martedì 27 luglio 2010

Le bufale estetico-sportive

Le bufale estetiche non sono delle rappresentanti bovine che hanno particolare cura del loro aspetto ma rimedi, oggetti ed "invenzioni" che annunciano degli effetti positivi o addirittura di guarigione ma che in realtà hanno poco di medico o scientifico nel campo dello sport, dell'estetica e dell'attività fisica. Molti sono ben conosciuti a chi pratica sport regolarmente. Alcuni sono davvero curiosi. Non scenderò nei particolari perchè questo richiederebbe dieci articoli, ma una bella carrellata serve di sicuro...

Pedane vibranti e miti della TV

Lo dico subito: non hanno niente di miracoloso.
Avete presente quelle pedane che vibrano trasmettendo la vibrazione a quasi tutto il corpo e promettendo risultati stupefacenti sulla cellulite, sui muscoli, la circolazione ed il grasso in eccesso? Ecco, quelle lì.
Sfruttano le vibrazioni per migliorare problemi e patologie che sono già complicatissime da curare con metodi invasivi e molto attivi. Ma allora, vale la pena sottoporsi ad un'ora di vibrazioni per migliorare il proprio aspetto fisico?
Devo essere sincero? Bene, no, non ne vale la pena.
Queste pedane vibranti non hanno in realtà nessuna proprietà curativa sugli inestetismi come la cellulite o certi cuscinetti adiposi tipici del sesso femminile. Non li fanno sparire, punto.
Ma la circolazione sanguigna? La stimolano? In realtà la stimolazione della circolazione sanguigna che potrebbe migliorare alcuni problemi di salute (o prevenirne altri) è solo quella che deriva dall'attività fisica.
Il sogno di "fare ginnastica" comodamente sdraiati o fermi sul posto è naufragata miseramente. Una vibrazione come quella delle pedane stimola al massimo (ma non è neppure così scontato) la circolazione superficiale, quella dell'epidermide che con la cellulite e gli strati adiposi c'entra molto poco. A questo punto molto più efficace e piacevole un bel massaggio linfodrenante, almeno qualche liquido riusciamo ad eliminarlo...
Ed il grasso? Si riesce a dimagrire con le vibrazioni? Praticamente No.
La vibrazione sembra possa stimolare la secrezione di sostanze che "facilitano" lo smaltimento dei tessuti adiposi ma per proseguire nell'effetto l'esercizio dovrebbe essere molto più prolungato (molte ore) e molto più intenso. In pratica varrebbe la pena a quel punto allenarsi sulla cyclette o in palestra, almeno si ridurrebbero i tempi di allenamento.
Non posso dire quindi che sia consigliabile l'uso delle pedane vibranti a chi spera di migliorare il suo aspetto con un'ora di esercizio al giorno (che dopo un po' comincia pure ad annoiare).
In poche parole, tutto ciò che vediamo in televisione, le splendide ragazze che hanno muscoli supertonici dove le altre non hanno neanche i muscoli e glutei più sodi del piano di marmo di casa nostra sono semplice comunicazione pubblicitaria con l'obiettivo di vendere un prodotto che di scientifico ed efficace ha davvero poco. Stesso discorso vale per i "famosi" elettrostimolatori, quegli apparecchi che trasmettono una piccola corrente elettrica che tramite delle piastre fanno contrarre ritmicamente i muscoli. Hanno un'utilità in certi problemi muscolari, quando serve rieducazione (per esempio dopo fratture, immobilità prolungata), a volte piccoli effetti a livello circolatorio superficiale ma prima di tutto se i macchinari  sono di tipo professionale e non scatolette tascabili e poi se utilizzati con costanza. Non è mai stata dimostrata una funzione dimagrante o rassodante degli elettrostimolatori casalinghi venduti in televisione. Per quello che si pubblicizza in TV quindi, anche gli elettrostimolatori non servono a nulla.

Pubblicità ingannevole

Quante volte abbiamo sentito di un prodotto "approvato dall'associazione medici italiani"? O "testato clinicamente"? Con questa affermazione si vuole dare un'autorità al messaggio pubblicitario, si cerca di insinuare che quel prodotto è non solo sicuro ma anche efficace, lo dicono anche le autorità mediche. In realtà "approvato dall'associazione dei medici XYZ" non vuol dire nulla. Questa "approvazione" non entra certo nel merito dell'efficacia del prodotto (che per essere certificata avrebbe bisogno di lunghi studi, sperimentazioni e ripetuti test) ma solo sulla sua "innocuità". Un dentifricio "approvato dai dentisti" non è per forza il migliore ma è soltanto un dentifricio le cui caratteristiche sono state fatte visualizzare "dai dentisti" e questi non hanno avuto nulla in contrario nella sua commercializzazione: nessun parere scientifico o medico dunque.
La stessa cosa nella frase "testato clinicamente". Non si è fatta una sperimentazione ma un "test". La crema antirughe testata clinicamente viene fatta utilizzare da 100 donne (quasi sempre dipendenti della stessa azienda produttrice della crema) e se queste non hanno reazioni allergiche o particolari, il test è superato.
Se ci fate caso infatti il "testato clinicamente" non fornisce dei risultati sperimentali ma si ferma lì alla parola test clinico che letteralmente vuol dire prova pratica controllata. Nient'altro.
Per finire. Occhio ai piccoli messaggi subliminali della pubblicità. Un prodotto presentato da un uomo in camice può dare l'idea di un consiglio medico e questo non è vero ed è oltretutto proibito (negli anni passati questo "trucchetto" era molto utilizzato, oggi è proibito). Non solo. E' "ingannevole" anche il nome del prodotto o i suoi ingredienti. Se vi dicessi che uno shampoo contiene "shampène" qualcuno potrebbe percepire questo ingrediente come qualcosa di "medico", curativo, attivo...ed invece è il nome di brevetto per esempio di un conservante comune e senza effetti sul benessere del capello (ma solo sulle caratteristiche commerciali del prodotto).
Basta comunque ricordare una cosa semplicissima prima di cadere nelle trappole del marketing: un prodotto in vendita che contenesse sostanze attive in dosi "efficaci" o clinicamente significative NON può essere venduto al supermercato ma in farmacia. Per questo motivo tutti i prodotti estetici e cosmetici da banco non contengono dosi significative (cioè che hanno un effetto) di sostanze considerate farmacologiche.
E' esattamente il trucco utilizzato dall'omeopatia: pubblicizzato come un medicinale ma essere in realtà tutt'altro.

