Com'è la salute dei nostri bambini?
I cittadini della Terra del futuro, di cosa muoiono?
Questo articolo è ispirato ed in parte estratto da una interessante pubblicazione apparsa sul prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) dedicata alla storia della pediatria.
Abbiamo (come in molte cose) una percezione molto ristretta della realtà, confinata nel nostro piccolo ambiente e relativa ai nostri confini che, sembra strano, non si estendono che per pochi chilometri. La sensazione di salute, benessere e "felicità" è per forza di cose relativa alla nostra esperienza personale, a quella di poche famiglie vicine (parenti, amici) ed all'ambiente che frequentiamo. Ma fuori c'è un mondo, un grande pianeta con miliardi di persone e tantissimi bambini che nascono e vivono in condizioni e situazioni assolutamente differenti una dall'altra. Anche il tempo che viviamo rende differenti le percezioni e le aspettative in campo medico.
Per questo, un viaggio nel mondo della pediatria può allargare di un po' la nostra percezione di salute; a cosa serve?
A capire che tutto ciò che (noi) abbiamo è una fortuna ed a rendersi conto che nascere "un po' più in là" (nel tempo o nello spazio) avrebbe potuto significare dolore e sofferenza.
I bambini sono la popolazione che vedrà un mondo che noi nemmeno immaginiamo, una speranza, una risorsa per il futuro, coloro che formeranno la popolazione di domani, qualche decennio fa no, non esisteva nemmeno la pediatria (la specialità medica che si occupa del benessere infantile).
I bambini sono la popolazione che vedrà un mondo che noi nemmeno immaginiamo, una speranza, una risorsa per il futuro, coloro che formeranno la popolazione di domani, qualche decennio fa no, non esisteva nemmeno la pediatria (la specialità medica che si occupa del benessere infantile).
Nel 1880 per la prima volta apparve il termine "pediatrico" in una rivista scientifica (proprio il NEJM): fino ad allora le malattie dell'infanzia non erano un'entità separata da quelle dell'età adulta.
Fu William Osler, autore di quell'articolo, che incoraggiò la creazione di una medicina specifica per i bambini ed identificava i medici che si occupavano di loro come "pediatri", non esistendo questa specialità, le malattie dei bambini non erano considerate "speciali" tranne in rari casi. Morire di infezione o di dissenteria era la normalità (e lo è ancora oggi in alcune parti del mondo) ed ogni tanto dovremmo riflettere su ciò che il benessere e la medicina ci offrono.
All'inizio del 1800 tante famiglie perdevano almeno metà dei loro figli e spesso anche di più. Non vi era apparentemente alcuna cura disponibile e si lasciava "fare alla natura", qualcuno diceva "come arrivano se ne vanno", mescolando religione e fatalismo in un'epoca nella quale i ricchi erano molto pochi. Nel 1713, per esempio, il morbillo uccise la moglie, i due gemelli appena nati, un figlio di due anni ed un servitore del pastore Cotton Mather, sopravvissero due figli e 4 figlie, tutti superiori ai sette anni di età.
In realtà questa situazione che ci sembra distante nel tempo e nei fatti è presente ancora oggi in molte aree povere e disagiate, nelle quali anche l'intervento delle organizzazioni umanitarie è difficile e poco incisivo.
In realtà questa situazione che ci sembra distante nel tempo e nei fatti è presente ancora oggi in molte aree povere e disagiate, nelle quali anche l'intervento delle organizzazioni umanitarie è difficile e poco incisivo.
La maggioranza dei bambini del 1800 moriva di infezione. Davanti ad intere famiglie decimate dal vaiolo, dalla difterite ma anche dal colera, uno o più figli che morivano per dissenteria o morbillo erano tragedie superabili anche perchè era molto più importante salvare la vita al capo famiglia che assicurava un reddito che ad un nuovo arrivato le cui cure costavano soldi ed impegno.
Nel 1735, l'epidemia di difterite nel New England fece oltre 5000 vittime, l'80% delle quali erano bambini e se l'agonia di un adulto è dolorosa, quella di un bambino è straziante. Un medico inglese così descrive la sofferenza di un piccolo malato di croup:
his inarticulate appeals and beseeching looks for relief...constitute one of the most touching scenes which we are called upon to witness in the practice of medicine. Happily the extreme suffering usually, though not always, subsides towards the close of life, and death takes place at last with comparative ease
(trad.) i suoi richiami inarticolati e gli sguardi supplichevoli di sollievo...costituiscono una delle scene più toccanti che siamo chiamati a testimoniare nella pratica della medicina. Fortunatamente la sofferenza estrema di solito, anche se non sempre, scompare vicino alla fine della vita e la morte avviene finalmente con relativa facilità
Da questa straziante testimonianza si nota l'impotenza della medicina di fronte ad un problema che oggi ci appare "banale" e facilmente risolvibile e soprattutto come l'unico sollievo al dolore ed alla sofferenza fosse la morte, che liberava da ogni male.
