori, dall'occupazione all'economia) ma non basta e soprattutto è quasi utopia.
Ecco perché entrano in gioco le aziende farmaceutiche, sono le uniche che hanno la possibilità economica e soprattutto l'interesse diretto a "pagare" per fare ricerca, di "mantenere" attive le strutture che possiedono le attrezzature con tutto quello che ne consegue di positivo (finanziamenti) e di negativo (ricerche di parte, abbandono di terapie per malattie rare ed altro). In fondo è una sorta di ricatto: l'azienda paga chi cerca ma non pagherà mai chi cerca ciò che non serve, un meccanismo complicato e delicato. L'alternativa sarebbe la sovvenzione statale (ma come?) o le donazioni pubbliche (che saranno sempre insufficienti).
Si è passati così da una ricerca pionieristica fatta nei laboratori scarni ed obsoleti dei nostri avi, ad una ricerca moderna, raffinata ma complicata e costosa e che sempre più dipende dai privati.
Questo significa anche che un ricercatore non potrà mai scoprire nulla di buono se non affiancato dalle industrie e non inserito in un contesto organizzato, sparisce la figura "poetica" dello scienziato chiuso ne suo laboratorio che da solo compie miracoli scientifici dovendosi trasformare in un burocrate che richiede autorizzazioni e fondi per studiare. Oggi quindi è difficile che un perfetto anonimo (ancora di più se non inserito nell'ambiente accademico) riesca a fare scoperte fondamentali, ma spesso nella vita possono entrare in gioco fattori inaspettati che, uniti all'intuito, al talento ed alla volontà, riescono a far raggiungere risultati impensabili.
Un "perfetto anonimo" probabilmente non avrà i mezzi culturali o organizzativi che si possono avere dentro un laboratorio, ma è vero che chiunque, se ha un'idea valida e riesce a portarla avanti, può riuscire ad aiutare il prossimo anche nel campo della salute, persino andando contro gli interessi milionari delle aziende ed alle abitudini ormai acquisite. C'è un unico requisito fondamentale: l'idea deve funzionare.
E' quello che è accaduto a Jorge Odon, meccanico argentino.
Jorge Odon è la persona che in questa foto si trova tra Professori universitari, rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della sanità e medici. E' una foto tratta da un congresso svoltosi nel principato di Monaco, uno dei tanti paesi che ha voluto l'argentino (ormai meccanico-inventore) come ospite di importanti convegni di ginecologia:
Jorge Odon è la persona che in questa foto si trova tra Professori universitari, rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della sanità e medici. E' una foto tratta da un congresso svoltosi nel principato di Monaco, uno dei tanti paesi che ha voluto l'argentino (ormai meccanico-inventore) come ospite di importanti convegni di ginecologia:
Jorge Odon è il secondo da sinistra, all'estrema destra il rappresentante dell'OMS a Ginevra, prof. Mario Merialdi |
Che ci fa un signore che passa le sue giornate tra motori ed olio da cambiare tra luminari della medicina e della sanità mondiale?
Qualche settimana dopo aver assistito emozionato alla nascita del suo primo nipote, Jorge è vittima di uno scherzo del suo amico Carlos. Un rompicapo: come far uscire un tappo di sughero infilato in una bottiglia di vetro vuota. E' impossibile tranne usando un piccolo trucco che ha bisogno di un sacchetto di plastica (o di un fazzoletto di tessuto).
Qualche settimana dopo aver assistito emozionato alla nascita del suo primo nipote, Jorge è vittima di uno scherzo del suo amico Carlos. Un rompicapo: come far uscire un tappo di sughero infilato in una bottiglia di vetro vuota. E' impossibile tranne usando un piccolo trucco che ha bisogno di un sacchetto di plastica (o di un fazzoletto di tessuto).
Il tappo è all'interno della bottiglia, nella stessa si inserisce un sacchetto di plastica, si fa adagiare il tappo sul sacchetto e si gonfia. Tirando con forza e cautela il tappo sarà estratto con l'aiuto del sacchetto che farà da "cuscino" al tappo stesso. Odon ha un'illuminazione: lo stesso "trucco" non potrebbe essere usato per facilitare la nascita di un neonato che ha problemi durante il parto?