Blood Spinning

Con questo termine è indicata una procedura che ultimamente è rimbalzata in tutte le cronache sportive perchè utilizzata (sembra) da molti campioni dello sport ed addirittura da intere squadre calcistiche. La definizione scientifica corretta della pratica è Platelet-rich plasma conosciuta anche con la sigla PRP.
Si tratta di una procedura che avrebbe la proprietà di stimolare e velocizzare la guarigione da lesioni muscolari, tendinee ed ossee. Secondo chi la pratica e la pubblicizza diminuirebbe i tempi di recupero anche fino a 5 volte più velocemente del normale. Detta così sarebbe una vera rivoluzione ed in tempi di "consumismo" sportivo dove un campione deve essere sempre pronto ed efficiente (anche perchè gli sponsor non pagano un campione in rottamazione) si può comprendere come una soluzione del genere sia vista come vantaggiosissima.
La procedura consiste nel prelevare un piccolo campione di sangue del soggetto infortunato, procedere alla sua "centrifugazione" che ha lo scopo di dividere le cellule sanguigne dal plasma, ricavarne le piastrine di quel campione sanguigno e con l'utilizzo di additivi come gli anticoagulanti e calcio reiniettarlo all'infortunato.
Questa procedura stimolerebbe la guarigione dall'incidente sportivo molto più velocemente di qualsiasi altro rimedio (anche per mezzo della produzione di ormone della crescita il GH). Esisterebbero diverse formulazioni del "gel di piastrine", alcune senza aggiunta di anticoagulanti e calcio. In più questa iniezione è stata utilizzata per molti traumi sportivi (lesioni muscolari, tendinee, ossee) senza distinguerne una dall'altra.
Alcune considerazioni: questa pratica sembrerebbe sia stata utilizzata anche negli anni passati da famosi campioni di golf (Woods) e da intere squadre di calcio (Chelsea). La federazione internazionale antidoping deve ancora esprimersi sulla regolarità di tale pratica ma sembra orientata verso una sua proibizione.
Ma come stanno le cose? Questa "puntura" migliora realmente le performances atletiche?
Secondo quanto si legge dalle ricerche fatte nel mondo no.
Un trial (il più importante finora) pubblicato sul JAMA (Journal of American Medical Association) e che riguardava le lesioni tendinee ha mostrato un'efficacia nulla del PRP (confrontato con iniezioni di soluzioni saline come placebo): i tempi di recupero e la percezione del dolore sono praticamente identici al normale.
In una rivista di medicina sportiva invece sembra che il PRP abbia mostrato più efficacia del cortisone nel controllo del dolore e dell'infiammazione ma solo nel lungo periodo (dopo 1 anno): visto che però il rimedio è utilizzato per velocizzare i tempi di recupero degli sportivi, a cosa servirebbe un rimedio che funzioni dopo 1 anno? In alcuni studi sembra invece che il miglioramento sull'osso sia più evidente ma anche qui alcuni risultati contrastanti in vari campi (anche in odontoiatria dove la rigenerazione ossea è un problema non indifferente) non fanno giungere a conclusioni univoche. Altre ricerche sono in corso soprattutto per studiarne le applicazioni in malattie degenerative e croniche dell'apparato osteoarticolare.
Scientificamente quindi questa possibilità si è dimostrata efficace ma non ai fini per i quali è utilizzata nella pratica sportiva. Esistono inoltre fortissimi dubbi sulla sua innocuità e sugli eventuali pericoli: esiste infatti un forte pericolo di infezione che se sviluppatasi in un muscolo o in un osso di uno sportivo rappresenterebbe un danno gravissimo di fronte ad un beneficio molto dubbio.


Prodotti anticalvizie

Non esiste fino ad oggi un prodotto, farmaco o integratore che sia, capace di far ricrescere i capelli ad un calvo. Il problema è molto sentito, vi è un notevole giro commerciale ed i prodotti in vendita sia nei normali negozi che nelle farmacie non si contano. Esistono due classi fondamentali di prodotti venduti per risolvere la calvizie: i farmaci e gli integratori.
Nel primo gruppo sono essenzialmente due le soluzioni.

1) Farmaci antiormonali
2) Vasodilatatori

Nel secondo gruppo, quello degli integratori, esistono centinaia (migliaia?) di sostanze, più o meno attive, che hanno la pretesa di "curare" la calvizie o di almeno migliorarla.
Partiamo velocemente dal primo gruppo. Tra i farmaci antiormonali esiste la Finasteride, una molecola che inibisce un enzima che converte il testosterone (l'ormone sessuale maschile) nella sua forma attiva. In questo modo, visto che molte forme di calvizie sono tipicamente esclusiva maschile si prova a rallentare la caduta dei capelli. Il prodotto NON fa ricrescere il capello. E' nato come farmaco contro i problemi della prostata ed ha alcuni effetti collaterali, primo tra tutti il possibile calo del desiderio sessuale e poi una certa tossicità per il fegato. Altra particolarità: cessata la terapia, le cose tornano esattamente come prima di iniziarla. In ogni caso si tratta probabilmente della possibilità migliore fino ad oggi di risolvere almeno parzialmente e temporaneamente il problema. Il farmaco va prescritto da un medico, è importante, non è una vitamina ma una sostanza molto attiva.
Nel gruppo dei vasodilatatori (dilatano lievemente i vasi sanguigni) vi sono molte molecole che è possibile trovare in vendita. Sfruttano principalmente la capacità di certe sostanze di aumentare l'afflusso di sangue nel cuoio capelluto. In questo modo sarebbe assicurata una buona ossigenazione della zona e quindi un miglioramento del problema. In realtà non sono riportati risultati molto incoraggianti, anzi, sembra che l'efficacia sia ridotta e molto limitata. Il boom di questi prodotti è avvenuto attorno all'inizio degli anni 80 con l'ultranoto "Minoxidil" che, annunciato come la rivoluzione nella cura della calvizie si è rivelato un mezzo flop.
Il secondo gruppo è quello degli integratori alimentari.
Gli integratori, già: esiste di tutto: erbe, aminoacidi, vitamine, olii...in realtà sono prodotti che non hanno praticamente nessuna efficacia. Qualcuno di questi integratori (per via topica, cioè locale) ha anche un lieve effetto vasodilatatore e quindi qualcosa potrebbe fare ma non esistono evidenze di miglioramento importante o duraturo. L'elevato costo inoltre ne sconsiglia l'uso.
Parliamoci chiaramente: non esiste il prodotto che fa ricrescere i capelli a chi li ha persi. Se una persona soffre pesantemente del suo problema è possibile qualche miglioramento tramite interventi estetici. Anche questi sono molto costosi non sempre efficaci e molto delicati ed è bene quindi, prima di decidere, informarsi bene sui costi, sulle strutture che effettuano questi interventi (non affidatevi mai ad improvvisati o a sedicenti "esperti" (che fanno spesso tutt'altra cosa nella vita!) e chiedete chiarimenti ed informazioni complete. Se non c'è modo di risolvere il vostro problema ricordate sempre che la calvizie è per il 99% un problema per chi ce l'ha non per chi vi guarda che non vi giudica certo per la vostra chioma poco "folta".
Ah, non per rompere le uova nel paniere ma la storia che il calvo sarebbe più virile è una bufala, ma naturalmente se vi serve raccontatela pure...
;)

