Se si cerca qualche informazione in rete sui segreti che governi e potenti ci nasconderebbero ci si imbatterà praticamente sempre su enormi sciocchezze. Che l'opinione pubblica possa venire manipolata tramite l'informazione "ufficiale" non è certo un mistero ma un complotto storico ha bisogno di prove per dimostrarsi vero.
Quali sono i complotti "governativi" più gettonati? Quello sugli UFO, sull'11 settembre e quello sulle medicine alternative. Questi argomenti, venduti come ormai "dimostrati" sono basati su illazioni, sospetti e scorrettezze. Non esiste una sola prova che degli alieni abbiano visitato il nostro pianeta, non esiste una prova che l'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 non sia andato come visto da tutti, non esistono prove che vi sia una cura "nascosta" nei confronti di gravi malattie.
Se una sola di queste ipotesi venisse verificata e dichiarata reale saremmo tutti a guadagnarci per amore della verità, della storia e della giustizia ed anche per interesse personale nel caso della medicina. Il problema è che il "complottista" (colui cioè che crede a questi complotti nascosti) vede chiunque non la pensa come lui, come un nemico, un "disinformatore" (magari pagato da chi il complotto l'ha compiuto) e non esita ad aggredirlo anche violentemente.
Se una sola di queste ipotesi venisse verificata e dichiarata reale saremmo tutti a guadagnarci per amore della verità, della storia e della giustizia ed anche per interesse personale nel caso della medicina. Il problema è che il "complottista" (colui cioè che crede a questi complotti nascosti) vede chiunque non la pensa come lui, come un nemico, un "disinformatore" (magari pagato da chi il complotto l'ha compiuto) e non esita ad aggredirlo anche violentemente.
Eppure queste teorie sono vendute come verità. Vendute appunto, non è un caso, visto che chi le diffonde non è proprio disinteressato. Di queste "affascinanti" storie ne fa un commercio, un mercato, si crea una clientela affezionata che a sua volta contribuisce a diffondere il messaggio di marketing.
Naturalmente chi vende questi argomenti non si occuperà di problemi reali o di complotti che sono più che un sospetto. Non vedrete mai un sito "alternativo" occuparsi seriamente di inquinamento o di difesa dei diritti umani, non si venderanno DVD sulla distruzione di intere foreste o su ciò che comportano i reati nei confronti dell'ambiente. Nonostante i "guru" del complotto si presentino come "difensori della verità" alla fine si rivelano dei "commercianti del complotto", prodotto che qualche soldino lo fa guadagnare, rispetto a "noiosi" argomenti da tribuna cittadina. Vuoi mettere i "cerchi nel grano" con la povertà di certe zone del mondo? Vuoi paragonare la "diffusione di malattie tramite i vaccini" con chi non ha nemmeno l'acqua da bere? Un adolescente in fase di allucinazione ormonale sarà più attratto dagli "uomini in nero" che impiantano chip sottopelle per controllarci la mente o dai bambini di sei anni costretti a cucire i palloni che rotolano nei nostri grassi campi di calcio ultrasponsorizzati?
Devo dire che probabilmente questo articolo attirerà anche nel mio blog meno indignazione rispetto a quelli che raccontano di stupidi truffatori che dicono di guarire le malattie o furbi imbonitori che falsificano le cartelle, è così, è umano.
Devo dire che probabilmente questo articolo attirerà anche nel mio blog meno indignazione rispetto a quelli che raccontano di stupidi truffatori che dicono di guarire le malattie o furbi imbonitori che falsificano le cartelle, è così, è umano.
Ma visto che i sedicenti "ricercatori della verità" si occupano delle loro verità che non hanno nessun nesso con la realtà, oggi voglio farvi vedere come si discute di un complotto vero, reale. Non vendo nulla, nè DVD nè cappellini e quindi posso permettermi di parlare dei veri complotti, quelli che non hanno mercato, che non attirano esaltati in cerca di misteri e che sono suffragati da prove, non da indizi.
Un fatto che si compie sotto la luce del Sole, che non è frutto di sospetti ed indizi ma di prove, dimostrazioni, misure scientifiche e conseguenze reali. Un complotto vero. Non attira frotte di giovani in crisi rivoluzionaria, certo, ma denuncia uno scempio che riguarda tutti noi.
Un fatto che si compie sotto la luce del Sole, che non è frutto di sospetti ed indizi ma di prove, dimostrazioni, misure scientifiche e conseguenze reali. Un complotto vero. Non attira frotte di giovani in crisi rivoluzionaria, certo, ma denuncia uno scempio che riguarda tutti noi.
Oggi voglio raccontarvi di una vera sciagura provocata dall'uomo. Una di quelle che uccide lentamente e che non fa notizia, che è dimostrabile, dimostrata e risaputa ma che nessuno diffonde. Può essere definito come un complotto, gli ingredienti ci sono tutti: la multinazionale, il menefreghismo, tante famiglie e storie di sofferenza, solo che il finale di questa storia, pur non essendo del tutto lieto, ha avuto almeno un risarcimento.
Un complotto in un blog che parla di medicina? Sì, perchè la prima volta che osservai le conseguenze di questo complotto lo feci come medico.Qui la storia si incrocia con quella dei vaccini. Ricordate la lotta serrata contro il mercurio contenuto nei vaccini? Il Thiomersal (o Tiomersale, è il derivato del mercurio, etilmercurio, contenuto in alcuni vaccini), è stato spacciato per anni come capace di provocare gravi malattie. La maggioranza dei critici ha accusato, senza averne alcuna prova, questa sostanza (e quindi indirettamente i vaccini) di causare patologie come l'autismo. L'accusa, gravissima, nonostante continui a diffondersi soprattutto in internet, non ha avuto conferme scientifiche ed anzi gli studi in proposito l'hanno smentita ma anche la semplice considerazione che il Thiomersal non ha nulla a che vedere con il mercurio più tossico (che è rappresentato da un'altra molecola, il metilmercurio) essendo metabolizzato ed espulso velocemente dal corpo umano ed alla fine tutto porta a confermare che il mercurio dei vaccini non rappresenta attualmente un "pericolo".
Il metilmercurio al contrario è un prodotto dalla pericolosità accertata.
Il fatto meno conosciuto è che questa sostanza è presente nel nostro organismo costantemente in quanto la assorbiamo dall'ambiente in molti modi.
Il metilmercurio al contrario è un prodotto dalla pericolosità accertata.
Il fatto meno conosciuto è che questa sostanza è presente nel nostro organismo costantemente in quanto la assorbiamo dall'ambiente in molti modi.
L'assorbimento di mercurio è possibile in tutte le zone del nostro pianeta (tranne in quelle assolutamente incontaminate, rarissime), quindi anche nel nostro paese.
Esiste una zona nel sud dell'Italia nella Sicilia sud orientale, è chiamata "triangolo" perchè è delimitata da tre paesi, Augusta, Melilli e Priolo. Ci troviamo nei pressi di Siracusa, una zona ad altissima concentrazione industriale e definita già dal 1990 "zona ad alto rischio ambientale".