Jorge chiama l'amico autore dello scherzo: "sai Carlos, potremmo usare il "trucco" del tappo di sughero per aiutare le donne a partorire", naturalmente Carlos la prende a ridere e chiede al suo amico se si sentisse bene, ma Jorge si sentiva benissimo e continuava a raccontare la sua idea a tutti: la moglie neanche gli rispondeva, gli amici lo prendevano in giro, uno di loro ha un'amica ostetrica e così propone a Jorge di andarla a trovare per spiegarli l'intuizione. Jorge racconta l'imbarazzante scena dei due uomini (lui ed il suo amico) in sala d'aspetto dell'ostetrica in mezzo a tante donne in gravidanza che aspettavano il loro turno. C'era anche un medico che dopo aver ricevuto spiegazioni dall'uomo (che aveva portato tappo e bottiglia per spiegare) esclamò: "interessante...".
Lo strumento inventato da Jorge Odon servirebbe a (spiego in parole molto povere) facilitare l'espulsione di un feto al momento della nascita quando questa fosse difficoltosa o impedita da qualche ostacolo imprevedibile.
Visto l'interesse Jorge preparò una sorta di "prototipo" artigianale, un "utero" di plastica che simulava quello della donna che doveva partorire, una bambola che doveva simulare il nascituro ed un esempio dell'apparecchio che aveva ideato. Gli "esperimenti" casalinghi di Jorge procedevano bene, tutto sembrava funzionare e così, dopo qualche contatto, l'uomo arrivò a mostrare la sua invenzione a vari primari del suo paese; uno di questi incontrò Jorge ed assistendo alla "dimostrazione" del suo meccanismo si disse "stupefatto".
Non poteva finire lì. Jorge chiese la collaborazione di un professore di ginecologia argentino che lo aiutò a perfezionare l'apparecchio: iniziò a provarlo e riprovarlo, a sistemarne i particolari fino ad ottenere il "prototipo finale" che brevettò e con il quale ha iniziato a girare il mondo per dimostrarne le capacità.
Jorge chiama l'amico autore dello scherzo: "sai Carlos, potremmo usare il "trucco" del tappo di sughero per aiutare le donne a partorire", naturalmente Carlos la prende a ridere e chiede al suo amico se si sentisse bene, ma Jorge si sentiva benissimo e continuava a raccontare la sua idea a tutti: la moglie neanche gli rispondeva, gli amici lo prendevano in giro, uno di loro ha un'amica ostetrica e così propone a Jorge di andarla a trovare per spiegarli l'intuizione. Jorge racconta l'imbarazzante scena dei due uomini (lui ed il suo amico) in sala d'aspetto dell'ostetrica in mezzo a tante donne in gravidanza che aspettavano il loro turno. C'era anche un medico che dopo aver ricevuto spiegazioni dall'uomo (che aveva portato tappo e bottiglia per spiegare) esclamò: "interessante...".
Lo strumento inventato da Jorge Odon servirebbe a (spiego in parole molto povere) facilitare l'espulsione di un feto al momento della nascita quando questa fosse difficoltosa o impedita da qualche ostacolo imprevedibile.
Per risolvere questi problemi oggi abbiamo due strumenti: il forcipe e la ventosa ostetrica. Il primo è ormai quasi in disuso visto che, nonostante la sua utilità, presenta dei rischi e degli effetti collaterali potenzialmente gravi, il secondo è tutt'ora utilizzato e presenta un'ottima efficacia e scarsissimi rischi ma richiede addestramento ed esperienza, oltre ad avere un costo economico non indifferente (soprattutto nelle versioni "usa e getta").Un applicatore che tiene aperta una guaina di plastica (il corrispondente al "sacchetto" del gioco del tappo di sughero) applica la guaina attorno alla testa del nascituro ancora all'interno del canale da parto. Si gonfia la guaina con una semplice pompetta e si tira con forza. La plastica, gonfiata, fa da "cuscino" morbido per la testa fetale che "sguscia" verso l'esterno.
Visto l'interesse Jorge preparò una sorta di "prototipo" artigianale, un "utero" di plastica che simulava quello della donna che doveva partorire, una bambola che doveva simulare il nascituro ed un esempio dell'apparecchio che aveva ideato. Gli "esperimenti" casalinghi di Jorge procedevano bene, tutto sembrava funzionare e così, dopo qualche contatto, l'uomo arrivò a mostrare la sua invenzione a vari primari del suo paese; uno di questi incontrò Jorge ed assistendo alla "dimostrazione" del suo meccanismo si disse "stupefatto".
Prototipo dell'Odon Device |
Nasce così l'"Odon device" ("strumento di Odon"), una delle più recenti ed innovative invenzioni in campo ostetrico, ambito della medicina che non vedeva la nascita di novità sostanziali da decenni.
