Nelle tre parti precedenti (la prima, la seconda e la terza) ho raccontato la cronaca e poi ciò che offre il gruppo Di Bella a sostegno dell'efficacia della sua teoria e mi sono soffermato sulle evidenze offerte dalla documentazione presente in rete e sulla sperimentazione ufficiale della presunta cura.
In questa ultima parte del dossier mostrerò alcuni dati che mi sono stati utilissimi per trarre delle conclusioni. Su tutti la perizia svolta da medici su mandato della pretura di Maglie che doveva decidere se fornire gratuitamente i farmaci ai malati che ne facevano richiesta.
Infine le mie conclusioni personali.
Ribadisco, conclusioni personali. Tratte dai dati che ho mostrato, da mesi e mesi di lettura, da conoscenza diretta di casi trattati con il MDB e dalle mie conoscenze professionali.
In tutta questa vicenda ho cercato di mantenere un certo distacco ed ho elencato le mie perplessità, i documenti, le valutazioni fatte all'epoca e le carte a disposizione.
Invito chi è davvero interessato alla questione a non fermarsi solo alle mie parole ma indaghi e ragioni personalmente, cercando di capire se davvero il MDB sia stato un grande bluff oppure un "misterioso" complotto che ha affossato il tutto. Il caso, ormai quasi dimenticato, è stato un grande evento che ha mischiato scienza, creduloneria, speranza e cupidigia.
Io la riposta che cercavo da anni l'ho avuta, e spero la trovi anche chi tra di voi ha conservato in un angolo del proprio cervello un dubbio riguardante questa pratica “alternativa”.
Ho letto la relazione CTU (è la perizia svolta da consulenti, medici, da consegnare al giudice, in questo caso il pretore di Maglie dell'epoca, Carlo Madaro) e vi ho trovato anzitutto molte forzature.
E' questa (è un .pdf) e vi sono analizzate una serie di cartelle cliniche. Un gruppo di cartelle appartenevano ai malati che avevano fatto richiesta di rimborso spese per i costi che avevano sostenuto effettuando il MDB, un altro gruppo era formato da cartelle inviate spontaneamente in pretura da malati che così desideravano sostenere l'efficacia del metodo. L'analisi di questa perizia è interessante non solo per ciò che conclude e per come lo fa ma anche perchè è un modo per analizzare altri casi definiti come "migliorati" o "guariti", in un unico documento abbiamo la possibilità di studiare decine di casi (scelti però, chi non ha avuto effetti le cartelle non le ha inviate, naturalmente).
Già all'inizio si parla di 78 casi analizzati dei quali, dopo un anno di MDB, 40 erano deceduti ed uno peggiorato. Cumulativamente quindi (ma non è così che si fanno le medie in medicina) più del 50% dei pazienti era morto dopo un anno di cura Di Bella. Ora, non per fare l'avvocato del diavolo, ma subito dopo la tabella iniziale c'è questa singolare affermazione:
Considerando che le migliori statistiche oncologiche sui tumori riportano una sopravvivenza a 5 anni del 29% associando chirurgia e/o radio-chemioterapia, il risultato del MDB è chiaramente ed innegabilmente positivo.
Quali sarebbero le "migliori statistiche" (i dati ufficiali che non distinguono per tipo di tumore e quindi non forniscono dati precisi dicono che il 55% dei malati, 72% per i tumori infantili, è vivo dopo 5 anni dalla diagnosi e non il 29%)?
Riguardo quale tipo di tumore (sappiamo che la sopravvivenza dipende fortemente dal tipo di tumore analizzato)? "Più del 50%" di decessi ad un anno da tutti i tipi di tumore non mi sembra un dato "chiaramente ed innegabilmente positivo", anzi, potrebbe essere definito come assolutamente sconfortante...
Poi viene analizzato un secondo gruppo che presenterebbe più dell'86% di casi di stabilità, regressione o scomparsa del tumore. In quanti anni? Su 161 casi solo due sono descritti come completamente guariti, mentre per gli altri non è descritto nemmeno il periodo di osservazione (che è citato come: "diversi anni [...] anche cinque").
"Diversi anni" mi sembra una valutazione piuttosto imprecisa e fuorviante soprattutto se teniamo presente che non siamo di fronte ad una considerazione vaga e personale ma ad una perizia medica giurata, richiesta oltretutto per decidere se affrontare un'importante spesa del denaro pubblico.
Da pagina 12 in poi vi è un elenco che dovrebbe essere l'argomento centrale di una discussione sull'efficacia di questo metodo. Sono elencati dei casi "responsivi alla cura" e quindi la loro attendibilità e la cura della statistica sarebbe decisiva per una valutazione del MDB.
Ogni caso è evidenziato da un colore che indica l'esito della cura (positivo o negativo). Ma studiando bene l'elenco sorgono parecchi dubbi e non si può fare a meno di ricordare che questa è una perizia medica che doveva far decidere ad un giudice (indebitamente, disse qualcuno, in quanto giurisdizionalmente compito del Ministero o del TAR) se valesse la pena o meno fornire gratuitamente i farmaci per il metodo a chi ne avesse fatto richiesta.
Per capire l'attendibilità di questa perizia e quindi l'efficacia presunta del MDB vediamo cosa riportano questi elenchi.
Qualche esempio. Sono definiti "responsivi alla cura" (attenzione: responsivi alla cura, che hanno cioè tratto beneficio dal MDB) casi come (note tra parentesi mie):
- Non progressione della malattia dopo 3 mesi (3 mesi...?)
- Regressione delle metastasi polmonari inferiore al 50% (che misura è? Inferiore di quanto? Dell'1 o del 48 per cento?)
- Caso valutato con riserva, documentazione incompleta (e allora perché è stato inserito nei casi "positivi"?)
- Parziale regressione di una lesione dello sterno di dubbia natura neoplastica (parziale? dubbia? Perché quindi hanno inserito il caso?)
Tantissimi "casi migliorati" sono su questo tono. Come si fa a giudicare "particolarmente rilevante" il caso di un paziente che ha effettuato il MDB per un mese e radioterapia nei sei mesi precedenti? Nella migliore delle ipotesi questo caso sarebbe da escludere dall'elenco dei casi "responsivi", almeno con la formula del dubbio. Come si può definire rilevante un caso di stabilizzazione delle lesioni dopo 9 mesi?
Questa perizia ha un valore altissimo. Prima di tutto raccoglie la presunta evidenza di efficacia della terapia Di Bella tratta dalle centinaia di cartelle visionate dai periti. Visto che la perizia conclude con un giudizio fortemente favorevole nei confronti del MDB (tanto da indurre l'allora pretore di Maglie a stabilire che i farmaci necessari alla cura dovessero essere forniti gratuitamente) sarà interessante studiare su cosa si siano basati questi periti per trarre queste conclusioni (che verranno però in seguito smentite dalla sperimentazione).
La perizia poi, commentata dal tribunale, è stata effettuata dai medici dottor D'Ambrosio, Lupo e Montinari (per la cronaca, Montinari è un medico che cura l'autismo con diete ed omotossicologia e sostenitore del collegamento vaccini-autismo) e consta di 24 pagine che discutono ed analizzano 203 cartelle cliniche pervenute alla pretura di Maglie che doveva decidere se intimare con un'ordinanza la cessione gratuita dei farmaci necessari al MDB che fino a quel momento erano a pagamento a carico di chi li acquistava.
Per l'esame riassuntivo dei dati clinici dei pazienti che avrebbero utilizzato il MDB per curare il tumore maligno del quale soffrivano, sono state utilizzate delle tabelle, in cui vengono riportati senza particolare evidenziazione i casi standard, in giallo quelli definiti "rilevanti" ed in azzurro i casi definiti "particolarmente rilevanti".
Alla luce di questa suddivisione che poi sarà decisiva per il giudizio finale, ci si aspetterebbe che un caso "rilevante" dimostri un effetto chiaro del MDB su un tumore maligno. Ancora di più nei casi definiti "particolarmente rilevanti", in cui il MDB dovrebbe aver avuto un effetto evidente, oggettivo e palese. Prima di dare un giudizio su queste definizioni, guardiamo qualche esempio:
Il primo caso analizzato dell'elenco non è evidenziato. Si tratta di un adenocarcinoma a grandi cellule, indifferenziato, e l'analisi dei periti dice:
"Modesta riduzione della lesione costale sede della pregressa RT. A tre mesi di MDB non si evidenziano nuove lesioni. [...] Buona la qualità di vita".
In pratica il tumore localizzato nella zona delle costole è ridotto di volume esattamente dove il paziente ha effettuato radioterapia (RT). Questa cartella, quindi, con l'eventuale efficacia del MDB non avrebbe nulla a che vedere, ma al contrario mostrerebbe effetti positivi della radioterapia effettuata dal paziente.
Seguono gli altri casi.
Il primo definito "particolarmente rilevante", perciò evidenziato in azzurro, parla di un "adenocarcinoma polmonare". Il giudizio dei periti recita letteralmente (copio):
"Il caso è emblematico poichè non è stato eseguito alcun trattamento tradizionale. Si apprezza nel corso di circa 10 mesi dall'inizio del MDB un notevole miglioramento clinico e soggettivo ed un modesto miglioramento radiologico. Il caso merita di essere seguito nel tempo data la sua singolarità per non aver subìto alcun trattamento interferente".
Ebbene, ci sarebbe da aspettarsi, dalla classificazione detta sopra, che i casi "particolarmente rilevanti" siano quelli che descrivano una guarigione certa, evidente, o almeno un miglioramento eclatante, con chiari segni di regressione importante della malattia. Nel caso descritto invece si parla di "notevole miglioramento clinico e soggettivo" (cioè che il paziente si sentiva meglio, era una sua constatazione o un rilievo di chi lo esaminava, non un dato strumentale) e poi di modesto miglioramento radiologico: la radiografia del torace, cioè, aveva evidenziato solo un lieve miglioramento. Il problema più importante è che il paziente non è stato seguito, non sappiamo com'è finita la sua storia, se è guarito, peggiorato, deceduto: è insomma una descrizione assolutamente inutile. Questo sarebbe un caso "particolarmente rilevante"...
Il secondo subito a seguire è ancora peggio. Un caso di adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrali. Anche questo "particolarmente rilevante", che però, leggendolo, assume ben altra connotazione. Si vede infatti che il paziente ha un (copio):
"miglioramento iconografico delle lesioni cerebrali con la loro quasi scomparsa che potrebbe essere la risultante della pregressa RT. Si evidenzia la riduzione dei marcatori tumorali e la non progressione della malattia. Buona qualità di vita"
Questo vuol dire che radiologicamente le lesioni cerebrali sono quasi scomparse ma il paziente su quelle lesioni ha eseguito la radioterapia (RT): cosa c’entrerebbe il MDB? La riduzione dei marcatori tumorali (sono esami del sangue, non specifici e che non fanno diagnosi) e la non progressione della malattia potrebbero essere dovuti anche alla terapia "standard" che ha fatto il paziente. Perché quindi questo caso è considerato "particolarmente rilevante" a favore del MDB dai periti?
Un caso "particolarmente rilevante" a favore del MDB. Meningioma in miglioramento (clinico), ma il miglioramento è dovuto al drenaggio (asportazione di materiale)... |
I casi successivi sono tutti dello stesso spessore e posso affermare che le contraddizioni presenti nella perizia sono talmente evidenti che anche un profano probabilmente le coglierebbe, invito chi legge a dare un'occhiata facendo attenzione soprattutto alla suddivisione dei casi: il colore azzurro equivale ai casi "particolarmente rilevanti", prima chiedetevi cosa vi aspettereste da una definizione del genere poi date una lettura. Si troveranno così pazienti migliorati grazie alle precedenti terapie mediche standard, addirittura casi come la "stabilizzazione di un tumore benigno" a lenta evoluzione (un tumore benigno non è...maligno e se si evolve lentamente è normale che lo si riscontri come "stabile"), anche questo definito "particolarmente rilevante" o con miglioramento della qualità di vita (senza sviluppo positivo della neoplasia).
Per non parlare dei casi evidenziati in giallo. Qui i giudizi di "rilevanza" assumono toni grotteschi, come nel caso del paziente che migliora con la radioterapia e non peggiora con il MDB o quello che si basa su dichiarazioni della paziente e non su documenti (copio): "la signora dichiara che nel corso dell'ultimo ciclo di chemioterapia erano ricomparse recidive cutanee". Il MDB avrebbe quindi migliorato qualcosa della quale non si ha nemmeno una diagnosi.
La casistica non evidenziata (con sfondo bianco) è assolutamente inconsistente (tumori già asportati, curati con altri metodi, in corso di chemioterapia, senza documentazione, progrediti, ecc.).
Leggendo quindi la perizia (che, ricordo, è stato un passo fondamentale nell'intera vicenda Di Bella) emergono ancora più dubbi di quanti ne esistano semplicemente studiando la teoria, la sperimentazione e tutto ciò che si sente a proposito di questa “cura”. Se sono quelli documentati nella perizia i casi "risolti" siamo davvero molto lontani da una cura risolutiva per il cancro. Si suppone infatti che i casi sottoposti a perizia siano quelli più "positivamente trattati" (sono casi "scelti", inviati da pazienti che richiedevano il rimborso spese!) mentre non sappiamo quanti casi non siano stati assolutamente riportati, non vi è una statistica precisa, non conosciamo i fallimenti, non sappiamo nemmeno su quanti casi trattati in totale si siano avuti questi risultati. Si conclude quindi che persino sulla base di documentazione "a favore" e selezionata, non emerge per niente un effetto positivo del MDB, ma piuttosto una forzatura nelle conclusioni che vogliono far pendere l'ago della bilancia verso un lato quando l'evidenza lo spinge decisamente verso l'altro. Per questo è necessario sottolineare nuovamente che i casi esaminati sono "selezionati", si tratta cioè di cartelle inviate alla procura dai pazienti e da chi voleva un rimborso spese e quindi sono casi "prescelti" come dimostrazione di efficacia. E se invece analizzassimo la totalità delle cartelle di chi si è sottoposto alla cura?
La perizia è l'aspetto della vicenda che mi ha disorientato di più. Queste pagine non sono una raccolta di casi dimostrativi di effetto curativo ma un elenco che mostra un'assoluta inconsistenza dei presunti effetti positivi del MDB.
Se è vero infatti che una perizia medica per il tribunale è pur sempre un giudizio "di parte", ci si aspetterebbe una valutazione almeno obiettiva da parte dei medici che hanno esaminato quelle cartelle. Il loro giudizio infatti poteva (come in effetti sembra aver fatto, vista la disposizione del pretore di Maglie) far decidere in un senso o nell'altro il giudice ed influenzare l'opinione pubblica. Compito delicato, quindi, e per questo da svolgere con assoluta precisione.
Chi legge può comunque farsi un'idea personale. Critiche alle decisioni della pretura arrivarono anche dalla stampa: qualcuno infatti sospettò un atteggiamento demagogico del pretore che sfociò nella sua candidatura in un partito politico.
Abbiamo visto quindi come l'analisi di decine di casi e la conclusione di "efficacia" del MDB raggiunta dai periti fa sorgere molti dubbi non solo sull'analisi stessa ma anche sui risultati del metodo che non appare assolutamente così risolutivo come indicato dai periti.
In seguito a questa perizia, il pretore ordinò di rimborsare (spesa pubblica quindi) i farmaci a chi seguiva il MDB. Lascio al lettore un giudizio sulla vicenda.
In seguito a questa perizia, il pretore ordinò di rimborsare (spesa pubblica quindi) i farmaci a chi seguiva il MDB. Lascio al lettore un giudizio sulla vicenda.
Questa curiosa "metodica" di analisi la ritroviamo in un'altra pubblicazione presente nel sito ufficiale del gruppo Di Bella.
Si analizzano alcuni casi di tumore mammario curati con MDB.
Si presume che sul sito dei Di Bella si trovino analisi di casi "positivamente" risolti, di dimostrazioni di efficacia, altrimenti non si comprenderebbe l'utilità (se non ad avere un parere negativo della presunta cura) di pubblicare un elenco del genere.
Eppure anche in questa pubblicazione abbiamo le stesse fallacie e gli stessi "strani" risultati presenti nella perizia della quale ho parlato.
Prendiamo il primo caso analizzato e scorriamolo cronologicamente.
1985: diagnosi di carcinoma mammario. Intervento chirurgico.1986: Recidiva. Radioterapia e terapia ormonale.--Per dieci anni nessun sintomo--1997: Metastasi cerebrali. Chemioterapia.1998: Inizio MDB, migliore qualità di vita, nessun segno di miglioramento delle metastasi.1999: Decesso della paziente.
Questo caso è definito "positivo": chi legge giudichi.
Ora, che una sostanza somministrata ad una persona che soffre porterebbe ad un presunto miglioramento delle condizioni cliniche (da dimostrare, naturalmente, perché stiamo parlando sempre di giudizi soggettivi), può anche essere positivo, ma vendere un "metodo" come curativo quando non cura nulla non è corretto, oltre che pericoloso. Come abbiamo letto nell'ultimo articolo poi, Di Bella non ha mai sostenuto che il suo metodo potesse avere un effetto almeno palliativo (per esempio la riduzione dei dolori o dei disturbi senza effetto curativo) ma affermava di curare, guarire, migliorare la malattia tumorale e questo da quanto emerge dai casi esaminati è assolutamente falso. I casi presentati dai Di Bella spesso sono invece dimostrativi di come le cure standard abbiano l'effetto che tutti conosciamo: quando non curano prolungano la sopravvivenza.
Nel caso di tumore mammario visto prima ad esempio basti notare come la medicina (con l'intervento e le terapie) abbia fatto sopravvivere quella paziente per ulteriori 14 anni (che non sono pochi) dalla diagnosi di tumore mentre il MDB non ha avuto nessun ruolo nella vicenda. Nonostante Di Bella critichi profondamente le cure attuali, con questo dato quindi ha dimostrato involontariamente che chirurgia, radio e chemio mantengono le promesse quando al contrario il suo metodo non dimostra di mantenerne nessuna.