La presenza di numerose industrie in quella zona, è caratterizzata da un'emissione altissima di inquinanti ambientali e si tratta di emissioni che ricadono direttamente sopra le teste delle persone, che vengono inalate, ingerite ed assunte tramite l'acqua e l'alimentazione. I nuclei abitati in quella zona sono vicinissimi e nemmeno tanto piccoli. L'aria malsana si avverte anche passando in auto dalle strade di quelle zone e recandosi in autostrada da Catania a Siracusa o Ragusa. Non si parla solo di mercurio ma anche di altre sostanze: cadmio, cromo, piombo, arsenico e vari metalli pesanti.
In alcune alghe rinvenute nei fondali dell'area sono stati rilevati livelli di zinco altissimi e pericolosi
In alcune alghe rinvenute nei fondali dell'area sono stati rilevati livelli di zinco altissimi e pericolosi
L'inizio della conversione industriale di una delle tante zone costiere d'Italia si colloca poco dopo la II guerra mondiale, nel 1949 vi fu la nascita di una raffineria di petrolio.
La costa marina interessata dal fenomeno è (era) una delle più belle d'Italia. Il mare pulitissimo, la ricca flora e fauna, le spiagge, unite al clima incredibilmente piacevole, era potenzialmente un paradiso terrestre. Lo può capire chi conosce i litorali di quella zona a meridione: spiagge incantevoli che sembrano disegnate con lo scopo di far sognare chi ama il mare.
Tutto questo oggi non esiste più, restano ancora fruibili i territori ancora più a sud nei quali sono state costituite anche delle riserve naturalistiche e che rappresentano ancora dei piccoli gioielli ambientali e paesaggistici. L'arrivo di grandi industrie ha cancellato tutto il resto e se le spiagge sono ormai discariche, l'acqua marina è un misto di inquinanti, idrocarburi, batteri e sostanze velenose.
L'arrivo delle industrie fu salutato con allegria anche dagli abitanti della zona: migliaia di posti di lavoro, agglomerati urbani che consentivano di raggiungere comodamente il luogo e la sicurezza di investimenti continui.
La situazione si capovolse e la bella notizia dell'arrivo di nuove prospettive lavorative si scontrò con l'evidenza che qualcosa non andava per il verso giusto.
Una regione marina basa la propria economia e la propria vita sulle risorse del mare e la presenza delle industrie ha intaccato proprio quelle in quanto una fonte sicura e stavolta davvero tossica di mercurio è il pesce.
Apriamo una parentesi per capire quanto può essere tossico il mercurio e quali sono i limiti attualmente concessi.
Apriamo una parentesi per capire quanto può essere tossico il mercurio e quali sono i limiti attualmente concessi.
La FDA considera accettabile e priva di rischi un'ingestione di pesce che contenga al massimo 1 ppm (1 parte per milione) di mercurio, equivalente a circa 200 grammi a settimana. Praticamente tutti i pesci sono contaminati dal mercurio ma più in alto si sale nella piramide alimentare più questo inquinamento è consistente e preoccupante. I grandi pesci (tonno, pesce spada, squali) in confronto ai piccoli (pesce azzurro, crostacei) sono un serbatoio incredibile di mercurio tossico.
Secondo Mike Bolgers, tossicologo della FDA, ogni anno sono immessi in atmosfera fino a 6000 tonnellate di mercurio per normale rilascio naturale dalla crosta terrestre ed altre 3000 da attività umane (industrie, scarichi...).
Il mercurio libero viene poi trasformato dai batteri naturalmente presenti sulla Terra nel suo composto attivo (e tossico) metilmercurio. In questa forma si dissolve nell'acqua e viene assorbito dagli abitanti del mare. Un pesce che si nutre di un altro pesce oltre alla sua quota corporea di mercurio assorbe pure quella della sua preda accumulandone le dosi, oltretutto i pesci di taglia grossa vivono mediamente di più ed hanno così "più tempo" per accumulare i composti tossici. Il metilmercurio si metabolizza in un lungo periodo di tempo, anni, tanto che si pensa che un pesce possa solo aumentare la sua quota di mercurio senza mai diminuirla.
La cottura non degrada e non scompone il mercurio. Le analisi del pesce in zone considerare non contaminate ha spesso riscontrato livelli di metilmercurio superiori al limite di 1 ppm.
La cottura non degrada e non scompone il mercurio. Le analisi del pesce in zone considerare non contaminate ha spesso riscontrato livelli di metilmercurio superiori al limite di 1 ppm.
Bisogna comunque considerare che il limite fissato dalla FDA (di 1ppm) non è tossico, è ampiamente sicuro ed è quindi una precauzione in più quando si definiscono i limiti di tossicità del mercurio. Per capire meglio si possono ricordare due drammatici episodi di intossicazione da parte di questo metallo, uno avvenuto a Minamata e l'altro a Nigata, in Giappone. In ambedue i casi furono tantissimi gli intossicati dal metallo perchè avevano mangiato per mesi del pesce contaminato e diverse persone morirono. Le analisi nelle due zone trovarono un contenuto in mercurio nel pesce da 9 a 24 ppm ed in un paio di casi di 40 ppm. Questo per dimostrare che in ogni caso per diventare pericolosa l'assunzione dev'essere prolungata ed in quantità assai superiori ai limiti fissati per sicurezza.
Sappiamo che la concentrazione di mercurio in un essere umano non esposto a fonti di inquinamento può essere stimata con un controllo sanguigno o del capello (quest'ultimo meno attendibile), in questi casi la quantità media è di 8 ppm e 2 ppm rispettivamente. Nei casi giapponesi gli esami davano risultati di 200 ppm e 50 ppm dopo mesi (anni, a volte) di esposizione.
Questo vuol dire (riferendosi sempre a situazioni di normalità, non di inquinamento industriale o da mercurio) che in linea generale il pesce si può mangiare tranquillamente ma senza eccedere e che in particolari situazioni (gravidanza, allattamento) è bene controllare l'assunzione settimanale. Sembra che un quantitativo di 350 grammi al massimo, ogni settimana, sia sicuro. Se possibile preferire i pesci di piccola taglia (pesce azzurro). Cento grammi di tonno in scatola contengono in media 0,2 mg di mercurio, ciò vuol dire che una scatoletta di tonno a settimana è una quantità ampiamente sicura.
Questo vale per la popolazione normale quanto per le donne in gravidanza. Il metilmercurio attraversa la placenta e raggiunge il feto accumulandosi anche nei suoi tessuti con effetto tossico (soprattutto neurotossico) accertato.
Questo per quanto riguarda la situazione normale.
Non dovunque è così. In aree industrializzate la quantità di inquinamento in generale e di mercurio in particolare non è per nulla "controllata" o accettabile. Non è solo il mercurio ad essere assorbito tramite l'aria, l'alimentazione e l'acqua ma tutta una serie di inquinanti dannosi e spesso letteralmente velenosi. Idrocarburi, pesticidi, solventi, prodotti chimici, c'è tutta una serie di sostanze che non dovrebbero superare un limite imposto dalle direttive ma che in certe zone lo superano impunemente. Il limite superato non è un'anomalia amministrativa o un'inceppo burocratico è un vero e proprio avvelenamento dell'ambiente che oltre a colpire flora e fauna fa vittime immediate o potenziali anche fra gli uomini.