Lo strumento è ancora più esaltante perché non richiede alcun addestramento, può essere utilizzato praticamente da chiunque ed ha un costo esiguo. Si pensi ai paesi poveri nei quali manca non solo il personale ma anche i soldi per acquistare strumenti chirurgici.
Schema di funzionamento dello strumento (il sacchetto si gonfia ed avvolge delicatamente la testa del nascituro) |
Jorge Odon |
I medici dell'ospedale di Buenos Aires danno il loro benestare: si continua a sperimentarlo in tutto il mondo, prima all'università di Parigi poi in importanti ospedali americani ed anche in Italia, Jorge Odon si dice "disorientato" alla visione di tutti quei medici entusiasti mentre provavano la sua invenzione. L'OMS finanzia ed organizza uno studio per analizzare efficacia e sicurezza del prodotto assistendo Jorge nello sviluppo dell'idea e preparando un protocollo per sperimentarla, sembra un miracolo ma le prove dimostrano che l'idea funziona.
Incredibile.
Incredibile.
Un anonimo meccanico argentino senza alcuna conoscenza della medicina diventa inventore di uno strumento che, se arriverà fino alla fine del percorso, potrebbe salvare diverse vite umane soprattutto nei luoghi dove questo è più difficile. Diventa una personalità nazionale, lo invitano in televisione, lo intervistano, parla in pubblico in un TED (evento divulgativo riservato agli innovatori ed a chi ha da insegnare qualcosa al pubblico), insomma diventa un personaggio nel campo della salute mondiale. Oltre alle implicazioni mediche e sociali (lo strumento, come detto, risolverebbe molti problemi in ambito ostetrico nei paesi più poveri) vi è un'implicazione economica di non poco conto, senza considerare che si tratta di un potenziale strumento di riduzione delle malattie infettive da parto (la plastica forma una sorta di "cappuccio protettivo" sulla testa del nascituro e lo protegge da sangue e lesioni) vera piaga nei paesi poveri. Lo strumento costa pochissimo sia in termini di produzione che di diffusione (non c'è bisogno di esperienza particolare, non presenta problemi di trasporto o conservazione, non ha scadenza, è costruito con materiali comuni).
Una sola persona senza basi mediche, senza mezzi particolari ma dotato di intuito e voglia di mettersi in gioco ha fatto una scoperta e ricorda proprio i primi "inventori" della storia.
Manca ormai poco all'approvazione dello strumento di Odon che se confermata entrerà anche nelle nostre sale parto.
Manca ormai poco all'approvazione dello strumento di Odon che se confermata entrerà anche nelle nostre sale parto.
La vicenda di Jorge non è solo affascinante ma è una risposta a tutti quei ciarlatani che millantano di aver scoperto chissà cosa ma che non riescono a dimostrarlo perchè a loro dire, i "poteri forti" li boicotterebbero: un meccanico ha avuto più fortuna di loro, si chiedano perchè.
Alla prossima.
Aggiornamento: 15/11/13: L'invenzione di Jorge Odon è stata approvata dall'OMS che la consiglia soprattutto per l'uso nei paesi poveri nei quali è forte la carenza di personale e strumenti efficaci e sicuri. Una prima vittoria per Jorge. Lo strumento è in sperimentazione anche in Italia e se superasse i test clinici entrerà in produzione anche nel nostro paese.
Alla prossima.
Aggiornamento: 15/11/13: L'invenzione di Jorge Odon è stata approvata dall'OMS che la consiglia soprattutto per l'uso nei paesi poveri nei quali è forte la carenza di personale e strumenti efficaci e sicuri. Una prima vittoria per Jorge. Lo strumento è in sperimentazione anche in Italia e se superasse i test clinici entrerà in produzione anche nel nostro paese.
Incredibile storia davvero... un vero genio moderno
RispondiEliminaTalmente affascinante che potrebbero farci un film ;) grazie per il post
RispondiEliminaIo sono nato con il forcipe e mi ritengo FORTUNATO (ho solo alcune piccole cicatrici sul cranio), ma so che in passato ci furono grossi problemi. Ben venga questa idea SEMPLICE e GENIALE allo stesso tempo. Un pugno in faccia ai complottisti...