Ora, che una sostanza somministrata ad una persona che soffre porterebbe ad un presunto miglioramento delle condizioni cliniche (da dimostrare, naturalmente, perché stiamo parlando sempre di giudizi soggettivi), può anche essere positivo, ma vendere un "metodo" come curativo quando non cura nulla non è corretto, oltre che pericoloso. Come abbiamo letto nell'ultimo articolo poi, Di Bella non ha mai sostenuto che il suo metodo potesse avere un effetto almeno palliativo (per esempio la riduzione dei dolori o dei disturbi senza effetto curativo) ma affermava di curare, guarire, migliorare la malattia tumorale e questo da quanto emerge dai casi esaminati è assolutamente falso. I casi presentati dai Di Bella spesso sono invece dimostrativi di come le cure standard abbiano l'effetto che tutti conosciamo: quando non curano prolungano la sopravvivenza.
Nel caso di tumore mammario visto prima ad esempio basti notare come la medicina (con l'intervento e le terapie) abbia fatto sopravvivere quella paziente per ulteriori 14 anni (che non sono pochi) dalla diagnosi di tumore mentre il MDB non ha avuto nessun ruolo nella vicenda. Nonostante Di Bella critichi profondamente le cure attuali, con questo dato quindi ha dimostrato involontariamente che chirurgia, radio e chemio mantengono le promesse quando al contrario il suo metodo non dimostra di mantenerne nessuna.
Gli altri casi nell'elenco seguono più o meno la stessa storia, nel secondo ad esempio una paziente peggiora (addirittura in corso di MDB sviluppa nuove lesioni) ma "sta meglio". Simili gli altri casi, diagnosi di tumore, radioterapia, chemioterapia e nessun risultato evidente del MDB. Un caso è esemplare (il n°9): una paziente con tumore mammario si sottopone ad intervento chirurgico e successivamente, dichiarando di rifiutare qualsiasi altra terapia, inizia il MDB. Viene però scoperto che la paziente sta effettuando terapie "antitumorali" (probabilmente chemio) e non presenta peggioramento della malattia. Prosegue in ogni caso il MDB. Alla fine dell'analisi è scritto che il caso è di "incerta valutazione e [...] può attestare una sua possibile efficacia nel contrastare la comparsa di metastasi". Che ne dite?
Capisco che ad uno sguardo profano sia molto complicato districarsi tra sigle, tecnicismi e termini scientifici, ma ad una veloce analisi competente no: tutto è molto più chiaro.
Tirando le somme, quindi, abbiamo una presunta cura per i tumori che non ha mai avuto dimostrazioni scientifiche, le cui ripetute sperimentazioni pubbliche hanno avuto esito negativo, la cui evidenza documentale non mostra particolari effetti positivi. Persino i casi presentati come "migliorati" dal gruppo Di Bella ad un'analisi della documentazione non mostrano il presunto miglioramento ma evidenziano quasi sempre un'inefficacia della cura o la presenza di altre terapie contemporanee o antecedenti. Il suo "inventore" non ha mai dimostrato un effetto particolarmente significativo della cura nei malati di tumore, non pubblica statistiche documentate, non pubblica in letteratura scientifica (tranne in tre casi ma su una rivista secondaria e "schierata" a suo favore e che vede Giuseppe Di Bella nel comitato editoriale) i risultati delle sue presunte cure, non ha mai pubblicato sperimentazioni animali. I metodi di divulgazione della presunta cura sono assolutamente ascientifici ed utilizzano canali impropri, gli atteggiamenti aggressivi ed intimidatori.
Gli effetti positivi di questa terapia si baserebbero sulle dichiarazioni personali dei componenti del gruppo Di Bella e su dichiarazioni spontanee di alcuni pazienti, troppo poco per parlare di "cura del cancro".
Mi pare non ci sia altro.
Se qualcuno dovesse avere altri elementi da aggiungere o correzioni da fare mi contatti pure, io non vedo altri elementi sui quali basarsi per un giudizio. Se esistono pazienti con documentazione completa che vogliono inviarmi le carte del loro caso mi contattino tranquillamente.
Prima di chiudere questo capitolo aggiungo l'ultimo paragrafo.
Ho contattato varie persone che affermavano di aver assistito famigliari trattati con il MDB, alcune mi hanno contattato personalmente, altre le ho raggiunte io. Ho ricevuto nove "testimonianze", sette di esse assolutamente inattendibili (simili ai casi elencati nella perizia di Maglie, casi curati dalla medicina ma dichiarati curati dal MDB, mancanza di documentazione importante), uno che mostrava assoluta inefficacia del metodo (non sono stato autorizzato alla pubblicazione), uno, di cui ho autorizzazione per la pubblicazione, che ha mostrato buona sopravvivenza ma con decesso della paziente. Tutti i casi ricevuti hanno avuto comunque come esito il decesso del paziente, nessun caso tra quelli ricevuti che aveva effettuato solo MDB è sopravvissuto o ha superato le statistiche di sopravvivenza conosciute, nessun caso che ha abbandonato le terapie standard per effettuare MDB è sopravvissuto. Pensavo di realizzare un articolo a parte con i casi ricevuti ma per mancanza di dati non ho modo di farlo.
L'unico che ha mostrato una buona sopravvivenza mentre effettuava il MDB è relativo ad un tumore mammario recidivato dopo 3 anni in tumore polmonare. La sopravvivenza totale è stata di 27 mesi dalla diagnosi, un buon risultato rispetto alle medie più recenti di sopravvivenza per questo tipo di malattia in trattamento standard. La paziente ha effettuato inizialmente le terapie standard e successivamente le avrebbe abbandonate per ricorrere al MDB. Questo caso, supponendo la sincerità delle dichiarazioni di chi me lo ha segnalato (che ringrazio personalmente per la disponibilità e la cortesia) che non ho motivo di dubitare, l'ho trovato molto interessante pur nei limiti del singolo episodio e della chemioterapia effettuata inizialmente per 3 cicli. Non si è assistito comunque a guarigione.
Anche tra i commenti di questo blog sono apparse alcune persone che raccontavano di effetti positivi del metodo, una che si è dichiarata "guarita dalla terapia del professore Luigi Di Bella". La signora è autrice di un libro che racconta la sua storia ed a pagina 20 dell'introduzione è scritto "quanto scrivo è supportato da una lunga serie di esami diagnostici e da altra documentazione [...] verificabile da parte di chiunque voglia appurarne la veridicità". Le ho chiesto questa documentazione "verificabile" dopo un primo contatto via mail da parte sua, ma non ho mai ricevuto risposta. Un altro commentatore aveva promesso di inviarmi i documenti appena pronti, aspetto dall'8 giugno senza aver ricevuto niente.
Anche tra i commenti di questo blog sono apparse alcune persone che raccontavano di effetti positivi del metodo, una che si è dichiarata "guarita dalla terapia del professore Luigi Di Bella". La signora è autrice di un libro che racconta la sua storia ed a pagina 20 dell'introduzione è scritto "quanto scrivo è supportato da una lunga serie di esami diagnostici e da altra documentazione [...] verificabile da parte di chiunque voglia appurarne la veridicità". Le ho chiesto questa documentazione "verificabile" dopo un primo contatto via mail da parte sua, ma non ho mai ricevuto risposta. Un altro commentatore aveva promesso di inviarmi i documenti appena pronti, aspetto dall'8 giugno senza aver ricevuto niente.
Per cercare eventuali altri casi con evidenza di efficacia ho allora contattato direttamente il dott. Giuseppe Di Bella (figlio del prof. Luigi) e gli ho inviato un messaggio mail il 04/03/11, questo:
Gentile Dott. Di Bella,
sono un medico che gestisce un blog critico sulle medicine alternative (l'indirizzo lo trova in calce al messaggio).Sto per completare (dopo mesi di lavoro, analisi e studio) un dossier sulla cura Di Bella ed ho praticamente finito di scrivere tutti gli articoli che saranno pubblicati appena possibile.Alla fine degli articoli era mia intenzione inserire eventuali casi di guarigione o miglioramento oggettivo di tumori maligni tramite il MDB e per questo motivo ho chiesto tramite vari canali (soprattutto, ma non solo, via internet) che chiunque avesse casi simili li avrebbe potuti inviare al mio indirizzo di posta elettronica per studiarli ed eventualmente (se autorizzato) pubblicarli.Mi riferisco naturalmente a casi ben documentati con i dovuti riferimenti clinici e diagnostici, che hanno effettuato esclusivamente il protocollo Di Bella e che dimostrano un'efficacia del metodo. Il mio appello ha prodotto purtroppo pochissimi casi, dei quali solo uno pubblicabile perchè autorizzato. La documentazione completa quindi (come lei comprenderà sicuramente) è fondamentale.
Prima di procedere alla pubblicazione dei miei articoli quindi, mi sembra corretto rivolgermi a lei direttamente per ricevere qualcosa in proposito se esiste (ho letto nel suo sito di circa 22.000 casi trattati, non dovrebbe quindi essere un problema fornirmene alcuni).Se possibile i casi non dovrebbero essere quelli presenti nel suo sito che ho già studiato approfonditamente ma altri che lei non ha mai pubblicizzato ma che sicuramente ha conservato assieme agli altri migliaia descritti.
Certo di un riscontro positivo porgo cordiali saluti.
La risposta alla mia richiesta è arrivata il giorno dopo. Cinque messaggi contenenti rispettivamente:
1) I due lavori pubblicati su Neuroendocrinology Letters (già noti, commentato il primo nei miei articoli, il secondo è una sorta di "speciale" sul MDB)
2) Due ulteriori lavori pubblicati su Neuroendocrinology Letters (noti, già commentati nei miei articoli).
3) Il depliant di un congresso di oncologia che si è svolto in Cina pochi giorni fa che vede partecipare Giuseppe Di Bella. Il congresso è organizzato dalla stessa società che ha invitato Di Bella a Singapore, in un precedente incontro.
4) Una lista dei congressi (scientifici e non) ai quali ha partecipato Giuseppe Di Bella e degli studi indicizzati su Medline e una parte del depliant del congresso cinese di cui sopra.
5) Un documento in italiano che spiega il razionale del MDB, i motivi che non validerebbero la sperimentazione ufficiale con riferimento alla perizia della pretura di Maglie.
Non ho ricevuto alcun caso diverso da quelli presentati in questo dossier nè casi non presenti nel sito dei Di Bella nè altri casi inediti. In extremis ho poi contattato un medico "dibelliano" che presenta nel suo sito alcuni "casi clinici" chiedendogli documentazione del primo che era quello più "interessante": al giorno d'oggi non ho ricevuto alcun documento ma l'invito a contattarlo telefonicamente (cosa che non ho ancora fatto).
Più di questo non ho potuto fare.Ho letto anche alcune reazioni ai miei primi articoli e come spesso accade non è stato confutato nessuno dei casi che ho analizzato ma (dallo stesso gruppo Di Bella) ho letto i soliti proclami inutili (che io sarei pagato da chissà chi o che questi articoli sarebbero parte di un programma enorme che avrebbe come obiettivo la demolizione di questa cura). Sarebbe molto più costruttivo fornire spiegazioni, discutere i fatti invece di perdersi in discorsi vaghi che hanno l'aria di giustificazioni di chi non ha altri argomenti.
Siamo arrivati quindi alla fine.
L'intera vicenda assume connotati diversi rispetto a quelle dei guaritori via web, perché è arrivata all'attenzione nazionale ed è stata sperimentata pubblicamente con finanziamenti statali ed in un'epoca nella quale internet non aveva praticamente voce.
Il caso poi fu di rilevanza nazionale e si esposero (a favore della cura) anche personalità di un certo rilievo. Fu anche la prima volta nella quale parte dell'opinione pubblica si schierò contro gli scienziati che continuavano a ripetere che la cura non aveva nessuna possibilità di essere efficace. Improperi, insulti e minacce erano indirizzati continuamente nei confronti degli oncologi e degli accademici che cercavano di calmare un'opinione pubblica che sembrava ormai delirante.
Quanto successo significa anche che non è ammissibile la sperimentazione nazionale finanziata da tutti noi di una teoria indimostrata e senza evidenze, se non scientifiche (che comunque sarebbero fondamentali), almeno cliniche (un congruo numero di persone davvero guarite con la terapia “alternativa”). Qualsiasi sperimentazione di un metodo non scientifico, infatti, sarà inevitabilmente contestata in eterno da chi quella cura l'ha ideata, si troveranno centinaia di difetti nella sperimentazione, soprattutto a risultati pubblicati (e negativi). Non esiste la sperimentazione perfetta, o comunque è difficilissima da realizzare, soprattutto quando riguarda malattie gravi dove entrano in gioco anche l'etica, la pietà umana e la legge.
L'esperienza fallimentare di Di Bella dovrebbe quindi servire proprio a dimostrare che sperimentare qualsiasi idea con soldi pubblici è un delitto scientifico, sociale ed etico (oltre che economico): sono migliaia le cure alternative esistenti al mondo e tutte dicono di essere infallibili ed efficaci. Tutte però si scontrano con lo scoglio della dimostrazione scientifica, ed è un bene che sia così. Alla fine la cosiddetta cura Di Bella non ha mostrato (ammetto con mia sorpresa) nè più attendibilità nè più evidenze delle varie cure alternative che ho analizzato in questi anni. C'è un altro punto che sottolineo e che ribadisco ogni volta che compare l'ennesimo "genio incompreso" che ha trovato la cura "efficace" per una grave malattia: perchè affermare che il mondo nasconde una cura che sarebbe utile al mondo stesso? Che bisogno ci sarebbe di giochi di parole, casi "dubbi", finte guarigioni, se si ha ragione? Perchè gridare al complotto quando basterebbe mostrare dei fatti chiari ed inequivocabili per dimostrare di avere scoperto qualcosa che funziona? Perchè assumere atteggiamenti discutibili ed antiscientifici e poi lamentarsi che la scienza non ascolta?
La spiegazione potrebbe essere la più semplice e la lascio a voi.
La spiegazione potrebbe essere la più semplice e la lascio a voi.
Quando un individuo pensa di aver trovato un rimedio per la salute prima di tutto deve confermare la sua idea in maniera indipendente, sperimentandola come meglio preferisce ma con criteri precisi e ripetibili: solo allora, e se si avranno risultati significativamente positivi, si potrà passare ad una sperimentazione più vasta ed al limite finanziata dal pubblico. Pensiamo poi ai giornalisti che urlavano al miracolo ed al boicottaggio, ai politici che hanno cavalcato la vicenda alla famelica ricerca di voti facili, a tutti quei malati che vedevano accendersi la speranza (molti dei quali hanno abbandonato le cure standard per affidarsi al MDB), ai loro famigliari incantati dalle sirene del miracolo. Pensiamo ai titoli dei telegiornali ed alle manifestazioni di piazza, alle urla ed alle accuse. Ai libri che si affrettavano ad uscire durante il periodo di maggiore clamore. Pensiamo a tutto questo ed a quante speranze sono state spezzate. Ricordiamoci delle persone che hanno preso parte volontariamente alla sperimentazione. Cavie umane per una pratica senza prove, riflettiamo soprattutto su questo. Quanti di noi lo farebbero?
Pensiamo a chi si è aggrappato a questa illusione ed ha perso la sua battaglia e pensiamo a chi lo fa ancora oggi, credendo ad un'illusione che tale resterà.
Infine due righe di parere personale, lo devo per dovere professionale e perchè mi è stato chiesto (soprattutto in questi giorni):
La mia impressione è che il prof. Di Bella si sia intestardito (probabilmente in buona fede) sulla sua idea andando oltre quello che è il metodo scientifico, in questo modo è scivolato, come capita spesso, in un terreno pericoloso e criticabile: le cure alternative senza efficacia. Molti sono quelli che ne hanno approfittato (non in buonafede, stavolta) per fini personali. Infine gli atteggiamenti dell'odierno gruppo Di Bella sono assolutamente fuori dai canoni scientifici e medici (ed anche del buon senso) e come collega diffido dal loro operato in maniera profonda.
Se dovessi dare un consiglio ad una persona cara che mi chiedesse un parere sul MDB glielo sconsiglierei vivamente considerandolo un metodo alternativo pseudoscientifico ed assolutamente inattendibile. Non ho avuto nessun elemento che mi abbia convinto di dover dare una possibilità a questa "cura", troppe approssimazioni e forzature, certezze mai confermate, non ho mai letto di un caso che mi abbia fatto pensare a qualche effetto evidente e limpido di questo metodo alternativo. Sono arrivato ad una conclusione che non avrei immaginato, il MDB alla luce dei fatti non ha alcuna differenza con le varie cure alternative che ho analizzato in questi anni, tra questo metodo ed un Bonifacio, un Hamer ed un Simoncini vi sono davvero pochissime differenze, una delle quali è la sperimentazione ufficiale (con risultati negativi) e pubblica che per le altre cure non è mai (giustamente) avvenuta. Sottoscrivo quindi in pieno l'opinione della comunità scientifica e medica internazionale sul cosiddetto metodo Di Bella: non è curativo.
Spero di aver tracciato un buon ritratto di tutta la vicenda e credo che ognuno di noi a questo punto abbia la possibilità di fare una scelta tra un metodo mai provato e che continua a non curare nessuno e la medicina che con tutti i suoi limiti raccoglie qualche successo e riesce in qualche miracolo.
Pensiamo a chi si è aggrappato a questa illusione ed ha perso la sua battaglia e pensiamo a chi lo fa ancora oggi, credendo ad un'illusione che tale resterà.
Infine due righe di parere personale, lo devo per dovere professionale e perchè mi è stato chiesto (soprattutto in questi giorni):
La mia impressione è che il prof. Di Bella si sia intestardito (probabilmente in buona fede) sulla sua idea andando oltre quello che è il metodo scientifico, in questo modo è scivolato, come capita spesso, in un terreno pericoloso e criticabile: le cure alternative senza efficacia. Molti sono quelli che ne hanno approfittato (non in buonafede, stavolta) per fini personali. Infine gli atteggiamenti dell'odierno gruppo Di Bella sono assolutamente fuori dai canoni scientifici e medici (ed anche del buon senso) e come collega diffido dal loro operato in maniera profonda.