Perchè non si protesta? Per due motivi fondamentali: poca gente conosce i rischi legati all'inquinamento, pochi conoscono il livello di inquinamento delle zone di residenza e spesso questi rischi sono legati alla presenza di industrie che assicurano lavoro e sostentamento delle famiglie che vi abitano attorno. Protestare contro queste industrie quindi potrebbe significare la perdita della propria fonte di reddito.
Tutto questo finchè gli effetti dell'avvelenamento non diventano visibili e fonte di sofferenza.
Tutto questo finchè gli effetti dell'avvelenamento non diventano visibili e fonte di sofferenza.
Ma torniamo al triangolo industriale siciliano.
Lo sviluppo industriale avanzò inesorabilmente vi fu anche l'illusione di un nuovo "eden" quando si annunciarono trivellazioni al largo in quanto erano state rilevate falde petrolifere da sfruttare. Così tra fabbriche, industrie di produzione di vernici, solventi e colle, raffinerie petrolifere e tutto l'indotto conseguente, la zona industriale siracusana diventò un'area vastissima (ancora oggi esistente) e sempre attiva.
Gli incidenti non mancavano: intossicati, qualche morto sul lavoro, continue corse in ambulanza che però venivano viste come "normali" conseguenze della presenza dell'agglomerato industriale.
Ma qualcosa non sembrò più una conseguenza "normale" ed accettabile. Si notò, prima da parte di medici degli ospedali della zona e poi anche da parte di medici in province vicine, che il tasso di malformazioni di neonati provenienti da quelle zone era più alto del normale. Le autorità promisero un intervento mentre i rappresentanti delle industrie rassicuravano la popolazione invitando alla calma in quanto tutte le precauzioni del caso erano già attivate da tempo e non vi era pericolo reale di inquinamento pericoloso.
Ma chi vedeva la nascita di quei bambini, l'aumento delle interruzioni di gravidanza, degli aborti spontanei non la pensava allo stesso modo. Fu così che furono presentati i primi esposti e successivamente iniziarono le inchieste della magistratura che ordinò degli studi anche sui neonati e sulle donne che avevano partorito in quegli anni.
A volte può trattarsi di una coincidenza, un errore di interpretazione, come dico spesso una conseguenza temporale non sempre è "causale", bisogna studiarla ed analizzarla attentamente e facendo così emerse quello che nessuno voleva credere.
Lo sviluppo industriale avanzò inesorabilmente vi fu anche l'illusione di un nuovo "eden" quando si annunciarono trivellazioni al largo in quanto erano state rilevate falde petrolifere da sfruttare. Così tra fabbriche, industrie di produzione di vernici, solventi e colle, raffinerie petrolifere e tutto l'indotto conseguente, la zona industriale siracusana diventò un'area vastissima (ancora oggi esistente) e sempre attiva.
Gli incidenti non mancavano: intossicati, qualche morto sul lavoro, continue corse in ambulanza che però venivano viste come "normali" conseguenze della presenza dell'agglomerato industriale.
Ma qualcosa non sembrò più una conseguenza "normale" ed accettabile. Si notò, prima da parte di medici degli ospedali della zona e poi anche da parte di medici in province vicine, che il tasso di malformazioni di neonati provenienti da quelle zone era più alto del normale. Le autorità promisero un intervento mentre i rappresentanti delle industrie rassicuravano la popolazione invitando alla calma in quanto tutte le precauzioni del caso erano già attivate da tempo e non vi era pericolo reale di inquinamento pericoloso.
Ma chi vedeva la nascita di quei bambini, l'aumento delle interruzioni di gravidanza, degli aborti spontanei non la pensava allo stesso modo. Fu così che furono presentati i primi esposti e successivamente iniziarono le inchieste della magistratura che ordinò degli studi anche sui neonati e sulle donne che avevano partorito in quegli anni.
A volte può trattarsi di una coincidenza, un errore di interpretazione, come dico spesso una conseguenza temporale non sempre è "causale", bisogna studiarla ed analizzarla attentamente e facendo così emerse quello che nessuno voleva credere.
La media di malformazioni nel triangolo dell'inquinamento nel decennio 1980-89 fu dell'1,9% contro una media nazionale dell'1,5% e locale (Italia del sud) dell'1,1%. Nel decennio successivo un aumento ancora più preoccupante, la media di nati malformati fu del 3,1% contro una media nazionale sostanzialmente invariata, il picco evidenziato nel 2000 (il 6% dei bambini nati nella zona era malformato) rappresentava il triplo del limite considerato normale dall'OMS. Metalli pesanti oltre ai valori soglia sono stati rinvenuti anche nel latte materno.
Strabiliante.
In aumento anche i tumori e le malattie respiratorie.
Furono così intentate delle azioni civili con l'obiettivo di risarcire le famiglie che avevano subìto le conseguenze più gravi di quell'inquinamento. Le indagini scoprirono che non vi era nessun errore e che in effetti non solo i livelli di contaminazione erano più elevati dei limiti previsti e lo erano stati per anni senza che nessuno prendesse provvedimenti ma che anche le malformazioni e le morti fetali inspiegabili avevano un nesso molto probabile con la contaminazione ambientale. Si seppe pure che nonostante le autorità fossero a conoscenza dei rischi non fu preso nessun provvedimento efficace almeno per limitare i danni (per esempio il monitoraggio continuo delle emissioni o la depurazione degli scarichi).
Nel 2006 la Syndiam, ex Enichem ed ancora prima Montedison, procede al risarcimento delle vittime da inquinamento. L'evidenza e le prove erano schiaccianti e non fu possibile evitare la condanna dopo le indagini che hanno condotto alla cosiddetta "operazione mare rosso" e che si è conclusa con l'appello alla corte di giustizia europea che ha confermato la condanna e l'obbligo del risarcimento. Per la giustizia la colpa dell'inquinamento ricade tutta sull'impianto cloro-soda gestito dalla Montedison fino agli anni 80, il quale rilasciava in mare tutti gli scarichi (tutti...) senza alcun trattamento preventivo o depurativo. per la sentenza la Montedison era consapevole del danno che stava compiendo. In seguito sono stati adottati alcuni accorgimenti (demercurizzazione delle acque) che hanno ridotto fortemente l'inquinamento ma il danno era già compiuto. Inoltre non è del tutto evitato il rischio: esistono molte aree anche estese della zona che sono ancora a rischio elevato e che mostrano la presenza di alterazioni ambientali. E' comune infatti (e superiore a quella di altre zone del paese) la pesca di pesci con evidenti malformazioni (quindi con alterazioni genetiche). Qui alcune foto.