Attivatori energetici

Ne esistono di tutti i tipi e di tutte le forme, braccialetti, magliette, tessuti, collane e soprattutto sole suole per scarpe. La dicitura "attivatore energetico" è volutamente generica e non casualmente "esotica" in quanto questi presunti aggeggi non hanno un meccanismo preciso di funzionamento ma tutti si librano nel limbo dei "flussi energetici", degli ologrammi e dell'"aura corporea" tutti concetti che con la medicina hanno pochissima attinenza.
Il loro effetto sarebbe quasi sempre quello di aumentare le performances agonistiche sportive, quelle mentali, la resistenza alla fatica e l'equilibrio. Per questo motivo si rivolgono soprattutto agli sportivi.
Andando a studiare i meccanismi che permetterebbero questi effetti si resta colpiti dal linguaggio e dai termini utilizzati. Tipici del linguaggio degli imbonitori. La maggioranza di questi aggeggi funzionerebbero come scritto tramite energie non meglio specificate, flussi, magnetismi, influenze di natura poco scientifica (anzi, per niente scientifica).
Uno di questi oggettini che ultimamente sembra spopolare si chiama "Power Balance" ma ne esistono altre decine con nomi differenti. Un anello di gomma con un ologramma al centro. Venduti centinaia di migliaia di pezzi in tutto il mondo. In Spagna c'è una inchiesta del ministero della sanità per frode commerciale e l'associazione di consumatori Facua ha inviato una denuncia allo stesso ministero per pubblicità ingannevole.
Come funzionerebbe?
L'ologramma emetterebbe delle frequenze che reagiscono con quelle del corpo umano donandogli equilibrio, forza e resistenza. Beh, così dicono, senza però dimostrare come farebbe un ologramma ad emettere frequenze, quali sarebbero queste frequenze e come reagirebbero con il corpo umano. Insomma, un insieme di affermazioni assolutamente indimostrate e pseudoscientifiche. Per capirci, l'ologramma è una sorta di disegno tridimensionale (avete presente la piccola immagine translucida presente nelle carte di credito?).
L'oggetto non ha nessuna base scientifica che spieghi il suo funzionamento, non fornisce prove di come "dovrebbe" funzionare ed ha tutte le caratteristiche dell'"oggetto magico" utile solo a far arricchire chi lo vende. Non a caso il motto che lo accompagna negli scaffali dei negozi è "non crederci, compralo!" perchè in effetti non c'è nessun motivo per credere a qualsiasi effetto del bracciale.
Si è sviluppato inoltre una sorta di MLM (MultiLevel Marketing), una rete di venditori cioè, che hanno a loro volta altri venditori alle loro dipendenze e che dividono i guadagni in base a provvigioni e percentuali.
Non esiste nemmeno nessuna spiegazione plausibile sul funzionamento dell'oggetto e quel poco che si legge nel sito dei produttori o in altri ambiti in internet è un insieme di stupidaggini senza valore.

Queste chincaglierie esistono da decenni. Erano gli oggetti tipici in vendita nei giornali degli anni 70-80, indossa il braccialetto della potenza e diventi velocissimo, vesti con la maglietta del potere e diventi fortissimo.
Eppure in Italia esistono sportivi che hanno cominciato ad utilizzare questi gadgets per migliorare le loro capacità. In questo caso abbiamo tre possibilità:
1) Sono pagati per pubblicizzare gli oggettini e quindi si tratta di "semplici" sponsor.
2) Usano questi aggetti per autosuggestionarsi e convincersi di avere superpoteri.
3) Sono convinti seriamente che con un braccialetto si possa diventare più veloce.
Non ci sono notizie in merito, si sa però che vi è un braccialetto di questo tipo che si è diffuso soprattutto tra i ciclisti. Naturalmente non è documentato nessun risultato entusiasmante nè nessun record incredibile: i campioni restano campioni ed i brocchi arrivano sempre dietro, ma si sa, il potere della pubblicità fa miracoli ed ora il braccialetto ha fatto il salto di qualità. Si è rivolto a sportivi famosi, piloti di Formula 1 ed infine ai calciatori.
L'ultimo ad indossarlo è stato il calciatore del Napoli Lavezzi. Accusato di provare sempre a buttarsi in area avversaria per procurarsi un calcio di rigore a favore, il giocatore azzurro ha confessato di avere qualche problema di equilibrio.
Quale migliore occasione quindi per indossare il bracciale dell'equilibrio?
Detto fatto.
Lavezzi indossa il bracciale e finalmente non avrà più nessun problema di equilibrio e stabilità. Ma non è andata così. Il giocatore del Napoli non solo ha perso la partita contro il Parma che ha visto l'esordio del bracciale magico ma ha regalato una papera fenomenale a tutti i tifosi. Doveva battere un calcio d'angolo e si è esibito in una caduta inspiegabile con attorcigliamento carpiato delle caviglie. In pratica si è sfracellato al suolo senza motivo (qualcosa di simile a questo). Altro che equilibrio...
Ma il Power Balance non è l'unico oggettino del genere, ci mancherebbe, il mercato è molto florido. Così c'è anche il tessuto che rende più forti e la piastrina da mettere sulle suole o su una maglietta che fa diventare più resistenti e forti, si chiama Aura Activator. Anche quest'ultimo funzionerebbe mediante strani meccanismi non approfonditi: energie, flussi, onde e raggi infrarossi. Spendi un bel po' di soldi, metti la piastrina sotto le calze e diventi un fulmine!
Ma anche no.