Ma alla fine del 1800 il dramma fu sempre meno accettato fino a quando proprio dalla classe medica anglosassone prima e americana poi, gli appelli per una particolare attenzione alla salute dei bambini si fecero continui.
Ma alla fine del 1800 il dramma fu sempre meno accettato fino a quando proprio dalla classe medica anglosassone prima e americana poi, gli appelli per una particolare attenzione alla salute dei bambini si fecero continui.
I risultati furono l'apertura dei primi grandi ospedali pediatrici, prima a Philadelphia (nel 1855), poi a Boston (1869), ne seguirono altri e quasi tutti vivevano anche di beneficienza, volontariato e donazioni. La protezione dei bambini si sviluppò anche in altro senso con la proibizione del lavoro minorile ed il diritto alla cultura: nel 1870 in Francia, la legge disponeva che i bambini con meno di 13 anni e le bambine con meno di 14 non potessero lavorare più di 6 ore al giorno. Si moriva ancora di dissenteria. L'utilizzo di acqua inquinata (sporca) per preparare il latte da dare ai neonati era la prima causa di infezione e si incoraggiò così l'allattamento materno diffondendo contemporaneamente le norme di igiene e pulizia. Da quel momento si salvarono centinaia di piccole vite che però non trovavano alcun sollievo dalle malattie virali e contagiose (vaiolo, poliomielite, difterite) che continuavano a mietere vittime, soprattutto nelle grandi città. L'Inghilterra in questo senso precorse i tempi: nel 1853 si stabilì che tutti i bambini entro i 3 mesi dovessero essere vaccinati obbligatoriamente contro il vaiolo (malattia infettiva con alta letalità) ottenendo un grande successo soprattutto nelle classi meno agiate, erano i "poveri" infatti che morivano di più. L'obbligo vaccinale fu deciso dopo la resistenza degli strati più "colti" della popolazione che nella vaccinazione di massa vedevano per la prima volta mescolare i loro diritti con quelli della "plebe ignorante e sporca" ma che dovettero cedere alla pressione popolare diventando parte attiva dei programmi di vaccinazione.
Si continuava a progredire: nel 1930 fu sviluppata la prima "incubatrice", la "scatola magica" che sostituiva panni e paglia permettendo ad un neonato di restare in ambiente protetto e controllato (e caldo!) subito dopo la nascita. Poi vennero gli antibiotici...
Nel 1967 furono registrati 131.000 casi di vaiolo in tutto il mondo. Nel 1980 il vaiolo diventò la prima e l'unica malattia eradicata dalla faccia del pianeta Terra.
Come ci sembrano lontani quei tempi eh?
Eppure sono gli anni nei quali erano bambini i nostri bisnonni.
I nostri piccoli, oggi, di cosa soffrono?
Si continuava a progredire: nel 1930 fu sviluppata la prima "incubatrice", la "scatola magica" che sostituiva panni e paglia permettendo ad un neonato di restare in ambiente protetto e controllato (e caldo!) subito dopo la nascita. Poi vennero gli antibiotici...
Nel 1967 furono registrati 131.000 casi di vaiolo in tutto il mondo. Nel 1980 il vaiolo diventò la prima e l'unica malattia eradicata dalla faccia del pianeta Terra.
Come ci sembrano lontani quei tempi eh?
Eppure sono gli anni nei quali erano bambini i nostri bisnonni.
I nostri piccoli, oggi, di cosa soffrono?
Le cause di morte più frequenti (nel mondo) nei primi 27 giorni di vita sono legate ai problemi durante la gravidanza ed il parto. Le cause di morte entro i 5 anni di vita sono rappresentate soprattutto dalle infezioni: polmoniti, diarrea ed altre. Questo spiega perchè nei paesi meno sviluppati la mortalità infantile sia così elevata.
Cause di morte infantile, oggi: dissenteria, infezioni e complicanze della gravidanza rappresentano il 45% dei casi. |
A seguire, la malaria, soprattutto, ma anche l'AIDS, il morbillo e la pertosse, rappresentano ancora oggi cause di morte diffuse nell'età pediatrica.
Non possiamo negare comunque che l'attenzione prestata alla salute infantile si sia evoluta negli anni, anche grazie alle campagne ed all'impegno delle associazioni governative (UNICEF, WHO) ed umanitarie.
Preservare i bambini dalla sofferenza, non è solo un gesto arcaico che ci appartiene (senza bambini....non c'è futuro per la specie umana) ma un corretto gesto di civilltà. Dal punto di vista medico possiamo dire di aver avuto successo, il prossimo passo sarà quello di produrre gli stessi risultati nei paesi più poveri nei quali la mortalità infantile è ancora alta. Difficile ma possibile anche se un dato fa rabbrividire: solo in Italia, 650.000 (fonte Eurostat) bambini vivono in stato di assoluta indigenza.
Alla prossima.