Attualmente la situazione è lievemente migliorata anche se la massiccia presenza di industrie non consente letteralmente di tirare un sospiro di sollievo. Nel 2006 un incendio in una raffineria ha causato l'immissione in atmosfera di 1917 microgrammi su metro cubo d’aria di idrocarburi (quando il limite massimo è di 220 microgrammi) e questi incidenti continuano ad avvenire. Non è completa l'opera di bonifica dei siti inquinati, c'è chi continua a pescare nelle zone di mare interdette, c'è chi fa il bagno dove c'è il divieto di balneazione e molte industrie continuano a non fornire i dati delle loro emissioni con monitoraggio continuo.
Insomma, la situazione, seppur meno drammatica è ancora grave ed ancora i tassi di incidenza dei tumori e delle malformazioni sono più altri rispetto ad altre zone della penisola.
Cominciai ad interessarmi a questa vicenda quando notai che tanti (la maggioranza) dei casi di malformazione che diagnosticavo avevano la stessa provenienza e la stessa cosa fu notata dai miei colleghi. Inizialmente pensai ad una coincidenza, quando un giorno ho assistito alla nascita di un bambino con una gravissima malformazione letale. Anche se quest'ultimo caso poteva non dipendere dalla zona di provenienza i suoi genitori abitavano proprio in uno di quei paesi.
Le mie successive "indagini" mi fecero scoprire l'intera vicenda: erano numeri scritti nero su bianco, le malformazioni umane provenienti dal triangolo industriale erano statisticamente e significativamente maggiori di quelle che provenivano da altre zone dell'isola e dell'Italia.
Sappiamo quindi che in quella zona c'è un inquinamento ambientale causato da aziende presenti ed attive. Sappiamo che questo inquinamento ha causato danni, decessi e malattie, sappiamo che riducendo le emissioni e bonificando i siti inquinati potremmo riportare tutto a livelli accettabili, perchè non rimediamo? Se queste industrie inquinano senza far nulla per diminuire l'impatto ambientale e renderlo almeno accettabile, perchè sono ancora lì?
Questo è un complotto o no?
Portare alla luce del sole questi drammi è cercare la verità o no?
Lo sanno gli abitanti della zona, i governanti, gli industriali. In questi casi bisognerebbe provvedere subito, all'istante per porre fine ad una strage silenziosa, evidente e pubblica. Perchè oltre alle parole non si fa nulla?
Perchè si copre tutto con le urla su problemi nazionali che problemi non sono e si fanno manifestazioni su temi assolutamente inconsistenti?
Perchè si copre tutto con le urla su problemi nazionali che problemi non sono e si fanno manifestazioni su temi assolutamente inconsistenti?
Ecco quindi una storia che non tutti conoscono. In questo caso studi, evidenze e statistiche hanno supportato il sospetto trasformandolo in fatto, quando invece i sospetti, nonostante gli studi, anni di ricerche, i riflettori puntati addosso, non si trasformano mai in realtà restano teorie, ipotesi.
Purtroppo la storia del "triangolo della morte" non è l'unica in Italia, altre zone sono ad altissimo rischio ambientale ed hanno lasciato (e lasciano!) sulla pelle di chi è nato e vive attorno alle industrie gravissime ferite e dolori immensi. Taranto, alcune zone della Campania, della Lombardia e di altre regioni italiane fanno registrare un tasso di malformazioni neonatali e di morti da tumore molto più alto che nel resto d'Italia. Nel tarantino i livelli di diossina riscontrate nei molluschi allevati in quella zona sono superiori ai limiti consentiti per quasi il 70% in più. Quel pescato finisce nelle tavole di tutti gli italiani e le diossine sono tra i composti più tossici che possano inquinare l'ambiente. La cosa più impressionante è il fatto che questi dati sono ufficiali, conosciuti dagli enti preposti al controllo, dagli amministratori cittadini e dalla stessa popolazione senza che si muova foglia e tutti viene osservato con un distacco preoccupante
Spesso è la paura di perdere il lavoro che rende incapaci di ribellione chi abita in quelle zone ma altre volte è l'ignoranza che cancella l'istinto di sopravvivenza: nessun lavoro e nessuna industria può toglierci la salute che è un diritto inviolabile e sacro.
Questa storia poi, dimostra che davanti all'evidenza non è possibile nascondersi, nemmeno se sei una multinazionale potentissima e ti chiami Montedison e nemmeno se dai da mangiare a centinaia di migliaia di persone (i lavoratori del luogo). Nessun risarcimento potrà ripagare i sacrifici fatti da quelle famiglie e probabilmente ci sarebbe altro da fare ma almeno si sappia che nessuno è sicuro di farla franca. Ah, i venditori di DVD sugli UFO e sul bicarbonato per curare il cancro, i cosiddetti "ricercatori della verità" non realizzeranno un commercio altrettanto florido su questi temi. Non vendono. Per questo continueranno ad occuparsi di cerchi nel grano e pranoterapia, questi sì che sono argomenti decisivi per aiutare la popolazione.
Forse il "nuovo ordine mondiale" è proprio questo, distrarre la popolazione dai temi più gravi e reali inducendoli a credere alle fandonie.
Forse il "nuovo ordine mondiale" è proprio questo, distrarre la popolazione dai temi più gravi e reali inducendoli a credere alle fandonie.
Alla prossima.
è molto interessante... se penso che proprio ieri in un sito di mamme è stata divulgata la notizia della possibilità che gli inceneritori possano causare parto prematuro, salvo poi andando a leggere si vedeva che le mamme sottoposte allo studio erano fumatrici, e si leggevano commenti indignati di mamme contrarie agli inceneritori, per non parlare delle chiacchiere che si fanno quando si parla di centrali nucleari, di OGM, di forni a microonde (!!!), lì tutti ad indignarsi e a temere ripercussioni terribili sull'ambiente e la salute, e a parlare di studi tenuti nascosti dalla scienza ufficiale che complotta contro di noi, e poi nessuno si preoccupa di parlare e informare su quelle che sono le vere emergenze. certo, è più facile sparare a zero contro i mulini a vento, spaventare la popolazione su fenomeni fantasiosi e grandi complotti piuttosto che schierarsi davvero contro un nemico in carne ed ossa.
RispondiEliminaUna volta ho assistito ad un corteo contro l'installazione di un ripetitore per cellulari vicino ad un paese. Era quanto meno singolare vedere la maggioranza dei manifestanti che esponevano cartelli e gridavano slogan e nel frattempo parlavano al cellulare o inviavano sms...le masse sono stupide, diceva qualcuno...
RispondiEliminavolevo ancora aggiungere una cosa: il presidente della regione Puglia Vendoli è stato il primo a scrivere un documento in cui si opponeva alla costruzione di centrali nucleari nella sua regione e poi cosa fa per tutelare gli abitanti della zona di Taranto?
RispondiEliminaquesta mentalità NIMBY vale solo per le centrali nucleari, i treni ad alta velocità, gli inceneritori?
Abitando in Lombardia, se fosse possibile, mi piacerebbe sapere quali sono le zone interessate dagli alti tassi di malformazioni neonatali e di morti da tumore.