Nessuna scientificità quindi per questi oggetti e soprattutto nessuna prova reale del loro effetto. Probabilmente un placebo che aiuta chi fa sport a ricordarsi di impegnarsi al massimo...
Diceva mio nonno vecchio saggio, una frase che più che saggia è lampante: per diventare un bravo sportivo ci vogliono fatica, sudore e muscoli. Niente altro. Come dargli torto?

Creme, pillole ed intrugli dimagranti ed anticellulite

In commercio ne esistono tantissimi. Praticamente nessuno è davvero efficace. Per dimagrire servono due cose (che se vogliamo non costano nulla, non denaro almeno): una dieta ben controllata e l'attività fisica. Nient'altro.
Consumare più carburante di quello che si introduce, ovvero mangi 2000 consumi 1000, solo così si può perdere peso (i 1000 che restano servono a mantenerci vivi...).
Le creme che promettono di far dimagrire non lo fanno, così come le pastiglie pubblicizzate in TV o nei giornali. Esistono dei farmaci che aiutano chi ha bisogno di perdere peso e si basano principalmente nel contrastare l'assorbimento dei grassi dell'alimentazione. Questi farmaci però sono molto attivi e devono essere prescritti dal medico, inoltre chi si sottopone a questa terapia deve essere seguito attentamente. Anche questi prodotti comunque non compiono miracoli e richiedono un'assunzione costante ed attenta. Abbuffarsi e stare fermi sette giorni su sette fa ingrassare, questo è ovvio, qualsiasi farmaco si assuma. Particolare attenzione deve essere fatta a certe "pillole dimagranti" che vengono consigliate da medici di dubbia professionalità o da "amiche" che le hanno già provate: si tratta di farmaci "anoressizzanti" che appartengono alla classe delle anfetamine. Sono dei prodotti che a fronte di un apparente calo di peso iniziale hanno importanti e spesso pericolosi effetti collaterali.

Le creme e le pillole dimagranti sono un classico della pubblicità ingannevole, si basano in genere sul contenuto di integratori alimentari che hanno una debole capacità di ridurre l'assorbimento degli zuccheri ma data la loro natura (non sono farmaci ed il quantitativo di molecola attiva è bassissimo) se non accompagnati da una dieta ferrea non ottengono l'effetto sperato. Altri puntano ad un effetto "sazietà" in quanto producono una massa che riempie lo stomaco e calma il senso di fame. Per quanto riguarda le creme anticellulite (problema storico delle donne) esistono in commercio dei preparati che contengono sostanze in effetti attive. Per esempio una di queste contiene derivati degli ormoni tiroidei che aumentando il metabolismo superficiale delle cellule riescono in qualche modo a migliorare l'aspetto della cute. Anche in questo caso comunque, niente miracoli. Una pubblicità di prodotto dimagrante onesta riporta sempre una frase che suona più o meno così: "effetti calcolati seguendo un regime dietetico e fisico adeguato" che tradotta in italiano vuol dire: questo prodotto, se non ti metti a dieta e non sudi sette camicie, non ti farà dimagrire.
Un intervento chirurgico che diminuisce i depositi localizzati di grasso corporeo è la liposuzione. Al contrario di quello che credono in molti, questo non è un intervento semplice e senza rischi ma al contrario prevede forte stress per l'organismo durante e dopo l'operazione. Vi sono poi alcuni effetti collaterali ed alcune complicanze non proprio banali. Altra classe di intervento chirurgico per l'obesità è quella che regola le dimensioni dello stomaco. Anche questo è un intervento complicato e ricco di effetti collaterali anche gravi.
Il ricorso alla chirurgia estetica quindi, dal mio punto di vista, è consigliato quando vi siano seri problemi che condizionano lo stato di salute (grave obesità per esempio) o inestetismi talmente importanti da condizionare la vita sociale di una persona. In pratica è una cura per una malattia, non un modo di sembrare "più belli".

Non è una novità se faccio presente che la maggioranza degli interventi estetici non sono richiesti per farsi accettare meglio da chi si incontra ma da se stessi. Non è un naso imperfetto a fare la bruttezza e nemmeno un seno troppo piccolo. (Charlize Theron insegna...).

Così si scatena una "caccia alla perfezione" (che a volte è patologica) che non ha giustificazioni in base a problemi di reale anomalia fisica o malattia ma è lo specchio di quello che è "bello" nella mente di chi ricorre a questi rimedi.
Quasi tutte le donne che ricorrono ad "aggiustamenti" estetici lo fanno perchè insoddisfatte del loro aspetto in funzione dell'altro sesso: chi ha detto che un seno piccolo sia "brutto"? Dov'è scritto che a tutti gli uomini piacciono le donne con la sesta misura di reggiseno? E soprattutto, le terribili "labbra a canotto" a chi piacciono se non alle donne convinte di avere labbra sottili?

La nuova frontiera della chirurgia plastica è la "chirurgia estetica ginecologica", già diffusa in sudamerica e negli Stati Uniti, sta comparendo anche da noi.
Così il ginecologo mostrerà alla donna i genitali da adolescente che potrebbe avere dopo un intervento di poche ore: qualche punto, un po' di "silicone" ed ecco che anche lì si diventa per miracolo "giovani".
Assurdo?
Pensate che gli uomini si tirerebbero indietro se esistesse un modo efficace di "aumentare le dimensioni" dei genitali maschili?
La verità è che anche nei confronti del nostro corpo siamo ormai dei "pigri" consumisti. La "pillola magica" che risolve tutto diventa in questo caso la cremina, la lozione ed in ultima analisi l'intervento.
Viviamo in un'epoca di "insoddisfazione" inculcataci dal mercato: siamo sempre alla ricerca di qualcosa che ci gratifichi. Per questo motivo cercare la gratificazione in una parte del nostro corpo diventa spesso un obiettivo.

Ma solo un "vero" intervento chirurgico può cambiare le caratteristiche del nostro fisico le pilloline in vendita in TV ed al supermercato sono semplici illusioni, placebo, quando non si tratta di vere e proprie frodi.

