Mentre in California la Boiron ha stanziato 12 milioni di dollari per risarcire i consumatori che si sono sentiti truffati dalle scarse informazioni sulla reale natura dei prodotti dell'industria omeopatica (ed altri 5 milioni per ulteriori risarcimenti in corso), mentre nello stesso stato sono in corso sei denunce per pubblicità ingannevole perchè i consumatori non erano stati avvertiti che nei prodotti omeopatici c'è solo zucchero, mentre in Australia l'istituto superiore della sanità ed il Medical Research Council hanno definito l'omeopatia senza basi e non etica seguendo la denuncia dell'associazione britannica dei medici che ha definito l'omeopatia "stregoneria".
Insomma, mentre si cerca di proteggere i consumatori di tutto il mondo dal fenomeno paranormale chiamato "omeopatia", in Italia le multinazionali omeopatiche stanno ottenendo quello che inseguono da anni.
L'organizzazione mondiale della sanità si era già pronunciata nel 2009 a proposito dei trattamenti che alcuni omeopati proponevano per malattie come la malaria, l'HIV o le dissenterie: l'omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio.
Da noi in Italia si va verso un'altra direzione.
Una normativa europea mai applicata completamente nella nostra nazione, vuole che i farmaci omeopatici siano registrati esattamente come i farmaci veri. La lobby delle aziende omeopatiche vuole forse porre un freno al crollo delle vendite, che dopo un picco all'inizio degli anni 2000 oggi sono sempre più in calo, dimostrato dall'ennesima chiusura di farmacie omeopatiche storiche, come successo in Irlanda.
Insomma, mentre si cerca di proteggere i consumatori di tutto il mondo dal fenomeno paranormale chiamato "omeopatia", in Italia le multinazionali omeopatiche stanno ottenendo quello che inseguono da anni.
L'organizzazione mondiale della sanità si era già pronunciata nel 2009 a proposito dei trattamenti che alcuni omeopati proponevano per malattie come la malaria, l'HIV o le dissenterie: l'omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio.
Da noi in Italia si va verso un'altra direzione.
Una normativa europea mai applicata completamente nella nostra nazione, vuole che i farmaci omeopatici siano registrati esattamente come i farmaci veri. La lobby delle aziende omeopatiche vuole forse porre un freno al crollo delle vendite, che dopo un picco all'inizio degli anni 2000 oggi sono sempre più in calo, dimostrato dall'ennesima chiusura di farmacie omeopatiche storiche, come successo in Irlanda.
Certo, il loro iter sarà "veloce" e semplice ("semplificato", si dice), non avranno bisogno di dimostrare di essere efficaci (non potrebbero riuscirci mai) ma basterà dimostrare che non siano pericolosi (come fa lo zucchero ad essere "pericoloso"?), in effetti i "criteri" di ammissione sono più che semplici.
Nulla di eclatante o "rivoluzionario", si tratta semplicemente dell'applicazione di una legge europea che noi italiani stentiamo ad applicare. Naturalmente ora assisteremo alla sfilza di articoli pubblicitari che parleranno di "svolta storica" o "riconoscimento dell'omeopatia" ma basta ricordare che, anche stavolta, si tratta di un "riconoscimento" burocratico, non scientifico, la scienza ha già bocciato (dopo ben 2 secoli di prove a sfavore, quando non bastasse semplicemente essere ragionevoli) l'omeopatia. Questo provvedimento permetterà alle aziende omeopatiche di vendere prodotti che in Italia non vedevano la luce (per esempio la cura omeopatica per l'autismo a base di ghiandole di rospo tanto assurda che lo stesso addetto stampa dell'azienda l'ha scambiata per una battuta ironica) o di poter commercializzare i loro prodotti all'estero.
Ma cosa cambia alla fine con questo nuovo ordinamento?
Ma cosa cambia alla fine con questo nuovo ordinamento?
Niente a livello scientifico, tanto su quello commerciale.
I farmaci che in Italia sono venduti come omeopatici devono avere delle caratteristiche ben precise (e questo finora è sempre avvenuto) ma come tutti i farmaci dovrebbero essere controllati e registrati dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco, l'ente che si occupa di approvare la commercializzazione di un prodotto farmaceutico). L'Italia non ha mai trasformato in legge la direttiva europea (risalente al 2001) che obbligava questo passo della procedura ma per permettere la vendita di omeopatici ha rinnovato periodicamente l'autorizzazione alla vendita (l'ultimo rinnovo sarebbe scaduto nel 2015) recependo la direttiva con la legge 219/2006 ma senza applicarla del tutto. Per esempio in Italia non è possibile riportare nella confezione degli omeopatici l'indicazione all'uso del prodotto (come per l'Oscillococcinum potrebbe essere l'influenza) né la posologia, non è permessa la pubblicità e non è possibile vendere rimedi omeopatici "nuovi". In quasi tutti gli stati europei (fa eccezione la Spagna) queste possibilità sono esistenti da anni. La notizia quindi è che sarà definitivamente applicata la normativa europea ed i prodotti omeopatici potranno essere venduti senza bisogno di "rinnovare" l'autorizzazione periodicamente applicando così tutte le norme previste. Essendo inoltre farmaci "registrati" possono essere esportati e sperimentati ufficialmente.
La procedura di registrazione di un prodotto omeopatico è "semplificata", deve avere cioè le stesse garanzie che devono offrire i farmaci veri tranne una, la dimostrazione di efficacia (art.16 del DL 219/2006).