RispondiEliminaSi conoscono anche le cause esatte, come nel caso del triangolo siciliano ?
Mi permetto di segnalare questo video in cui si dicono, più o mwno, le stesse cose:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=DDmF6lh1vrg
E' un problema molto spinoso,WeWee, che vivo anch'io in prima persona come abitante della Sardegna. Gli stabilimenti chimici di Porto Torres per decenni hanno scaricato veleni di ogni genere contaminando in maniera permanente le falde acquifere sotterranee, straordinariamente ricche di metalli pesanti. Perché non fa nulla nessuno? La risposta la dai tu stesso, anche da noi molta dell'economia locale della provincia dipende da quegli stabilimenti, quindi ci tappiamo il naso e facciamo finta di non vedere, perché anche chi come me a prima vista non dipende dalla chimica, in un modo o nell'altro ci sei legato comunque. Troppi stipendi, troppo reddito che va via, e ogni volta anzi che si presenta il fantasma dello smantellamento degli stabilimenti e bonifica del territorio, insorgiamo in difesa di quella fabbrica di veleni perché in tutti questi anni non abbiamo mai pensato ad un modello alternativo di sviluppo. Perfino ora che con l'incidente della scorsa settimana sulle spiagge del nord ovest si sono riversate tonnellate di catrame, compromettendo la stagione turistica, altra fonte di reddito che però non può competere con la chimica.
RispondiEliminaIn fondo, un pò gli sciachimisti li dobbiamo capire: è molto più facile pensare che qualcuno ci stia deliberatamente avvelenando per una sorta di gioco perverso, piuttosto che farsi sbattere in faccia la realtà del fatto che siamo tutti noi i responsabili dei disastri che creiamo.
Complimenti a WeWee per l'ennesimo eccellente articolo.
RispondiElimina@CosmicMummy
Posso chiederti qual è il sito di mamme al quale fai riferimento?
Ciao Weewee!
RispondiEliminaprima di tutto, complimenti per il Blog, è sempre molto interessante.
Vorrei raccontarti brevemente la mia esperienza:
ho lavorato per anni in un progetto di accoglienza e integrazione di popolazione di etnia Rom, venivano tutti dalla ex-yugoslavia (Macedonia e Kosovo),ed erano stati per alcuni anni nei campi rom (in Italia). Ebbene, in tutte le famiglie era presente almeno un figlio con malformazioni.
Mi rendo conto che fare uno studio epidemiologico su questa popolazione è un'impresa titanica, troppi sono i fattori di cui tener conto:
inquinamento del paese di provenienza (che lo scorretto smaltimento dei metalli pesanti o l'uranio impoverito che gli abbiamo regalato, siano corresponsabili?)
Spesso queste persone lavorano nel campo di recupero e smaltimento materiali ferrosi
I campi spesso e volentieri sono costruiti in aree molto inquinate
L'alta consanguineità per l'isolamento culturale e, spesso, topografico...
alto numero di figli (in media 4/5 a famiglia)
che ne pensi?
grazie :-)
Proprio oggi pensavo ad una cosa che può sembrar non c'entri nulla.
RispondiEliminaLo "Ius primae noctis".
Pensandoci ora, è una cosa ridicola! Come mai, all'epoca, accettavano una cosa del genere senza ribellarsi contro il potente di turno?
Come è possibile oggi vedere Il grande fratello, Belen, comprare il Power Balance, cellulari costosissimi, parlare contro il potere nascosto, seguire l'astrologia, ma ignorare la verità che causa problemi reali a tutti noi?
@Benedetta:
per la Lombardia basta informarsi sugli inceneritori locali... purtroppo.
Articolo molto interessante, ma avrei una lamentela.
RispondiEliminaNon ci ho capito niente quasi tutte le volte che hai parlato di ppm. Come fa uno a assumere 1 ppm a settimana (come pare dica l'EDA)?
E una scatoletta di tonno a contenere 0.56 ppm?
Può darsi che abbia letto senza attenzione, ma ho l'impressione che sia stata fatta un po' di confuzione tra concentrazione e quantità.
Scusate la pedanteria,
Guido
mi piacerebbe sapere quali sono le zone interessate dagli alti tassi di malformazioni neonatali e di morti da tumore.
RispondiEliminaHo letto i dati della Lombardia e i tassi aumentano puntualmente nelle zone ad alta densità industriale per diminuire gradualmente allontanandosi da esse. Se ritrovo la fonte la posto.
siamo tutti noi i responsabili dei disastri che creiamo.
Certamente, infatti l'ho scritto. Un'altro indizio come dici tu del fatto che preferiamo dare la colpa agli altri piuttosto che prendercela con noi stessi. Qualcuno sarebbe disposto ad abbandonare quelle zone inquinate ed andare ad abitare in un'isola deserta ed incontaminata?
che ne pensi?
In certe comunità, come noti tu stessa, c'è un'altissima percentuale di unioni tra consanguinei (davvero alta), sono troppi i fattori che confondono una statistica precisa, comunque anche io sapevo di un'alta percentuale di malformazioni in comunità rom.
Come fa uno a assumere 1 ppm a settimana (come pare dica l'EDA)?
E una scatoletta di tonno a contenere 0.56 ppm?
1 ppm è il LIMITE considerato sicuro dalla FDA. Se (ammettiamo) un alimento contiene 2 ppm di mercurio è considerato tossico.
Una scatoletta di tonno contiene la metà del quantitativo di mercurio considerato sicuro come assunzione settimanale, se per esempio mangi tre scatolette di tonno a settimana non muori nè ti intossichi di certo ma se lo fai per 1 anno consecutivo rischi di accumulare un quantitativo di mercurio (oltretutto difficilmente eliminabile) pericoloso.
Una scatoletta di tonno contiene la metà del quantitativo di mercurio considerato sicuro come assunzione settimanale, se per esempio mangi tre scatolette di tonno a settimana non muori nè ti intossichi di certo ma se lo fai per 1 anno consecutivo rischi di accumulare un quantitativo di mercurio (oltretutto difficilmente eliminabile) pericoloso.
RispondiEliminaContinuo a fore confusione. Una concentrazione limite di 1 ppm vuol dire che su un kg di tonno ci deve essere meno di un mg di mercurio. Non importa quanto sia il tonno, se la concentrazione è meno di 1 ppm dovrebbe essere in regola per la FDA. A settimana non mi aggiunge niente a questo, o sono io a capire male?
Diverso è dire che devo mangiare massimo 0,1 mg di mercurio al mese. In quel caso non importa la concentrazione, posso anche mangiarmelo puro, basta che non superi il limite.
E' più chiaro?
Continuo a fore confusione.
RispondiEliminaO forse sono io che non capisco quale sia il tuo dubbio.
Non importa quanto sia il tonno, se la concentrazione è meno di 1 ppm dovrebbe essere in regola per la FDA.
Ed infatti lo è, altrimenti non potrebbe neanche essere venduto.
