Il nostro occhio seleziona ciò che vuole vedere, in genere è ciò che serve o che ci colpisce. Un particolare poco importante o "consueto" sarà visto dall'occhio ma il suo ricordo passerà in secondo piano. È una caratteristica dei nostri organi di senso. Se il cervello umano dovesse conservare nella memoria superficiale tutte le informazioni che percepisce istante dopo istante probabilmente dopo pochi mesi andremmo in "overflow", in una sorta cioè di eccesso di informazioni che non ci consentirebbe di sopravvivere. Manteniamo ciò che usiamo e questo vuol dire tenere in un cassetto le informazioni che non ci servono nell'immediato ma che possono servire in futuro. Ma la memoria è plastica, si adatta alle situazioni, si modifica secondo la nostra cultura, l'ambiente che ci circonda ed il nostro vissuto, proprio perché non è un freddo elenco di avvenimenti ma un modo per apprendere ed utilizzare gli strumenti che l'ambiente ci offre per la nostra sopravvivenza. L'odore di un frutto sarà percepito in un modo da noi esseri moderni ed abitanti di città, in un altro da un nostro antenato che viveva nelle foreste e la frutta la cercava per sopravvivere. Questo succede, come dicevo, anche per gli altri sensi.
Provate a prendere una moneta da 1 euro e tenetela sul dorso della mano rivolgendolo verso l'alto. Probabilmente riuscite a percepirne la presenza e persino il peso. Questo perché i recettori tattili presenti nel dorso della mano hanno trasformato la sensazione in un'informazione: abbiamo un oggetto metallico rotondeggiante sopra la mano. Con un po' di esperienza e con il tempo potremmo riuscire a distinguere una moneta da un euro da una da 20 centesimi senza guardarla, soltanto tenendola in mano ed è ciò che succede quando cerchiamo una moneta nella tasca dei pantaloni e la "tocchiamo" per capire il suo valore senza vederla. Se avete ancora l'euro sulla mano, molto probabilmente non state più avvertendo né la sua presenza né il suo peso. Questo perché i recettori si sono "abituati" alla sua presenza, hanno fornito l'informazione che ci era necessaria ed ora risparmiano energia: non ci serve più sapere dell'esistenza della moneta, l'abbiamo già saputo. È un meccanismo fisiologico e tipico dell'organismo, persino la percezione del nostro corpo è regolata da recettori specifici. Pensateci: in questo momento, sapete dov'è il vostro piede anche senza vederlo. Come mai? Perché esistono dei "propriocettori", dei piccoli meccanismi che sono regolati dal sistema nervoso centrale e distribuiti in tutto il nostro corpo, sia "internamente" (nei muscoli, negli organi) che "in superficie", (sulla cute, nelle mucose). Come facciamo a capire (senza guardarci attorno) se siamo sdraiati o in posizione eretta? E come percepiamo "il vento" nonostante questo non si veda? Proprio grazie ai recettori sparsi nel nostro corpo che ci permettono di interagire con il mondo circostante e così da vivere adattandoci alle condizioni dell'ambiente. La sensazione di caldo o di freddo è regolata da recettori sensibili alla temperatura: immaginate se non ci rendessimo conto della temperatura che ci circonda, l'uomo probabilmente si estinguerebbe, vivremmo in luoghi con temperature estreme ed invivibili senza rendercene conto e quindi non potremmo sopravvivere. Ma questo stupefacente ed incredibile sistema di percezione può sbagliare. Si tratta anche in questo caso di errori dovuti quasi sempre alla selezione delle informazioni che ci riguardano e che interessano la nostra sopravvivenza. Le illusioni ottiche ad esempio traggono in inganno il cervello (che regola ciò che percepiamo tramite la vista). Lo stesso fenomeno è utilizzato dai prestigiatori: si muovono davanti ai nostri occhi ma ci fanno percepire ciò che vogliono loro non ciò che crediamo di percepire. Una persona che subisce l'amputazione di un arto, avvertirà per molto tempo (a volte per sempre) la presenza dell'arto che non esiste più (si chiama "arto fantasma") arrivando persino a sentire dolore nella parte mancante. Questo perché siamo programmati per una condizione di "normalità" e non sfruttiamo tutte le informazioni che ci vengono fornite dall'ambiente ma solo quelle che ci interessano o che "convengono" alla nostra sopravvivenza. Ciò che percepiamo non è necessariamente reale ma spesso è "utile".
Perché quando usciamo dall'acqua dopo un bagno sentiamo più freddo rispetto a prima di fare il bagno? Perché l'acqua che bagna il corpo disperde maggiormente il calore e quindi anche se la temperatura esterna è identica a prima noi la percepiamo molto più bassa. Questa sensazione ci serve per capire che siamo bagnati, che il nostro corpo sta meglio fuori dall'acqua e che conviene asciugarci. Siamo continuamente ingannati dall'ambiente ma a noi non interessa perché il nostro scopo è di proseguire a vivere ed un inganno "inoffensivo" cambierà le nostre abitudini solo per migliorarle.
Gli inganni a carico degli organi di senso sono comuni anche nei confronti della memoria. Perché ci ricordiamo una canzone di 20 anni fa e non il pranzo di ieri?
Perché i piccoli ricordi non ci interessano e non hanno valore ai fini biologici mentre una canzone che per noi è stata importante (per motivi affettivi, personali, perché è significativa) resta conservata per sempre nei meandri del nostro cervello. Perché la canzone sì ed il pranzo no? In realtà anche il pranzo di ieri resterà conservato "in memoria" per un po' di tempo ma vista l'importanza relativa dell'informazione prima o poi qualcosa prenderà il suo posto, magari il prossimo pranzo e non riporteremo mai più "in superficie" quel ricordo che così resterà per sempre sepolto. La canzone invece, vista la sua "importanza", sarà riportata periodicamente in vita dai nostri pensieri e così non rischia mai di venire sepolta da miliardi e miliardi di altre "piccole" informazioni.
Non vi capita mai di risentire una canzone della vostra adolescenza e miracolosamente rivivere sensazioni, pensieri e persino profumi o rumori che avete vissuto decenni addietro? Sembra quasi una macchina del tempo ed è la memoria a trasportarci.
La memoria a breve termine (cioè degli avvenimenti recenti) e quella a lungo termine (cioè degli avvenimenti più lontani nel tempo) sono due processi differenti fisiologicamente e biologicamente ed hanno anche scopi diversi. Immaginate se fosse l'esatto contrario: ci ricorderemmo perfettamente ogni piccolo gesto compiuto un mese fa e dimenticheremmo per sempre tutto ciò che ci è accaduto nella vita. Come faremmo a tramandare conoscenze, tradizioni e nozioni? I nostri nonni ci racconterebbero del pranzo di ieri (che noi ricordiamo bene come loro) e non avrebbero più memoria della loro infanzia. Sarebbe un disastro e non servirebbe a nulla.