Per poter ottenere la procedura semplificata di registrazione all'AIFA un prodotto omeopatico deve avere (sempre secondo l'articolo 16):
I farmaci che in Italia sono venduti come omeopatici devono avere delle caratteristiche ben precise (e questo finora è sempre avvenuto) ma come tutti i farmaci dovrebbero essere controllati e registrati dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco, l'ente che si occupa di approvare la commercializzazione di un prodotto farmaceutico). L'Italia non ha mai trasformato in legge la direttiva europea (risalente al 2001) che obbligava questo passo della procedura ma per permettere la vendita di omeopatici ha rinnovato periodicamente l'autorizzazione alla vendita (l'ultimo rinnovo sarebbe scaduto nel 2015) recependo la direttiva con la legge 219/2006 ma senza applicarla del tutto. Per esempio in Italia non è possibile riportare nella confezione degli omeopatici l'indicazione all'uso del prodotto (come per l'Oscillococcinum potrebbe essere l'influenza) né la posologia, non è permessa la pubblicità e non è possibile vendere rimedi omeopatici "nuovi". In quasi tutti gli stati europei (fa eccezione la Spagna) queste possibilità sono esistenti da anni. La notizia quindi è che sarà definitivamente applicata la normativa europea ed i prodotti omeopatici potranno essere venduti senza bisogno di "rinnovare" l'autorizzazione periodicamente applicando così tutte le norme previste. Essendo inoltre farmaci "registrati" possono essere esportati e sperimentati ufficialmente.
La procedura di registrazione di un prodotto omeopatico è "semplificata", deve avere cioè le stesse garanzie che devono offrire i farmaci veri tranne una, la dimostrazione di efficacia (art.16 del DL 219/2006).
Per poter ottenere la procedura semplificata di registrazione all'AIFA un prodotto omeopatico deve avere (sempre secondo l'articolo 16):
- via di somministrazione orale o esterna;
- assenza di indicazioni terapeutiche particolari sull'etichetta o su qualunque altra indicazione relativa al medicinale;
- grado di diluizione tale da garantire l'innocuità del medicinale.
Il secondo punto probabilmente sparirà con la nuova normativa.
Risultato di questa "svolta storica"?
Per i consumatori nulla: zucchero avevano e zucchero rimarrà, forse avremo la garanzia di maggiori controlli nei processi di produzione e sicuramente assisteremo alla nascita di nuove confezioni di granuli con l'indicazione per le più svariate malattie, un modo come un altro per le aziende di raggiungere più clienti e quindi guadagnare di più. Dal punto di vista commerciale l'unico requisito "curativo" che devono avere i prodotti omeopatici è quello di "non fare male" (essere innocui). Per le industrie cambierà molto, potranno aprire nuovi mercati e trovare altri clienti anche per l'introduzione (per la prima volta dal 1995) di nuovi rimedi, per esempio i nosodi (principi attivi omeopatici derivati da parti o secrezioni di esseri viventi), come lo sputo di un tubercolotico, il pus di un malato di scabbia o un po' di batteri fecali ricavati da dissenteria (voi direte: stai scherzando? No). Si tratta quindi di un riordino burocratico e commerciale, nessun riconoscimento (come qualcuno, al solito, cerca di raccontare). Riconosciuta l'omeopatia quindi? No, non proprio, anzi, sarà l'occasione per renderla ancora più ridicola.
Potranno essere immessi in commercio infatti tanti preparati omeopatici che in Italia ancora non avevano visto la luce. Qualche esempio?
Muro di Berlino omeopatico: per ansia, pessimismo, panico.
Raggi X omeopatici: per stanchezza, nausea, reumatismi.
Insetticida per pecore omeopatico: per intossicazioni, avvelenamenti, nausea.
Placenta omeopatica: per otite, mal di gola, tosse, deficit immunitari.
Elettricità omeopatica: per agitazione, allergie, ansia.
Saliva di cane rabbioso, omeopatica: per dolori ossei, convulsioni, disturbi nervosi.
Luce di Saturno omeopatica: traumi dell'osso e dei nervi.
Bastano?
Ottimo.
Dal mio punto di vista c'è poco da commentare, la legge è legge e bisogna rispettarla ad ogni costo. Potrei notare che esistono tanti di quei problemi che meriterebbero più attenzione rispetto alla regolamentazione dei prodotti omeopatici, ma così è e va bene. Però gli omeopati non dicano da ora in poi di essere boicottati dalle istituzioni, mi sembra che venga loro concesso più di un piccolo spazio.
Una regolamentazione dell'omeopatia a questo punto non deve essere vista per forza come un fenomeno negativo, ricordate che più il consumatore dispone di mezzi per informarsi più diventerà consapevole dell'assoluta mancanza di utilità di certi acquisti e forse solo così sarà consapevole di comprare zuccherini a peso d'oro credendoli curativi.
Lo stesso discorso si potrebbe fare con l'astrologia: sarebbe "negativa" o da biasimare una regolamentazione dei tarocchi e dei veggenti? Probabilmente no, almeno chi vende illusioni è regolarmente registrato e non vive nel limbo dell'incertezza civile, tanto esistono frotte di appassionati felici di regalare soldi a chi "legge" gli astri. Sta poi a chi governa una nazione informare la popolazione dei rischi di affidarsi alle superstizioni. Qualcuno comunque è contrario alla "regolamentazione" delle medicine alternative, si regalerebbe credibilità a pratiche che sono più rappresentanti delle superstizioni che della scienza. Nel frattempo il mondo va avanti e se il Centre of Inquiry canadese chiede il ritiro di tutti i prodotti omeopatici dalla vendita nei supermercati, la FDA ha annunciato che prenderà in esame la proposta di una petizione pubblica statunitense di sottoporre i prodotti omeopatici agli stessi test di efficacia di quelli farmacologici.