A settimana non mi aggiunge niente a questo
Aggiunge, perchè la tossicità del mercurio si manifesta anche per accumulazione ed il metallo impiega mesi per essere espulso dal corpo umano. Il mercurio contenuto in una scatoletta si aggiungerà a quello contenuto in un'altra successiva.
Se quindi mangio una scatoletta di tonno a settimana ne accumulerò una quantità "accettabile", se ne mangio 5 nel mio corpo si accumulerà in poco tempo molto più mercurio e quindi impiegherò di più per smaltirlo e potrei soffrire dei suoi effetti negativi.
Per dirla in soldoni: se mangio tre scatolette di tonno in una settimana avrò accumulato 1,6 mg circa di mercurio in soli 7 giorni, se fai così ogni settimana rischi di accumulare quantitativi eccessivi di metallo.
@WeWee: O forse sono io che non capisco quale sia il tuo dubbio.
RispondiEliminaAdesso che guidocoli l'ha fatto notare, il dubbio viene anche a me.
Se ppm sta per "parte per milione", allora indica una concentrazione, non una quantità assoluta. L'unica spiegazione che mi viene in mente è che si riferiscano al peso corporeo dell'individuo o alla quantità di cibo ingerito ma se fosse così non vedo perché non usare il certamente più comprensibile "mg per Kg" di peso corporeo (o di alimenti ingeriti).
In seguito dici: "Sembra che un quantitativo di 350 grammi al massimo, ogni settimana, sia sicuro." riferendoti ad una quantità specifica di pesce (350 grammi di pesce con una concentrazione di mercurio pari a 1 ppm). Però non torna con quello che dici dopo, quando torni a parlare di ppm (se 350 g sono sicuri si possono mangiare tranquillamente 3,5 scatolette da 100 grammi, di più se la concentrazione è minore).
Provo con un esempio simile: è come se un ente di controllo considerasse non sicura l'ingestione di acqua e sale 1 molare a settimana.
Possono vietare la vendita di acqua con una concentrazione di sale superiore a 1 molare (come possono vietare la vendita di tonno con una concentrazione di mercurio superiore a 1ppm) ma non vedo come sia possibile comparare l'ingestione di una goccia a settimana di quest'acqua con l'ingestione di 1 litro a settimana (in entrambi i casi si ha una assunzione di acqua e sale 1 molare a settimana). Avrebbe molto più senso dire che è pericoloso bere più di una certa quantità di quell'acqua a settimana. Ancora meglio sarebbe dire che è pericoloso ingerire più di una certa quantità di sale a settimana.
Dove è la falla nel mio ragionamento?
Se ppm sta per "parte per milione", allora indica una concentrazione, non una quantità assoluta.
RispondiEliminaSì, è riferito alla concentrazione di mercurio.
L'unica spiegazione che mi viene in mente è che si riferiscano al peso corporeo dell'individuo o alla quantità di cibo ingerito
Si riferiscono alla concentrazione di mercurio nel pesce, non a quanto ne ingeriamo.
non vedo perché non usare il certamente più comprensibile "mg per Kg" di peso corporeo (o di alimenti ingeriti).
Probabilmente perchè ogni alimento ed ogni pesce, in particolare, può avere una concentrazione differente di mercurio.
Però non torna con quello che dici dopo
Il limite di 1 ppm dell'FDA non deve essere raggiunto, è appunto un limite di sicurezza. Vista la quantità media di mercurio nel tonno, una scatoletta a settimana dovrebbe essere sicura. Se, come nel tuo esempio, ne mangi tre ti avvicini al limite (o lo superi, se c'è più mercurio) e se questo lo fai ogni settimana, vista la capacità del mercurio di accumularsi e di non essere smaltito velocemente dal nostro corpo, rischi di accumularne una quantità tale da rischiare la tossicità.
non vedo come sia possibile comparare l'ingestione di una goccia a settimana di quest'acqua con l'ingestione di 1 litro a settimana (in entrambi i casi si ha una assunzione di acqua e sale 1 molare a settimana)
Ma il sale del tuo esempio non si accumula e se tu bevi un litro di quell'acqua in una settimana hai (ammettiamo) superato il limite al momento e se smetti il "pericolo" diminuisce velocemente. Se invece il sale si accumulasse, bevendone un litro a settimana l'intossicazione sarebbe garantita perchè quello della settimana prima si aggiungerebbe a quello successivo.
Ancora meglio sarebbe dire che è pericoloso ingerire più di una certa quantità di sale a settimana.
Certamente, ma è molto più semplice dire "non superare la "dose" di una scatoletta di tonno a settimana" piuttosto di "non superare 1 parte per milione di mercurio a settimana"...
A questo punto mi chiedo: dove sbaglio?
@WeWee: Probabilmente perchè ogni alimento ed ogni pesce, in particolare, può avere una concentrazione differente di mercurio.
RispondiEliminaAppunto, tanto vale dire di non ingerire più di X milligrammi di mercurio a settimana ed indicare sulla scatoletta quanti, il prodotto in questione, ne contiene.
@WeWee: Il limite di 1 ppm dell'FDA non deve essere raggiunto, è appunto un limite di sicurezza.
Allora si potrebbe dire che, per il consumatore medio, il consumo di pesce con una concentrazione di mercurio inferiore ad 1 ppm è sicura. Questo però vale per il consumatore medio, non per l'avido consumatore di tonno.
Se abbiamo letto lo stesso articolo (questo), la cosa ha un senso. Nell'articolo si parla infatti di una quantità settimanale di pesce ritenuta sicura (7 once per quello a concentrazione 1 ppm, 14 per quello a concentrazione 0,5 ppm, ecc.).
Il limite di vendita di 1 ppm è scelto in modo tale da non risultare pericoloso in un consumo normale.
@WeWee: Ma il sale del tuo esempio non si accumula [...]
Hai ragione. Ho scelto un esempio con qualcosa che tutti conoscono solamente per mostrare l'insensatezza di utilizzare una concentrazione (molare, molale, ppm, ecc.) per esprimere un dosaggio sicuro.
@WeWee: Certamente, ma è molto più semplice dire "non superare la "dose" di una scatoletta di tonno a settimana" piuttosto di "non superare 1 parte per milione di mercurio a settimana"...
Cosa che dall'articolo sembra essere la strategia dell'FDA. Imporre un limite di vendita (1 ppm) talmente basso da non risultare pericoloso per il consumatore medio.
@WeWee: A questo punto mi chiedo: dove sbaglio?
Nell'usare una concentrazione come se fosse una quantità massima. Una mole, 1 ppm, 1 g/dl, 1%Vol ecc. sono tutte concentrazioni (non equivalenti tra loro). Hanno un senso solo se si considera la quantità di soluzione che viene assunta.
L'FDA dice che, in una settimana, è sicuro mangiare 7 once di pesce che ha una concentrazione di mercurio pari a 1 ppm. In altre parole è sicuro assumere circa 0,2 mg di mercurio a settimana (se ho fatto correttamente le conversioni).
Una mole, 1 ppm, 1 g/dl, 1%Vol ecc.