I prodotti pubblicizzati come "scientificamente" testati ed efficaci ma che in realtà servono a pochissimo sono tanti e prossimamente cercherò di dedicare altro spazio a questo argomento.
Alla prossima.

Aggiornamento 03/08/10

L'ultima notizia a proposito dei "braccialetti dell'equilibrio" riguarda proprio la loro pubblicità ingannevole, l'antitrust italiano ha aperto un'indagine e pretende da chi commercia questo oggettino le prove dell'efficacia tanto sbandierata. Vedremo cosa succederà, sono curioso di sapere che prove porteranno a questo punto (sempre che l'antitrust non si accontenti dei saliti "video di testimoni").

giovedì 22 luglio 2010

Venghino siori, venghino

E così il cerchio si chiude.

Ho iniziato a scrivere in questo blog stimolato dalle mirabolanti e viscide vicende del guaritore romano Tullio Simoncini, che dice di guarire nel 90% dei casi i tumori con il bicarbonato di sodio.

Simoncini è il prototipo del guaritore tipo.
Un'idea errata banale e mai dimostrata, nessun appiglio scientifico, termini e metodi "popolari" conditi da due concetti cardine che spiegherebbero il disinteresse della scienza nei suoi confronti: il complotto che lo vorrebbe vittima di migliaia di individui tra medici, industriali, scienziati e biologi e l'economicità della sua idea che la renderebbe poco appetibile all'industria del farmaco. Un semplice venditore di aria fritta, nè più nè meno. Nessuna rivoluzione nè almeno un'intuizione con una minima plausibilità: un venditore di olio di serpente.
Attorno a lui, come nel caso di tutti i guaritori, si ricamano storie ed aneddoti, che lo dipingono quasi come un eroe perseguitato quando invece si tratta semplicemente di una persona che, fallita la sua missione scientifica e professionale (e probabilmente di vita), si lancia in quella commerciale nel senso volgare del termine.

Descritto dai suoi sostenitori come un genio incompreso, diffondendo video di false guarigioni da tumori maligni ha raggiunto una certa notorietà soprattutto su internet.
Ho creato una pagina che riassume tutte le sue vicende, così da avere un archivio da aggiornare quando serve e raccogliere tutto in un unico post.
La vicenda Simoncini sembrava così conclusa. Dimostrando le sue manipolazioni, le basi teoriche errate e la mancanza di alcun riscontro di efficacia non c'era molto altro da dire su questo individuo che unisce alla inutilità delle sue teorie, una testardaggine ed un'insensibilità tipica di questo genere di persone.
Ma all'intera faccenda mancava un tassello: possibile che il guaritore del bicarbonato non sfruttasse a dovere la sua idea in un'epoca che permette grazie alla rete di farsi conoscere in ogni angolo del mondo? Limitarsi a quattro video senza valore e facilmente smontabili era poco.
Certo, la gente disperata purtroppo la trovi sempre e gettare esche in tutti i siti possibili ed immaginabili era una buona tattica, ma l'ex medico riusciva a vivere solo con i compensi delle vittime trovate su internet?

Oltretutto nonostante "i bassi costi" della cura fossero il suo tormentone e quello dei suoi sostenitori (la cura a base di bicarbonato costa pochi centesimi, dicono di continuo quelli che ci credono) ed era anche il principale motivo che avrebbe sconsigliato alle aziende farmaceutiche di "notare" le sue cure rivoluzionarie, all'atto pratico queste "terapie" diventavano talmente costose da impedire alla maggioranza dei pazienti di cascare nella trappola.

Ho assistito tempo fa ad un incontro con l'ex medico (ne ho fatto un resoconto qui) durante il quale disse una frase che per me suonava come una novità: "i giapponesi stanno brevettando la mia cura". Non avendo notizie di una cosa del genere la riportai così com'era, chiedendomi quale fosse il significato di quell'annuncio.

Ma ora il mistero è risolto. Nessun brevetto nè scoperta, si tratta molto più semplicemente di un'idea imprenditoriale: visto quanti allocchi si trovano, perchè non sfruttare l'idea?

E' nato così in Giappone il Simoncini Cancer Center.


La struttura è organizzata dalla Chirononcology, una società giapponese esperta nelle cure alternative di tutti i tipi (ha iniziato con le cellule staminali), stanno preparando una bella clinica privata dove si somministrerà bicarbonato per curare praticamente tutti i tumori con percentuale di guarigione del 90%, un bel centro di sfruttamento del dolore: a pagamento  naturalmente, mica c'è la mutua.

Si parla di apertura a metà dicembre prossimo anche se a quanto pare si accettano già "prenotazioni".
Si accomodino tutti quelli che adulano il romano del bicarbonato, vadano a visitare la clinica del genio, è lì ora, a disposizione di tutti i suoi affezionati ed irriducibili fans.

Ho contattato un mio collega giapponese che non sa di Simoncini chiedendo se fosse a conoscenza di una cosa del genere e dopo alcune ricerche mi ha riportato delle notizie interessanti: la struttura (a tre piani) era un ex albergo che dovrebbero ristrutturare per farne una clinica. Attualmente non esistono strutture mediche in quel centro. La notizia non è particolarmente diffusa in Giappone ma il mio collega ha chiamato a sua volta dei suoi conoscenti di un ospedale della zona dove dovrebbe svilupparsi l'edificio, a quanto pare in Giappone Simoncini "è più conosciuto per il numero di morti sospette che per aver guarito persone", sue testuali parole. Secondo il mio collega inoltre, la struttura che si vede in foto non riprodurrebbe qualcosa presente a Tokyo ma sembrerebbe un panorama della città di Matsumoto, città turistica conosciuta per una struttura montuosa chiamata le "Alpi giapponesi".
Mi aggiornerò costantemente con il collega che nel frattempo cercherà altre informazioni.

Il Simoncini Cancer Center è "ufficialmente" riconosciuto dal nostro guaritore nazionale il quale terrà anche dei corsi, delle conferenze e potrà svolgere personalmente le sue terapie oltre a "formare" altri medici sulle sue panzane idee. Certo che se noi italiani dopo la mafia esportiamo questo genere di personaggi...