Se dovessi dare un consiglio ad una persona cara che mi chiedesse un parere sul MDB glielo sconsiglierei vivamente considerandolo un metodo alternativo pseudoscientifico ed assolutamente inattendibile. Non ho avuto nessun elemento che mi abbia convinto di dover dare una possibilità a questa "cura", troppe approssimazioni e forzature, certezze mai confermate, non ho mai letto di un caso che mi abbia fatto pensare a qualche effetto evidente e limpido di questo metodo alternativo. Sono arrivato ad una conclusione che non avrei immaginato, il MDB alla luce dei fatti non ha alcuna differenza con le varie cure alternative che ho analizzato in questi anni, tra questo metodo ed un Bonifacio, un Hamer ed un Simoncini vi sono davvero pochissime differenze, una delle quali è la sperimentazione ufficiale (con risultati negativi) e pubblica che per le altre cure non è mai (giustamente) avvenuta. Sottoscrivo quindi in pieno l'opinione della comunità scientifica e medica internazionale sul cosiddetto metodo Di Bella: non è curativo.
Spero di aver tracciato un buon ritratto di tutta la vicenda e credo che ognuno di noi a questo punto abbia la possibilità di fare una scelta tra un metodo mai provato e che continua a non curare nessuno e la medicina che con tutti i suoi limiti raccoglie qualche successo e riesce in qualche miracolo.
A chi sta male ed è confuso dico che è normale esserlo e spero che si abbia il coraggio di sollevarsi e sollevare il velo di paura che ci fa perdere di vista la realtà: bisogna affidarsi a metodi provati, non ad illusioni, piacevoli, dolci ma inutili. Attenzione anche a chi cerca di trascinarvi con le parole nel baratro delle speranze infrante.
Chiudo questa inchiesta con l'augurio che simili cose non debbano più ripetersi e con la speranza che la gente non si fidi delle voci da cortile o delle notizie apparse sul giornale e sui media per argomenti così delicati ma si affidi alla scienza perché è interesse di tutti. Uno scienziato geniale che scoprisse davvero un rimedio rivoluzionario avrebbe tutto l'interesse a sperimentare, affidare i suoi risultati alla scienza e diffondere le sue statistiche. Ha la ragione e l'onestà dalla sua parte.
Non so se riprenderò l'argomento Di Bella in futuro, ma sicuramente oggi ho chiuso un debito con la mia coscienza che avevo in passato. Il mio invito a documentarsi ed approfondire ogni argomento l'ho usato per me, l'ho condiviso ed ho raggiunto le mie conclusioni. Non ho alcuna intenzione di definire il mio giudizio una sentenza: resta un giudizio personale come tutti quelli che fornisco tramite questo blog, a chi mi ha seguito l'onere di scegliere.
Spero quindi che chi legge si sia fatto un'idea sul caso Di Bella e che di questa storia se ne parli come merita e non come spesso accade come l'ennesimo "mistero all'italiana", visto che, dati alla mano, di misterioso c'è ben poco.
Alla prossima.
Bibliografia e riferimenti.
- http://www.metododibella.org
- 2010 - Fondazione "Giuseppe Di Bella" - Documentazioni Cliniche
- Giuseppe Di Bella: Relazione Congresso SIO Torino 2008
- CTU per la Pretura Circondariale di Lecce (Sezione distaccata di Maglie).
- Neuro Endocrinol Lett. 2009;30(4):437-49.
- Neuro Endocrinol Lett. 2009;30(3):312-21.
- Neuro Endocrinol Lett. 2008 Dec 29;29(6).
- E. Altomare: Medicine & Miracoli (Avverbi edizioni)
- Cancer Biother Radiopharm. 2001 Apr;16(2):171-7.
- The National Cancer Institute of Canada Clinical Trials Group, J Natl Cancer Inst. 1994 Feb 16; 86(4): 306-9.
Collaborazioni e ringraziamenti
Ringrazio personalmente di vero cuore chi ha collaborato con le proprie segnalazioni, fornendo notizie, documenti, referti, alla realizzazione del dossier. In particolare:
Yari Davoglio per la revisione e la correzione dei testi e dell'intero dossier.
Un grazie anche a
B.S. per la segnalazione di due casi personali.
F.B. per la segnalazione di un caso personale con relativa documentazione.
Antonio Pieron e Tamara Guadagni per il supporto.
Ilario D'Amato per avermi ispirato il titolo del dossier.
Antonio Santopietro per l'aiuto tecnico di ricerca.
Dedico questo lavoro a Silvia A.
Una lettrice del blog che non mi leggerà più con mio profondo rimpianto.
Perchè assumere atteggiamenti discutibili ed antiscientifici e poi lamentarsi che la scienza non ascolta?
RispondiElimina....
Infine gli atteggiamenti dell'odierno gruppo Di Bella sono assolutamente fuori dai canoni scientifici e medici (ed anche del buon senso)
Esempio di tali atteggiamenti è il ricorrere a riviste che danno ampio spazio a pratiche antiscientifiche (anche in campo medico) per diffondere il proprio lavoro (nella fattispecie, la partecipazione al 4° Congresso Mondiale sul Cancro della BIT Life Sciences tenutosi in Cina a maggio di quest'anno). E' vero che bisogna sempre valutare il merito di ciò che si sostiene, indipendentemente da dove lo si sostiene, tuttavia credo che qualsiasi scienziato serio debba resistere a certe tentazioni. Se un uomo sposato frequenta abitualmente le prostitute, potrebbe diventare poco credibile come difensore della fedeltà coniugale.
Comparire in una rivista (l'articolo è del 13 giugno 2011), www.scienzaeconoscenza.it, circondati da articoli, libri e trattati sull'omeopatia, sulle Energie Sottili e le Terapie Energo-Vibrazionali (nientemeno!!), sui rabdomanti, sulla Guarigione Quantica e dai capolavori del sempreverde Simoncini, certo non aiuta la propria credibilità. Peggio ancora, poi, se per giustificare l'imprudenza, si urla al complotto e ci si lascia andare a dichiarazioni di questo tipo (vedi fine dell'articolo nella home page del sito della rivista citata):
Appena tornato a Bologna ho cercato, attraverso i miei consueti canali informativi, di portare all'attenzione della stampa nazionale il risultato ottenuto. Ho potuto constatare però un'immediato e inaspettato "blocco", attuato sicuramente attraverso intimidazioni o censure, nei confronti di quei pochi giornalisti che generalmente erano disponibili a concedermi qualche spazio all'interno delle loro testate. Il messaggio ora è chiaro.
Non è più il caso quindi di parlare di Metodo Di Bella, almeno in Italia.
Sempre vostro
Giuseppe Di Bella
E' un vero peccato che questo sia l'atteggiamento del principale sostenitore del MDB. Credo che debba più rispetto, oltre che alla scienza, soprattutto alle persone che ripongono fiducia in questa pratica. Perché non impegnarsi a cercare di mettere a punto il metodo? magari cercando di fare sperimentazione animale? A questo punto, mi chiedo se egli sia davvero in buona fede oppure sia in preda a una mania di onnipotenza, come sembrerebbe da queste parole (vedi ultime righe):
Nessun potere umano per quanto abilmente dissimulato, potente, criminale e globale può lottare a lungo, resistere e vincere contro la Verità, unica Via che porta alla Vita
Via...Verità...Vita...? Chi è che diceva: "Io sono la Via, la Verità, la Vita" ? Sì...mi pare si chiamasse proprio Gesù Cristo.
Grazie per il tuo lavoro su questo blog.
RispondiEliminaBigFab.
Sinceri ringraziamenti per l'immane lavoro divulgativo che offre sul suo blog. Non oso immagine i tempi di preparazione/revisione del tutto.
RispondiEliminaCordiali saluti,
Andrea Gelmini
Mi unisco ai ringraziamenti per l'impresa svolta a titolo gratuito da parte di una persona che, in quanto medico, non deve avere tutto questo tempo a disposizione...
RispondiEliminaInnanzitutto un grazie immenso per tutto il lavoro speso per redigere questo dossier, sicuramente non è stato facile reperire e leggere tutta la mole di documenti legati al MDB e saper discernere roba inutile dal materiale realmente importante ai fini della valutazione. Posso dire sinceramente che secondo me è la tua indagine meglio riuscita finora, e lascia davvero ben pochi margini per essere attaccata (in maniera efficace e con prove scientifiche, sappiamo bene che gli attacchi con insulti e senza alcun riscontro sono frequenti e se ne fa un uso molto gratuito).
RispondiEliminaParlando di quest'ultima parte, mi sono fermato a leggere il pdf della perizia prima di continuare con la lettura, e devo dire che di primo acchitto anche ad un occhio profano come il mio pareva ci fosse qualcosa di strano. Prima fra tutte, il giudicare attendibile una statistica "selezionata" per giunta su un campione ristretto escludendo a priori i decessi. Il motivo principale per il quale mi sembrava ci fosse qualcosa di strano era proprio che se si prendono in esame i gruppi con lo stesso tipo di tumore siamo a livelli di campione insignificanti a fini statistici. Poi ovvio, se si vanno a vedere i presunti effetti, occorre anche la guida di un medico per capire che quei dati non solo sono inattendibili, ma addirittura manipolati.
Questi articoli sono stati davvero interessanti, grazie.
RispondiEliminaSimone
Sono rimasto molto impressionato (negativamente) dall'approssimazione e dalla rozzezza con cui sono stati presentati i casi definiti responsivi alla cura. Mi aspetto da chiunque faccia ricerca una eccellenza non solo nella metodologia ma anche nella forma di presentazione dei risultati ed in generale chi presenta male spesso pensa male.
RispondiEliminaGrazie dei...ringraziamenti.
RispondiEliminaA questo punto, mi chiedo se egli sia davvero in buona fede oppure sia in preda a una mania di onnipotenza
Non lo so, di sicuro però i Di Bella hanno un atteggiamento (basta guardare un video di un'intervista o leggere una loro risposta nel forum del loro sito) pesante, astioso, aggressivo che per uno strano fenomeno trasferiscono ai loro sostenitori e leggendo il loro sito (ed il forum) si nota un linguaggio anche eccessivamente aulico, ridondante a tratti biblico...si atteggiano ad unici salvatori della popolazione mondiale ormai (per loro) vittima del male.
Sono rimasto molto impressionato (negativamente) dall'approssimazione
Anche io e l'ho scritto. Non credevo si arrivasse a questi livelli.
Rinnovo i complimenti.Un lungo lavoro condotto con serietà di metodo che non può lasciare dubbi : pensi che un medico (non dico un oncologo) leggendolo possa farsi un’idea diversa dalla tua? In passato, rispondendo ad un post, mi sembra che tu abbia espresso la volontà di voler preparare qualcosa di simile riguardo al fenomeno della cosiddetta "medicina difensiva” : lo ritengo uno fra i più inquietanti (per noi medici) ed importanti quanto a possibilità di nuocere alla sanità pubblica. Scrivo questo, perché nel ‘dossier Di Bella’ vi ho trovato molti ‘ingredienti’ che mi ci hanno fatto pensare: ‘l’ignoranza dei mass media, i giornalisti, i medici che non perseguirebbero gli interessi dei pazienti', e poi gli immancabili ‘periti e giudici’.Soprattutto ‘l’opinione pubblica’ facilmente impressionabile dai concetti di sofferenza e guarigione impossibile; concetti ormai lontani dalle convinzioni della gente, assuefatta all’idea di una medicina onnipotente ( e di questo noi medici siamo i primi responsabili). Dell’intero dossier, 2 i punti che più mi hanno fatto pensare;
RispondiElimina1) I periti di cui si è avvalso il pretore di Maglie; chi li ha scelti? Poi, da medico: ‘ non sei a conoscenza di perizie ‘blasonate’nei contenziosi che può subire un medico altrettanto indirizzate forzatamente verso un’unica direzione? E giustificabile condurre ancora per molto i contenziosi medici in questo modo? ( immagino che non potrai rispondere a questi quesiti).
2) Il dossier è davvero completo. Implicitamente dovrebbe aver risposto alla domanda per me fondamentale. Un oncologo non tratta tutti i tumori allo stesso modo: Si fa un ‘grading’ e si decide. Mi sono sempre chiesto se la MDB prevedesse qualcosa del genere ma da quanta importanza viene data all’esame istologico lo escludo, vero? Questo dato da solo dovrebbe far capire o che la terapia è la panacea per i tumori, la cura definitiva oppure , all’estremo opposto, c’è da dubitare anche della competenza in oncologia di coloro che la propongono ( le tue conclusioni ‘ personali’ le condivido, ma durante questo immane lavoro qualche dubbio sulla loro competenza non ti è mai venuto? Tutti quei lavori per dimostrare la validità della terapia che invece ne dimostrano l’invalidità etc).
Infine un unico appunto: quando si scrive “non è ammissibile la sperimentazione nazionale finanziata da tutti noi di una teoria indimostrata e senza evidenze, se non scientifiche (che comunque sarebbero fondamentali), almeno cliniche (un congruo numero di persone davvero guarite con la terapia “alternativa”)” . Preciserei, sempre se facciamo riferimento alle evidenze cliniche di guarigioni di cancro et similia , altrimenti avvaloriamo le decisioni prese dai politici in merito ad agopuntura , omeopatia etc.
Cari saluti
pensi che un medico (non dico un oncologo) leggendolo possa farsi un’idea diversa dalla tua?
RispondiEliminaA malincuore, dico di sì. Altrimenti non esisterebbero gli omeopati o i medici "dibelliani". Fede, ignoranza o malafede? Bah, chi può saperlo, è in ogni caso grave.
I periti di cui si è avvalso il pretore di Maglie; chi li ha scelti?
Credo sia lo stesso pretore che assegni l'incarico della perizia.
non sei a conoscenza di perizie ‘blasonate’nei contenziosi che può subire un medico altrettanto indirizzate forzatamente verso un’unica direzione?
Purtroppo sì, tante e molte volte "incredibili" per quanto sono "di parte".
mi sembra che tu abbia espresso la volontà di voler preparare qualcosa di simile riguardo al fenomeno della cosiddetta "medicina difensiva”
...e prima o poi ci riuscirò, vorrei riuscire anche a renderlo "comprensibile" a chi non è medico e non è semplice come potrebbe sembrare...
durante questo immane lavoro qualche dubbio sulla loro competenza non ti è mai venuto?
Più di qualche dubbio a dire la verità, ma è il dilemma che si presenta quando si affrontano le cure alternative: quel medico si rende conto di ciò che afferma? Lo fa apposta o è completamente preso dalla sua convinzione che lo rende cieco?
Per questo presto molta attenzione ai "casi clinici" che vanno oltre la comprensione dei meccanismi o delle spiegazioni scientifiche, documenti alla mano una cura o funziona o no, ci sono poche alternative e se nonostante non funzioni qualcuno continua a proporle...
Preciserei, sempre se facciamo riferimento alle evidenze cliniche di guarigioni di cancro et similia
Certo, mi riferisco a malattie per le quali la medicina ha ancora molta strada da fare.
Ciao.
Esprimo anche io i miei complimenti per l'indagine. Pur appartenendo ad una branca della scienza/tecnica totalmente diversa, ricordo anche io le discussioni del tempo. Di recente ho rivisto un mio collega, che ai tempi perse la moglie per un tumore, che ancora difende Di Bella ... (non so se fece la cura o meno).
RispondiEliminaUn dubbio dei tempi però mi resta ancora. Come procede la ricerca seria ? Non fraintendetemi, non voglio che mi si spieghi per filo e per segno come funziona la ricerca scientifica. Quello che al tempo si pensava è che nello sperimentare mille sostanze e soluzioni che teoricamente potrebbero funzionare, magari per un dettaglio se ne perda una che invece potrebbe funzionare. In questo caso è stato mi pare palese oltre ogni ragionevole dubbio che la soluzione del MDB non funziona, ma la paura di aver sfiorato delle buone soluzioni e non averle "viste" non resta ?
la paura di aver sfiorato delle buone soluzioni e non averle "viste" non resta ?
RispondiEliminaIl termine "certezza" in scienza esiste per pochissime cose. Nel caso delle terapie che si sperimentano c'è sempre la possibilità che un filone di ricerca venga approfondito, che si "scremino" le intuizioni positive abbandonando quelle inutili, che gli studi si ripetano in altre forme o in altri ambiti. E' sempre possibile che una cura efficace "sfugga" ai milioni di occhi e di cervelli che studiano il problema ma è davvero difficile che ciò accada (nulla è sottovalutato, dal derivato di piante all'ingegneria genetica, prima ho fatto l'esempio del pepe e dell'asparago...). Un altro elemento che non deve sfuggire è che sperare che si possa curare il cancro con qualcosa di "banale" ed in maniera semplice ed indolore come se fosse una lieve cefalea è nei fatti un'illusione. Il cancro è una brutta malattia e ne esistono centinaia di forme assolutamente differenti. Oltretutto ha una base genetica che è alla base del problema: qualsiasi cura che non riesca a risolvere il problema genetico sarà sempre un rimedio limitato ed oggi siamo ancora molto molto lontani dal poter risolvere il cancro geneticamente (anche se uno dei campi più studiati è proprio questo).
Poi si sa, quando si cerca l'intuito è fondamentale ma se la fortuna è cieca...
Ciao.
Il cancro è una brutta malattia e ne esistono centinaia di forme assolutamente differenti.
RispondiEliminaFaccio una domanda un pò strana. Ci sono dati che mostrano come una persona guarita da un cancro poi sia morta naturalmente per un'altra patologia? Ovvero di cancro anche se si guarisce, a distanza di (tanti) anni si muore comunque sempre di cancro?