Ne vedremo delle belle quindi.
Dal punto di vista scientifico quindi cambia molto poco, l'omeopatia resta un fenomeno paranormale che non ha mai mostrato di funzionare più di un placebo (inutile farsi prendere da crisi isteriche, omeopati, dimostrate il contrario!) ma le aziende, giustamente cominciano a saltellare per l'opportunità fornita. D'altronde, chissà perché, le aziende omeopatiche hanno sempre goduto di una fama inspiegabile, contrapposta a quella delle "cattive" aziende "allopatiche", come se le prime vivessero di aria mentre le seconde fossero solo avide di denaro. Così non è, naturalmente ed anche le aziende omeopatiche sanno essere venali, scorrette e disoneste.
L'ultimo scandalo in ordine di tempo è quello emerso in Germania, un gruppo di aziende omeopatiche (tra le quali la nota Heel, distribuita in Italia dalla GUNA e la Weleda, notissima in Germania) ha creato una sorta di associazione, la DHU. Lo scandalo è scoppiato quando si è scoperto che il gruppo ha finanziato con una somma di 43.000 euro l'anno (scommettiamo che i soldi non erano omeopatici?) il giornalista e blogger Claus Fritzsche per una missione: criticare e demolire l'immagine dei critici dell'omeopatia e degli scettici con particolare accanimento nei confronti del professor Edzard Ernst, docente di medicine complementari e noto critico delle medicine alternative, un atteggiamento tipico delle lobby più agguerrite e minacciose. Il continuo accanimento e gli attacchi personali (non sempre corretti) del giornalista sono stati fatali, l'uomo ha ammesso di aver ricevuto finanziamenti dall'industria omeopatica. La replica delle aziende è piuttosto scarna: "non c'è niente di strano nel finanziare un giornalista". No eh?
Peccato che questo facesse di tutto per attaccare a pagamento le persone (non i fatti, quindi, ha usato insulti e diffamazioni) che criticavano ferocemente l'omeopatia, deontologicamente e moralmente vergognoso quindi ed anche contro il codice professionale dei giornalisti del suo paese. La Weleda dopo la diffusione della notizia ha annunciato di voler sospendere i finanziamenti.
Curioso, si accusano i critici dell'omeopatia di essere "pagati da Big Pharma" e si scopre che è "Big Homeo" a pagare chi li perseguita.
Ecco, quando vi raccontanto che l'omeopatia è un'alternativa alle multinazionali ora sapete che non hanno nulla di diverso. Nel male, soprattutto.
Risultato di questa "svolta storica"?
Per i consumatori nulla: zucchero avevano e zucchero rimarrà, forse avremo la garanzia di maggiori controlli nei processi di produzione e sicuramente assisteremo alla nascita di nuove confezioni di granuli con l'indicazione per le più svariate malattie, un modo come un altro per le aziende di raggiungere più clienti e quindi guadagnare di più. Dal punto di vista commerciale l'unico requisito "curativo" che devono avere i prodotti omeopatici è quello di "non fare male" (essere innocui). Per le industrie cambierà molto, potranno aprire nuovi mercati e trovare altri clienti anche per l'introduzione (per la prima volta dal 1995) di nuovi rimedi, per esempio i nosodi (principi attivi omeopatici derivati da parti o secrezioni di esseri viventi), come lo sputo di un tubercolotico, il pus di un malato di scabbia o un po' di batteri fecali ricavati da dissenteria (voi direte: stai scherzando? No). Si tratta quindi di un riordino burocratico e commerciale, nessun riconoscimento (come qualcuno, al solito, cerca di raccontare). Riconosciuta l'omeopatia quindi? No, non proprio, anzi, sarà l'occasione per renderla ancora più ridicola.
Potranno essere immessi in commercio infatti tanti preparati omeopatici che in Italia ancora non avevano visto la luce. Qualche esempio?
Muro di Berlino omeopatico: per ansia, pessimismo, panico.
Raggi X omeopatici: per stanchezza, nausea, reumatismi.
Insetticida per pecore omeopatico: per intossicazioni, avvelenamenti, nausea.
Placenta omeopatica: per otite, mal di gola, tosse, deficit immunitari.
Elettricità omeopatica: per agitazione, allergie, ansia.
Saliva di cane rabbioso, omeopatica: per dolori ossei, convulsioni, disturbi nervosi.
Luce di Saturno omeopatica: traumi dell'osso e dei nervi.
Bastano?
Ottimo.
Dal mio punto di vista c'è poco da commentare, la legge è legge e bisogna rispettarla ad ogni costo. Potrei notare che esistono tanti di quei problemi che meriterebbero più attenzione rispetto alla regolamentazione dei prodotti omeopatici, ma così è e va bene. Però gli omeopati non dicano da ora in poi di essere boicottati dalle istituzioni, mi sembra che venga loro concesso più di un piccolo spazio.
Una regolamentazione dell'omeopatia a questo punto non deve essere vista per forza come un fenomeno negativo, ricordate che più il consumatore dispone di mezzi per informarsi più diventerà consapevole dell'assoluta mancanza di utilità di certi acquisti e forse solo così sarà consapevole di comprare zuccherini a peso d'oro credendoli curativi.