Nel sito della clinica (che presenta per ora versioni in tre lingue) c'è tutto l'elenco dei deliri di Simoncini: il cancro è fatto di candida,  i tumori sono tutti bianchi ed il bicarbonato li guarisce.
L'ex medico romano la gira come piace a lui e se finora il bicarbonato era una sostanza innocua e senza rischi (contrapposta alle "terribili" pratiche della medicina), nel sito se il bicarbonato non viene somministrato dai medici della clinica diventa ad alto rischio ed estremamente pericoloso: come modificare i fatti secondo i propri interessi.
Dal poco costoso ed innocuo siamo passati al carissimo e pericoloso...

Alcune parti del sito sono davvero patetiche (se non fosse drammatico l'argomento) come quando è scritto che Simoncini è arrivato alle sue conclusioni "dopo anni di ricerche" (egli stesso invece ha detto che non ha mai cercato nemmeno la candida...) o che meriterebbe il premio Nobel (in realtà non sarebbe adatto nemmeno a quello IgNobel).


Passiamo a quello che interessa di più a Simoncini e soci. I soldi.
Il listino prezzi è in yen giapponesi e l'economico bicarbonato finora bistrattato in cucina o per pulire la frutta ha la sua occasione di rivincita:

una prima visita costa quasi 300 euro (281 circa), un trattamento endoscopico quasi 11.000 (10.715 euro).
Esiste anche la "vaccinazione" di Simoncini (vaccinazione dalla candida? Esagerano i giapponesi...).

In totale per sottoporsi ad un trattamento completo di Simoncini (visita + 2 somministrazioni) ci vogliono più di 34.000 euro (34.212,36 euro). Che poi io, malizioso, sono convinto che 2 somministrazioni non basteranno perchè la candida avrà bisogno sempre di  un po' di bicarbonato in più.

34.000 euro per le punture di bicarbonato. E guarisci dal cancro nel 90% dei casi...
Pagabili cash o con carta di credito.
Alla faccia del bicarbonato di sodio.

Ci vogliono poi 187 euro per un consulto di 30 minuti e per ogni 10 minuti che eccedono il tempo massimo, servono ulteriori 93 euro.

Aggiungiamo viaggio,  vitto e alloggio (previste 2-6 settimane di cura), tocchiamo più di 40.000 euro per 2 iniezioni di bicarbonato. Per una "cura" che non funziona basata sul nulla, non c'è che dire, davvero poco costosa...altro che Big Pharma...
Cosa diranno ora gli irriducibili fans quando si spargerà la notizia che il "povero", economico e conveniente bicarbonato costa 20.000 euro ad iniezione?

Due appunti veloci per liquidare la notizia:

1) Visto che la "cura" al bicarbonato era talmente economica e praticabile, mi spieghino Simoncini ed i suoi collaboratori perchè un ciclo di cura del guaritore costa migliaia di euro. A questo punto anche le aziende farmaceutiche dovrebbero esserne interessate: cade un mito del complottismo?

2) Da oggi, chi vuole farsi curare dal genio del bicarbonato non ha che da prendere l'aereo ed andare a nella clinica di Simoncini a farsi le iniezioni. Mi pare che non si possa più dire che la cura non sia praticabile. I dati li avete, Simoncini e clan girano le "prove video" ed io vi ho mostrato come le falsificano. Ognuno giudichi con i suoi occhi.
La clinica è privata e basta semplicemente p a g a r e.

Ah, chi non riuscisse ad andare in Giappone, può benissimo chiedere un consulto via mail al modico prezzo di 2678 euro!
Vediamo chi avrà ancora il coraggio di dire che la cura con il bicarbonato è "economica".

Beh, a questo punto non resta che aspettare un consulto astrologico ed un giro di tarocchi da Simoncini in persona, non si sa mai.
Storia finita quindi, Simoncini entra a pieno titolo nell'elenco dei ciarlatani di spessore, quelli seri per intenderci. Ha fatto la fine di Hulda Clark, di Max Gerson e del Laetrile, tutti finiti in esilio a "curare" il cancro di poveri disperati, tutti alla ricerca spasmodica di denaro sporco di sangue e vergogna. Tutti morti e dimenticati per sempre.

Io credo di aver fatto il mio dovere. Ho detto la mia, ho informato ed ho spiegato cosa non va nelle idee del Tullio del bicarbonato . Sarò sempre pronto a riportare le sue malefatte a riferirne i giochi per far abboccare le vittime ed a mantenere alta la guardia ma non credo debba portare altri elementi a chi ha a cuore la verità ed ha bisogno di notizie per decidere a chi affidare la sua salute.

A questo punto buon lavoro a chi dovrebbe impedire queste cose ed in bocca al lupo a chi nonostante tutto abbocca ai tranelli di Simoncini.
Ed un pensiero triste ai sostenitori italiani del guaritore che credevano di imbastire un affare su questa storia e si sono visti soffiare tutto dai giapponesi che si sono appropriati anche dei video e delle interviste realizzate da complici italiani: troppo tardi cari miei, questi orientali sono terribili.
Magari i seguaci italiani che si sono lasciati sfuggire l'affare ora piangono ed a questo punto potrebbero provare il benedetto bicarbonato per calmare i bruciori di stomaco, funziona: almeno in questo caso è provato. Ma non disperate, qualcosa avete ottenuto e per questo un grazie ve lo devo, senza di voi io non sarei mai stato qui a far sapere a tutti che gentaglia c'è in giro.
Non siete contenti?

Alla prossima.

Aggiornamento 27/07/10

Da eccezionali lavori di "intelligence" anti imbroglioni disponibili nei commenti a questo articolo, sono emersi molti particolari interessanti. Sembra che il business di Simoncini (l'ex medico è indicato come CMO della "clinica" ovvero il responsabile medico, il nostro direttore sanitario) sia in pieno svolgimento ed è curioso sapere che c'è anche chi nel suo gruppo, comincia a cercare in giro quantitativi industriali di bicarbonato da vendere a peso d'oro ai pesci che abboccano, come questo annuncio rivolto ai produttori cinesi o questo. Pacchi da svariati kg. di bicarbonato rivenduti poi a 40.000 euro per volta...un buon affare, non c'è che dire...
Sembra che sia tutto collegato alle tristemente famose "cliniche miracolose" cinesi, quelle che promettono guarigione da malattie inguaribili (soprattutto neurologiche) tramite le cellule staminali, vere e proprie industrie dello sfruttamento del dolore. Quale occasione migliore quindi per affiancare a queste cure inutili anche quelle per il cancro?
Ho come l'impressione che Simoncini si stia mettendo in qualcosa molto più grande di lui...staremo a vedere...