Ovvi complimenti per il lavoro fatto e per la chiarezza con cui è stato esposto... Io all’epoca avevo intorno ai 17/18 anni, ricordo vagamente tutto il dibattito sull’argomento, i telegiornali che per settimane non parlavano d’altro, Rosy Bindi che rilasciava dichiarazioni a destra e a manca, ma non mi ero mai avventurato troppo per scoprire di cosa si trattasse. La mia idea, all’epoca, era “boh. se funziona prima o poi si saprà”.
RispondiEliminaLeggere questo dossier mi ha fatto tornare a quegli anni ed è stato piacevole saperne di piú su un argomento che all’epoca aveva fatto tanto scalpore.
È stato invece sorprendente vedere che praticamente si trattava di un’ennesima ciarlatanata, le maniere e l’aspetto del Dott. Di Bella lo facevano sembrare uno piú “serio” del vostro guaritore medio, tipo quello dei funghi, per dire, che si vede lontano un chilometro che sta sparando cacchiate.
In effetti la spiegazione data da Wewee è più... diciamo accomodante. Un incaponirsi su una presunta soluzione in buona fede è sicuramente un atteggiamento diverso dal voler promuovere una cura che non funziona sapendo che non funziona. Che mi SEMBRA (mia percezione) invece l’atteggiamento degli attuali sostenitori della cura.
Semi-ot: ricordo male o Luttazzi era fra i sostenitori della cura? Ricordo un qualche suo intervento in merito, ma non ricordo bene cosa sostenesse. Qualcuno con una memoria migliore della mia ricorda qualcosa su questo?
Non ricordavo affatto invece le dichiarazioni di capacitá di guarire Alzheimer e Sclerosi Multipla eccetera, che dovrebbero mettere un po’ in allarme, e mi fanno un po’ dubitare dell’interpretazione di Wewee su un incaponirsi in buona fede, a dire il vero... posso essere ossessionato dalla certezza di aver trovato una cura per il cancro, e questa ossessione puó venire da dei risultati positivi che credo di aver ottenuto, ma quando inizio a dire che ho trovato la cura miracolosa per tutte le peggiori malattie, malattie con cause e caratteristiche anche piuttosto differenti... beh diciamo che la cosa inizia un po’ a puzzare.
Capisco perfettamente la voglia, invece, di provare ogni alternativa possibile per salvarsi dalla morte, e non riesco a farne una colpa a chi “ci crede”. Sono sicuro che questa serie di articoli aiuterá chi ha dei dubbi.
E mi spiace per Silvia A., pur non conoscendola.
Aspettiamo un articolo sul Siero Bonifacio? :D O se non ricordo male c’era un altro caso mediatico secondo cui i trasmettitori di Radio Maria davano il cancro. O magari un articolo su un’altra roba che andava in quegli anni in Gringolandia, tipo terapia Zootron o una cosa del genere? :D
O magari qualcosa sul solfato di idrazina, con gente che legge storie su internet, se lo inietta e muore di cancro...
http://www.annals.org/content/133/11/S58.full.pdf+html?sid=46042b36-3004-4742-8d0a-9d85fdc57413
http://www.annals.org/content/133/11/911.full?sid=b587b6ca-af77-4225-8de1-6948e8f9d293
Complimenti per l'ottimo lavoro!
RispondiEliminaGrazie per i post.
RispondiEliminaÈ divulgazione scientifica ad altissimo livello.
di cancro anche se si guarisce, a distanza di (tanti) anni si muore comunque sempre di cancro?
RispondiEliminaAssolutamente no e non è una rarità, probabilmente anche tra i lettori esiste qualcuno che ha conosciuto persone sopravvissute ad un tumore e decedute dopo tantissimi anni per altre cause, ma anche qui dipende dal tipo di cancro e dalle terapie effettuate (spesso ad esempio si effettua chemioterapia per evitare recidive e per eliminare eventuali cellule metastatiche in circolo, anche in assenza di "malattia evidente). E' anche vero che per certi tipi di tumore (i più "aggressivi") la possibilità di recidive è altissima e quindi la possibilità di morire di tumore (quasi sempre in altre sedi rispetto a quella primaria) è elevata.
Altro aspetto è il rischio derivante dalla chemioterapia: è dimostrato che dopo questa terapia aumenta il rischio cardiovascolare, è possibile quindi che qualche morte per cause cardiache sia dovuta (o favorita) dalla terapia effettuata.
Infine una curiosità: esistono rarissimi casi di remissione spontanea del tumore nei quali dopo la "guarigione" il paziente vive fino ad età avanzata e muore per cause naturali (in un caso uno morì ad 80 anni per incidente stradale) come se queste persone fossero dotate di una resistenza impressionante all'aggressione tumorale dopo averne "sperimentata" una. Non per niente questi casi sono studiati ed anche qui emergono fattori genetici di protezione (simili a quelli delle persone particolarmente longeve), ulteriore conferma che la chiave di tutto è il DNA.
Aspettiamo un articolo sul Siero Bonifacio?
RispondiEliminaOk, ma quando ti sei stancato di aspettare puoi leggerlo qui.
;)
Luttazzi si laureò con Di Bella, ma non ricordo prese di posizione precise...
RispondiEliminaA proposito di personaggi noti che si occuparono di Di Bella, molti articoli dell'epoca erano firmati da uno sconosciuto Marco Travaglio. Inizialmente neutrale, mi sembra di aver notato che gradualmente cominciò a prendere le difese del prof.
RispondiEliminaPoi il caso scomparve dalla cronaca e Travaglio diventò...Travaglio.
Sarà che sto leggendo in questi giorni l'ennesimo libro di Dawkings, ma mi chiedevo alla fine perchè dopo milioni di anni di evoluzione gli organismi (non solo umani) non abbiano imparato a difendersi dai tumori. I tumori non sono come virus e batteri, che fanno "una corsa agli armamenti" per superare le difese umane. MI viene allora in mente che forse anacronisticamente e tristemente forse i tumori "servono" a qualche cosa, o forse sarebbe dannoso difendersi troppo efficientemente da loro. E' possibile ?
RispondiEliminaMI viene allora in mente che forse anacronisticamente e tristemente forse i tumori "servono" a qualche cosa
RispondiEliminaProbabilmente servono a preservare la specie o, se non immortali, vivremmo troppo a lungo...e questo nell'interesse di tutti non è ideale: l'autoestinzione e l'esaurimento velocissimo delle risorse del nostro pianeta sarebbero minacce reali.
I tumori sono malattie degenerative, derivano cioè dalla perdita delle qualità che consentono alla cellula (quindi al corpo) di sopravvivere.
Difficile spiegarlo in parole povere, ma c'è un tumore "potenziale" in tutti gli organismi.
Non per niente i tumori non compaiono così, dal nulla, ma perchè si perdono i meccanismi che li bloccano.
Le cellule sono potenzialmente tutte tumorali, immagina un vulcano sempre pronto ad esplodere ma "tappato" da uno strato di magma, quello strato nelle cellule è rappresentato da meccanismi che regolano la loro replicazione e la crescita. La cellula tumorale alla fine, non fa altro che vivere, resistere, riprodursi (dovrebbe farlo fino ad un certo punto ma ha perso il controllo e lo fa all'infinito) e quindi fa il SUO interesse ma non quello del resto del corpo.
Quando questi meccanismi non funzionano perchè interviene qualcosa dall'esterno a danneggiarli (il "tappo di magma" dell'esempio crolla perchè coperto da troppa neve) o perchè vi è qualcosa di congenito (il tappo di magma è troppo sottile?) la cellula normale "impazzisce" e diventa tumorale (il vulcano esplode).
Perchè non tutti sono colpiti da tumori o i tumori sono così differenti? Perchè è scritto nel DNA e mentre è "compreso" da tutti il fatto che ognuno di noi sia diverso dal prossimo per l'aspetto, il carattere, l'anatomia non è immediato comprendere che come possa essere diverso il gene che regola il colore degli occhi o l'altezza, può esserlo pure quello che blocca un particolare ingranaggio che evita che una cellula normale diventi tumorale. Per questo "l'impazzimento cellulare" è un meccanismo che a prima vista non ci sembra possibile, ci reputiamo troppo perfetti.
Per lo stesso motivo è comprensibile che nella stessa famiglia ci sia una prevalenza di soggetti alti e biondi mentre è vista come una maledizione la presenza di molti casi di tumori, la cosiddetta familiarità.
Il tumore è "normale" tanto quanto la nostra stessa esistenza. Che ci "serva" in un'ottica personale ed egoistica non è comprensibile, se invece pensiamo alla nostra specie sì...è proprio "utile", se questo può consolarci, naturalmente...
Tabloid di Daniele Luttazzi
RispondiEliminaPanfilo Maria Lippi: “Oh la notizia però del giorno, della settimana, del mese, dell’anno, del secolo e anche del millennio riguarda ovviamente il Professor Di Bella. Caso Di Bella: dopo le polemiche con Rosy Bindi comunque sì del governo, prosegue la sperimentazione della cura ideata dal professore di Modena.
Chi avrà ragione? Chi avrà ragione? La comunità scientifica è divisa: da una parte c’è chi stima e appoggia Di Bella, dall’altra ci sono gli idioti. Chi avrà ragione? Uhm, non lo so…
Comunque, grazie al caso Di Bella i medici italiani stanno riscoprendo il valore importantissimo del rapporto fra medico e paziente. Ci sono medici crudeli in giro. Ci sono medici molto crudeli in giro…
“Dottore non riesco più a urinare.”
“Quanti anni ha?”
“92.”
“Ha pisciato abbastanza!”
Il presidente della repubblica Scalfaro ha denunciato la settimana scorsa il mercato nero della somatostatina. Chi non ha mai speculato sulla vicenda è il professor Di Bella. Non si fa neppure pagare le visite. Si guadagna da vivere facendo lo striptease agli addii al nubilato.
La sua vera ambizione è essere il sesto delle spice girls.
La cellula tumorale alla fine, non fa altro che vivere, resistere, riprodursi (dovrebbe farlo fino ad un certo punto ma ha perso il controllo e lo fa all'infinito)
RispondiEliminaMa non è mai capitato che le cellule sane perdano quel brutto vizio dell'apoptosi? :)
Le mie reminiscenze di antiche nozioni perdute mi riportano alla mente la ragione dell'apoptosi.
RispondiEliminaLa cellula è un complesso meccanismo con una funzione dettata dal suo DNA. Più invecchia, più il DNA tende a danneggiarsi, per varie ragioni (chimiche, radiazioni, semplice "usura", ...). Vi sono meccanismi di correzione di questi errori, ma, ad un certo punto, è comunque consigliabile la dipartita della cellula stessa, affinché possa essere sostituita con un "nuovo esemplare" più prestante.
I problemi sorgono quando è il meccanismo di apoptosi ad incepparsi. In tal caso, o la cellula viene rimossa dai linfociti di guardia (cellule NK), o muore di suo perché si trova in condizioni non favorevoli, o sono guai...
Potrei aver scritto corbellerie, questi ricordi sono avvolti nella nebbia, coperti di polvere e protetti da ragnatele.
@dani1967:
RispondiEliminaSarà che sto leggendo in questi giorni l'ennesimo libro di Dawkings, ma mi chiedevo alla fine perchè dopo milioni di anni di evoluzione gli organismi (non solo umani) non abbiano imparato a difendersi dai tumori. I tumori non sono come virus e batteri, che fanno "una corsa agli armamenti" per superare le difese umane.
Non e’ proprio cosi’, il sistema immunitario ad es. ha una sua funzione. La questione evolutiva invece e’ diversa ed e’ legata all’eta’: tutto cio’ che sfavorisce la specie ma insorge dopo la l’eta’ riproduttiva difficilmente viene eliminato per selezione naturale.
MI viene allora in mente che forse anacronisticamente e tristemente forse i tumori "servono" a qualche cosa, o forse sarebbe dannoso difendersi troppo efficientemente da loro. E' possibile ?
mmm…mi sembra piu’ ragionevole pensare che esistano perche’ i meccanismi di difesa piu’ efficienti hanno scarse probabilita’ di essere selezionati.
@yos:Ma non è mai capitato che le cellule sane perdano quel brutto vizio dell'apoptosi?
mmm...quando da sane si trasformano in tumori ?
luttazzi&travaglio. bella coppia....
RispondiEliminadani1967: MI viene allora in mente che forse anacronisticamente e tristemente forse i tumori "servono" a qualche cosa, o forse sarebbe dannoso difendersi troppo efficientemente da loro.
RispondiEliminaChe libri hai letto di Dawkins? Il gene egoista l'hai letto? Perché credo che la risposta sia in quel libro. Fatto salvo (ihihih) quello che ti ha detto WeWee, a livello evolutivo non puoi considerare un tumore come qualcosa che limita la vita umana per una serie di ragioni:
1) l'evoluzione NON E' finalistica, ovvero non c'è uno scopo. Il "progetto" di far nascere esseri umani da australopiteci non è mai stato scritto, è successo e basta, così come fino alla nostra egemonia (anche e soprattutto medico/scientifica) è sempre accaduto che la selezione naturale impedisse agli individui inadatti di riprodursi. Il tumore non ha uno scopo, non vuole raggiungere un obiettivo, nasce e basta.
2) In "il gene egoista" Dawkins affronta l'argomento dell'unità evolutiva diversamente da come mi è stata spiegata all'università, e devo dire che mi convince molto di più il suo ragionamento che quello che fece il mio vecchio prof di genetica II: l'unità fondamentale dell'evoluzione non è l'individuo, ma il gene. A parte la definizione di gene che Dawkins dà nel suo libro che è abbastanza diversa da quella classica ma che ora non ci interessa, bisogna capire che l'organismo umano è un insieme di cellule che apparentemente cooperano per un unico scopo: la sopravvivenza dell'individuo. Dico apparentemente perché come ho detto sopra non esiste finalità, la realtà è che tutte le cellule di un organismo adulto si moltiplicano se hanno nutrienti e segnali di moltiplicazione, è un mondo biochimico, non ragionato, in cui esiste solo la legge di azione e reazione. Le cellule sembrano cooperare perché semplicemente si sono divise i compiti: ci son quelle che portano i nutrienti, ci son quelle che producono i segnali, ci son quelle che trasmettono i geni alla generazione successiva. Ed ecco che siamo arrivati al punto cruciale: l'organismo è un coro di cellule intente semplicemente a riprodurre un altro organismo, con l'insieme corretto di geni che permetteranno al nuovo organismo di fare lo stesso. I geni sono coloro che costruiscono l'organismo come adatto o meno alla riproduzione e ogni gene è fondamentalmente egoista, ovvero quello che fa è riprodurre se stesso. Così fanno tutti gli altri geni, così nascono nuove cellule, così nascono nuovi organismi.
E così nascono i tumori. In realtà il tumore è la vittoria della vita sulla morte: cellule immortali e resistentissime, in perenne proliferazione, a volte rapidissima, che hanno sconfitto l'inibizione da contatto (meccanismo che impedisce alle cellule di moltiplicarsi se intorno a loro ci sono altre cellule troppo vicine), l'apoptosi (meccanismo di "suicidio" cellulare essenziale per la vita dell'organismo, ma ovviamente deleterio per la singola cellula), la dipendenza da stimoli esterni per riprodursi. Il tumore è un organismo a se che ha sconfitto la morte, di fatto evolutivamente è favorito, ed è per questo che capita che una singola cellula impazzita riesca a far così tanti danni: il gene egoista del tumore ha vinto contro quelli delle altre cellule, perché lui non ha regole, è un anarchico, in questo modo è avvantaggiato nel confronto con le altre per lo stesso spazio vitale.
@ubik15: va quasi del tutto bene. Forse domani correggo (o meglio, raffino, che non c'è molto da correggere) :-)
RispondiEliminaIl tumore è un organismo a se che ha sconfitto la morte, di fatto evolutivamente è favorito, ed è per questo che capita che una singola cellula impazzita riesca a far così tanti danni: il gene egoista del tumore ha vinto contro quelli delle altre cellule
RispondiEliminaGià.
Ma noi non percepiamo questo comportamento come una "vittoria" anche perchè ragioniamo in senso evolutivo (oltre che egoistico) ma dal nostro punto di vista, non da quello della cellula, noi non ci percepiamo come composti da cellule ma come unità singola.
Per questo motivo è per noi incomprensibile come una parte di noi possa andare contro il "nostro" interesse.
La cellula immortale che "ha vinto" in realtà è però un'illusa in quanto la sua vittoria porterà presto alla morte il corpo che la contiene e quindi anche lei scomparirà.
A cosa serve quindi questa "pseudovittoria"?
Forse a renderci imperfetti e quindi a non "rischiare" l'immortalità?
Ok, entriamo anche un po' nella filosofia, ma è un discorso biologicamente affascinante...
Grazie e mille. Oggi sono stato un po' lontano dalla rete, per cui fino ad ora non avevo avuto occasione di leggere le vostre risposte.
RispondiEliminaIl libro che sto leggendo è Il più grande spettacolo della Terra. Perché Darwin aveva ragione ma ho una qualche idea delle tesi espresse nel "gene egoista".
Le vostre risposte sono affascinanti e realistiche. La mia ingenua idea era che comunque se uno muore di tumore non può riprodursi (un uomo adulto in teoria è riproduttivo fino a tarda età), e poi da quello che ho capito i tumori li prendono non solo gli uomini, ma anche tutti gli altri animali (e questo l'ho scoperto leggendo questo blog), probabilmente anche loro in età riproduttiva.
Però osservando il problema dal punto di vista della singola cellula (e sopratutto del singolo gene) l'ottica cambia completamente.
'Probabilmente servono a preservare la specie o, se non immortali, vivremmo troppo a lungo...e questo nell'interesse di tutti non è ideale: l'autoestinzione e l'esaurimento velocissimo delle risorse del nostro pianeta sarebbero minacce reali'.
RispondiElimina'anche tutti gli altri animali (e questo l'ho scoperto leggendo questo blog), probabilmente anche loro in età riproduttiva'.