RispondiEliminaErrore mio, ovviamente intendevo 1 mole/litro (concentrazione molare).
tanto vale dire di non ingerire più di X milligrammi di mercurio a settimana ed indicare sulla scatoletta quanti, il prodotto in questione, ne contiene.
RispondiEliminaUmh, credo che commercialmente indicare nella scatoletta "contiene 0,5 mg di mercurio" sarebbe un suicidio per l'intero settore...
Questo però vale per il consumatore medio, non per l'avido consumatore di tonno.
Ma non è quello che ho detto? Se sei un normale consumatore di tonno (e di pesce in generale) vai tranquillo, se mangi 1 kg di tonno a settimana rischi...
Imporre un limite di vendita (1 ppm) talmente basso da non risultare pericoloso per il consumatore medio.
Mi sembra corretto ed è quello che avviene anche per altre sostanze. Oltretutto i limiti devono essere ampiamente sicuri, non appena sufficienti a garantire il consumatore.
Hanno un senso solo se si considera la quantità di soluzione che viene assunta.
Ho l'impressione che stiamo dicendo la stessa cosa ma guardandola da punti di vista diversi. Ho scritto che il limite di sicurezza viene superato quando si esagera con l'assunzione di tonno in scatola e, viste le concentrazioni medie di mercurio, una scatoletta a settimana dovrebbe essere più che sicura. Questa conclusione mi sembra la stessa che fai tu. O no?
Riguardo al mercurio c'è un tema molto discusso in rete su cui vorrei capirci qualcosa in più e riguarda il mercurio odontoiatrico.
RispondiEliminaRecentemente ho trovato questo sito.
http://www.aiob.it/amalgama-mercurio/i-pericoli-del-mercurio-odontoiatrico.html
E' davvero un problema? Cosa ne pensate?
riguarda il mercurio odontoiatrico.
RispondiEliminaE' un argomento che interessa molto anche me (avendo un paio di toppe nei denti, dannati dolcetti :) ), è stato spesso tirato fuori nelle discussioni riguardanti il mercurio nei vaccini, ma non mi sembra si sia mai scesi nel dettaglio per quest'altra possibile fonte.
E' uno degli argomenti che devo trattare. In breve. Non risultano particolari danni nè conseguenze relative alla presenza di amalgame al mercurio nelle otturazioni dentali (tranne allergie individuali), il pericolo è in realtà legato alla rimozione delle stesse che se non effettuata con cura e con tutte le precauzioni relative (molto complicate e che richiedono attrezzatura specifica e costosa...) possono rappresentare un problema.
RispondiEliminail pericolo è in realtà legato alla rimozione
RispondiEliminaMa perchè dovrei rimuoverle se stanno li da più di 10 anni?
@ WeWee
RispondiEliminaGrazie mille per la rapida risposta!
Ciao,
RispondiEliminaperdonatemi, ma anche io ho lo stesso dubbio di Guidocoli e Verduz:
La FDA considera accettabile e priva di rischi un'ingestione di mercurio di 1 ppm (1 parte per milione) a settimana.
E' una affermazione che non ha senso: se in una settimana mangio 100 g di pesce con 0.99ppm ingoio 0.099mg di mercurio. Se ne mangio 1kg ingoio 0.99mg. In entrambi i casi il limite di 1ppm è rispettato, ma la quantità assoluta cambia di 10 volte.
Se 100 grammi di tonno contengono 0.54ppm di mercurio, significa che in una scatoletta ho 0.054mg di mercurio. 3 scatolette fanno 0.162 mg di mercurio: è un valore "sicuro"?
Ti chiederei di verificare il limite della FDA: o è 1 ppm e basta, o è un tot di mg a settimana.
Per il resto, l'articolo è assolutamente esemplare.
Ciao, Paolo.
@WeWee: Ho l'impressione che stiamo dicendo la stessa cosa ma guardandola da punti di vista diversi.
RispondiEliminaStiamo dicendo la stessa cosa ma tu la stai esprimendo in modo impreciso. Provo a spiegarlo nel modo più semplice possibile, correggendo le due frasi "incriminate".
Se mi fornissi il link all'articolo che hai letto, posso vedere se l'errore è nell'articolo.
@WeWee: La FDA considera accettabile e priva di rischi un'ingestione di mercurio di 1 ppm (1 parte per milione) a settimana.
Manca una quantità o c'è un "a settimana" di troppo.
Si può dire "la FDA considera accettabile e priva di rischi una dieta bilanciata in cui il livello di mercurio nel pesce sia inferiore a 1 ppm" (versione generica, adatta alle persone a digiuno di scienza) oppure "la FDA considera accettabile e priva di rischi un'ingestione di 7 once a settimana di pesce la cui concentrazione di mercurio è 1 ppm" (versione precisa, in quanto specifica le quantità sicure).
Dire 1 ppm a settimana non ha senso. Sarebbe come dire "è sicuro bere vino con gradazione 12%Vol a settimana". Se non si specifica la quantità (o non si omette "a settimana", specificando che il dato è riferito al consumo medio di vino) la frase perde di significato.
@WeWee: Cento grammi di tonno in scatola contengono in media 0,54 ppm di mercurio
Anche qui, 0,54 ppm è una concentrazione, non una quantità assoluta.
Se prendo quella scatoletta e la divido in due scatolette da 50 grammi, otterrò due scatolette che contengono, ciascuna, 0,54 ppm di mercurio (la concentrazione rimane invariata).
Come fatto notare da Paolo l'altro, quella scatoletta da 100 grammi contiene (se non ho sbagliato le equivalenze) 0,054 mg di mercurio.
Se la divido in due scatolette da 50 grammi otterrò due scatolette che contengono, ciascuna, 0,027 mg di mercurio. Ciascuna di queste scatolette però, avrà una concentrazione di mercurio pari a 0,54 ppm.
@Paolo l'altro: Ti chiederei di verificare il limite della FDA: o è 1 ppm e basta, o è un tot di mg a settimana.
Se abbiamo letto lo stesso articolo, la FDA dice che 7 once di pesce (con concentrazione di mercurio pari a 1 ppm) a settimana sono una quantità sicura.
Dice anche che il limite massimo per la messa in commercio, fissato ad 1 ppm, è così basso da non risultare pericoloso per il consumatore medio (che, presumo, mangia meno di 7 once di pesce a settimana).
@ Epsilon:
RispondiEliminaMa perchè dovrei rimuoverle se stanno li da più di 10 anni?
Perchè secondo qualcuno sono causa di problemi per assorbimento di mercurio. Gli studi hanno smentito questa affermazione. Al contrario i vapori di mercurio che si liberano durante la rimozione possono essere dannosi per il paziente e per gli operatori.
@ verduz:
Manca una quantità o c'è un "a settimana" di troppo.
Ok, ora ho capito (evvai!).
la FDA considera accettabile e priva di rischi un'ingestione di 7 once a settimana di pesce la cui concentrazione di mercurio è 1 ppm
E' proprio così, la concentrazione sicura è di 1 ppm, a questa concentrazione, una scatoletta di tonno a settimana è una quantità ampiamente sicura.