Aggiornamento 19/08/10

In una delle pagine del sito giapponese sono riportate delle affermazioni che meritano di essere riportate. Intanto si dice che il cancro è una malattia contagiosa, la candida è un fungo contagioso e quindi per ovvia conseguenza chi ha una persona in famiglia malata di cancro rischia di contagiarsi e poi il bicarbonato, economico, disponibile e facile da reperire in mano ai giapponesi di Simocini diventa come l'oro. Non solo costa un patrimonio ma ora non possiamo nemmeno fidarci del bicarbonato del supermercato perchè a loro dire non funziona. Indovinate dove si trova l'unico bicarbonato efficace?
Ma naturalmente al Simoncini Cancer Center...
Fantastico, qui siamo a livello di televendita.

domenica 18 luglio 2010

Hand of Hope

Attenzione alcune immagini contenute nell'articolo possono impressionare

Non so quanti conoscano questa storia.
Per chi non la conosce sarà un incredibile contatto con la vita, un'emozionante sensazione di speranza.
Già, la storia che racconto oggi è stata già chiamata "The hand of hope", la mano della speranza.

Perchè alla fine questa è la storia di una mano.

Una mano che ne afferra un'altra, anzi a dire il vero ne afferra solo un dito ma la stringe forte. Quante mani si stringono ogni giorno, ma questa ha qualcosa di diverso.
Ha tutta una storia dietro senza la quale quella mano non avrebbe stretto quel dito.

Ha decenni di studi, scienza, prove, sconfitte, vittorie, nuovi tentativi e poi sofferenza, paura, dolore e disperazione...fino alla speranza e la vita. Ecco perchè si chiama "la mano della speranza".

Ed in questa storia si incontrano tre persone, Michael Clancy, fotografo di Nashville, Samuel Alexander Armas un bambino oggi di 11 anni ed un chirurgo, Joseph Bruner. E di una foto. perchè anche la foto di quello che successe quel giorno è entrata nella leggenda.
La mamma di Samuel, in gravidanza, si sottopone ai consueti controlli, quando un'ecografia diagnostica una grave malformazione: la spina bifida.
Questa malattia è una malformazione della colonna vertebrale che consiste nella mancata chiusura di alcune vertebre. Nella vita fetale infatti, la colonna vertebrale è come un doppio binario che durante la gestazione si riunisce formandone uno solo, quello che conterrà il midollo spinale.
Una mancata chiusura della colonna causa seri problemi al midollo (quanto più è precoce l'insorgere del problema tanto più gravi saranno le conseguenze, fino all'incompatibilità con la vita). Le forme molto lievi possono dare pochi problemi, quelle gravi necessitano di intervento chirurgico correttivo che risolvono parte delle problematiche. Se il difetto insorge molto precocemente il danno sarà talmente importante da poter essere incompatibile con la vita.
C'è poco da fare in questi casi: si tende quasi sempre ad effettuare (quando necessario e possibile) un intervento chirurgico subito dopo la nascita o nei casi più drammatici c'è chi ricorre all'interruzione volontaria di gravidanza e chi porta la gestazione fino alla fine con le conseguenze del caso.

La mamma di Samuel è un'ostetrica. Chissà quanti casi simili ha visto nella sua vita,e come si dice, doveva capitare proprio a lei...
Ma non si da per vinta. C'è una remota possibilità.
A partire dalla fine degli anni 90, un chirurgo americano ha sperimentato un intervento rivoluzionario: operare il feto quando si trova ancora nell'utero materno.
L'intervento è davvero molto difficile, pesante anche per chi opera perchè richiede mano fermissima, sangue freddo, perfezione e precisione massima, tanta fortuna ed un po' di incoscienza, arma vincente di tutti i grandi chirurghi. Basta pochissimo per un fallimento totale e tragico.

Joseph Bruner, il chirurgo di Nashville, quelle qualità le aveva ed i suoi interventi avevano avuto un ottimo tasso di successo.
Operando il feto molto precocemente si risolveva il problema ed il bambino sarebbe nato con pochi problemi rispetto a quelli che avrebbe potuto avere. Uno di quei miracoli che solo i mezzi moderni possono compiere.

La mamma di Samuel si rivolge a Bruner che parla chiaro: l'intervento è molto rischioso per il feto, ce la metteremo tutta ma non c'è da aspettarsi un successo garantito: è una sfida.
Così il 19 agosto 1999 a Nashville l'equipe del Vanderbilt University Medical Center è pronta, come sempre.

Questa volta una novità: in sala operatoria era presente Michael Clancy, fotografo di USA Today, inviato proprio in quell'ospedale per fissare qualche momento di quel rivoluzionario intervento chirurgico che faceva discutere mezza America. L'occasione era preziosa. Per la prima volta l'intervento veniva tentato alla ventunesima settimana di gravidanza. Era il limite minimo.
In caso di fallimento vi erano pochissime speranze per Samuel, sarebbe avvenuto un parto prematuro e le possibilità di vita in quell'epoca di gravidanza erano praticamente nulle.

Michael era emozionato, mai stato in una sala operatoria si trovava vestito come un chirurgo in mezzo a luci sconosciute, ai "bip" dei macchinari ed alla "cerimonia" che ogni giorno si ripete, perfettamente uguale, in tutte le sale operatorie del mondo.

L'intervento avvenne come sempre.
L'utero viene inciso per un tratto brevissimo assieme alle membrane amniotiche. Con manipolazioni esterne e muovendo delicatamente il feto si cerca di posizionarlo in maniera da poter effettuare la correzione chirurgica della spina bifida.
In un'ora e mezza l'intervento era concluso ed il chirurgo (come tutti i chirurghi alla fine di un intervento) sembrò più sollevato. Si poteva richiudere l'utero e concludere la procedura.

A quel punto il Dott. Bruner si voltò verso Clancy: "che pellicola stai usando?" domandò, preoccupato che nella penombra della sala operatoria non si riuscissero a vedere bene i particolari dell'intervento.
Mentre il fotografo stava per rirpondere le pareti dell'utero ebbero come un sussulto, una vibrazione interna disse Clancy.
Dalla breccia ancora aperta dell'utero emerse qualcosa di rossastro.
Subito il fotografo pensò fosse sangue e strinse la sua macchina fotografica.
Poi vide come quattro appendici sottilissime.
Era una mano.