Lo stesso discorso si potrebbe fare con l'astrologia: sarebbe "negativa" o da biasimare una regolamentazione dei tarocchi e dei veggenti? Probabilmente no, almeno chi vende illusioni è regolarmente registrato e non vive nel limbo dell'incertezza civile, tanto esistono frotte di appassionati felici di regalare soldi a chi "legge" gli astri. Sta poi a chi governa una nazione informare la popolazione dei rischi di affidarsi alle superstizioni. Qualcuno comunque è contrario alla "regolamentazione" delle medicine alternative, si regalerebbe credibilità a pratiche che sono più rappresentanti delle superstizioni che della scienza. Nel frattempo il mondo va avanti e se il Centre of Inquiry canadese chiede il ritiro di tutti i prodotti omeopatici dalla vendita nei supermercati, la FDA ha annunciato che prenderà in esame la proposta di una petizione pubblica statunitense di sottoporre i prodotti omeopatici agli stessi test di efficacia di quelli farmacologici.
Ne vedremo delle belle quindi.
Dal punto di vista scientifico quindi cambia molto poco, l'omeopatia resta un fenomeno paranormale che non ha mai mostrato di funzionare più di un placebo (inutile farsi prendere da crisi isteriche, omeopati, dimostrate il contrario!) ma le aziende, giustamente cominciano a saltellare per l'opportunità fornita. D'altronde, chissà perché, le aziende omeopatiche hanno sempre goduto di una fama inspiegabile, contrapposta a quella delle "cattive" aziende "allopatiche", come se le prime vivessero di aria mentre le seconde fossero solo avide di denaro. Così non è, naturalmente ed anche le aziende omeopatiche sanno essere venali, scorrette e disoneste.
L'ultimo scandalo in ordine di tempo è quello emerso in Germania, un gruppo di aziende omeopatiche (tra le quali la nota Heel, distribuita in Italia dalla GUNA e la Weleda, notissima in Germania) ha creato una sorta di associazione, la DHU. Lo scandalo è scoppiato quando si è scoperto che il gruppo ha finanziato con una somma di 43.000 euro l'anno (scommettiamo che i soldi non erano omeopatici?) il giornalista e blogger Claus Fritzsche per una missione: criticare e demolire l'immagine dei critici dell'omeopatia e degli scettici con particolare accanimento nei confronti del professor Edzard Ernst, docente di medicine complementari e noto critico delle medicine alternative, un atteggiamento tipico delle lobby più agguerrite e minacciose. Il continuo accanimento e gli attacchi personali (non sempre corretti) del giornalista sono stati fatali, l'uomo ha ammesso di aver ricevuto finanziamenti dall'industria omeopatica. La replica delle aziende è piuttosto scarna: "non c'è niente di strano nel finanziare un giornalista". No eh?
Peccato che questo facesse di tutto per attaccare a pagamento le persone (non i fatti, quindi, ha usato insulti e diffamazioni) che criticavano ferocemente l'omeopatia, deontologicamente e moralmente vergognoso quindi ed anche contro il codice professionale dei giornalisti del suo paese. La Weleda dopo la diffusione della notizia ha annunciato di voler sospendere i finanziamenti.
Curioso, si accusano i critici dell'omeopatia di essere "pagati da Big Pharma" e si scopre che è "Big Homeo" a pagare chi li perseguita.
Ecco, quando vi raccontanto che l'omeopatia è un'alternativa alle multinazionali ora sapete che non hanno nulla di diverso. Nel male, soprattutto.
Alla prossima.
Aggiornamento (25/07/12): Anche la DHU (associazione che riuniva aziende omeopatiche) ha annunciato di aver bloccato i finanziamenti al giornalista Fritzsche.
In un certo senso sono d'accordo anche io nel dire che è positiva la regolamentazione. Anche qua finalmente faremo un piccolo passo avanti nella direzione in cui gli altri paesi sono già arrivati: l'affossamento totale di queste scemenze. Se infatti l'omeopatia qua in Italia essendo di nicchia è riservata a pochi aficionados assolutamente convinti di prodigiosi effetti dell'acqua, con queste nuove norme alcuni omeopatici verranno acquistati anche da gente normale. Ne vedremo delle belle quando si accorgeranno che lo stato ha autorizzato l'indicazione terapeutica per malattie, in alcuni casi già di per se molto problematiche (penso all'autismo) in prodotti che non contengono altro che zucchero. Da lì alla denuncia delle aziende omeopatiche e alla richiesta di risarcimento (che in Italia si traduce il più delle volte in una richiesta di risarcimento allo stato, e in questo caso aggiungo giustamente) il passo sarà breve e anche in Italia faremo quel piccolo passo avanti.
RispondiEliminaCome sempre - anche se è un po' che non commento ti leggo comunque - grazie. E vediamo un po' se qualcuno dirà che ci vende una pallina di zucchero a peso d'oro è eticamente migliore di chi ci vende una medicina: sono curioso di sentirne gli argomenti. A presto, dottore!
RispondiEliminauna cosa è certa non userò mai più prodotti omeopatici per curarmi
RispondiEliminaMa, anziché regolamentare, non era meglio vietare? O_O
RispondiEliminaIl termine "Big Homeo" è tuo o lo hai mutuato da qualche altro lavoro? Lo chiedo perché, se lo hai coniato tu, sei stato geniale.
RispondiEliminaBusiness is business.
RispondiEliminaAlla faccia di quelli che credono alle paroline del marketing.