Proprio per questo sembra che la memoria abbia due "sistemi" di conservazione dei ricordi e lo hanno confermato anche alcuni studi (come quelli di Suzanne Corkin): tutti noi abbiamo una memoria "fissa" che ricorda i visi, le persone ed i fatti ed una "plastica" che si occupa dei mestieri, delle arti e delle capacità (come nuotare o saltare).
Ma un sistema così perfetto può "tradirci"? Eccome! Spesso, più di quanto si possa immaginare. Persino quando siamo "sicuri" di ricordare qualcosa è bene conservare il dubbio. Esiste una frequente distorsione della memoria che ha un significato profondo, spesso affettivo ed emotivo.
Lo possiamo notare in tantissimi comportamenti osservabili in chi ci sta vicino e che è un uomo come noi. Quando ci manca una persona cara di lei si ricorderanno i bei momenti passati insieme, i lati più piacevoli del carattere, quasi si cancellano i diverbi, le incomprensioni, le caratteristiche meno piacevoli. Quando un anziano racconta un episodio della sua gioventù (per esempio legato ad un fatto di guerra) ogni particolare diventerà epico, eroico, fiabesco ed anche se egli racconta esattamente quello che ricorda, con molta probabilità ha modificato la storia per adattarla al proprio vissuto.
La nostra memoria non è un computer, potrebbe essere paragonata ad un cassetto con vari scompartimenti ed in ognuno di loro moltissimi oggetti conservati alla rinfusa, tanto disordine insomma ma tutto pronto a tornare utile al nostro scopo: sopravvivere.
Da diversi ricercatori è stata tentata anche una quantificazione di tipo "informatico" della memoria, in poche parole: se il cervello fosse un computer che potenza di memorizzazione avrebbe? Naturalmente si tratta di esperimenti (di attendibilità limitata) ma è stato calcolato che il cervello umano ha una capacità di memorizzazione di circa 2 bit per secondo (da Landauer: Cognitive Science 10, 477-493, 1986) e durante tutta la vita si memorizzeranno 3-4 centinaia di megabyte, sono "pochissimi" se li paragoniamo alla capacità di un computer dei giorni nostri. La grande differenza con i computer è legata a ben altro e non alla memoria: il cervello umano si evolve, si autoistruisce, si adatta ed ha una memoria elastica, versatile e pratica.
Questo può confermarci come la memoria, da noi considerata un punto di forza della specie umana, possa essere invece uno dei punti deboli in quanto rinforzata da altri fattori: l'esperienza, l'istinto, la conoscenza.
Ma allora siamo, in fondo, degli smemorati? Non ricordiamo bene ciò che vediamo?
Questo dubbio può condizionare molti aspetti della vita quotidiana, alcuni molto delicati.
Provate a prendere una moneta da 1 euro e tenetela sul dorso della mano rivolgendolo verso l'alto. Probabilmente riuscite a percepirne la presenza e persino il peso. Questo perché i recettori tattili presenti nel dorso della mano hanno trasformato la sensazione in un'informazione: abbiamo un oggetto metallico rotondeggiante sopra la mano. Con un po' di esperienza e con il tempo potremmo riuscire a distinguere una moneta da un euro da una da 20 centesimi senza guardarla, soltanto tenendola in mano ed è ciò che succede quando cerchiamo una moneta nella tasca dei pantaloni e la "tocchiamo" per capire il suo valore senza vederla. Se avete ancora l'euro sulla mano, molto probabilmente non state più avvertendo né la sua presenza né il suo peso. Questo perché i recettori si sono "abituati" alla sua presenza, hanno fornito l'informazione che ci era necessaria ed ora risparmiano energia: non ci serve più sapere dell'esistenza della moneta, l'abbiamo già saputo. È un meccanismo fisiologico e tipico dell'organismo, persino la percezione del nostro corpo è regolata da recettori specifici. Pensateci: in questo momento, sapete dov'è il vostro piede anche senza vederlo. Come mai? Perché esistono dei "propriocettori", dei piccoli meccanismi che sono regolati dal sistema nervoso centrale e distribuiti in tutto il nostro corpo, sia "internamente" (nei muscoli, negli organi) che "in superficie", (sulla cute, nelle mucose). Come facciamo a capire (senza guardarci attorno) se siamo sdraiati o in posizione eretta? E come percepiamo "il vento" nonostante questo non si veda? Proprio grazie ai recettori sparsi nel nostro corpo che ci permettono di interagire con il mondo circostante e così da vivere adattandoci alle condizioni dell'ambiente. La sensazione di caldo o di freddo è regolata da recettori sensibili alla temperatura: immaginate se non ci rendessimo conto della temperatura che ci circonda, l'uomo probabilmente si estinguerebbe, vivremmo in luoghi con temperature estreme ed invivibili senza rendercene conto e quindi non potremmo sopravvivere. Ma questo stupefacente ed incredibile sistema di percezione può sbagliare. Si tratta anche in questo caso di errori dovuti quasi sempre alla selezione delle informazioni che ci riguardano e che interessano la nostra sopravvivenza. Le illusioni ottiche ad esempio traggono in inganno il cervello (che regola ciò che percepiamo tramite la vista). Lo stesso fenomeno è utilizzato dai prestigiatori: si muovono davanti ai nostri occhi ma ci fanno percepire ciò che vogliono loro non ciò che crediamo di percepire. Una persona che subisce l'amputazione di un arto, avvertirà per molto tempo (a volte per sempre) la presenza dell'arto che non esiste più (si chiama "arto fantasma") arrivando persino a sentire dolore nella parte mancante. Questo perché siamo programmati per una condizione di "normalità" e non sfruttiamo tutte le informazioni che ci vengono fornite dall'ambiente ma solo quelle che ci interessano o che "convengono" alla nostra sopravvivenza. Ciò che percepiamo non è necessariamente reale ma spesso è "utile".
Perché quando usciamo dall'acqua dopo un bagno sentiamo più freddo rispetto a prima di fare il bagno? Perché l'acqua che bagna il corpo disperde maggiormente il calore e quindi anche se la temperatura esterna è identica a prima noi la percepiamo molto più bassa. Questa sensazione ci serve per capire che siamo bagnati, che il nostro corpo sta meglio fuori dall'acqua e che conviene asciugarci. Siamo continuamente ingannati dall'ambiente ma a noi non interessa perché il nostro scopo è di proseguire a vivere ed un inganno "inoffensivo" cambierà le nostre abitudini solo per migliorarle.