Se questo probabilmente fosse vero, cioè ci fosse un finalismo nella degenerazione tumorale della cellula, allora la 'vis naturae' è andata un po' troppo oltre, visto che i tumori che colpiscono0 i bambini sono una 'fetta' consistente dei tumori che colpiscono l'uomo.
Ma se il gene egoista pensa solo a se stesso, alla fine non riesce a riprodursi più di tanto (vedi tumore).
RispondiElimina(vorrei articolare un pensiero più complesso, ma ho il cervello pressochè K.O.)
- L'integrità dell'organismo è un'approssimazione - Austin Burt & Robert Trivers "Geni in Conflitto - La biologia degli elementi genetici egoisti" .
RispondiEliminaDopo averlo letto ho cominciato a fare brutti sogni dove vedevo il mio corpo come il terreno di battaglia dei miei geni...
@WeWee: A cosa serve quindi questa "pseudovittoria"?
RispondiEliminaAnche qui, l'errore è quello di considerare finalistico qualcosa che invece non è. Le cellule non hanno coscienza né di se stesse, né tanto meno dell'organismo che compongono. Quello che fanno lo fanno in risposta ad uno stimolo (esterno o interno che sia), sono programmate per moltiplicarsi a meno che non intervengano segnali che dicono loro "non farlo".
Come dici correttamente, dal nostro punto di vista questo è un male, ma è assolutamente innegabile che per la cellula sia un bene: le cellule HeLa sono cellule di carcinoma della cervice uterina, sono usate per mille motivi diversi in tutti i laboratori del mondo e derivano tutte dal tumore di Henrietta Lacks, donna morta di questo male negli anni 50. Una coltura primaria (estratta direttamente da tessuto vivo) dura poche generazioni, queste vanno avanti da circa 60 anni a moltiplicarsi senza sosta! Per questo sposo la teoria di Dawkins del gene egoista e non quella del mio prof, per il quale l'unità evolutiva è l'individuo: il tumore fa quel che vuole, indipendentemente dal resto dell'organismo.
@yos (e continuo per WeWee): è un discorso complicato (anche se non complesso). Gli agenti patogeni sono individui separati, per loro è naturale avere una coevoluzione che porta inevitabilmente ad una loro attenuazione (ebola, ad esempio, è un pessimo patogeno, pessimamente adattato all'uomo e per questo è impossibilitato a espandersi più di un tot nella popolazione - le persone muoiono prima di poterlo trasmettere). Un tumore non è un patogeno (può essere sviluppato da essi, questo complica la cosa ma a livello evolutivo non è molto diverso: una volta sviluppato curare l'infezione non cura il tumore), è impossibile che ci sia coevoluzione perché ogni tumore è come fosse una nuova malattia, esattamente come è unica la persona che lo sviluppa. La sola cosa che fa (e la fa bene!) è moltiplicarsi.
@ubik15 - apoptosi: uno dei segnali che manda a morte la cellula è l'accorciarsi del DNA alle estremità. Avviene per una questione fisiologica, una cellula può arrivare al massimo a (mi sembra) 50 divisioni, poi va in apoptosi. I danni di cui parli sono sì una chiave importante per l'apoptosi, ma sono accidentali, nel senso che non è detto avvengano, se si riescono a riparare poi l'apoptosi non parte.
@TUTTI: credo che la lettura de "Il gene egoista" sia consigliabile a chiunque, è un libro favoloso, semplicemente favoloso. Dawkins è il mio prof preferito, il giorno che ascolterò una sua lezione (conferenza, lezione vera e propria sulla zoologia o sull'evoluzione...) sarà un giorno memorabile, per me.
Dopo averlo letto ho cominciato a fare brutti sogni dove vedevo il mio corpo come il terreno di battaglia dei miei geni...
RispondiEliminaMi segno il titolo. E' un po' l'effetto de "il gene egoista"...
A proposito di finalismo, siamo tutti d'accordo sul fato che l'evoluzione non è finalistica. Però è anche vero che sembra che lo sia, per l'effetto millenario dell'evoluzione (eh, sarà che io ho letto molto bene l'Orologiaio cieco). Il tumore è vero che salva le sue cellule, ma frega tutte le altre. Una specie che sviluppi troppi tumori potrebbe avere difficoltà a sopravvivere e soccombere rispetto a concorrenti, e quindi addio intero patrimonio genetico. Non sarebbe un caso isolato, non sono rari aberrazioni evolutive che portano all'estinzione delle specie, anzi è frequentissimo.
RispondiEliminaNon potrebbe esserci una risposta più semplice ? Ovvero che nel mondo privo di antibiotici e di medicina moderna alla fine l'incidenza del tumore sulle morti totali non era così drammatica (ma qui parlo senza dei dati che certamente voi avrete) come oggi per cui non era così grave esserne poco difesi ?
ps: sarà per affinità di studi, ma io sono anche appassionato di Stephen Jay Gould. Ovviamente ritengo che siano entrambi grandissimi autori.
tra i personaggi "famosi", si occupo' di Di Bella Claudio Bisio, che a Maidiregoal faceva una parodia (o una imitazione?) del canuto dottore modenese: un simpatico vecchietto di buon cuore un po' rincoglionito, del tutto fuori dal tempo ("questi modernismi", riferendosi ad oggetti tipo la radio o le lampade elettriche).
RispondiEliminaUna specie che sviluppi troppi tumori potrebbe avere difficoltà a sopravvivere e soccombere rispetto a concorrenti, e quindi addio intero patrimonio genetico.
RispondiEliminaHai assolutamente ragione: una specie che sviluppasse tumori in età precoce nella maggioranza degli individui avrebbe scarse probabilità di sopravvivere e di perpetrare la specie. Ma facciamo due ragionamenti separati.
1) E' in questo modo che agisce la selezione naturale! Se la maggior parte degli individui muore in età precoce per colpa di un tumore, vuol dire che essi non si riprodurranno, se la specie non si estingue ma riesce a sopravvivere sarà per merito degli individui tumore-resistenti, che se svilupperanno la malattia sarà dopo aver messo al mondo la prole ed essere riuscita ad allevarla fino alla loro maturità. A questo punto la prole avrà insita nel DNA la caratteristica di sviluppare tumori ad un'età più avanzata, cosa che favorirà la ripresa della specie.
2) Un tumore è un evento assolutamente raro, quasi impossibile per la sua scarsa probabilità di capitare. Per diventare un tumore maligno, una cellula deve fare una serie di passaggi, una serie di mutazioni genetiche che, tranne nel caso di infezioni, è assolutamente improbabile trovarle tutte insieme. Inoltre spesso le cellule del sistema immunitario riescono ad eliminare le cellule difettose prima che causino problemi. Allora come si spiega la presenza del tumore? Molto semplice: con la legge dei grandi numeri. Nel nostro corpo ci sono miliardi di cellule, forse anche qualche ordine di grandezza in più di così, e basta che una sola di esse muti nel modo giusto per causare la malattia. Inoltre noi stessi siamo miliardi sulla terra, ed ecco che già solo questo fatto farebbe in modo che almeno un buon numero di persone all'anno sviluppi spontaneamente un tumore senza alcun intervento esterno. Infine considera che di interventi esterni ce ne sono eccome (fumo, alimentazione, inquinamento, infezioni...) ed ecco che arriviamo ai tassi attuali di tumori.
PS: l'orologiaio cieco mi manca. Ho letto "il gene egoista", "l'illusione di dio" e "il più grande spettacolo della terra"
Non sarebbe un caso isolato, non sono rari aberrazioni evolutive che portano all'estinzione delle specie, anzi è frequentissimo.
Aberrazioni evolutive è qualcosa che stride parecchio con il senso di evoluzione. Se un individuo non può sopravvivere e riprodursi muore (fisicamente o almeno evolutivamente, non riproducendosi), non trasmette alla prole i suoi geni aberranti. Ogni specie presente in passato sulla terra è esistita quel tanto che basta che noi sappiamo che c'era perché era adattata all'ambiente. Quando vivevano le tigri a sciabola, il clima era tale perché potessero sopravvivere egregiamente con le loro prede, quando le condizioni sono cambiate non sono riuscite ad adattarsi ed ecco che erano geneticamente svantaggiate. Così gli insetti giganti, che sopravvivevano solo per merito della concentrazione di ossigeno molto più alta di oggi, quando le cose son cambiate la loro struttura fisica non gli permetteva di sopravvivere.
Non potrebbe esserci una risposta più semplice ? Ovvero che nel mondo privo di antibiotici e di medicina moderna alla fine l'incidenza del tumore sulle morti totali non era così drammatica (ma qui parlo senza dei dati che certamente voi avrete) come oggi per cui non era così grave esserne poco difesi ?
Può darsi, secoli fa si moriva per altro a 40 anni o anche meno, direi che i tumori tipici della vecchiaia erano rari perché... beh, erano rari i vecchi.
E' una discussione molto interessante questa sui tumori. Mi chiedo ma oggi si muore ancora per vecchiaia? Oppure questo concetto non è mai esistito? Ricordo mio nonno morto all'età di 94 anni quando ero piccolo. Fino ad una certà età, ricordavo questa vicenda anche con un pò di tenerezza con lui che si spegneva nel suo letto lentamente per "vecchiaia" salvo poi comprendere molti anni dopo che il suo corpo era pieno di tante piccole metastati. Insomma a questa idea che oggi si possa morire serenamente di vecchiaia non ci credo più di tanto.
RispondiElimina@ Giuliano
RispondiEliminaGrazie per la correzione, più che ricordi, i miei, erano scavi archeologici! :)
@dani1967
Immagino che vivere fino a 30/40 anni riduca drasticamente la possibilità di sviluppare tumori.
Bisogna comprendere il ruolo delle cause ambientali; magari oggigiorno siamo molto puliti, ed a scarso rischio di infezioni, ma molto più "mutati". Si dovrebbero cercare i valori di incidenza del cancro nelle varie parti del mondo, per cercare una qualche correlazione con l'ambiente.
Inoltre, considerate le cause genetiche, avendo l'uomo influenzato notevolmente la propria selezione naturale, forse adesso è più comune che gli individui geneticamente predisposti al tumore arrivino in età riproduttiva.
Che ne dicono gli esperti (a parte che siamo OT)?
P.S.
Giuliano, con la sua risposta, ha preceduto di poco le mie considerazioni!
@ubik15: dammi del tu :-)
RispondiEliminaMi chiedo ma oggi si muore ancora per vecchiaia?
RispondiEliminaIn realtà non esiste la morte "per vecchiaia". Una causa di morte esiste sempre, solo che se arriva a 20 anni è una brutta malattia, se a 90 "doveva accadere".
Persino le morti per "collasso cardiocircolatorio" di individui molto anziani che si "spengono" lentamente non sono dovuti a "vecchiaia" ma ad una causa ben precisa (infarto, ictus, cachessia, insufficienza d'organo, eccetera).
Nella caoticità dell’oceano cosmico qualche isola antientropica, autorganizzata. Addirittura arcipelaghi in comunicazione autocrina e paracrina. Regole da seguire ed uva passa che mi dà più calorie. Ma di certo è solo il destino verso una temperatura la più uniforme possibile. Intanto, è vita biologica.
RispondiEliminaE ci si domandava perché i viaggiatori dell’oceano planetario diventassero arrabbiati e scorbutici... Finché un fisiologo scopriva empiricamente che bastava succo di limone per renderli contenti del loro collagene. Dio non aveva dato a quei viaggiatori la possibilità di autosintesi della sostanza che evita la scorbuticità. E ne bastava poco poco rispetto a quanta ne sintetizzano le vacche, che appunto non gradiscono il limone. Il limone ci voleva per loro: una sorta di calda coperta di Linus (P.) per le intemperie oceaniche.
E qualche altro fisiologo si domanda se non ce ne voglia di più: heartspring.net/cancer_treatment_vitamin_c.html
La natura li vuole belli vivaci fino a che la neoplasia uterina venga naturalmente asportata? Che possa avere ragione chi sostiene che ce ne vuole di più? www.youtube.com/watch?v=QzITxWyFxYQ
Ps: io non sono alquanto sorpreso di quanto scritto sopra... Si tratta dell’effetto finalistico di concentrazioni ematiche di etanolo su terminazioni gabaergiche.
io non sono alquanto sorpreso di quanto scritto sopra... Si tratta dell’effetto finalistico di concentrazioni ematiche di etanolo su terminazioni gabaergiche.
RispondiEliminaCioè sei ubriaco?
Salve, in primis vorrei fare i miei complimenti per l'impegno e la dedizione che dimostra di avere nell'approfondire e studiare meticolosamente argomenti che molte volte possono risultare ambigui e fuorvianti per la pubblica coscienza.
RispondiEliminaPoi vorrei chiederle se l'approccio terapeutico privo di fondamento in relazione alla cura di neoplasia, non possa essere di supporto nelle terapie chemioterapiche non con la finalità di aumentare la sopravvivenza media dei pazienti ma nell'aumentare la compliance a tali terapie dei pazienti in qualità di riduzione di effetti collaterlali tipici di tali terapie.
Io sono d'accordo con lei su tutta la linea ma mi chiedo se i pazienti sottoposti a tale terapia ne trovassero giovamento anche solo in modo psicologico e ciò si ripercuotesse sulla loro qualità di vita nonostante la mancata suscettibilità della prognosi, varrebbe la pena usarla in modo palliativo?
Secondo lei un uso palliativo sarebbe utile o per lo meno non dannoso?
la ringrazio e spero mi dia una sua opinione.
l'approccio terapeutico privo di fondamento in relazione alla cura di neoplasia, non possa essere di supporto nelle terapie chemioterapiche [...] in qualità di riduzione di effetti collaterlali tipici di tali terapie.
RispondiEliminaNon mi sembra di aver trovato nessun elemento che possa farmi pensare ad un'azione "sinergica" tra Mdb e terapie standard, neppure riguardo una riduzione di effetti collaterali (ho anzi l'impressione che questi effetti possano essere potenziati), anche riflettendoci non vedo alcuna ragione per cui questo debba avvenire.
varrebbe la pena usarla in modo palliativo?
La prof.ssa Buiatti (colei che analizzò l'archvio di Di Bella) ebbe lo stesso dubbio ma fu lo stesso prof. a smentirla affermando che il suo metodo non aveva pretese palliative ma curative.
Se guardo ai casi che ho studiato e ricevuto posso dire che il "miglioramento" della qualità di vita in molti casi era dovuto alla sospensione delle cure standard (che hanno diversi effetti collaterali) e quindi probabilmente il MDB non ha avuto alcun ruolo ma...
mi chiedo se i pazienti sottoposti a tale terapia ne trovassero giovamento anche solo in modo psicologico
A questo posso rispondere di sì con sufficiente sicurezza. In generale sentirsi curati, seguiti è confortante, se poi vai dal "famoso professore che cura i tumori con un nuovo metodo" probabilmente si accende una luce in fondo al tunnel e questo non è da sottovalutare. Ne ho avuto prova in un paio di casi ricevuti nei quali i pazienti si dicevano soddisfatti ed in miglioramento quando al contrario i referti parlavano di peggioramento evidente e costante.
Esistono due linee di pensiero tra i medici che affrontano malati gravi, quelli che affermano che essere chiari e sinceri, anche a costo di apparire freddi, spietati e rudi, sia onesto, giusto e deontologicamente corretto, chi invece sostiene che la "pietà", lo sforzo di addolcire le parole e la "minimizzazione" della realtà siano un modo valido di dare speranza al paziente e quindi sostenerlo, aiutarlo ed accompagnarlo in un viaggio così duro.
Io appartengo al secondo gruppo.
Credo che molte medicine alternative abbiano questa pretesa: far sperare (e illudere, se vogliamo) chi altrimenti sarebbe disperato.
Secondo lei un uso palliativo sarebbe utile o per lo meno non dannoso?
Per quanto riguarda la tossicità del MDB non posso sostenere si tratti di un metodo particolarmente tossico o pericoloso (considerando però che spesso si somministra in individui particolarmente "fragili"). Nei casi che ho studiato non ho mai trovato segni di tossicità importante o effetti collaterali gravi, quelli notati si limitano a nausea, vomito, malessere, astenia ed un occhio di riguardo lo riserverei alla glicemia che può subire variazioni anche importanti (e pericolose).
In linea di massima non posso sostenere che il MDB sia "pericoloso" (come lo sono altre cure alternative), lo diventa nel momento in cui si abbandonano cure provate credendolo efficace.
Da aggiungere anche il suo costo molto elevato.
Sta quindi al buon senso di ognuno ritenerlo un modo di "curare" psicologicamente il paziente.
Io non lo farei perchè non mi piacerebbe prendere in giro una persona cara. Ritengo molto più importante riorganizzare la terapia del dolore, che in Italia è a livelli artigianali e ridicoli.
Ciao MedBunker!
RispondiEliminaTi seguo spesso.
Ti scrivo per ringraziarti dell'ottimo articolo che hai pubblicato! Anch'io sono uno di quelli che era rimasto col "dubbio" sebbene non abbia mai pensato a complotti stravaganti.
Hai chiarito molti punti e portato molti dati e fonti a sostegno dell'inefficacia della "cura".
Grazie ancora! Buona giornata!
Grazie per la risposta molto chiara ed esauriente.
RispondiEliminaGrazie ancora!
RispondiEliminaGrazie a te.
:)
Salve - incapace di ritrovare la parte terza sul MDB sicuramente per mia incompetanza , posto qui tra gli ultimi commenti più leggeri , tra un Luttazzi e la considerazione che "il cancro è una malattia degenerativa" .
RispondiEliminaChe il cancro oggi sia ritenuto una malattia degenerativa mi fa un piacere immenso, dato che quando nel 98 il Professor Di Bella lo predicava suscitò l'ilarità generale ! Siete forse troppo giovani per averne memoria !