Il termine "Big Homeo" è tuo o lo hai mutuato da qualche altro lavoro? Lo chiedo perché, se lo hai coniato tu, sei stato geniale.
RispondiEliminaQualcun altro di sicuro perché l'ho letto in giro diverse volte, anche se è molto in voga un altro termine, "Little Homeo", per sottolineare che anche se non c'è differenza con "Big Pharma" la fetta di mercato dell'omeopatia in confronto a quella farmacologica è assolutamente insignificante.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina"Come fa lo zucchero a essere pericoloso?"
RispondiEliminaÉ invece interessante notare come spesso le persone che si affidano ciecamente all'omeopatia siano le stesse che considerano lo zucchero il male assoluto. "Crea danni permanenti al cervello e allo sviluppo neurologico dei bambini e da dipendenza."
Lo sapevate? Sapevatelo!
OMEO-CRETINERIE ?
RispondiEliminafatevi sentire anche qua:
http://www.facebook.com/groups/353893058008657/doc/354429054621724/
Lottiamo contro tutte le medicine truffaldine. Ma forse è una lotta impari,c'è troppa gente talmente scema che la battaglia sarà persa.
Domanda: se io vado in una farmacia omeopatica e chiedo un farmaco contro l'influenza e loro mi danno un farmaco omeopatico dicendomi che ha efficacia, io poi li posso denunciare per truffa?
RispondiEliminase io vado in una farmacia omeopatica e chiedo un farmaco contro l'influenza e loro mi danno un farmaco omeopatico dicendomi che ha efficacia, io poi li posso denunciare per truffa?
RispondiEliminaNon ci sono precedenti, ma credo che la possibilità (trovando un avvocato in gamba) esista realmente, sarebbe ancora più fattibile se il medico o il farmacista affermasse "questo prodotto contiene XYZ" e poi, analizzandolo, si dimostra che non contiene nulla. Certo, poi bisognerebbe trovare un giudice non "omeopatico"...
Grazie, un sabato che non ho nulla da fare provo e vi faccio sapere :)
RispondiEliminasi è scoperto che il gruppo ha finanziato con una somma di 43.000 euro l'anno il giornalista e blogger Claus Fritzsche
RispondiEliminama vuoi vedere che anche Iva Bellini ... :D
Salve...
RispondiEliminaNon entro in merito al rimedio omeopatico se sia o meno efficace, anche perchè il tema è spinoso e andrebbe affrontato in sede opportuna. Vorrei però prestare attenzione al fatto che molti uomini di scienza, medici, clinici adottano l'omeopatia e mi domando quindi, sono tutti scemi questi? Sono forse plagiati da forze misteriose? Sono forse super premiati(in denaro)per prescrivere taluni rimedi? Perchè sapete, mi trovo in difficoltà a pensare che migliaia di medici che hanno studiato, fisica, chimica, biologia, anatomia ecc ecc, siano essi incapaci di intendere e volere...forse truffaldini anche loro? E se ciò fosse, che colpa avrebbe il "rimedio"?
La verità di una affermazione non è funzione del numero dei suoi sostenitori.
RispondiEliminaSe l'omeopatia funzionasse queste persone non avrebbero altro da fare che produrre uno studio che lo dimostri.
Se non c'è prova stiamo parlando di opinioni e opinioni.
I capisaldi di una discussione sono:
a) L'onere della prova spetta a chi fa l'affermazione.
b) affermazioni senza prove possono essere negate senza prove.
Il resto è contorno o meglio sono opinioni che, per dirla con Clint Eastwood "sono come le palle, ognuno ha le sue".
mi trovo in difficoltà a pensare che migliaia di medici che hanno studiato, fisica, chimica, biologia, anatomia ecc ecc, siano essi incapaci di intendere e volere...forse truffaldini anche loro?
RispondiEliminaPosso risponderti con una citazione: "Non attribuire a malafede quel che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità"
E se ciò fosse, che colpa avrebbe il "rimedio"?
Nessuna, però sapendo che si spendono soldi per una caramellina di zucchero, qualche ignaro consumatore potrebbe svegliarsi e capire di buttare il proprio denaro e se è per questo io sono convinto che se la gente capisse cos'é l'omeopatia e smettesse di comprarla, per magia sparirebbero anche i medici che la prescrivono, il granellino di zucchero copre la voglia di "curarsi dolcemente" di tutti noi, solo che se davvero hai bisogno di cure perchè hai una VERA malattia, hai bisogno di sostanze potenti e che hanno un'azione (e degli effetti indesiderati...).
Ai miei tempi dell'università l'omeopatia era vista come "valvola di sfogo" per medici disoccupati o "poco preparati", oggi soddisfa semplicemente una fetta di mercato e quindi più di qualcuno arrotonda con gli zuccherini.
Molto piccola comunque questa fetta di mercato, un medico (o una farmacia) che viva solo di omeopatia non l'ho mai conosciuto, evidentemente questo "grande successo" è un'ulteriore operazione di marketing.
Quanta ignoranza!
RispondiElimina"Non troverai mai la verità se non sei disposto a cercarla anche dove non credi"
Io posso testimoniare di me ed altri che l'omeopatia funziona: effetto placebo? ben venga, almeno non ha negativi effetti collaterali.
>effetto placebo? ben venga, almeno non ha negativi effetti collaterali.
RispondiEliminaNemmeno l'acqua di rubinetto, ed è praticamente gratuita
...e poi, che masochismo, io se un disturbo passa da solo non andrei mai a spendere soldi per farmi convincere che una caramella mi guarirà.