RispondiEliminaIo sono nato con il forcipe e mi ritengo FORTUNATO
RispondiEliminaIl forcipe ha salvato tantissime vite umane, il problema è che è un attrezzo pesante anche più di 5 kg. di acciaio e in certi casi può fare (ed ha fatto) parecchi danni. La cosa più incredibile è che nel mondo (è una questione di "abitudini" mediche e cultura) esistono strutture che ancora lo usano (nel 2000 in Francia ho usato per 70 volte in un anno il forcipe, in Italia in 15 anni nemmeno una volta, per dire...), quindi qualsiasi novità in questo senso è eccezionale e benvenuta.
Sono assolutamente convinto della necessità, in passato, del forcipe (io stesso, probabilmente, sono qui perchè qualcuno di bravo nel suo uso, lo ha usato bene con me).
RispondiEliminaLeggendone la storia su Wiki, per esempio, ho scoperto che Sylverster Stallone ha una piccola paresi facciale a causa del forcipe (e io che pensavo fosse semplicemente un pessimo attore).
Sono altresì convinto che qualsiasi passo in avanti verso la sicurezza del nascituro non abbia prezzo!! E bravo il nostro meccanico!!
Il mio primo figlio è nato con la ventosa non prima di aver praticato a mia moglie una manovra (non ricordo il nome) saltando a turno sulla pancia...ha dei ricordi tremendi di quei momenti. Per il mio secondo figlio (a proposito Dottore è nato proprio un paio di settimane fa...esattamente dopo un anno...ricordi?) è nato senza ventosa ma lo sforzo di mia moglie è stato lo stesso enorme. Sembra proprio che l'uscita sia particolarmente "stretta". Penso quindi che sarebbe stata felicissima di uno strumento del genere. Se è disponibile in Italia gli dico di pensare al terzo figlio...voglio vedere che faccia fa :-D
RispondiEliminaA proposito della ventosa. A volte ho la sensazione guardando mio figlio allo specchio (ma solo allo specchio e non so perchè) che un'orbita oculare sia leggermente più in alto dell'altra. Questa cosa l'ho notata anche ad una mia amica nata con la ventosa...ma si nota sempre e solo allo specchio! Ti risulta?
RispondiEliminaIl corpo umano è asimmetrico, è normale avere la sinistra e la Destra diverse. Avremo un occhio più alto, un orecchio più alto, un seno più grande, eccetera.
Eliminanon prima di aver praticato a mia moglie una manovra (non ricordo il nome) saltando a turno sulla pancia...
RispondiEliminaKristeller.
è nato proprio un paio di settimane fa...esattamente dopo un anno...ricordi?
Sì. Ci pensavo qualche giorno fa.
Auguri!
:)
Sembra proprio che l'uscita sia particolarmente "stretta"
L'uscita è "stretta" per tutte, il problema non è quasi mai l'uscita ma i muscoli e le ossa del bacino. Stranamente non è il peggiore dei problemi nemmeno il peso del bambino. Diceva un docente di un corso sulle emergenze in sala parto che se a progettare il "canale da parto" fosse stato un ingegnere, lo avrebbero denunciato per incompetenza.
Ci sarebbe da aprire un capitolo a parte sulla Kristeller, ma diventerei prolisso.
Se è disponibile in Italia gli dico di pensare al terzo figlio...voglio vedere che faccia fa
Fagli vedere il giochino del tappo e della bottiglia così rinuncia definitivamente e risparmi tempo.
:P
ma si nota sempre e solo allo specchio! Ti risulta?
No. L'orbita non dovrebbe subire alcun danno dall'applicazione di ventosa, che in generale non crea problemi di alcun tipo, soprattutto a lungo termine (evito particolari, ma a volte può danneggiare il cuoio capelluto che però poi si sistema senza problemi), il fatto che si noti allo specchio mi fa pensare che sia una normale asimmetria del viso (ne abbiamo tutti qualcuna). Queste asimmetrie si notano allo specchio perché guardando "normalmente" il viso ci "abituiamo" alle piccole differenze tra una metà e l'altra (che per noi diventano "normali" caratteristiche di quella faccia) guardando allo specchio tutto si capovolge e quindi le notiamo subito.
Una delle cose che ci fa capire quanto siamo diversi da come ci vediamo è vedere una ripresa televisiva del nostro viso, quasi sempre pensiamo "ma io sono così?".
:)
Io stesso ho un'orbita leggermente più alta dell'altra, e non sono nato con la ventosa ;)
RispondiEliminaCi sarebbe da aprire un capitolo a parte sulla Kristeller, ma diventerei prolisso.