Non capisco però come si possa avere assimilato la "visione" cancro=malattia degenerativa e poi continuare ancora sostenere la leggenda della "singola cellula" che sfuggita (a chi o a che cosa?) genera una recidiva (o una metastasi?): è matematicamente impossibile distruggere tutte le cellule neoplastiche sia da parte del chirurgo che "non le può vedere" mentre opera sia da parte del radio-chemio che non hanno la facoltà di intercettarle tutte.
Congedandomi Vi segnalo un blog in cui almeno un paio di voci danno una valutazione che considero assai oggettiva del lavoro svolto dal Medbunker sull' MDB.
http://blog.ilgiornale.it/locati/2011/06/03/una-speranza-contro-il-cancro-piu-maligno/#comment-565
http://blog.ilgiornale.it/locati/2011/06/03/una-speranza-contro-il-cancro-piu-maligno/#comment-568
@ragudicarne: incapace di ritrovare la parte terza sul MDB sicuramente per mia incompetanza
RispondiEliminaIl link alla terza parte, ed anche alle altre due, è nella prima riga di questo articolo. Inoltre, nella sezione "Link veloci" della colonna a destra trovi un link al "Dossier Di Bella".
@ragudicarne: leggenda della "singola cellula"
Dai tempi degli studi sul polimorfismo di G6PD, ci sono state numerose evidenze a sostegno dell'origine monoclonale dei tumori. Che prove hai a sostegno dell'origine policlonale?
@ragudicarne: genera una recidiva (o una metastasi?)
Non confondiamo le cose. Per recidiva si intende la ricomparsa del tumore nella stessa sede. In questo caso, l'intervento non è riuscito a rimuovere tutte le cellule tumorali.
Per metastasi si intende la comparsa di tumori secondari in sedi diverse da quelle del tumore che le ha originate. I tumori disseminano continuamente moltissime metastasi (anche migliaia al giorno). Non tutte sono adatte a svilupparsi mentre altre possono rimanere latenti per periodi più o meno lunghi.
@ragudicarne: è matematicamente impossibile distruggere tutte le cellule neoplastiche
Più che di matematica parlerei di biologia.
Ringrazio Verduz per la mappa del sito. Mia madre ebbe un secondarismo (metastasi – ripetizione a distanza) a vent’anni di distanza dall’intervento. Sono assolutamente indisponibile a credere che una cellula sopravvissuta all’intervento abbia impiegato tanto tempo prima di trovarsi un nuovo domicilio.
RispondiEliminaNon capisco parimenti come blasonati oncologi possano dar credito a una simile favola: ma non è più semplice “pensare” che un organismo che è stato capace di generare un primo tumore è anche capace di generarne un secondo o un terzo senza tirare in ballo le “cellule sfuggite” ? Affranchiamoci per davvero da ogni sindrome da complottismo: la cellula sfuggita che passa anni di carboneria nascosta sino a giungere al giorno in cui manifestarsi liberamente !!
Facciamo un passo avanti tutti insieme e abbracciamo la realtà dell' esistenza di un “terreno oncologico” e di anche molti altri terreni. Con l'accettazione della predisposizione individuale alle malattie trovano elegante spiegazione gli alcolizzati che non degenerano in cirrosi o in cancro del fegato, gli smodati fumatori che non si ammalano di cancro al polmone (mio bisnonno 99enne che muore col toscano tra le labbra), gli indefessi consumatori di dolci che sfuggono al diabete, etc…etc…
@ragudicarne: hai fatto un bel papocchio. Un tumore che nasce dopo 20 dal primo di certo non lo chiamo "recidiva" (wewee correggimi se sbaglio), ma da qui a parlare di "terreno oncologico"... I tumori possono essere causati da talmente tante cose che ti stupiresti di scoprire quanti cancerogeni ci sono nei prodotti di bellezza, nei cibi, nell'aria che si respira... Purtroppo esiste la possibilità di sviluppare tumore più di una volta a causa di queste condizioni esterne e di condizioni interne (immunologiche, genetiche, infezioni latenti...). La cellula sfuggita fa ricrescere il tumore, perché non dovrebbe? Allo stesso modo una persona potrebbe prendere un tumore diverso, un tumore allo stesso organo ma di tipo diverso o lo stesso tumore dato da cause diverse.
RispondiEliminama non è più semplice “pensare” che un organismo che è stato capace di generare un primo tumore è anche capace di generarne un secondo o un terzo senza tirare in ballo le “cellule sfuggite” ?
A volte è così (predisposizioni genetiche, immunologiche, ambiente malsano, alimentazione...), altre volte è una recidiva, ovvero lo stesso tumore che torna da una singola cellula. Perché ti è tanto difficile accettare questa cosa?
@ragudicarne: Sono assolutamente indisponibile a credere che una cellula sopravvissuta all’intervento abbia impiegato tanto tempo prima di trovarsi un nuovo domicilio.
RispondiEliminaLe metastasi possono rimanere latenti per periodi molto lunghi. Le analisi genetiche (e l'espressione di alcune proteine) permettono di distinguere tra metastasi e nuovi tumori.
@ragudicarne: a non è più semplice “pensare” che un organismo che è stato capace di generare un primo tumore è anche capace di generarne un secondo o un terzo senza tirare in ballo le “cellule sfuggite” ?
Come ti ha risposto il Dr. Giuliano Parpaglioni, non è impossibile che ciò accada. Tuttavia lo sviluppo di un tumore è un evento "raro" (considerando il numero di cellule che compongono l'organismo) e lo sviluppo di due tumori diversi lo è ancora di più.
Lo sviluppo di tumori distinti è frequente in alcune patologie genetiche (Li-Fraumeni, retinoblastoma, poliposi adenomatosa familiare del colon, per citare le più note). In questi casi tutte le cellule dell'organismo hanno perso una copia di geni che servono ad impedire l'insorgenza dei tumori (sto semplificando, forse troppo) ed è quindi più probabile che la funzione di questo gene venga inibita da una mutazione (nei pazienti sani, la mutazione inattivante deve avvenire su entrambi i geni di una stessa cellula, nel caso delle malattie genetiche basta solo la mutazione di quello funzionante, in una cellula qualsiasi dell'organismo).
@ragudicarne: abbracciamo la realtà dell' esistenza di un “terreno oncologico” e di anche molti altri terreni
Cosa intendi per "terreno"?
@ragudicarne: Con l'accettazione della predisposizione individuale alle malattie trovano elegante spiegazione [...]
Sono esempi di rischio aumentato. Non tutti i fumatori si ammaleranno di cancro ma l'epidemiologia conferma che la porzione attribuibile del fumo di sigaretta non è trascurabile.
A questo si aggiunge il fatto che l'intervento di fattori individuali che aumentano o diminuiscono il rischio in seguito ad una determinata esposizione non è certo un mistero ed è riconosciuto dalla comunità scientifica.
Caro Giuliano, infaticabile moderatore del Molecularlab con cui ho raramente condiviso la logica di base dei ragionamenti: tutti entriamo quotidianamente in contatto con cancerogeni .. ma non tutti ci ammaliamo di cancro! ribadisco: cosa c'è di così sconvolgente nell'accettare che esistano predisposizioni alle più comuni malattie (cancro compreso) ? oltretutto tenendo in considerazione il fatto che esistono anche medici in grado di rilevare e censire questi "terreni" !
RispondiEliminaps: conosco il significato semantico di secondarismo, metastasi e recidiva ! perchè insistete nel descrivermi significati che conosco? non risultano confusi nel mio scritto! ho messo tra parantesi "metastasi" perchè sia che si parli comunemente di recidiva sia che si parli di metastasi a distanza l'oncologia ha l'abitudine di descrivere entrambi i fenomeni mediante l'aneddoto della "cellula sfuggita" e Verduz dichiara che "... altre possono rimanere latenti per periodi più o meno lunghi." - ripeto: rifiuto di credere che il secondarismo di mia madre verificatosi a distanza di vent'anni dall'intervento chirurgico possa essere riconducibile ad una cellula sfuggita al chirurgo. L'oncologia deve uscire dalle "false credenze" e cominciare a prendere in considerazione le evidenze cliniche e su queste cercare spiegazioni e non già cercare di adattare indimostrate teorie a fatti che le smentiscono
cosa c'è di così sconvolgente nell'accettare che esistano predisposizioni alle più comuni malattie (cancro compreso) ?
RispondiEliminaNulla. Infatti non capisco cosa vuoi sostenere. La predisposizione genetica ad un tumore non è certo scoperta di ieri, la familiarità che rispecchia questa origine nemmeno.
oltretutto tenendo in considerazione il fatto che esistono anche medici in grado di rilevare e censire questi "terreni" !
Mah, il termine "terreno" è antiquato, una modificazione genetica (vedi BRCA ad esempio) non è un terreno, è una vera e propria alterazione della fisiologia, in certi casi rilevabile (vedi sempre l'esempio del BRCA).
"Terreno oncologico" non è un termine medico è utilizzato a sproposito, è un "must" di molti ciarlatani.
La predisposizione ad una malattia (cancro compreso) è esclusivamente di tipo genetico, il suo insorgere può non esserlo.
Se sei predisposto geneticamente al cancro polmonare puoi vivere in montagna senza mai aver fumato ed ammalarti, se non sei predisposto potresti pure avere la fortuna (tanta) di fumare come un turco e non ammalarti (ma magari morire di infarto, certo).
perchè insistete nel descrivermi significati che conosco?
Perchè da quello che scrivi sembri non conoscerli e divaghi.
l'oncologia ha l'abitudine di descrivere entrambi i fenomeni mediante l'aneddoto della "cellula sfuggita"
Anche. Ma non solo. Ma continuo a non capire: stai negando l'esistenza delle metastasi?
L'oncologia deve uscire dalle "false credenze" e cominciare a prendere in considerazione le evidenze cliniche
Abbiamo impiegato un secolo per capire che ciò che siamo è scritto nei geni, dal colore degli occhi al tumore. Se qualcuno avesse altre ipotesi dovrebbe dimostrarlo, semplice.
anche io, sinceramente, non ho capito quale sia il punto. Non esistono le metastasi? Non esistono le recidive?
RispondiEliminasia che si parli comunemente di recidiva sia che si parli di metastasi a distanza l'oncologia ha l'abitudine di descrivere entrambi i fenomeni mediante l'aneddoto della "cellula sfuggita"
Recidiva: dopo qualche tempo si ripresenta lo stesso tumore nella stessa sede, quindi è molto probabile che qualche cellula sia sopravvissuta
Metastasi: dal tumore primario son partite delle metastasi che non crescevano con la presenza del primario (meccanismo abbastanza noto), rimosso quello, quelle hanno cominciato a svilupparsi. Non c'è cellula sopravvissuta ma metastasi non rimosse (vuoi considerarle cellule sopravvissute? Per estensione si può dire, ma è tecnicamente scorretto, a livello cellulare - molecolare - le metastasi dono diverse dal tumore primario).
Dov'è il problema?
@ragudicarne: cosa c'è di così sconvolgente nell'accettare che esistano predisposizioni alle più comuni malattie (cancro compreso) ?
RispondiEliminaNulla. Fattori che influenzano la predisposizione alle malattie sono noti da tempo. Aneddoto curioso (vado a memoria): tempo fa una molecola in sperimentazione si era dimostrata cancerogena solo per i topi femmina. Castrando i topi maschi e somministrando ormoni femminili, anche questi si ammalavano di tumore. Castrando i topi femmina e somministrando ormoni maschili queste non si ammalavano di tumore.
Ribadisco, cose note da tempo.
@ragudicarne: esistono anche medici in grado di rilevare e censire questi "terreni"
Te lo chiedo per la seconda volta. Cosa intendi per "terreno"?
@ragudicarne: perchè insistete nel descrivermi significati che conosco?
Forse perché continui considerare le metastasi (non individuabili clinicamente al momento dell'intervento) cellule sfuggite al chirurgo dimostrando o di non conoscere le definizioni o di voler tentare un giochetto retorico fallace e facilmente individuabile.
@ragudicarne: rifiuto di credere che il secondarismo di mia madre verificatosi a distanza di vent'anni dall'intervento chirurgico possa essere riconducibile ad una cellula sfuggita al chirurgo.
Ovviamente disponi di un analisi genetica dei due tumori, che presenta alterazioni completamente diverse e non compatibili con la disseminazione metastatica.
Che non si tratti di una cellula sfuggita al chirurgo è palese (al massimo si può parlare di cellula che ha resistito ai trattamenti successivi all'asportazione del tumore). Se avessi un tumore al colon, il chirurgo lo cercherebbe li, non nei polmoni. Che poi il tumore abbia disseminato migliaia di metastasi, alcune siano finite nei polmoni ed una abbia dato una metastasi polmonare è tutt'altra cosa. Ma non posso certo incolpare in chirurgo per non aver fatto a pezzi dei polmoni sani alla ricerca di metastasi non ancora visibili clinicamente (lasciandosi così "sfuggire" la cellula finita nei polmoni).
Comunque si può essere così sfortunati da sviluppare due tumori indipendenti l'uno dall'altro. Se, dopo essere sopravvissuto al tumore al colon iniziassi la carriera di spazzacamino dalle pessime abitudini igieniche (mi piace la sensazione della fuliggine sulla pelle)...
@ragudicarne: L'oncologia deve uscire dalle "false credenze"
Stai negando l'esistenza delle metastasi? Se si, sulla base di quali evidenze?.
Già che siamo in tema, cosa ne pensi dell'origine monoclonale dei tumori?
Parafrasando una celebre canzone di Bennato in cui satireggiava sui Dotti - Medici e Sapienti: siete veramente al limite della faziosità più bieca, impastoiati di certezze che vi impediscono persino di ASCOLTARE : mia madre fu operata nel 1988(operata e BASTA! mastectomia TOTALE! svuotamento cavo ascellare! non si andava per il sottile in quegli anni.) Vent'anni dopo ad un follow up il medico referta: Secondarismi ossei (teca cranica, emicostato, rachide in toto ed in particolare L5) ed epatici in esiti di mastectomia sx per CDI pT1c N0 M0 ER debolmente positivo non seguita da alcuna terapia medica successiva (è chiaro cosa non ha fatto mi amadre campando 20 anni? non ha fatto chemio, non ha fatto radio, non ha fatto tamoxifene .... non ha fatto niente altro che l'intervento chirurgico)
RispondiEliminaDitemi ora secondo il
Vostro sapere come ha fatto a sviluppare una metastasi dopo vent'anni: cellula sfuggita ... a che? itinerante viva, immortale ... per anni venti?
Per chi avesse voglia di fare facile spirito con me in quanto mi presento come dibelliano dichiarato e convinto PER QUEL CHE OSSERVO SU PAZIENTI IN CURA anticipo che mia madre è morta ad un anno dalla diagnosi avendo ricevuto il "meglio" dei trattamenti oncologici convenzionali strutturati nei protocolli internazionali.
@ragudicarne:siete veramente al limite della faziosità più bieca, impastoiati di certezze che vi impediscono persino di ASCOLTARE
RispondiEliminaScusa ma rimando al mittente. Ti ho fatto delle domande chiare e vorrei una risposta chiara, se vuoi ripropongo:
"anche io, sinceramente, non ho capito quale sia il punto. Non esistono le metastasi? Non esistono le recidive?"
siete veramente al limite della faziosità più bieca
RispondiEliminaMah, se non lo avessi capito in questo blog si spiegano le medicine alternative e le pseudoscienze, io nei loro confronti sono molto fazioso, sono un medico e curo con la medicina, non con pratiche non riconosciute, faziosissimo quindi.
:)
Ditemi ora secondo il Vostro sapere
Dispiaciuto per tua madre ma continuo a non capire cosa sostieni e cosa vuoi sapere.
Che ciò che siamo è scritto nei geni dal colore degli occhi al tumore ' come è da intendersi? che il tumore ha origine genetica ereditaria? wewe sta dicendo che il "terreno oncologico" (inteso come predisposizione individuale alla malattia neoplastica) esiste ? Vorrei capire se considerate la genetica una scienza esatta e completamente sviscerata o se al contrario avete sentore del fatto che l'epigenetica (e la proteomica) destituiranno la genetica dell'enfasi erroneamente attribuitale.
RispondiEliminaChe ciò che siamo è scritto nei geni dal colore degli occhi al tumore ' come è da intendersi? che il tumore ha origine genetica ereditaria?
RispondiEliminaMa su questo io sono perfettamente d'accordo! Nessuno nega che qualcuno è più predisposto a certi tumori di altri, è impossibile dire una cosa del genere! Ma non hai risposto alla domanda che ti ho fatto:
"anche io, sinceramente, non ho capito quale sia il punto. Non esistono le metastasi? Non esistono le recidive?"
Inoltre l'origine genetica ed ereditaria dei tumori non è la sola origine dei tumori, come dicevo sopra ci sono mille sostanze d'uso comune cancerogene.
Vorrei capire se considerate la genetica una scienza esatta e completamente sviscerata o se al contrario avete sentore del fatto che l'epigenetica (e la proteomica) destituiranno la genetica dell'enfasi erroneamente attribuitale.