Guardando la croce al centro il nostro occhio percepirà una pallina verde che ruota quando in realtà non esiste |
Gli inganni a carico degli organi di senso sono comuni anche nei confronti della memoria. Perché ci ricordiamo una canzone di 20 anni fa e non il pranzo di ieri?
Perché i piccoli ricordi non ci interessano e non hanno valore ai fini biologici mentre una canzone che per noi è stata importante (per motivi affettivi, personali, perché è significativa) resta conservata per sempre nei meandri del nostro cervello. Perché la canzone sì ed il pranzo no? In realtà anche il pranzo di ieri resterà conservato "in memoria" per un po' di tempo ma vista l'importanza relativa dell'informazione prima o poi qualcosa prenderà il suo posto, magari il prossimo pranzo e non riporteremo mai più "in superficie" quel ricordo che così resterà per sempre sepolto. La canzone invece, vista la sua "importanza", sarà riportata periodicamente in vita dai nostri pensieri e così non rischia mai di venire sepolta da miliardi e miliardi di altre "piccole" informazioni.
Non vi capita mai di risentire una canzone della vostra adolescenza e miracolosamente rivivere sensazioni, pensieri e persino profumi o rumori che avete vissuto decenni addietro? Sembra quasi una macchina del tempo ed è la memoria a trasportarci.
La memoria a breve termine (cioè degli avvenimenti recenti) e quella a lungo termine (cioè degli avvenimenti più lontani nel tempo) sono due processi differenti fisiologicamente e biologicamente ed hanno anche scopi diversi. Immaginate se fosse l'esatto contrario: ci ricorderemmo perfettamente ogni piccolo gesto compiuto un mese fa e dimenticheremmo per sempre tutto ciò che ci è accaduto nella vita. Come faremmo a tramandare conoscenze, tradizioni e nozioni? I nostri nonni ci racconterebbero del pranzo di ieri (che noi ricordiamo bene come loro) e non avrebbero più memoria della loro infanzia. Sarebbe un disastro e non servirebbe a nulla.
Proprio per questo sembra che la memoria abbia due "sistemi" di conservazione dei ricordi e lo hanno confermato anche alcuni studi (come quelli di Suzanne Corkin): tutti noi abbiamo una memoria "fissa" che ricorda i visi, le persone ed i fatti ed una "plastica" che si occupa dei mestieri, delle arti e delle capacità (come nuotare o saltare).
Ma un sistema così perfetto può "tradirci"? Eccome! Spesso, più di quanto si possa immaginare. Persino quando siamo "sicuri" di ricordare qualcosa è bene conservare il dubbio. Esiste una frequente distorsione della memoria che ha un significato profondo, spesso affettivo ed emotivo.
Lo possiamo notare in tantissimi comportamenti osservabili in chi ci sta vicino e che è un uomo come noi. Quando ci manca una persona cara di lei si ricorderanno i bei momenti passati insieme, i lati più piacevoli del carattere, quasi si cancellano i diverbi, le incomprensioni, le caratteristiche meno piacevoli. Quando un anziano racconta un episodio della sua gioventù (per esempio legato ad un fatto di guerra) ogni particolare diventerà epico, eroico, fiabesco ed anche se egli racconta esattamente quello che ricorda, con molta probabilità ha modificato la storia per adattarla al proprio vissuto.
La nostra memoria non è un computer, potrebbe essere paragonata ad un cassetto con vari scompartimenti ed in ognuno di loro moltissimi oggetti conservati alla rinfusa, tanto disordine insomma ma tutto pronto a tornare utile al nostro scopo: sopravvivere.
Da diversi ricercatori è stata tentata anche una quantificazione di tipo "informatico" della memoria, in poche parole: se il cervello fosse un computer che potenza di memorizzazione avrebbe? Naturalmente si tratta di esperimenti (di attendibilità limitata) ma è stato calcolato che il cervello umano ha una capacità di memorizzazione di circa 2 bit per secondo (da Landauer: Cognitive Science 10, 477-493, 1986) e durante tutta la vita si memorizzeranno 3-4 centinaia di megabyte, sono "pochissimi" se li paragoniamo alla capacità di un computer dei giorni nostri. La grande differenza con i computer è legata a ben altro e non alla memoria: il cervello umano si evolve, si autoistruisce, si adatta ed ha una memoria elastica, versatile e pratica.
Questo può confermarci come la memoria, da noi considerata un punto di forza della specie umana, possa essere invece uno dei punti deboli in quanto rinforzata da altri fattori: l'esperienza, l'istinto, la conoscenza.
Ma allora siamo, in fondo, degli smemorati? Non ricordiamo bene ciò che vediamo?
Questo dubbio può condizionare molti aspetti della vita quotidiana, alcuni molto delicati.
Quando sentiamo parlare di "testimone oculare" in occasione di un processo o di un avvenimento importante (o drammatico) ad esempio, si tratta davvero di prova inoppugnabile dell'esistenza di un fatto o persino la testimonianza precisa di una persona in buona fede può essere imprecisa o addirittura assolutamente inesatta?
È presto detto: è davvero molto difficile, quando non impossibile, che a distanza di tempo un essere umano ricordi tutti i particolari di una scena o di un avvenimento del quale è stato testimone, soprattutto quando il fatto non ha coinvolto il testimone in prima persona. Anche la presenza in un "luogo del delitto" infatti, con il tempo non è più garanzia di attendibilità, in buona fede infatti, la memoria inganna, trasforma, adatta i ricordi a quello che ci serve, a ciò che vogliamo ed è spesso proprio il desiderio di conservare un ricordo nitido a farci trasformare le immagini che immagazziniamo.
Ricordate la figura che ho inserito nell'ultimo articolo? Avevo raccomandato di guardarla bene. Il test prevede che non dobbiate guardarla più, fa parte del passato, di una scena alla quale avete partecipato ma che non si ripresenterà mai più ai vostri occhi.
Chi non l'avesse vista la vada a guardare (si trova in fondo all'articolo) e prosegua con questo test tra almeno 3 giorni e non prosegua con la lettura dell'articolo, chi l'ha vista provi a ricordarla senza andarla a riguardare, è un piccolo gioco, naturalmente.
Quanti di voi ricordano cosa rappresentava? E se facessi delle domande precise come ad un processo? Salvereste un innocente o lo mandereste direttamente in galera rovinandogli la vita?
Chi non l'avesse vista la vada a guardare (si trova in fondo all'articolo) e prosegua con questo test tra almeno 3 giorni e non prosegua con la lettura dell'articolo, chi l'ha vista provi a ricordarla senza andarla a riguardare, è un piccolo gioco, naturalmente.