RispondiEliminaMa ognuno può farsi prendere in giro come preferisce, l'importante è non dire che non esiste libertà di cura.
:)
@ giuliano
RispondiEliminaliberissimo di curarti con l'acqua di rubinetto
(permettimi però di consigliarti l'acqua di fonte: mai sentito parlare di cure termali, di "passare le acque"?)
Scusa, ho visto su una confezione di un non-medicinale omeopatico la sigla dh3... Che significa? tre diluizioni 1 a 10? Cioè una parte su mille, più o meno, giusto? Quindi un preparato omeopatico non tanto omeopatico, dato che l'estrema diluizione dovrebbe essere un valore dell'omeopatia.
RispondiEliminaSe ho capito bene.
Federico
Scusa, ho visto su una confezione di un non-medicinale omeopatico la sigla dh3... Che significa? tre diluizioni 1 a 10?
RispondiEliminaSì, la diluizione CH è "centesimale" (cioè 1 su 100), la DH "decimale" (cioè 1 su 10).
liberissimo di curarti con l'acqua di rubinetto
RispondiEliminaquesta non l'ho capita. Io dico a te che stai comprando acqua a prezzi esorbitanti e tu mi prendi in giro? Uhm...
io cerco di curarmi con le piante che funzionano e creano meno danni delle medicine merdose fatte con molecole chimiche e non naturali!
RispondiEliminaBravo! Lo faccio pure io, ma solo qualche volta, spesso con amici, e se il giorno dopo è vacanza.
RispondiEliminaAh care erbe naturali, quanti problemi hanno risolto mischiate a un po' di tabacco e opportunamente rollate.
@ Francesco M.:
RispondiEliminavuoi una bella tazza di cicuta, naturale-naturale?! Passa tutto.. .
;)
Ah, mi raccomando: non dare l'iperico alla tua fidanzata: è naturalissimo e magari le passa la depressione premestruale, ma probabilmente le arriva un bambino (se prende la pillola eheh).
>io cerco di curarmi con le piante che funzionano e creano meno danni delle medicine merdose fatte con molecole chimiche e non naturali!
RispondiEliminaChe differenza c'è, ad esempio, tra la vitamina C presa dall'arancia e l'acido ascorbico (meglio noto appunto come vitamina C) preso da una pasticca?
Considera che la prima la produce la pianta, la seconda deriva dall'amido con un processo industriale.
Considera poi che in tutti e due i casi la formula chimica della vitamina C è sempre quella mostrata qui
http://www.blogalileo.com/wp-content/uploads/2007/09/acido_ascorbico.jpg
Infine, considera che in entrambi i casi, la vitamina C, o acido ascorbico, ha gli stessi, identici, precisi effetti sia che provenga da un processo industriale, sia che provenga dalla sintesi effettuata dalla pianta.
Allora, che differenza c'è tra le due molecole?
Eh eh, Giuliano ma così sveli il trucco...
RispondiEliminaQuelli che dicono "molto meglio la vitamina C naturale rispetto a quella di sintesi", dovrebbero prima di tutto rendersi conto che non sanno nemmeno cos'ė l'acido ascorbico...
Però sono contenti di assumere cose naturali. Potere del marketing...
Ma io mi chiedo, è vero che viviamo in una specie di medioevo, dove la gente si rinchiude in un volontario oscurantismo fatto di pregiudizi, nonostante oggi sia molto più facile reperire una qualsiasi informazione per chi abbia un minimo di cervello e di voglia di sapere, ma non sarebbe più giusto obbligare a scrivere sui medicinali omeopatici "attenzione non serve ad un ca%%@"? (tipo etichetta sui pacchetti di tabacco ma al rovescio)
RispondiEliminaLa maggior parte dei commenti che ho letto qui sull'omeopatia indicano chiaramente che gli autori non la conoscono affatto. L'omeopatia funziona e bene, ma bisogna essere in grado di utilizzarla correttamente. E' molto più difficile prescrivere un farmaco omeopatico,che varia a seconda delle caratteristiche della malattia del paziente, che non un farmaco chimico della medicina ufficiale,che è uguale per tutti. Si dice che si tratta di solo zucchero e, visto dal punto di vista molecolare, è vero. Ma il messaggio che il farmaco trasporta è diverso, da un prodotto all'altro, che piaccia o meno ai detrattori dell'omeopatia. Non è vero che non esistono prove della sua efficacia. Il problema è che non si tiene conto degli studi che ne dimostrano l'efficacia e si chiede di misurare una lunghezza con il chilogrammo o con il litro. L'omeopatia funziona così bene che gli affiliati alle multinazionali dei farmaci,alcuni in buona fede e molti in cattiva fede, hanno denigrato ed emarginato persino uno scienziato come Benveniste che era apprezzato e riconosciuto, dalla comunità scientifica internazionale, come un grande scienziato, fino a quando non ha dimostrato la possibilità di una attività biologica di tipo molecolare in assenza di molecole. Benveniste non era omeopata ed era scettico sulla omeopatia. Al dottor Poitevin, suo collaboratore, che sperava di realizzare degli esperimenti su prodotti ad alte diluizioni (omeopatici), Benveniste aveva risposto: Prova, se vuoi, ma non otterrai alcun risultato. Le alte diluizioni non sono altro che acqua.pag. 40 di La mia verità sulla Memoria dell'Acqua di J. Benveniste. E' stata la onestà intellettuale e scientifica di un vero scienziato come Benveniste che lo ha spinto a rivelare ciò che aveva scoperto, pur paventando quello che è poi avvenuto: la sua condanna professionale ed umana!