Questa cosa non ha senso. La biologia in generale non è una scienza esatta, la genetica in particolare ha le sue regole che valgono e varranno sempre, il fatto che ora si capisca che non ci sono solo queste regole non vuol dire che le regole della genetica ora sono considerate sbagliate. Il gene per i piselli verdi di Mendel lavora sempre allo stesso modo: sta sul DNA, viene trascritto in RNA e quello viene tradotto in proteina che rende verde il pisello, l'epigenetica e la proteomica non cambiano questo dato di fatto. Che cibi, farmaci e sostanze chimiche in genere possano modificare l'espressione genica (epigenetica) è ormai assodato, e che questo in linea di massima possa anche portare a malattie è pacifico; che le interazioni tra proteine e di queste proteine con le altre molecole della cellula (proteomica) possano essere importanti fattori di regolazione e che possano anche causare malattia, se mal regolati, anche questo è pacifico. Ma la genetica non è superata, come non è superata la chimica organica perché c'è la biochimica o non sono superate la zoologia e la botanica perché c'è l'ecologia, sono aspetti diversi della realtà che vanno considerati per avere un quadro generale ma possono essere studiati separatamente.
ah, per favore, prima di rispondere sull'epigenetica rispondi alla domanda che ti ho fatto, sennò davvero non capisco quel che dici
RispondiElimina@ Boh, certe volte faccio molta fatica a capire certi ragionamenti. Che cosa c'entrano i discorsi di genetica, del fatto che le persone (ahinoi, la vita è così, non possiamo farci niente, TUTTI, non solo tu, ragudicarne, abbiamo avuto un familiare morto per un cancro o un tumore, per piacere, quindi, non pensare che le persone siano insensibili a certi argomenti, perché si tratta di discorsi assolutamente fuori contesto) muoiono per malattia con il discorso del metodo Di Bella? Ragudicarne, prima di lanciarti in improbabili spiegazioni di genetica e oncologia (improbabili perché mi pare non sia assolutamente il tuo campo) spiegaci che cosa c'entra tutto questo con il fatto che il MDB non cura nulla.
RispondiElimina@ragudicarne: Parafrasando una celebre canzone di Bennato
RispondiEliminaPiù che parafrasando, direi che tu stia usando quella canzone come scudo per insultare.
@ragudicarne: Che ciò che siamo è scritto nei geni dal colore degli occhi al tumore ' come è da intendersi? che il tumore ha origine genetica ereditaria?
Il fatto che ci siano predisposizioni allo sviluppo di tumori non implica che qualsiasi teoria che fa riferimento a questi concetti sia vera. Ancora una volta si tratta di un giochetto retorico facilmente individuabile e fallace.
@ragudicarne:
RispondiEliminaDitemi ora secondo il Vostro sapere come ha fatto a sviluppare una metastasi dopo vent'anni: cellula sfuggita ... a che? itinerante viva, immortale ... per anni venti?
WeWee potra’ sicuramente spiegarti meglio, ma l’esistenza di secondarismi in assenza del tumore primario e’ cosa nota, benche' non frequente, e una delle spiegazioni e’ che il primario sia regredito lasciando le metastasi (ripeto, mi corregga WeWee se ho detto inesattezze).
Sarei invece curioso di sapere da te come te la spieghi la presenza, magari dopo vent’anni, di una cellula di mammella frammista a quelle ad es. del tessuto osseo.
Per chi avesse voglia di fare facile spirito con me in quanto mi presento come dibelliano dichiarato e convinto PER QUEL CHE OSSERVO SU PAZIENTI IN CURA
Pazienti in cura ? Quali pazienti ? Tuoi pazienti ?
anticipo che mia madre è morta ad un anno dalla diagnosi avendo ricevuto il "meglio" dei trattamenti oncologici convenzionali strutturati nei protocolli internazionali
Scusa ma con tutto il rispetto, da quello che hai scritto non mi pare proprio che tu possa dire che tua madre e’ morta ad un anno dalla diagnosi se dall’intervento chirurgico ai secondarismi sono passati vent’anni.
una delle spiegazioni e’ che il primario sia regredito lasciando le metastasi
RispondiEliminaSì, è una delle ipotesi. Capita di diagnosticare tumori dello stesso istotipo con le stesse caratteristiche dopo decenni che quello originario regredì ed è anche un reperto di autopsie. Sembra possa dipendere anche dal sistema immunitario che riesce a mantenere "silente" una cellula tumorale per molto tempo ed ancora, sembra che il fenomeno sia più tipico nelle persone anziane.
@WeWee:
RispondiEliminaSembra possa dipendere anche dal sistema immunitario che riesce a mantenere "silente" una cellula tumorale per molto tempo
...mi hai accesso un neurone silente...quello che mi ha ricordato come il Treponema p. riesca a sfuggire o nascondersi al sistema immunitario anche per 20 o 30 anni, periodo in cui l'individuo affetto e' asintomatico e gode di ottima salute.
Parafrasando ragudicarne potrei dire:
Ditemi ora secondo il Vostro sapere come puo' il microorganismo alieno manifestarsi dopo vent'anni: cellula sfuggita...a che? itinerante viva, immortale ... per anni venti?
il tumore ha origine genetica ereditaria? wewe sta dicendo che il "terreno oncologico" (inteso come predisposizione individuale alla malattia neoplastica) esiste ?
RispondiEliminaNon lo dice WeWee, è così.
Poi puoi chiamarlo "terreno oncologico" per darti un'aria filosofica, ma non stai parlando in termini scientifici. L'origine genetica dei tumori e la predisposizione non sono stati scoperti ieri.
Prendo spunto da un recente "case report" del NEJM come esempio evidente della dipendenza genetica dei tumori.
Il tumore polmonare positivo per mutazione del recettore EGFR (recettore del fattore di crescita dell'epidermide) è tipico dei non fumatori. Questo vuol dire che un non fumatore (quindi a basso rischio di sviluppare tumore polmonare in assenza di altri fattori) ha un fattore di rischio importante: se portatore della mutazione per l'EGFR corre il rischio di sviluppare un tumore polmonare.
E' quello che ho scritto prima, chi fuma tanto ed è predisposto geneticamente molto probabilmente sarà colpito da tumore, chi non fuma ma è predisposto geneticamente ha quasi la stessa possibilità di avere la malattia.
Lo stesso accade per la mutazione del gene ALK che quando esiste è responsabile del 5% circa di tumori polmonari (non a piccole cellule) e tipicamente nei non fumatori. La stessa mutazione è responsabile del 60% dei linfomi a grandi cellule. E si potrebbero fare tanti altri esempi.
Queste sono nozioni abbastanza recenti ma ormai assodate.
Queste sono nozioni abbastanza recenti ma ormai assodate.
RispondiEliminaLa possibilità di screening genetici per valutare la predisposizione verso i tumori è una realtà oppure per problemi vari non lo sarà mai?
La possibilità di screening genetici per valutare la predisposizione verso i tumori è una realtà oppure per problemi vari non lo sarà mai?
RispondiEliminaRealtà, a volte routinaria, come per lo screening per le mutazioni per i geni BRCA 1 e 2.
L'ostacolo sono i costi, le indagini genetiche non sono certo un esame delle urine.
Quote MAX(L) Scusa ma con tutto il rispetto, da quello che hai scritto non mi pare proprio che tu possa dire che tua madre e’ morta ad un anno dalla diagnosi se dall’intervento chirurgico ai secondarismi sono passati vent’anni.
RispondiEliminaTi rispondo alla Verduz: Ancora una volta si tratta di un giochetto retorico facilmente individuabile e fallace .
Ripeto per chi voglia intendere astenendosi dai giochi di prestigio: mia madre muore ad un anno dalla diagnosi di secondarismi.
Questo fatto a casa mia può significare solo tre cose precise:
A) che si può sopravvivere al cancro al seno col solo intervento chirurgico per anni 20 (no trattamenti farmacologici a precedere o a seguire l'intervento)
B) che da che si diagnostica una metastasi le terapie convenzionali del cancro contrariamente alla percezione comune possono incidere assai poco significativamente sulla progressione tumorale (o accelerarla a seconda dei punti di vista)
C) che se invece l'ipotesi è che sono secondarismi di un altro tipo di tumore primario che poi è regredito (come mi pare di capire da qualche suggerimento) allora l'oncologo che referta "Secondarismi ossei (teca cranica, emicostato, rachide in toto ed in particolare L5) ed epatici in esiti di mastectomia sx per CDI pT1c N0 M0 ER debolmente positivo non seguita da alcuna terapia medica successiva" ha scritto un falso perchè non sono secondarismi del tumore di vent'anni prima, ma sono secondarismi di un cancro primario "sparito" (interessante e mai chiarito e approfondito fenomeno di quale medicina endogena sia capace di questi miracoli!)
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RispondiEliminaquote Epsilon La possibilità di screening genetici per valutare la predisposizione verso i tumori è una realtà oppure per problemi vari non lo sarà mai?
RispondiEliminacerto che è una realtà, una realtà che sta spingendo donne americane predisposte geneticamente al cancro al seno a mastectomizzarsi entrambi i seni a "scopo preventivo": siamo alla follia.
Vi segnalo pertanto una metodica clinica che lo accerta in modo ambulatoriale
RispondiEliminaHo cancellato il tuo ultimo intervento, non puoi segnalare nè linkare "metodiche cliniche" non scientifiche soprattutto in un ambito così delicato come l'oncologia.
Riporto il tuo intervento eliminando la parte che va contro le regole del blog:
=================
ragudicarne ha scritto:
Tutto qui!! questo mi premeva sottoporre: in periodi in cui la chemio adiuvante era ancora da concepire si potevano ottenere questo tipo di risultati terapeutico col solo intervento chirurgico. Oggi TUTTE le donne sono sottoposte a diverso trattamento e NON è CERTO che ciò sia meglio del passato.
L'altro punto che mi preme è di avere trovato convergenza sul fatto che il "terreno oncologico" inteso come predisposizione genetica esiste (al di là dei neologismi opinabili).
PS: non ho mai scritto che la genetica sia carta straccia ho scritto che altre discipline pressochè inesplorate la influenzano e la ALTERANO in modo significativo.
============
Ti informo che non è vero che "tutte le donne sono sottoposte a diverso trattamento", sono molti i casi di tumore mammario che dopo l'intervento chirurgico non sono sottoposti a chemioterapia o addirittura a terapia medica. In parte questo è dovuto alle scoperte del prof. Veronesi.
@ragudicarne:
RispondiEliminaTi rispondo alla Verduz: Ancora una volta si tratta di un giochetto retorico facilmente individuabile e fallace
Mi dispiace doverlo sottolineare, ma i giochetti retorici facilmente individuabili sono quelli in cui uno prima scrive in modo generico e (involontariamente ?) impreciso “mia madre muore ad un anno dalla diagnosi” e quando glielo si fa notare corregge il tiro in “mia madre muore ad un anno dalla diagnosi di secondarismi”.
che si può sopravvivere al cancro al seno col solo intervento chirurgico per anni 20 (no trattamenti farmacologici a precedere o a seguire l'intervento)
Mi pare la scoperta dell’acqua calda di uno che non ha mai guardato le statistiche.
che se invece l'ipotesi è che sono secondarismi di un altro tipo di tumore primario che poi è regredito (come mi pare di capire da qualche suggerimento) allora l'oncologo che referta "Secondarismi ossei (...) ed epatici in esiti di mastectomia sx per CDI pT1c N0 M0 ER debolmente positivo non seguita da alcuna terapia medica successiva" ha scritto un falso perchè non sono secondarismi del tumore di vent'anni prima, ma sono secondarismi di un cancro primario "sparito" (interessante e mai chiarito e approfondito fenomeno di quale medicina endogena sia capace di questi miracoli!)
Onestamente non capisco se sei alla ricerca di un’ipotesi o se piu’ banalmente sei un’amante della polemica fine a se stessa. Bah…
Propendo per l’ipotesi della polemica: cosa c’e’ che non puo’ essere nell’ipotesi di una regressione di un secondo tumore primario proprio non riesco a capirlo e lo stesso non fosse quello cosa renderebbe impossibile la sopravvivenza di una linea cellulare che sfugge al sistema immunitario, come succede per un organismo alieno come il Treponema pallidum, altrettanto non riesco a capirlo. Certo se uno per sostenere le sue idee e convizioni sui reali meccanismi biologici misconosciuti a piu' si esprime a battute come “una cellula sfuggita per 20 anni... a che ? Ma dai…”.
L'altro punto che mi preme è di avere trovato convergenza sul fatto che il "terreno oncologico" inteso come predisposizione genetica esiste (al di là dei neologismi opinabili).
Vi segnalo pertanto una metodica clinica che lo accerta in modo ambulatoriale con l'uso del solo fonendoscopio e della percussione auscultata.
Guarda, se scrivi di aver trovato convergenza sul “terreno oncologico” inteso come predisposizione geneti a e poi aggiungi che l’uso del fonendoscopio e della percussione auscultata peremettono di inviduare la predisposzione genetica..eh ragazzo mio, allora sei proprio senza speranza.
non ho mai scritto che la genetica sia carta straccia ho scritto che altre discipline pressochè inesplorate la influenzano e la ALTERANO in modo significativo.
Bella l’insalata di parole !
Sì, bello, interessante, ma...
RispondiElimina"anche io, sinceramente, non ho capito quale sia il punto. Non esistono le metastasi? Non esistono le recidive?"
Sì, bello, interessante, ma...
RispondiElimina"anche io, sinceramente, non ho capito quale sia il punto. Non esistono le metastasi? Non esistono le recidive?"
Boh, io ancora invece non ho capito che cosa c'entrano i discorsi (errati, percezione sballata da una non adeguata conoscenza dell'argomento, ovvero ignoranza) con l'assunto iniziale, ovvero che secondo lui il MDB funziona. Ma continua a evadere nel merito, mah.
Partirei "dall'MDB non cura nulla" giusto per uscire un attimo dall'off topic: persone in cura MDB "esposte" su forum "lungimirante" di terapia convenzionale
RispondiEliminahttp://www.piccolipassi.info/viewtopic.php?p=147771#p147771
http://www.piccolipassi.info/viewtopic.php?p=147778&sid=359d28139f83389b9f2c1dd2c564c549#p147778
Riguardo agli ultimi post debbo notare una volta di più gli esempi di equità, equidistanza e rigore scientifico del Medbunker che emergono in tutto il loro splendore nelle "attenzioni" dedicate all'omeopatia dove si va a scandagliare eccome dentro ai trial, contestandone la bontà di ingegnerizzazione ed esecuzione!
Con l'MDB ci si trincera dietro a "è Di Bella ad avere accettato il trial, prenditela con lui" oppure si invocano "le deviazioni dal protocollo" e si citano dotti "Intention To Treat e Per-Protocol Analysis".
Dunque si è censurata una metodica diagnostica che NON CURA il cancro me che per l'appunto ne diagnostica la conditio – sine – qua - non dell'eventuale insorgenza!
E' incredibile!
Chiunque nel Medbunker può leggere in chiaro i nomi dei così detti ciarlatani Simoncini , Hamer etc ... etc... digitarli in google e recuperare informazioni ... ma la Semeiotica-Biofisica del dott. Sergio Stagnaro ( Who’s Who in America dal 1996 al 2009!) è CENSURATA !!
Alla faccia della onesta professione medica esercitata sino all'età della pensione e delle pubblicazioni di un vostro esimio collega!
Posso capire che un fonendoscopio rispetto a una mammografia desta ilarità ... ma ci vogliono davvero pochi anni per dire se la metodica funziona oppure no ! (silenzio tombale e censura sulla considerazione già proposta alla vostra attenzione di patrocinare il trial a costo ZERO )
Che dire ancora? Voi glissate (ed ora censurate) su tutto lo "sconveniente" alle vostre teorie precostituite.
Però pretendete puntuale risposta reiterando le stesse domande all'infinito ( che vi consentono di spostare l'asse del discutere nei vostri territori di certezza evitandovi di affrontare ciò che vi mette in difficoltà)
Ma certo che le metastasi esistono dott.Parpaglioni!
chi le nega?
e anche le recidive esistono! (è qualche oncologo-opinion-leader in tv semmai che ci vuole convincere che sono casi rarissimi !!)
Ciò che non è dato di sapere con certezza è quanto entrambe (recidive e metastasi) possano essere accelerate persino dall'intervento chirurgico!
Di Bella è noto sconsigliava anche l'intervento, soprattutto ai polmoni !!
E le micro-metastasi esistono?
Ne vogliamo negare l'esistenza perchè le tac e le pet di oggi non riescono ancora a vederle?
e perchè allora non lottiamo tutti insieme per la pet di Crosetto che riuscirebbe a vederle?
altro caso emblematico in cui secondo il vostro pensiero (esercitato coi glutei bene affondati nella poltrona) non esiste premeditazione , persecuzione e ostacolo verso un altro scienziato (Crosetto).
Ma di che cosa si può parlare con persone sulla difensiva come voi? con crociati dello scientismo emanato da una “comunità scientifica” ad impact factor DOP (Denominazione di Origine Pilotata) ?
Se le micrometastasi esistono e ancora non riusciamo strumentalmente a "leggerle" significa che quando effettuiamo un intervento chirurgico abbiamo la ragionevole "certezza statistica" di andare e risvegliarle e farle crescere.
E' un meccanismo ben documentato ed acclarato questo e a mio modestissimo giudizio deve porre l'interrogativo di capire quando sia conveniente persino operare (e non è già un pensiero mio questo, ci sono fior di oncologi a porsi queste domande).
RispondiEliminaDunque? cosa ha il fonendoscopio di così ilare? senza avere letto di cosa si tratta e il perchè può restituire risposte “genetiche”? potrebbe dire se esistono "micro-metastasi"?
forse che la genetica non si riflette in ogni nostro aspetto? anche fisiognomico? non “diagnostico” un “down” anche solo a guardarlo?(anche senza bisogno dello stetoscopio?!)
Cosa ci sarebbe di sconvolgente se lo stetoscopio fosse adatto a "guardare" , censire, corroborare una diagnosi differenziale evoluta e basata su "segni" rilevabili per il suo tramite?
ps x MAx(L) non ho “barato” sulla storia clinica di mia madre, il punto è che Lei non l'ha letta
http://medbunker.blogspot.com/2011/06/dossier-di-bella-4-perizie-e-risultati.html?showComment=1310672791483#c8112507205693167608
vi incaponite su particolari di irrilevante importanza cercando di delegittimare i vostri interlocutori: il punto è l'inconsistenza terapeutica ( e la necessità di superarla) dei trattamenti convenzionali del cancro quando il paziente è nello stadio delle metastasi.
ps2 : perchè non riportate il dossier MDB (almeno il 4) fruibile dalla homepage?
ps3: scorrendo la lista dei "regali" ricevuti dal web-master non posso fare a meno di chiedere a Wewee se è mai stato invitato a congressi o conferenze indetti da case farmaceutiche , se ci è mai andato, e se anche avesse rifiutato se potesse dirci chi ne avrebbe eventualmente sostenuto i costi di partecipazione. - grazie
Se le micrometastasi esistono e ancora non riusciamo strumentalmente a "leggerle"
RispondiEliminaChi te la ha raccontata questa fandonia?