Quanti di voi ricordano cosa rappresentava? E se facessi delle domande precise come ad un processo? Salvereste un innocente o lo mandereste direttamente in galera rovinandogli la vita?
Provo ad interrogarvi come testimoni?
Bene. Siamo al processo per la morte di Socrate. Sembra un suicidio ma c'è chi sospetta l'omicidio camuffato da autoavvelenamento. L'accusa è chiara: Socrate "fu suicidato" ma manca la prova. Voi eravate presenti alla scena, questo è assodato e quindi avete assistito all'avvenimento. Siete un testimone importante, davanti al giudice sarete tempestati di domande che servono a capire cosa possa essere successo quel giorno: voi c'eravate, avete visto, potete ricordare.
Giurate di dire la verità?
Bene, da voi dipende tutto il processo verso la verità quindi.
Giurate di dire la verità?
Bene, da voi dipende tutto il processo verso la verità quindi.
Vi chiedo allora:
- Socrate era in piedi o seduto?
- Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
- Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
- Qualcuno aveva armi in mano?
- Quante persone ricorda fossero con Socrate?
- Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
- Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
- Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
- Socrate era ferito?
- Quante donne erano presenti alla scena?
- Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
Molto probabilmente pochissimi ricorderanno esattamente quello che avvenne e lo riporteranno così com'era in realtà.
Il piccolo test serve a capire fino a che punto (ed in realtà lo sappiamo benissimo) un testimone oculare possa essere attendibile in un processo o nel riconoscere una scena, un malfattore, a ricordare particolari importanti, spesso dimenticati come quelli insignificanti, considerando soprattutto come da certe testimonianze dipenda a volte la vita di una persona. Vedremo quanti di voi (nei commenti) avranno risposto esattamente. Da voi dipende la giustizia nei confronti di Socrate e l'eventuale punizione di un colpevole, da voi quindi può dipendere la vita di un individuo. Eravate "presenti" alla scena, siete stati anche invitati a memorizzarla, cosa è successo nel frattempo alla vostra memoria?
Tutto sommato comunque, visto di cosa è capace la nostra mente e cosa riesce a fare un insieme di cellule che pesa meno di 2 kg. possiamo ritenerci soddisfatti. L'importante è usare a fin di bene e non per forza perfettamente l'organo chiamato cervello.
Alla prossima.
Note:
Grazie a verduz
PS: Chiedo a chi mi invia messaggi di posta elettronica di avere tantissima pazienza, sono sommerso dalle mail e sono contemporaneamente molto impegnato ma cerco di rispondere (brevemente) a tutti. Grazie della comprensione.
Tutto sommato comunque, visto di cosa è capace la nostra mente e cosa riesce a fare un insieme di cellule che pesa meno di 2 kg. possiamo ritenerci soddisfatti. L'importante è usare a fin di bene e non per forza perfettamente l'organo chiamato cervello.
Alla prossima.
Note:
Grazie a verduz
PS: Chiedo a chi mi invia messaggi di posta elettronica di avere tantissima pazienza, sono sommerso dalle mail e sono contemporaneamente molto impegnato ma cerco di rispondere (brevemente) a tutti. Grazie della comprensione.
Avevi già in mente la persona che è stata giustiziata ieri? :(
RispondiElimina-Socrate era in piedi o seduto?
RispondiEliminaSeduto
-Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
Sì
-Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
Gli porgevano la ciotola
-Qualcuno aveva armi in mano?
Non ricordo
-Quante persone ricorda fossero con Socrate?
Non ricordo
-Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
-Si è ucciso
-Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
No
-Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
Una ciotola
-Socrate era ferito?
Non ricordo
-Quante donne erano presenti alla scena?
Non ricordo
-Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
Non ci ho fatto caso
Che dire? Non ricordo quasi nulla! Esperimento riuscito, quindi ;-)
Federico
È vero, ricordiamo poco di una scena di un quadro. Però non credo che la situazione sia altrettanto drammatica assistendo di persona alla scena. So prattutto se la scena è "memorabile" come può esserlo un fatto di cronaca. Ovviamente tutto tutto no, però credo (spero, per la possibilitá che sia fatta qulache volta giustizia) che di un evento tramautico a cui si è assistito si riesca a ricordare di più...
RispondiEliminaSono particolarmente ferrato sulla questione memoria, avendo insegnato tecniche mnemoniche ed utilizzandole tutt'ora. Tutti abbiamo a disposizione una memoria portentosa, solo che come per tutte le cose bisogna "sapere" come usarla e tenerla allenata. C'è chi lo fa inconsapevolmente e chi invece ha proprio bisogno di essere "formattato" (nel senso di attivato :P).
RispondiEliminaLa prossima volta che ci si vede magari ti do un dimostrazione :-)
Socrate era in piedi o seduto? -Semisdraiato su un letto.
RispondiEliminaOltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
-Si, alcune persone vicino alle scale.
Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo? -Il veleno gli è stato porso da un discepolo, ma Socrate pareva intenzionato a prenderlo.
Qualcuno aveva armi in mano? -Mi pare di no.
Quante persone ricorda fossero con Socrate? -Una decina.
Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso? -Si è ucciso.
Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio? -Sembrerebbe il secondo.
Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola? - Una coppa o una ciotola, comunque non un bicchiere.
Socrate era ferito? -No.
Quante donne erano presenti alla scena? -Nessuna.
Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito? -Era parzialmente svestito, ma aveva una tunica bianca.
Chissà come sono andato. :D
Comunque tra tutti gli inganni mentali secondo me uno dei più significativi è quello di due volti, uno in posizione normale e uno capovolto. Quello in posizione normale ha gli occhi capovolti, quello in posizione capovolta ha gli occhi girati normalmente (anche se al contrario rispetto a come dovrebbe essere.). I volti sono affiancati e gli occhi sbattono normalmente. Risultato? Il cervello concepisce un volto al contrario (anche se con gli occhi girati) ma non un volto "dritto" ma con gli occhi sottosopra,facendolo risultare addirittura disgustosa l'immagine!
http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_lescienze/2009/12/17/1261064558011_2b346275-a909-1f4f-e7134c97a9a146b5_7.jpg
@guidocoli: mi permetto di rispondere alla tua osservazione prima di WeWee (che ringrazio perché questo post è un bel ripasso di psicobiologia! ^_^ Ogni tanto ci vuole proprio)
RispondiEliminaPurtroppo è proprio il contrario di quanto tu ti auguri (ed io con te).