Ora ci siamo?
Così correggo anche l'articolo.
Il mio problema era quello di confondere la concentrazione con la quantità concentrandomi su quest'ultima...
Le persone focalizzano l'attenzione su ciò che piace di più e poter sostenere con la fantasia l'esistenza del nuovo ordine mondiale e di tutte le amenità spacciate in rete sui vaccini e scie chimiche è molto più bello e rilassante di occuparsi dei problemi reali. Pensate che a Modena stanno raddoppiando l'inceneritore per sfruttare gli introiti economici dello smaltimento dei rifiuti di altre regioni compresi quelli pericolosi, e il 20 % della raccolta differenziata è finita nell' inceneritore anziché al centro di riciclaggio, e questi si fanno avvelenare e intanto vanno dietro alle leggende metropolitane che schifo
RispondiEliminaForse il "nuovo ordine mondiale" è proprio questo, distrarre la popolazione dai temi più gravi e reali inducendoli a credere alle fandonie.
RispondiEliminaQuesta tua frase, WeWee, che mi trova totalmente d'accordo, riassume efficacemente un po' tutto l'articolo, e conferma quanto vado dicendo da (quasi) sempre.
In sintesi: il complottista becero, sia che si "occupi" di signoraggio, scie chimiche, 11 settembre eccetera (di solito purtroppo di questo e altro ancora tutto insieme, spesso) ha una sua "coerenza". Cioè di trattare fatti dei quali è dimostrata l'inesistenza, o dei quali si sa praticamente tutto (modalità, mandanti, esecutori e via e via). Comodo, infatti il loro "attivismo" si limita a copia e incolla, decontestualizzazioni, oppure invenzioni tout court, al fine di avere "visibilità" (?) qualche soldo con banner, soddisfare il proprio narcisismo, sbarcare il lunario senza lavorare e chi più ne ha ne metta.
Penso che se questi personaggi, che si piccano di fare "denuncia" o "giornalismo d'inchiesta" si occupassero di fatti REALI e dedicassero non dico tanto, ma un decimo del loro tempo per roba della quale c'è realmente bisogno di conoscere quel che sta "dietro" (il primo esempio che mi viene in mente è Piazza Fontana, della quale si sospetta molto - e un po' tutti i senzienti un'idea ce la s'è fatta) o, appunto, l'inquinamento REALE, quel che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, staremmo tutti meglio.
C'è la criminalità organizzata che fa il bello e cattivo tempo in mezza Italia o quasi? Robetta, la causa di tutto è il signoraggio. Corruzione? Ma va', colpa delle élites plutocattogiudaicomassogastronomiche. La piaga dell'AIDS? Tutto inventato, vogliono ucciderci tutti coi vaccini.
Ciao,
RispondiEliminaOra ci siamo?
Così correggo anche l'articolo.
Il mio problema era quello di confondere la concentrazione con la quantità concentrandomi su quest'ultima...
Direi che ci siamo.
Se confermi quanto ha scritto verduz, possiamo mangiarci 7 once a settimana di pesce con 1ppm di mercurio, ovvero circa 200 grammi di pesce, ovvero complessivamente 0.2mg di mercurio.
Credo sia legittima l'estrapolazione verso concentrazioni minori (400 grammi di pesce con 0.5ppm) ma non verso concentrazioni maggiori (100g di pesce con 2ppm fanno sempre 0.2mg, ma forse è meglio non mangiarlo).
E' un dettaglio nell'articolo, per carità, ma se qualcuno decidesse di provare a screditarti avrebbe un ottimo appiglio, per cui vale la pena correggere.
Che dire, visto che il pesce ha il mercurio, la carne il virus della mucca pazza, la verdura i pesticidi... Non ci rimane che mangiare cioccolata!
Ciao, Paolo.
Lo "Ius primae noctis".
RispondiEliminaPensandoci ora, è una cosa ridicola! Come mai, all'epoca, accettavano una cosa del genere senza ribellarsi contro il potente di turno?
Bisogna capire però quanto è vero e quanto è esagerato dal folklore.
@WeWee: Cento grammi di tonno in scatola contengono in media 0,2 mg di mercurio
RispondiEliminaSe prendiamo per buona la concentrazione di 0,54 ppm che hai indicato in precedenza, sono 0.054 mg.
0,2 mg contenuti in 100 grammi sono, se non ho sbagliato le equivalenze, una concentrazione di 2 ppm (concentrazione che supera i limiti imposti).
@WeWee: Ora ci siamo?
Se anche il tuo articolo conferma le quantità che ho indicato (7 once) e hai rifatto le conversioni del caso (non sono bravo a maneggiare misure che non fanno parte del S.I.), allora si.
@Paolo l'altro:la carne il virus della mucca pazza
È un prione. È ancora "meno vivo" dei virus ma ha un meccanismo patogenetico che, personalmente, trovo affascinante.
In realtà la cosa più grave è che alla popolazione di certe cose spesso non interessa nulla.
RispondiEliminaSopratutto in relazione alla contaminazione, è interessante come ci siano delle "percezioni del rischio" del tutto schizofreniche.
A fronte della denuncia di possibili nuove contaminazioni si scatena il panico, reazioni isteriche e non commisurate. Mentre se uno scopre contaminazioni già esistenti, il fatto di essere "abituati" rende la popolazioni insensibile all'argomento.
Mi è capitato di individuare, per lavoro, in una valle alpina in certi ambiti interessati da vecchi impianti di coltivazione e raffinazione dell'oro ingenti contaminazione dei terreni di Arsenico e cianuri. Mentre a livello istituzionale si è avuta una certa quale preoccupazione, a livello locale, popolazione compresa, c'è stata una totale indifferenza, anzi, un sostanziale fastidio per eventuali limitazioni che potrebbero esservi nello sfruttamento delle loro proprietà. Anche a scapito della loro stessa salute.
Questo forse per smontare un poco anche in questo caso la tesi del complotto. Quando la contaminazione è a casa nostra, fa molto comodo fare finta di non vederla.
bell’articolo, ma sono d’accordo con dani1967: piú che un complotto, mi sembra la solita storia di sempre. I “potenti” fanno quello che vogliono, e la popolazione lo accetta supinamente se c’é qualche cosa da mangiare anche per loro. Non importa che alla lunga sia cibo avvelenato...
RispondiEliminaIo, nel dubbio, sono vegetariano. Forse non sarò sicuro di cosa c'è nei pomodori o nell'insalata, ma almeno ho la certezza di non beccarmi il mercurio dei pesci :)
RispondiEliminaGrazie per l'articolo, molto interessante.
RispondiEliminaNel mio settore sento parlare spesso di quello che accadeva 20 anni fa, quando le galvaniche scaricavano gli eluati direttamente a fiume durante i periodi di forti piogge! Oggi vedo che molte aziende vengono visitate dall'arpa periodicamente e provvedono a sistemare le inadeguatezze impiantistiche (molti impianti sono estremamente vecchi e rattoppati nel corso degli anni).
@Wewee
Piccolo refuso: il nome Niigata va con due i.