Con gli strumenti più moderni riusciamo a vedere lesioni millimetriche, fino ad un millimetro di diametro.
cosa ha il fonendoscopio di così ilare? senza avere letto di cosa si tratta e il perchè può restituire risposte “genetiche”? potrebbe dire se esistono "micro-metastasi"?
Il fonendoscopio non è "ilare", è l'uso che propone di farne l'ennesimo genio incompreso.
Me ne occuperò, se proprio desideri.
Cosa ci sarebbe di sconvolgente se lo stetoscopio fosse adatto a "guardare" , censire, corroborare una diagnosi differenziale evoluta e basata su "segni" rilevabili per il suo tramite?
Che il fonendo possa diagnosticare una patologia non lo stai rivelando tu (è stato il primo strumento utilizzato dall'uomo per fare diagnosi, dopo l'orecchio e le mani), che possa diagnosticare tumori o predisposizioni solo auscultando è una "cagata pazzesca" (cit.).
perchè non riportate il dossier MDB (almeno il 4) fruibile dalla homepage?
E' già nell'homepage, colonna di destra, link veloci: tutti e quattro gli articoli riuniti in un unico grande post.
se è mai stato invitato a congressi o conferenze indetti da case farmaceutiche , se ci è mai andato, e se anche avesse rifiutato se potesse dirci chi ne avrebbe eventualmente sostenuto i costi di partecipazione.
Sì, quando ero specializzando, ci sono pure andato ed i costi sono stati sostenuti dalla casa farmaceutica. Erano tutti congressi che "pubblicizzavano" un prodotto o l'altro che se non fossi stato invitato probabilmente nemmeno avrei partecipato. Ai tempi era pure permesso dalla legge, oggi no.
Comunque, considerato il tuo tono ti rinnovo l'invito fatto tempo fa: qui non convinci nessuno, io voglio leggere FATTI, non voli pindarici tra la filosofia ed il sogno, se non ti piace come si ragiona qui, VAI VIA.
Ciao!
@ragudicarne:
RispondiEliminaE le micro-metastasi esistono?
Ne vogliamo negare l'esistenza perchè le tac e le pet di oggi non riescono ancora a vederle?
Le cellule metastatiche non possono essere visibili alle strumentazioni, ma chi nega che ci siano cellule tumorali in circolo in caso di metastasi? Non capisco
e perchè allora non lottiamo tutti insieme per la pet di Crosetto che riuscirebbe a vederle?
Come dice WeWee, le moderne tecnologie possono vedere metastasi di livello millimetrico, non mi pare poco (anche se, a volte, non è abbastanza)
altro caso emblematico in cui secondo il vostro pensiero (esercitato coi glutei bene affondati nella poltrona) non esiste premeditazione , persecuzione e ostacolo verso un altro scienziato (Crosetto).
Personalmente non ho idea di chi sia, ma non sono un medico né sono troppo interessato nelle ricerche cliniche riguardo ai tumori. Potrebbe essere una mia ignoranza
Ma di che cosa si può parlare con persone sulla difensiva come voi? con crociati dello scientismo emanato da una “comunità scientifica” ad impact factor DOP (Denominazione di Origine Pilotata) ?
Io ti ho fatto domande perché non capivo quale fosse il punto della discussione. E francamente ancora non l'ho capito. Sarò tardo...
Se le micrometastasi esistono e ancora non riusciamo strumentalmente a "leggerle" significa che quando effettuiamo un intervento chirurgico abbiamo la ragionevole "certezza statistica" di andare e risvegliarle e farle crescere.
Credo non ci sia scelta. Se si lascia il tumore primario in sede sarà quello ad uccidere.
@WeWee: Chi te la ha raccontata questa fandonia?
Con gli strumenti più moderni riusciamo a vedere lesioni millimetriche, fino ad un millimetro di diametro.
Come dicevo a ragudicarne, una metastasi di un millimetro è piccolissima, ma potrebbe già essere pericolosa. L'idea che spiegò il mio prof di patologia all'uni è che già le metastasi di un mm possono dare altre metastasi, a seconda del tipo di tumore, l'ideale sarebbe poter riconoscere i piccoli focolai iniziali ma mi rendo conto che è difficile pensare ad un esame macroscopico che vada a leggere cellula per cellula il nostro organismo. Forse erano queste condizioni a cui si riferisce ragudicarne: cellule metastatiche appena arrivate in nuova sede e che hanno cominciato a svilupparsi, a volte tenute a bada dal tumore primario che produce antiangiogenici che agiscono a distanza, tolto quello, le metastasi anche minuscole partono.
In pratica, una metastasi di 1 mm di diametro è una conquista importante, ma secondo il mio prof potrebbe non essere sufficiente. Tu che ne pensi?
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RispondiElimina@ragudicarne:
RispondiEliminaPartirei "dall'MDB non cura nulla" giusto per uscire un attimo dall'off topic: persone in cura MDB "esposte" su forum "lungimirante" di terapia convenzionale
Ossignur…ripartiamo proprio dall'inzio, ma dall'inizio inizio ancor prima di Galileo Galilei eh? ..le testimonianze su internet…chissa’ cosa avrebbe pensato il Galilei, con quelle sue idee sul metodo scientifico vecchie di 400 anni..
Con l'MDB ci si trincera dietro a "è Di Bella ad avere accettato il trial, prenditela con lui" oppure si invocano "le deviazioni dal protocollo" e si citano dotti "Intention To Treat e Per-Protocol Analysis".
Da dietro la trincea cosi’ risposero alla gragnuolata lamentosa:
1. se Di Bella accetto’ il trial, chi diavolo sei tu per dire che si sbaglio’ ?
2. le deviazioni dal protocollo vengono invocate dai sostenitori della cura Di Bella per sostenere l’inattendibilita’ dei risultati della sperimentazione (e qui hai preso una bella cantonata, la trincea era quell’altra opposta)
3. le analisi ITT e PP per loro natura non vengono invocate, ma si eseguono, con lo scopo preciso di arrivare a conclusioni non viziate o distorte dalle deviazioni dal protocollo.
Ciò che non è dato di sapere con certezza è quanto entrambe (recidive e metastasi) possano essere accelerate persino dall'intervento chirurgico!
Ok, supponiamo che per una quota di pazienti con tumore primario e in assenza di metastasi vi sia l’indicazione chirurgica, al seguito dei tuoi timori e sospetti vedo due possibilita’:
1. nessun intervento chirurgico: la quasi totalita' dei pazienti muore a causa del tumore primario in un tempo ragionevolmente breve o meglio compatibile con la sua storia naturale. Quei rarissimi casi, eccezioni alla regola, che si salvano i medici li chiamano regressioni spontanee altri ex-voto, miracoli della Madonna (nel vero senso della parola), altri ancora invocano il bicarbonato le tisane e l’effetto placebo della ricotta e via discorrendo.
Resta il fatto, fissiamo l'attenzione su questo, che si tratta di casi eccezionali.
2.intervento chirurgico: il paziente sopravvive ma dopo vent’anni si sospetta che le metastasi di nuova diagnosi siano il prodotto dell’intervento avvenuto vent’anni prima. Un caso eccezionale ? mmm...non direi..certo possiamo sempre invocare in extremis le statistiche truccate (e poi pero' bisogna dimostrare che lo sono)
Comunque io al di la’ delle teorie sull’accelerazione sceglierei l’opzione in 2. Ma questa e’ la mia opinione e non e’ detto che tutti debbano vederla in questo modo.
E toh, incidentalmente non mi sembra contraddire l’osservazione che facevi sul quando sia conveniente persino operare
forse che la genetica non si riflette in ogni nostro aspetto?
Ni. Intanto c’e’ l’ambiente e per quanto grande e vasto sia sembri non averci fatto caso. E poi non esiste un rapporto univoco e deterministico tra quello che c’e’ nei nostri geni e quello che osserviamo: mica siamo tutti piselli verdi o gialli e grinzosi o lisci pronti per un nuovo Gregorio Mendel
ps x MAx(L) non ho “barato” sulla storia clinica di mia madre, il punto è che Lei non l'ha letta
Guarda io l’ho letta e mi pare che anche altri lo abbiano fatto e se in modo indipendente tutti ti fanno le stesse domande ed obiezioni le possibilita’ sono due, o qui sono tutti somari o forse sei tu quello che non si fa capire.
In pratica, una metastasi di 1 mm di diametro è una conquista importante, ma secondo il mio prof potrebbe non essere sufficiente. Tu che ne pensi?
RispondiEliminaChe è vero che non potrebbe essere sufficiente. Riuscire a vedere una "microlesione" di 1 mm è un ottimo traguardo, il problema è che quasi mai c'è la possibilità di sapere se quella è una metastasi o un tessuto reattivo o un'anomalia strutturale e nello stesso tempo non puoi operare o sottoporre a chemio una persona per una lesione di 1 mm di diametro. In questo caso l'unica alternativa (ad oggi) è ripetere i controlli ed intervenire prima possibile.
Questo comunque succede anche per i tumori primari (potrei fare l'esempio del terribile Ca ovarico, nel quale prima che la malattia avanzi e faccia grossi danni lasciando segni macroscopici, ascite ad esempio, fare diagnosi strumentale è quasi impossibile).
Naturalmente parliamo di rilevazione strumentale, ad occhio nudo credo si riesca a vedere una lesione di almeno 8 millimetri ed anche qui dipende dal tipo e dalla sede della neoplasia.
In ossequio alla democrazia del Medbunker che quoto "se non ti piace come si ragiona qui, VAI VIA." me ne vado esattamente perchè più che non piacermi come si ragiona qui ritengo che QUI NON si ragioni correttamente.. Ragionare correttamente sarebbe un pre-requisito essenziale per chi si proponga con un ruolo demistificatorio quale sembra essere la mission del Medbunker.
RispondiEliminaAd esempio cosa significa dire "Crosetto , non so nemmeno chi sia" punto.??
Crosetto è l'emblema ultimo della arroganza, prepotenza e della capacità di inibizione dell'iniziativa detenuto da Big Pharma relativamente ai non-allineati.
E' davvero strano che il Medbunker non ne sia al corrente o non senta il bisogno di confutare questa ennesimo conclamato complotto ai danni della comunità dei pazienti oncologici.
Ci dica il Medbunker come si può altrimenti chiamare ciò che da 10 anni tiene al nastro di partenza la tecnologia di Crosetto se non col suo nome corretto: COMPLOTTO - BOICOTTAGGIO - MAFIA !
La Pet di Crosetto ha enormi vantaggi rispetto alla Pet tradizionale e sotto tutti i profili, non ultimo la minore tossicità della metodica tale da potere ipotizzarne l'uso per lo screening di massa cosa improponibile con le Pet attuali.
Inoltre "vede" neoplasie molto più piccole della Pet ... ma a quanto pare il Medbunker è assolutamente soddisfatto della tecnologia attuale (sic!).
Allego dunque l'ultima metodica "ca ga ta" di Crosetto (dopo la percussione auscultata per la ricerca dell'ICAEM alfa e delle costituzioni semeiotiche biofisiche del dottor. Stagnaro)
http://www.youtube.com/watch?v=tLO11tXc3iA
yours faithfully
@ Giacomo:
RispondiEliminanon posso pubblicare il suo commento, contiene un link non permesso. Comunque le rispondo:
i casi che cita li conosco e non li ho ritenuti meritevoli di attenzione (sono descritti male, non hanno fatto uso esclusivo di MDB, scarsissima o nulla documentazione), quelli non sono report scientifici e nemmeno casi report, sono racconti.
(nel caso del linfoma, ad esempio, quello con le foto), non c'è descritto né la chemioterapia effettuata, né l'esatto regime MDB). Coloro che inventano cure alternative sono, chissà perché, sempre poco accurati.
Saluti.
Aggiungo che i casi presenti nel sito "ufficiale" dei Di Bella, li ho letti tutti, può essermene sfuggito qualcuno (la mappa del sito è molto confusa e complicata) ma quelli "raggiunti" li conosco.
RispondiEliminaHo anche contattato personalmente Di Bella (come ho scritto nell'articolo) chiedendogli se potesse inviarmi qualche caso a suo avviso "evidente", non lo ha fatto. L'analisi dell'archivio di Di Bella è stata fatta dalla prof.ssa Buiatti ai tempi della sperimentazione e la conclusione fu (pubblicamente dichiarata) che non solo non vi erano presenti i casi ufficialmente annunciati ma in quelli presenti non vi era nemmeno UNA guarigione. I Di Bella inoltre dichiarano che "lascia il tempo che trova" raccogliere ordinatamente i documenti (?) e da qualche mese raccolgono fondi per l'acquisto di un software (?) che possa ordinare la loro documentazione.
In tutto questo marasma mi chiedo: serve un "software" per raccogliere le cartelle dei loro pazienti? E se senza software non ci riescono, come fanno a dire che il loro metodo funziona? In base a quale statistica? Come hanno misurato i risultati?
Ora, se io pensassi di aver trovato la cura del cancro, starei molto attento a conservare i risultati dei miei studi/trattamenti.
La ringrazio per le precisazioni. Il problema è che casi come quelli documentati con foto sono piuttosto impressionanti per chi, come me, è un profano in materia e non è in grado di valutarli da un punto di vista medico.
RispondiEliminaInfine, il caso descritto nel .pdf (quello con le TAC) credo sia interessante per capire cosa sono i "casi risolti" dal MDB:
RispondiEliminahttp://www.metododibella.org/cms-web/upl/doc/STATISTICHE%20MDB/Osservatorio%20Statistico%20Sarcomi.pdf
Leggiamo quello che c'è SCRITTO:
La paziente ha un problema al piede (nel 2000): asportazione di una formazione, si tratta di un EMANGIOMA, ovvero una sorta di crescita di vasi sanguigni, quasi sempre benigna, che se asportata guarisce. Fatto.
La paziente ha disturbi della vista, esegue una risonanza che evidenzia una "tumefazione" in sede craniale, quindi un tumore (non sappiamo se benigno o maligno).
Nel 2002 è operata e la massa viene ASPORTATA, sul pezzo è eseguito esame istologico il qual esito è ADENOMA IPOFISARIO E CONDROSARCOMA. E' bene ripetere: la paziente è stata operata ed il pezzo ASPORTATO.
Per la cronaca, l'adenoma ipofisario è un tumore benigno che ha la caratteristica di produrre ormoni in eccesso, quali ormoni? La prolattina ed il GH (ormone della crescita).
Seguono delle TAC che mostrano un aumento di dimensioni della massa (quale? L'adenoma o il condrosarcoma?).
La paziente effettua MDB.
Il caso non è descritto bene, mancano parti importanti dei referti. Ma supponiamo che la massa descritta in aumento sia l'adenoma (probabile, visto l'aspetto radiologico e la descrizione a "nido d'ape", tipica). Come detto questo tumore causa eccesso di produzione di ormoni (prolattina e GH), qual é la cura standard in questi casi? La somministrazione di inibitori di questi ormoni (risp. cabergolina o altri e somatostatina).
Cosa contiene il MDB? Risposta: inibitori della prolattina e somatostatina.
Credo non ci sia altro da aggiungere.
casi come quelli documentati con foto sono piuttosto impressionanti per chi, come me, è un profano in materia e non è in grado di valutarli da un punto di vista medico.
RispondiEliminaLo so ed è su questo che si basano i "geni incompresi". Il problema è anche mio: io cerco di spiegare i casi in maniera semplice e comprensibile (e non è sempre facile), solo che per spiegarli tutti dovrei fare solo questo 24h al giorno e scrivere centinaia di pagine.
Allora cerco di semplificare, leggo tutto e faccio una sintesi portando degli esempi per dimostrare ciò che dico.
Dal mio punto di vista infatti, scoprire che un presunto scopritore di una cura per il cancro alteri la storia clinica di un paziente per darsi ragione, spiega più di tante parole il suo livello di attendibilità.
Un'altra cosa è importante: questo dossier è ben conosciuto (anche ai Di Bella), nessuno ha mai corretto, smentito, chiarito, uno solo dei casi che per me sono "taroccati".
Evidentemente o nessuno li ha letti o la realtà è proprio questa che descrivo.
La ringrazio di nuovo. In effetti, se io fossi al posto dei Di Bella e potessi dimostrare in modo certo che lei è un mistificatore, l'avrei sicuramente già fatto, ma poi l'avrei anche querelata per diffamazione.....
RispondiEliminapotessi dimostrare in modo certo che lei è un mistificatore, l'avrei sicuramente già fatto, ma poi l'avrei anche querelata per diffamazione...
RispondiEliminaBasterebbe molto meno, se lui dimostrasse che quello che ho scritto fosse falso prima di tutto gli chiederei scusa pubblicamente, senza alcun problema. Non ho alcun interesse a "mistificare", quello che ho scritto è frutto di quello che ho visto e sono un medico, è il mio lavoro leggere esami e cartelle. Oltre ad essere mio interesse accertarmi della veridicità di una presunta cura...
Avevo dei dubbi, e lei con il suo blog mi ha confermato che la mia scelta di affidarmi alla cura tradizionale , cioè avendo un linfoma follicolare di II grado V stadio , ho preferito fare gli 8 cicli di R-CHOP , avendo una remissione al terzo ciclo , ovviamente il tutto dimostrato dalla TAC e PET.....e una remissione totale alla fine della terapia. Ora devo fare per 2 anni il Rituximab ogni due mesi...Ecco perché non ho creduto alla MDB ,non avendo trovato dei dati completi sulle guarigioni dei Linfomi , ma la chemioterapia + rituximab ,mi dava una certezza in piu'Grazie del suo enorme dispendio di energie per postare nel blog una informazione che io ritengo molto correta..
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