Ci sono diversi fattori che rendono il ricordo di un evento vissuto, magari anche memorabile come un fatto di cronaca, addirittura peggiore rispetto al ricordo di un quadro osservato con calma. Per esempio:
- assistere ad una scena in tempo reale non ti concede il tempo di analizzarla accuratamente, ragionarci sopra e quindi formarti un ricordo di buona qualità come invece noi abbiamo potuto fare con il quadro
- quando ci troviamo nel bel mezzo di un evento, la nostra attenzione è focalizzata sulle parti della scena che più la "attirano"; quindi, anche se abbiamo la percezione di tutto il resto, non riusciamo ad elaborare e memorizzare bene i restanti dettagli
- per la dimenticanza indotta dal recupero (Anderson), che si verifica quando il recupero di una parte dell'informazione riguardante un evento compromette il ricordo successivo nel suo complesso
- per l'influenza della gravità implicita nella domanda o delle informazioni fuorvianti acquisite in seguito, magari dai media (Loftus)
Questo solo per fare qualche esempio, senza nessuna pretesa di essere esaustivi.
Quando ho letto il post, la settimana scorsa, per un attimo ho pensato che avrebbe potuto essere questo argomento il motivo del test finale. Poi, però, ho trovato che fosse più divertente cercare di scovare eventuali stranezze nel dipinto. E in effetti ieri sera ci siamo spanciati dalle risate confrontando le nostre strambe congetture con Francesco alla cena magica! :-D
Oh, cavolo! Ho accusato il discepolo sbagliato! D:
RispondiEliminaIl resto era giusto però!
-Socrate era in piedi o seduto?
RispondiEliminaera seduto
-Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
si, c'erano delle persone su una scala
-Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
un uomo gli porgeva un bicchiere
-Qualcuno aveva armi in mano?
Ricordo di una spada
-Quante persone ricorda fossero con Socrate?
Credo 5 persone, più coloro sullo sfondo
-Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
Credo fosse un suicidio
-Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
Il terzo a destra
-Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
Un bicchiere
-Socrate era ferito?
Mi sembra di ricordare di sì
-Quante donne erano presenti alla scena?
Probabilmente nessuna
-Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
Bianco
Ora vado a vedere l'immagine, sono proprio curioso di sapere quanto mi ricordo e quanto ho inventato
curioso, mi sono inventato una spada inesistente, e (come ulteriore prova che a contare arriviamo fino a 5) ho sottodimensionato la presenza di persone.
RispondiEliminaper il resto mi sembra di essermela cavato...
questo esperimento è fantastico!
grazie wee
Sappiate che, in ogni caso, i limiti della memoria umana sono ampiamente presi in considerazione dalle vigenti norme processuali penali e, dove non arriva la legge scritta, può arrivare la logica di giudici, PM e avvocati. Tutto al netto dell'infallibilità *pontificia*, sia chiaro.
RispondiEliminaUna cosa incredibile della memoria, è che il "ricordare" non è un semplice processo di lettura dei ricordi, ma di vera e propria rielaborazione. Senza neanche accorgercene, interpoliamo i dettagli mancanti mentre ricordiamo un evento, nello stesso momento siamo in grado di registrarli assieme al ricordo vero, e da quel momento è come se fossero sempre stati lì. Ho avuto modo di sperimentare in modo involontario su me stesso questo fatto, quando mi sono messo a riguardare delle puntate di telefilm "memorabili" (per l'appunto!) che avevo visto qualcosa come 10-15 anni fa, e che da allora pensavo di aver mantenuto un ricordo indelebile. È stato scioccante scoprire come delle scene, che ero sicuro di ricordare nei minimi dettagli, in realtà erano sostanzialmente diverse. In un caso avevo perfino sostituito un attore con un altro!
RispondiEliminaAvevi già in mente la persona che è stata giustiziata ieri?
RispondiEliminaNo, ma mi sembra che alcune considerazioni dell'articolo si possano applicare anche a questo caso, purtroppo.
non credo che la situazione sia altrettanto drammatica assistendo di persona alla scena.
Ti ha già dato la sua opinione Susy, se pensi che in questo "gioco" hai avuto tutto il tempo disponibile per esaminare la scena nei minimi particolari, eri stato invitato a guardarla bene, non ti trovavi in uno stato di concitazione o agitazione, pensa a cosa potrebbe succedere davanti ad un avvenimento improvviso, scioccante o altamente drammatico. Si arriva anche a modificare pesantemente l'intera "scena del delitto" e più passa il tempo più questa è una costruzione "a posteriori" del nostro inconscio, in pratica ricostruiamo la scena in tutti i particolari spesso cambiandola radicalmente. Se si applica questo concetto ai testimoni di gravi fatti di cronaca...
solo per fare qualche esempio, senza nessuna pretesa di essere esaustivi.
Esempi molto interessanti...
:)
Ho accusato il discepolo sbagliato!
...hai detto niente... ;)
mi sono inventato una spada inesistente
Anche tu, hai detto niente... ;)
Ho avuto modo di sperimentare in modo involontario su me stesso
Anche io e sono "esperimenti" sconvolgenti.
Un aneddoto: ricordavo con mio fratello un episodio della nostra infanzia che ricordavamo tutti e due perfettamente, i ricordi coincidevano nei minimi particolari, compresi i rumori, il luogo e le persone presenti e gli ho persino chiesto di disegnare in un foglio il protagonista dell'"avventura", anche questo esattamente corrispondente al mio ricordo. Niente di strano, se non che stavamo discutendo di quando da piccoli nostro padre ci portò a vedere un lupo mannaro che distruggeva i negozi sotto il palazzo di nostro zio.
La conclusione della discussione è stata che o avevamo visto qualcuno (magari un folle, un esagitato) che faceva il teppista e nella nostra mente di bambini si era trasformato in un cattivo lupo mannaro o avevamo visto davvero un licantropo.
Abbiamo optato per la prima spiegazione.
:)
Interessante l'articolo, e anche i commenti. Un'osservazione e una precisazione: non solo non ricordiamo cose assolutamente evidenti (al supermercato: non trovo più mia moglie. Com'era vestita? Boh!?), ma, come dice WeWee, il nostro cervello riesce anche ad inventarsi tranquillamente cose che non ci sono. Ricordo di aver letto di un esperimento in cui si invitavano delle persone a visionare il filmato di un'aggressione e poi ad identificare l'aggressore in un confronto all'americana. Tutti avevano identificato con certezza una persona diversa, ma in realtà nel filmato l'aggressore non mostrava mai il volto.