RispondiEliminaIo sono medico, ho studiato all'università come tutti gli altri colleghi, ma ho studiato anche l'omeopatia e, da 35 anni curo me, la mia famiglia e chi me lo chiede, con l'omeopatia. Ho curato anche malattie importanti e non solo quelle che guariscono da sole! Vi prego di credere che, in genere, chi si cura con l'omeopatia non è così sciocco come voi dite, né sprovveduto o credulone. Ha accettato di sobbarcarsi il costo della cura per aver ricevuto i risultati che cercava e non per masochismo o stupidità.
Si dice che si tratta di solo zucchero e, visto dal punto di vista molecolare, è vero.
RispondiEliminaOhh...e diciamolo!
Se gli omeopati fossero intellettualmente onesti, si potrebbe aprire una discussione etica, anche scientifica sull'utilità (ed opportunità) del placebo. Ma ogni volta che si ripete l'ovvietà che in un granulo omeopatico non c'è niente altro che zucchero partono le scomuniche.
Coraggio, dopo 2 secoli potete ormai uscire allo scoperto.
:)
Ma il messaggio che il farmaco trasporta è diverso
Può essere anche diversissimo, ma prima di dire che esiste devi dimostrarlo. Non con lo studio nella rivista omeopatica del Kazakistan dell'est ma con studi e dimostrazioni di una solidità indiscutibile, perché quello che dite voi omeopati ad oggi è letteralmente un fenomeno paranormale e per dimostrare che un fenomeno di questo tipo esista (sovvertendo leggi chimiche, fisiche e conoscenze secolari), ci vogliono prove di spessore adeguato. In 200 anni nessuno le ha fornite, stop, chiuso.
chi si cura con l'omeopatia non è così sciocco come voi dite
Mai detto che chi usa omeopatia sia uno sciocco. Ci saranno anche questi, ma la maggioranza delle persone che la usa non sa nemmeno cosa sta usando. Prova ad andare in strada e chiedere cos'è l'omeopatia.
Prova a dire che in un granulo omeopatico c'è solo zucchero. :)
Le teorie dell'omeopatia sono talmente incredibili...che nessuno crede siano vere.
Comunque, il punto finale resta quello abituale: discutere di qualcosa che non vediamo e non è dimostrato è come discutere sull'esistenza del coniglio giallo del Paraguay: prima di descriverne le caratteristiche o giudicarne l'aspetto, bisogna trovarlo.
Per l'omeopatia, prima di controllare se funziona (ma l'abbiamo fatto già) o discutere dei meccanismi d'azione, dovremmo capire in cosa consiste qualcosa che nessuno ha mai misurato, visto, definito.
Saluti!
E' stata la onestà intellettuale e scientifica di un vero scienziato come Benveniste che lo ha spinto a rivelare ciò che aveva scoperto
Beh, è rimasto alla storia come l'autore di una delle frodi scientifiche più note in medicina (oserei dire anche più ridicole). Alla faccia dell'onesta!
Per esempio in Italia non è possibile riportare nella confezione degli omeopatici l'indicazione all'uso del prodotto (come per l'Oscillococcinum potrebbe essere l'influenza) né la posologia, non è permessa la pubblicità e non è possibile vendere rimedi omeopatici "nuovi".
RispondiEliminaLeggo il blog da un bel po' ed è la prima volta che commento. Intanto complimenti per lo splendido lavoro di divulgazione che svolgete!
Vorrei chiedere se, ad oggi, vale ancora il divieto di pubblicità per i "medicinali" omeopatici perché nei mesi scorsi spesso ho sentito in radio uno spot di una nota ditta (non so se posso pubblicare il link tratto dal loro sito) che pubblicizza il suo rimedio omeopatico per la tosse..
Vorrei chiedere se, ad oggi, vale ancora il divieto di pubblicità per i "medicinali" omeopatici perché nei mesi scorsi spesso ho sentito in radio uno spot di una nota ditta
RispondiEliminaVale eccome.
Se fai caso nella pubblicità, non dicono mai il nome commerciale del prodotto, ma parlano di "sciroppo per la tosse omeopatico" e poi "scegli l'omeopatia" ed il nome dell'azienda. La legge non proibisce di fare pubblicità all'omeopatia ma di farla ai prodotti.
Fatta la legge...
Più che altro bisognerebbe notare la "correttezza" di questa azienda nei confronti del consumatore. Io solo per questo la eviterei accuratamente.
Riascoltando le pubblicità andate in onda, in effetti il nome commerciale dei preparati non viene mai fatto. Ma quando, da ascoltatrice, sento "lo sciroppo omeopatico per la tosse" o "il medicinale omeopatico per l'influenza" per me è come se dicessero il nome (tanto più che i nomi di questi preparati sono anche complicati). Fare pubblicità a qualcosa senza mai nominarlo è proprio da geni del marketing..
RispondiEliminaQuello che più mi preoccupa è l'intervista andata in onda su radio capital! Utilizzano in modo davvero intelligente le parole farmaci, antibiotici e medicina per farti credere che si stia parlando di una cura.. Insomma una bella pubblicità!
Silvia Nencioni, AD e Presidente di *****, è intervenuta su Radio Capital all’interno del contenitore "Capital Week end", condotto da Fabiana Bisulli.