RispondiEliminaMa se scrivi queste cose non mi lasci altra strada che cercare su wikipedia :-) In effetti non è per niente esente da rischi...addirittura vietata in Inghilterra. E comunque solo un tedesco poteva inventarsi una manovra così "rude" :-)
Il mio primo figlio è nato con la ventosa non prima di aver praticato a mia moglie una manovra (non ricordo il nome) saltando a turno sulla pancia...ha dei ricordi tremendi di quei momenti. Per il mio secondo figlio (a proposito Dottore è nato proprio un paio di settimane fa...esattamente dopo un anno...ricordi?) è nato senza ventosa ma lo sforzo di mia moglie è stato lo stesso enorme. Sembra proprio che l'uscita sia particolarmente "stretta".
RispondiEliminaMa pensare di fare un cesareo, no? O_O
Ma pensare di fare un cesareo, no? O_O
RispondiEliminaSecondo quali considerazioni? Il problema è solo nella fase espulsiva su cui penso non si possono fare considerazioni a priori. La fase preparatoria al parto naturale non ha mai dato indicazioni di procedere con un cesario. Inoltre dopo un primo figlio partorito in maniera naturale nessun dottore si azzarda a proporre un cesario se non strettamente necessario. Ma qui il dottore può illuminarci molto meglio.
Lo dicevo in base alla prima esperienza, appunto. Fermo restando che non sono un medico e Salvo può illuminarmi :-)
RispondiEliminaSalvo può illuminarmi
RispondiEliminaDa quello che leggo non c'era nessuna indicazione per un taglio cesareo. Per capirci esistono solo 3 indicazioni ASSOLUTE (cioè che richiedono necessariamente un cesareo) e sono:
1) Presentazione podalica (il feto è "a testa sopra", il contrario della normale presentazione "di testa")
2) Placenta previa centrale (ovvero la placenta "copre l'uscita" dell'utero), il parto spontaneo è impossibile
3) Macrosomia fetale (ovvero bambino "grosso", oltre i 4,5 kg) da madre diabetica.
Tutte le altre condizioni ostetriche non sono indicazioni o lo sono relativamente al caso singolo e particolare.
:)
Bellissima storia e come dici pure tu si rischia sempre più di perdere l'ingenio "poetico" per seguire un sistema a vole un po' asettico.
RispondiEliminaDi certo inventare un prodotto, che alle aziende ospedaliere fa risparmiare dei soldi e quindi; aumentare i profitti,non può che trovare il favore anche dei " poteri forti".
Trovare ad esempio , la cura per il cancro; agli stessi "poteri forti" non fa risparmiare nulla ma anzi la danneggia i profitti che preclude una cura chemioterapica sono assolutamente innegabili.
Ciao
Obiezione del cavolo. Non esistendo "il cancro" ma molteplici e diversissimi tipi di tumore, e sapendone noi pochissimo tuttora sulla natura di tali tumori, non è che basti trovare "la cura", ma si devono studiare molteplici trattamenti ed opzioni. difatti alcuni tipi di tumore, che fino a pochi anni fa erano considerati molto gravi, oggi hanno una percentuale di guarigioni elevatissima. O mi sbaglio, dr. Di Grazia :) ?
Eliminabella storia ma considerazione finale devastante. Fai la stessa considerazione finale a Vedruccio (che ha venduto 3 Trimprob e Finmeccanica non glielo produrrà nemmeno più) o a Crosetto che non riceve un euro da nessuno per finanziare il suo 3D CBS e vediamo cosa ti rispondono.
RispondiEliminaavviso: toglieresti gentilmente la miniatura che appare linkando in facebook l'articolo in questione? non credo c'entri nulla con l'argomento - grazie
RispondiEliminaNon dipende da me e non posso farci nulla, dipende dai servizi di ogni sito (e comunque se non sbaglio FB prevede di poter togliere l'immagine o sceglierla).
RispondiEliminase a progettare il "canale da parto" fosse stato un ingegnere, lo avrebbero denunciato per incompetenza
RispondiEliminaUna delle più "interessanti" conseguenze dell'evoluzione. Gli altri primati (scimpanzé, bonobo...) partoriscono da soli senza difficoltà. Solo che loro non hanno il problema di dover stare tanto in piedi, perché di norma si appoggiano su quattro zampe e se si alzano di norma si sostengono a qualche ramo. Dovendo invece scaricare l'intero peso sostenuto dalla colonna vertebrale sul bacino e da questo sugli arti inferiori il nostro organismo non ha avuto altra scelta che ridurre la "larghezza" di quella zona, ma non troppo per lasciare spazio al feto per passare. Così le donne si ritrovano grazie a questo "compromesso" ad avere parti difficili e frequenti mal di schiena...