RispondiEliminaLa precisazione invece, scusate la pignoleria, è che quando usciamo dal bagno sentiamo più freddo perché l'acqua, evaporando, abbassa la temperatura della pelle: non è un'illusione, ma la realtà. E anche l'illusione ottica della pallina verde credo sia legata alla persistenza delle immagini sulla retina, quindi ad una caratteristica del sensore, più che all'interpretazione del cervello, come invece succede, per esempio, in questo caso.
Come gli altri, ho avuto qualche difficoltà a rispondere a tutte le domande!
RispondiEliminaE' interessante come ricordassi con più precisione Socrate e le persone sullo sfondo, ma meno i suoi discepoli attorno.
A mio avviso, questo perché Socrate è il punto focale del quadro, quello che l'autore ha messo in risalto nella costruzione dell'opera, e perché le persone sullo sfondo, invece, erano state fatte notare nei commenti del vecchio post, e questo aveva spostato la mia attenzione su di loro.
Mi viene in mente come spesso si senta parlare di testimoni ad eventi drammatici che ricordano con precisione la presenza, o meno, di quella persona, o quella cosa, in situazioni del tutto normali, senza sapere che di lì a poco si sarebbe consumato un crimine.
Già è difficile ricordare quando si assiste ad un evento drammatico di persona, figuriamoci se si parla di eventi, lì per lì, del tutto anonimi!
Be', non testimonierò mai contro un uomo la cui vita verrà azzerata, amenoché io non sia stato testimone diretto di omicidio volontario o efferatezze verso qualcuno più debole. Ad ogni modo ecco la mia testimonianza (abbiate pietà di me perché l'immagine l'ho vista qualche mese fa per la prima volta ed osservata bene un paio di volte settimana scorsa):
RispondiElimina-Socrate era in piedi o seduto?
Seduto.
-Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
Non so chi fossero i suoi discepoli tra quelli presenti, ma sicuramente ci sono stati altri osservatori che non ho potuto vedere (tipo tutti quelli che hanno risposto qui o che hanno visto l'immagine) e sicuramente c'è stato WeWee :P
-Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
Non so se nella coppa c'era un veleno, ma qualcuno gliel'ha porta e lui stava per prenderla.
-Qualcuno aveva armi in mano?
Non mi pare.
-Quante persone ricorda fossero con Socrate?
Una decina. Ce n'erano tre o quattro sulla scala in fondo all'altra stanza stanza.
-Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
Dalla scenza intuisco sia stato ucciso.
-Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
Sicuramente il terzo da sinistra è colui che ha porto la coppa a Socrate.
-Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
Stava ricevendo una coppa, un calice, quindi rientra nelle tipologie dei bicchieri, se non erro.
-Socrate era ferito?
No, amenoché le ferite non fossero coperte dalla veste o sul retro.
-Quante donne erano presenti alla scena?
Ricordo che una figura dietro Socrate sembrava femminile e poi un'altra, più anziana, sulle scale.
-Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
Aveva una veste bianca che lasciava scoperta una parte del busto.
Refuso: "Dalla scena intuisco..." anziché "Dalla scenza intuisco..."
RispondiEliminaIo sono un po' più avvantaggiato di molti altri però, perché sono abituato ad osservare molto una scena... :)
RispondiEliminaVado a controllare l'immagine e vediamo se ho fatto una figura barbina o meno ;)
Mi pare sia tutto ok, a parte, forse, la veste di Socrate che pare azzurrina anziché bianca e gli lascia scoperto tutto il busto anziché una parte.
RispondiEliminaUn'altra cosa: dalla scena penso non sia possibile capire se si è in presenza di omicidio o suicidio. C'è disperazione nella stanza, ma viste le catene al letto può anche darsi che Socrate fosse uscito di senno e, stanchi e disperati, i discepoli abbiano deciso di ucciderlo. So che non è andata così, ma mi limito ad osservare l'immagine :)
Mi pare sia tutto ok
RispondiEliminaOttima capacità di osservazione e buona memoria.
So che non è andata così, ma mi limito ad osservare l'immagine
Esatto, tu sai cos'è successo ma in un processo le domande si fanno per chi non c'era e vorrebbe capire.
:)
Socrate era in piedi o seduto?
RispondiEliminaSeduto
Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena
Mi sembra ci fossero donne sullo sfondo
Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
Gli è stato porto.
Qualcuno aveva armi in mano?
Sì, a sinistra della scena qualcuno aveva una spada.
Quante persone ricorda fossero con Socrate?
Cinque, forse sei
Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
Verosimilmente Socrate ha assunto il veleno che gli è stato porto. Dal momento che tutti si disperavano mentre chi glielo porgeva era sereno, si potrebbe dire che tutti fossero consapevoli del fatto che si trattasse di veleno. Non è ovvio che Socrate lo fosse.
Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
Quello in mezzo.
Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
Propendo per il bicchiere =)
Socrate era ferito?
Non evidentemente.
Quante donne erano presenti alla scena?
Non in primo piano. Forse sullo sfondo a sinistra, lontano da Socrate.
Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
Tunica color rosso/porpora.
Cavolo! Spero di non dover testimoniare mai al processo per la morte di Socrate!
RispondiEliminaIo ho sbagliato in difetto (di ben quattro) le persone presenti, non ho notato donne e, dall'immagine, direi che si sia ucciso ma non vedendosi la scena finale non e' possibile dirlo.
RispondiEliminaIl resto l'ho azzeccato benino.
Pero'... ho guardato il quadro per minuti come descritto dall'esercizio, osservandolo per pochi istanti (come sarebbe nella realta') penso non avrei azzeccato niente :-|
Tra l'altro, mi hanno sempre colpito nei casi di incidenti i passanti che "sono riusciti a leggere il numero di targa", ma come fanno? :-) Penso non ci riuscirei MAI :-)
Ah, me ignorante, ma il tizio vestito di grigio a sinistra (che sembra addormentato o morto), chi e' e cosa sta facendo? Non ditemi che e' lui Socrate eh? :-OOOO
Roberto.
Domanda, Doc: è corretto dire che, in generale, una persona ricorda meglio e/o più cose se le vengono poste delle domande, invece di ricostruirsi una scena da sé?
RispondiEliminaHo potuto notare la selettività della memoria qualche mese fa, quando sono tornata in un paesino nel quale avevo passato un'estate da bambina.
RispondiEliminaRicordavo distintamente che sulla piazza della chiesa c'era un albero grandissimo, alto quanto la chiesa stessa. Tornandoci, mi sono resa conto che gli alberi erano DUE! Erano alti uguali, quindi non era possibile che uno fosse stato piantato più di recente. Perchè la mia memoria ne aveva registrato uno solo? Chi lo sa!
è corretto dire che, in generale, una persona ricorda meglio e/o più cose se le vengono poste delle domande, invece di ricostruirsi una scena da sé?