Durante l’intervista si chiariscono alcuni luoghi comuni legati all’omeopatia, come il fatto, non noto a tutti, che gli “omeopatici” siano “medicinali” a tutti gli effetti, e come questo rappresenti una garanzia per i pazienti. La fabbricazione dei medicinali omeopatici, infatti, avviene nel rispetto delle GMP (norme di buona fabbricazione) che ****** è tenuta a seguire, come tutte le aziende che producono farmaci.
Si è inoltre evidenziato come, anche in Italia, siano sempre più numerosi medici che prescrivono i medicinali omeopatici e i pazienti che li utilizzano, integrandoli, al bisogno, anche con le altre terapie.
Qui si parla di terapie a tutti gli effetti e per tutte le malattie. Senza mai dire al consumatore che queste "medicine" sono fatte di solo zucchero ma dicendo che sono farmaci veri e propri.
Poi si parla di detrattori che si appigliano "solo" al fatto che il meccanismo d'azione non è noto (paragonando in pratica la comunità scientifica alla stregua di Belzebù) e, soprattutto, si pubblicizzano prove di efficacia date dalle testimonianze di medici e pazienti (con buona pace del metodo scientifico) e dalla ricerca clinica!
Capisco gli escamotage per aggirare una legge scritta male ma, secondo me, questa è pura disinformazione e, come tale, andrebbe vietata.
secondo me, questa è pura disinformazione
RispondiEliminaBeh, sai come la penso, no?
:)
L'omeopatia è semplice marketing, efficacissimo d'altronde, l'idea di vendere niente come se fosse qualcosa è geniale ed a quanto pare ci riescono.
L'intervistata ha comunque dimenticato di dire che per essere venduti i prodotti omeopatici non devono dimostrare di essere efficaci ma solo di essere innocui.
Marketing, marketing, marketing: e la gente ci casca!
Io posso solo parlare della mia esperienza personale.....a mia figlia dall'età di 3 anni fu diagnosticata un'allergia agli acari e ad un sacco di altre cose. Fino agli 8 anni è stata curata con farmaci (era in cura dal primario di allergologia del pediatrico di un ospedale conosciuto in tutta Italia). Fu fatto venire appositamente un vaccino dalla Svizzera. Risultato: la bimba era sempre malata; si è fatta mesi in casa con febbre, tosse e tutte le caratteristica della bronchite asmatica. A 9 anni l'ho portata da un omeopata che le ha dato una cura. Da quell'inverno la bimba sembrava un'altra. Si ammalava saltuariamente (come tutti i bambini) e non ha più avuto crisi respiratorie. Sarà una coincidenza!? Al fratello più piccolo era stata diagnosticata la solita allergia. Solito omeopata, altra cura. Non ha MAI PIU' avuto disturbi. Passano 15 anni, nasce un'altra figlia. All'età di 4/5 anni ha avuto eruzioni cutanee allergiche. Curata con cortisone e antistaminici. Finchè faceva la cura tutto bene, finita quella tutto da capo. Solito omeopata, altra cura. Finite tutte le eruzioni allergiche e MAI PIU' ripresentate. Adesso ha 16 anni ed sana come un pesce, prende il raffreddore una volta all'anno e non sempre. Sarà una coincidenza!? A me è stato diagnosticato un tumore al nervo vago, sia destro che sinistro. Unica possibilità operazione. Il primario di un famoso ospedale del nord Italia specializzato in neurochirurgia mi ha spiegato dall'a alla z, nel dettaglio, TUTTI i pericoli dell'operazione e TUTTO ciò che sarebbe accaduto dopo (paralisi, riabilitazione, chemio ecc.). Questa volta altro omeopata (sono andata all'estero), due cicli di cure: non solo i tumori non sono cresciuti, ma ridotti di 8 mm in 9 mesi. Sono pochi? A parere mio no, anzi, è un ottimo risultato visto che prima crescevano al ritmo di 1 cm all'anno. Sarà una coincidenza!? Troppe coincidenze nella mia vita per lasciare l'omeopatia.
RispondiEliminaTroppe coincidenze nella mia vita per lasciare l'omeopatia.
RispondiEliminaLo hai detto tu stessa, coincidenze. Io ho sofferto di allergia per 5-6 anni (pollini), mi è sparita improvvisamente appena ho trovato lavoro (ti chiederai perché, io credo per aver cambiato zona di residenza, nessun fenomeno paranormale), mio figlio ai tempi dell'asilo fino alla prima elementare, era un giorno con la febbre, l'altro pure. Ora ha 11 anni, non ha più avuto nemmeno un leggero raffreddore da quei tempi (tu dirai "ma sarà stato il cambio del maestro che portava sfortuna? No, è cresciuto). Mio zio aveva un tumore alla pelle, doveva operarsi quando, la mattina dell'intervento, il medico scopre che quel tumore si era "staccato", senza fare niente (tu dirai, che diavoleria è? Niente di strano, mio zio si era "disinfettato" per settimane con la tintura di iodio che ha potere "cauterizzante" ha praticamente "bruciato" il tumore).
Insomma, tu non devi "dimostrare" qualcosa o lasciare l'omeopatia, se sei convinta di aver curato i tuoi figli ed il tuo tumore con dei granellini di zucchero, nessuno riuscirà a farti capire che si tratta di una superstizione simile a chi crede che baciare una donna a capodanno porterà fortuna.
Basta saperlo, poi soldi e salute sono beni personali.
Un saluto!
:)
Ah, leggi qui se vuoi: medbunker.blogspot.it/2015/10/correlation-is-not-causation-di-non.html