Di certo inventare un prodotto, che alle aziende ospedaliere fa risparmiare dei soldi e quindi; aumentare i profitti,non può che trovare il favore anche dei " poteri forti".
RispondiEliminaTrovare ad esempio , la cura per il cancro; agli stessi "poteri forti" non fa risparmiare nulla ma anzi la danneggia i profitti che preclude una cura chemioterapica sono assolutamente innegabili.
Si sconfina leggermente nel bipensiero. Anche una "cura per il cancro" (qualunque cosa voglia dire) farebbe risparmiare un sacco di soldi alle aziende ospedaliere (meno pazienti, meno cure da rimborsare; cura più economica, rimborsi inferiori), non ti pare? E del resto anche l'Odon Device causerà un netto calo dei profitti alle aziende produttrici di ausili sanitari, che producono le ventose. Cerchiamo di usare un minimo di logica quando ragioniamo.
Fra parentesi, come si fa a dire che le aziende ospedaliere sono "poteri forti"? Ma ci siete mai entrati?
Gli altri primati (scimpanzé, bonobo...) partoriscono da soli senza difficoltà.
RispondiEliminaQuesta è una cosa interessantissima e molto affascinante della quale mi sono interessato per scrivere un articolo, ma non avendo visto molti primati (oltre le donne) partorire non ho avuto conferme (c'è un veterinario in sala?). Cercavo qualcuno che mi confermasse che le scimmie partoriscono il loro piccolo con la "faccia verso l'alto" (al momento della sua fuoriuscita), al contrario delle donne.
Questo comporta che la scimmia può "afferrare" il piccolo che nasce, la donna no (o gli causerebbe gravi lesioni alla colonna vertebrale), per questo da sempre, la donna ha avuto bisogno di assistenza e per questo sono nate le ostetriche. Se confermato sarebbe qualcosa di davvero fantastico (antropologicamente parlando...).
:)
Salvo Di Grazia ha commentato...
RispondiEliminaNon dipende da me e non posso farci nulla, dipende dai servizi di ogni sito (e comunque se non sbaglio FB prevede di poter togliere l'immagine o sceglierla).
NON si può scegliere se è L'UNICA miniatura disponibile - rimuovi l'unica miniatura disponibile - questa è reperita nella struttura del Medbunker di cui sei amministratore , non è una feature di Facebook -
Grazie per avere rimosso la miniatura relativa al dossier sul Metodo DI Bella che non era attinente all'articolo - Voglio pensare che il fatto fosse puramente casuale.
RispondiEliminaCercavo qualcuno che mi confermasse che le scimmie partoriscono il loro piccolo con la "faccia verso l'alto" (al momento della sua fuoriuscita), al contrario delle donne.
RispondiEliminaQuesto comporta che la scimmia può "afferrare" il piccolo che nasce, la donna no (o gli causerebbe gravi lesioni alla colonna vertebrale)
In effetti è così, con la rilevante eccezione degli scimpanzé, che partoriscono come gli umani (e infatti devono assumere una particolare posizione per "poggiare" il cucciolo e girarlo, vedi qui o qui) tutti gli altri primati (o meglio, tutti quelli che siamo riusciti ad osservare partorire) partoriscono "a faccia avanti" (che non è detto che sia verso l'alto però, dipende dalla posizione della madre). Vedi ad esempio Nature, o anche questo interessante libro
P.S. Chiedo scusa per il cambio di nome. Infiniteforme sono sempre io con un altro account.
Altre cose che vanno tenute in considerazione oltre all'ampiezza del canale del parto sono il minor rapporto testa/corpo dei primati non umani (in pratica noi abbiamo la testa un sacco grossa rispetto al resto del corpo) e il fatto che spesso il parto di una scimmia avviene su un albero, il che impone che la madre afferri il piccolo e lo trattenga finché questo non si può aggrappare a lei.
RispondiEliminaRomeo61
RispondiElimina... Vedruccio ... Crosetto ...
Grazie della segnalzione, che conferma la conclusione di Salvo.
Ho salvato la semi-bufala Trimprob nella cartella screening e la bufala 3D CBS nella cartella amenità.
P.S. Vendo un Colosseo usato a prezzo molto interessante.