RispondiEliminaIn generale sì, la domanda può far emergere particolari sepolti o aspetti non ritenuti di primaria importanza ma è un'arma a doppio taglio perchè le domande possono anche "guidare" la memoria per ottenere la "verità" che si preferisce.
Se per assurdo le domande hanno uno scopo subdolo (quello per esempio di ottenere una testimonianza non corrispondente alla realtà) possono indurre benissimo delle false memorie ricordate come perfettamente reali.
Nell'esempio del mio "test", se avessi chiesto per esempio "la donna sdraiata a terra aveva un'arma?" qualcuno avrebbe potuto ricordare perfettamente una donna che invece non esisteva affatto.
Che io sappia è anche un trucco di chi fa indagini per capire se un testimone è attendibile e ricorda davvero i fatti.
Linko due brevissi video nei quali viene messo in evidenza che la nostra capacità di osservazione può essere molto scarsa ed influenzabile
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=LkbrcFY6w6s
http://www.youtube.com/watch?v=voAntzB7EwE
Riguardo ai ricordi e alle proprie esperienze personali: io ho sempre ritenuto di avere una buona memoria " fotografica" anche se non credo esista uan cosa simile nella realtà, comunque anni fa mi sono reso conto io stesso che tutti possoo essere ingannati dai ricordi. Due miei amici avevano assistito, una sera, ad un episodio divertente riguardante un signore del mio paese che in quel momento andava in giro ubriaco: hanno poi raccontato, davanti a me, così tante volte la stessa storia (ed io conoscevo bene il signore in questione e come si comportava da ubiaco) che mi convinsi di aver assistito anche io alla scena in questione. Solo con l'insistenza dei miei amici e una ricostruzione dei fatti usando data , luogo e ora, ho capito che io, lì, non ci potevo proprio essere stato.
RispondiEliminaLa distinzione tra le due memorie la si nota magnificamente nelle persone anziane che cominciano ad avere delle patologie.
RispondiEliminaA metà agosto mio padre (84 anni) ha avuto una "crisi" di bassa pressione, e, portato al PS, ha sofferto di una totale mancanza di orientamento e memoria di cosa gli stesse capitando.
Nella DEA non aveva idea di dove fosse, perché fosse li, cosa gli fosse capitato pochi minuti prima, però raccontava a me e al paziente di fronte a lui storie di quando era ragazzo sue e dei suoi fratelli con dovizia di particolari; di alcune di queste non mi aveva mai fatto cenno prima.
Adesso con adeguate (spero) cure si è ripreso ed ha anche smesso di raccontare di continuo vecchie storie. Come se in quei momenti di totale smarrimento la memoria vecchia cercasse di rimpiazzare quella istantanea, venuta a mancare, nel disperato tentativo di mantenere una identità.
E' abbastanza naturale avere una memoria fotografica. La memoria è principalmente visiva e auditiva visto che è sono gli input più utilizzati. Noi vediamo (anche se non guardiamo) e sentiamo (anche se non ascoltiamo) costantemente quando siamo svegli; gustiamo, tocchiamo, e annusiamo molto meno.
RispondiEliminaLa memoria funziona meglio per immagini, anzi per associazione di immagini.
Con Socrate me la sono cavate benino, ma sapevo di dover ricordare la scena. Non ricordavo alcuni dettagli (presenza o meno di donne, facce) ma sapevo di non ricordarli. Nel complesso ci ho preso 8 su 11.
RispondiEliminaUna cosa che invece mi è capitata spesso e' di ricordare intere scene inesistenti di film, soprattutto se tratti da un libro che ho letto. Evidentemente me le sono immaginate, "riempendo" la sceneggiatura con gli stessi attori e lo stesso stile. E probabilmente riempio nello stesso modo cose che non ricordo del mio passato, cose che so che sono successe ma che sono ormai perse nella memoria.
La cosa mi rende molto prudente quando devo "testimoniare", ma mi lascia sempre un po' di senso di disagio quando lo scopro, es. rivedendo il film o confrontando i miei ricordi con quelli di altri.
Un aspetto interessante del test è che, in realtà, Socrate è stato ammazzato, ma, dalle risposte alle domande della maggioranza delle persone, sembra che si sia trattato di un suicidio assistito, invece che di un'esecuzione, presa con "filosofia" dalla vittima. Capita che i testimoni oculari interpretino male una scena, se non conoscono le persone coinvolte e il rapporto che le lega.
RispondiElimina@Elena
RispondiEliminaGuarda che non importa cosa sappiamo della "realta' storica", il test era "siete testimoni oculari, questo quadro e' quello che avete visto", il tuo ragionamento presume altra conoscenza estranea al quadro.
Dire "lo hanno ucciso" nel contesto di questo test significherebbe mentire, o quantomeno inventare una realta' inesistente.
Guarda che non importa cosa sappiamo della "realta' storica", il test era "siete testimoni oculari
RispondiEliminaVero.
Il test non deve tenere conto di ciò che "sappiamo" sulla vicenda anche perchè (oltre a falsare i risultati) non potremmo fornire una testimonianza attendibile sui fatti ma basata sulla "storia" che abbiamo letto sulla base di altre testimonianze.
Il test non deve tenere conto di ciò che "sappiamo" sulla vicenda [...]
RispondiEliminaBeh, in tal caso, se dovessi proprio dire, il Socrate rappresentato nel quadro di Jacques Louis David non mi sembra proprio una persona in procinto di suicidarsi; al contrario, sembra vitale e determinato!
Avevo capito il test. Volevo sottolineare un altro aspetto della "testimonianza oculare". Un testimone, dall'esterno, non vede solo una scena, ma le dà anche un interpretazione.
RispondiEliminaes. due persone lottano e una colpisce a morte l'altra. Un testimone pensa: è un omicidio, è legittima difesa, è una rissa tra due delinquenti...e spesso questo influenza le risposte negli interrogatori.
E spesso l'interpretazione è sbagliata.
Ciao WeWee, complimenti per l'articolo molto interessante (come al solito...).
RispondiEliminaNell'attesa di poter concludere anche io l'esperimento proposto sulla memoria, vorrei segnalare quella che a me appare come una lieve inesattezza: l'argomento della sensazione di caldo/freddo in relazione al (benevolo) inganno di alcuni input sensoriali.
La sensazione di caldo / freddo, a mio parere, non ha nulla di ingannevole, perlomeno nella situazione descritta: "funziona" sempre allo stesso identico modo e fornisce sempre le stesse informazioni.
In particolare, la sensazione che noi attribuiamo alla presunta temperatura di un corpo con il quale entriamo in contatto è invece relativa alla quantità di calore che scambiamo. Come giustamente hai fatto notare, l'acqua sulla pelle aumenta, rispetto all'aria, la quantità di calore che scambiamo, per cui se siamo bagnati avvertiamo la sensazione di maggior freddo. Il fenomeno è il medesimo che avviene toccando con le mani l'intelaiatura metallica di una sedia e la sua seduta in legno: la sensazione che abbiamo è diversa mentre, ovviamente, i due materiali sono alla stessa identica temperatura ambientale, suggerendo che la nostra sensazione è legata ad una grandezza fisica diversa dalla temperatura.
In pratica, attraverso la pelle si può dire che noi sentiamo la quantità di calore trasferito piuttosto che le temperature degli oggetti con cui entriamo in contatto.
In questo contesto, pertanto, non mi pare appropriato attribuire a questa situazione quel che di ingannevole che invece appartiene agli altri esempi che hai fatto, visto che né prima di entrare né dopo esser usciti dall'acqua avvertiamo una temperatura, ma in ogni caso il calore, il quale effettivamente cambia come regolarmente segnalato dalla pelle al nostro cervello.
Probabilmente sarebbe più appropriato esprimere invece l'inganno termico di "taratura" dovuto all'abitudine ad un certo input sensoriale durante gli scambi di calore: il tipico esperimento di immersione di una mano in acqua alla stessa temperatura, ma prima e dopo aver raffreddato o riscaldato l'arto.
Saluti,
Edoardo
@ Yajurveda:
RispondiEliminaSei un fisico?
:)
Hai perfettamente ragione e la tua perplessità è giustificata, scrivendo della "sensazione" con la pelle bagnata però io non mi riferisco strettamente al fenomeno fisico (e fisiologico) che la causa ma a ciò che il nostro cervello percepisce. Noi percepiamo più freddo ma questo freddo non c'è. Naturalmente il fenomeno fisico/fisiologico che causa questa sensazione è dovuto a ciò che dici, ci mancherebbe ma mi serviva un esempio "comune" per spiegare come il cervello possa interpretare male gli stimoli esterni: non c'è più freddo uscendo dall'acqua ma noi lo percepiamo. Tale fenomeno è giustificato da un fenomeno fisico (lo scambio di calore) ma questo al cervello non interessa perchè non "compensa" il fenomeno, lo fa suo e si ferma lì.
Forse più che di inganno al nostro cervello si può parlare di ignoranza dello stesso che percepisce qualcosa ignorandone la causa...
Sì, WeWee, sono un fisico e mi scuso in anticipo se questa ulteriore replica ti dovesse sembrare un po' pedante pur, ti assicuro, senza la volontà di esserlo.
RispondiEliminaA me la questione appare esclusivamente intellettuale, facendo perno sulla differente definizione che possiamo dare ad un fenomeno che coinvolge, semplificando, la percezione di uno stato fisico.
Tuttavia, e qui confluisce la sua qualità intellettuale, mi pare un caso da manuale in cui una "cattiva" definizione può portare a trattare come irregolare un fenomeno che invece è uniforme. Mi spiego.
Come dici, non c'è più freddo uscendo dall'acqua ma ciononostante noi "lo percepiamo", da cui possiamo dire, legando il fenomeno specifico a quello generale che hai descritto nel resto dell'articolo, che si tratti di una forma più o meno complicata di "inganno".
Questa argomentazione ha una naturale coerenza che però, a mio parere, si sfalda non appena scegliamo di osservare un po' più in profondità il fenomeno, fino a rivolgere l'analisi alle definizioni di base: c'è qualcosa che "sentiamo" e chiamiamo caldo o freddo e che stiamo supponendo (!) che non vari mentre ne cambia la nostra percezione in relazione al contesto.
Messa così, a me pare evidente che sia proprio la nostra supposizione ad attribuire la qualità di irregolarità.
E' sufficiente, infatti, provare a definire ciò che noi percepiamo prima e dopo il bagno in maniera univoca (i. e. quantità di calore scambiato per unità di tempo invece che temperatura) dalla cui variazione si spieghino, in tutta regolarità, le differenze nelle sensazioni che ne abbiamo: in questo modo cade la disomogeneità ed il presunto autoinganno.
Naturalmente, occorre anche verificare che non si sia solo invertita la prospettiva, e che non sia proprio questa seconda definizione ad essere arbitraria tanto da far guadagnare al fenomeno una regolarità solo interna alla definizione, la quale non inglobi, occultandola, l'irregolarità del fenomeno e in questo modo, colpevolmente, causare la sottovalutazione delle importanti caratteristiche psico-fisiologiche che hai riportato nel resto dell'articolo.
Ebbene, mediante la bussola di un buon metodo e sperimentando sapientemente qui e lì, come la comunità scientifica ha fatto da Carnot in giù, è possibile trovare una realtà oggettiva corrispondente esattamente alla grandezza fisica di cui abbiamo postulato la percezione nella seconda ipotesi da cui, strizzando l'occhio a Guglielmo di Occam, possiamo finalmente trarne una conclusione definitiva.
Credo d'esser fuori tempo massimo, ma adoro queste cose...
RispondiEliminaSocrate era in piedi o seduto?
Seduto su un letto, con una gamba "a penzoloni" ed una sul materasso.
Oltre a lui ed ai suoi discepoli (e voi) c'era altra gente che ha assistito alla scena?
Sì, c'erano due o tre persone che stavano salendo le scale, in fondo al locale attiguo.
Socrate ha bevuto il suo veleno o qualcuno lo ha aiutato a farlo?
Gli hanno passato la coppa contenente il veleno, dalla quale poi berrà da solo.
Qualcuno aveva armi in mano?
Non ho visto armi.
Quante persone ricorda fossero con Socrate?
Una decina circa.
Secondo lei, dalla scena che ha avuto di fronte, Socrate si è ucciso o è stato ucciso?
Secondo me è stato costretto ad uccidersi.
Riconosce tra questi tre individui colui che avrebbe ucciso Socrate o lo avrebbe aiutato nel suicidio?
L'ultimo, quello che si copre gli occhi con le mani: è colui che gli porge la coppa.
Socrate ha usato un bicchiere o una ciotola?
Io la chiamerei "coppa", ma piuttosto che bicchiere definiamola ciotola. Il discepolo, però, la teneva da sotto come se avesse un "piede", uno stelo, mentre una ciotola ha il fondo piatto.
Socrate era ferito?
Non ho visto ferite.
Quante donne erano presenti alla scena?
Non ho visto donne.
Com'era vestito Socrate o almeno di che colore era il vestito?
A torso nudo, un lembo bianco attorno ai fianchi e gettato su una spalla.