Il chirurgo la sollevò dalla breccia uterina con un dito e la mano strinse forte.
Era Samuel.
La mano di Samuel, come per ringraziare quel medico che gli stava ridando la vita, strinse il suo dito. O forse era solo un saluto per poi rivedersi qualche mese dopo, al momento del parto. In ogni caso quella era la mano della speranza.
Clancy non credeva ai suoi occhi ed istintivamente scattò qualche foto:




L'infermiera vide Clancy particolarmente agitato: "cosa succede?" chiese, "la mano, è uscita la mano dall'utero" "succede sempre così" rispose l'infermiera continuando il suo lavoro.

La gravidanza proseguì normalmente, Samuel è nato a termine di gravidanza in buone condizioni. Ha qualche problema di movimento ma fondamentalmente sta bene e soprattutto è vivo e vegeto. Ed a quanto pare felice di stare con i suoi genitori:


Qui un slideshow degli scatti di Clancy, creato dallo stesso autore.
Ho passato parte del mio periodo di specializzazione in Francia. Nel reparto dove lavoravo si erano sperimentati alcuni casi simili. Nel 2000 ho operato tre casi tutti e tre con ottimi risultati. Io mi occupai della parte ginecologica, l'equipe era formata da 5 medici, oltre a due ginecologi anche un neurochirurgo e due chirurghi generali, vi erano inoltre due anestesisti, due neonatologi, l'equipe infermieristica e di sala operatoria. Ogni intervento impegnava poco meno di due ore ma la spesa in energia e stress era enorme (ricordo che alla fine dell'ultimo intervento in tre abbiamo terminato un boccione da 5 litri di acqua). Le attrezzature inoltre erano di avanguardia e costosissime. Successivamente la procedura fu progressivamente abbandonata per l'altissimo rischio intraoperatorio che non ne permetteva l'uso routinario.

Che io sappia in Italia (ma potrei sbagliarmi) ancora nessuno ha tentato un intervento del genere (anche perchè non è possibile farlo dovunque...). [Aggiornamento: invece è successo, a Trieste.]

In seguito alla serie di foto scattate in sala operatoria ci furono molte polemiche. Le immagini erano talmente incredibili che ci fu chi mise in dubbio la veridicità della vicenda. Nacquero polemiche anche tra il chirurgo ed il fotografo. Il primo infatti sostiene che il feto non estrasse volontariamente la mano, ma fu lui a tirarla fuori a scopo dimostrativo mentre Clancy dice di ricordare chiaramente i movimenti del piccolo arto.
La storia fu anche strumentalizzata dai movimenti antiabortisti americani e c'è chi accusò il Dott. Bruner di scorrettezza perchè sostiene che quelle foto siano "posate", preparate, giusto per fare scalpore, si racconta anche di un team di medici che definì le foto "false". Non posso sapere se la foto fosse "preparata" o cercata, ma al 100% è vera dal punto di vista medico.
Visto che c'è "di mezzo" una vita salvata, delle polemiche non mi interesso, ho solo raccontato una storia e se un po' di speranza è nata in ognuno di voi, beh, lo scopo era proprio questo.

Alla prossima.

martedì 13 luglio 2010

Ebe

Quando qualcuno dice che il carcere serve a redimere dovrebbe conoscere questa storia. Non che il carcere non abbia teoricamente questa funzione, spesso riesce nel suo obiettivo, ma come vedremo a volte non è sufficiente a far pentire chi commette un reato, come se nessuna pena possa impedire a chi è portato a fare del male di continuare a farlo.


Gigliola Ebe Giorgini è il nome all'anagrafe di una signora emiliana che negli anni 80 riempì le pagine di cronaca dei quotidiani italiani per le sue attività di guaritrice e santona. Prototipo del guaritore come lo conosciamo oggi, la Giorgini si faceva chiamare "Mamma Ebe" dai suoi seguaci e raccolse enormi quantità di denaro tramite la sua attività che si svolgeva in Toscana con centinaia di persone che la raggiungevano da tutta Italia e lei stessa si spostava per tutto il territorio nazionale per somministrare le sue "cure".
Mamma Ebe aveva costruito una sorta di tempio a Carpineta in provincia di Pistoia, un misto tra un rifugio pagano ed una chiesa cristiana con tanto di statue della madonna, di Gesù, angeli e santi.
Nella sua abitazione foto di incontri e dediche da parte di preti, vescovi e persino con il Papa. Per un certo periodo inoltre, la santona si presentava con delle stimmate che le segnavano le mani che secondo lei le erano state "inviate da un'entità".  Le "guarigioni" avvenivano con l'imposizione delle mani e secondo le testimonianze erano dovute all'intercessione di Gesù o della Madonna. Una testimone ha raccontato che durante le cerimonie di guarigione, la Ebe sembrava cambiare il proprio colore degli occhi (probabilmente tramite l'uso di lenti a contatto colorate) ed anche questo era un dono sovrannaturale.

Fondata anche un'associazione pseudoreligiosa (che la chiesa non ha mai riconosciuto), la santona dispensava esorcismi, sedute di guarigione, benedizioni ma anche vere e proprie terapie mediche con tranquillanti, farmaci psichiatrici ed antiepilettici. I farmaci non venivano somministrati come tali ma come "preparati per migliorare le malattie" di invenzione della stessa santona.
La guaritrice sottoponeva i suoi "clienti" anche a sedute di purificazione, massaggi, agopuntura e somministrava unguenti e pozioni preparati da lei. Tutto in cambio di soldi. Tanti soldi.

Le "guarigioni" della santona non si fermavano però ad un'attività "artigianale" di piccola fattucchiera.

Tramite le sue opere riuscì a gestire case di riposo per anziani, raccogliere adepti che entravano in una vera e propria clausura, decine di persone che lavoravano gratis per la sua associazione "Opera di Gesù Misericordioso" e che venivano sottoposti a pesanti punizioni quando non rispettavano le regole o confessavano peccati non permessi. Gli adepti raramente riuscivano a sfuggire dall'abbraccio soffocante di Mamma Ebe e così per anni fu difficile scoprire quello che accadeva nelle stanze dell'associazione.
In paese si sussurrava di strani riti e messe non ufficiali, di persone rinchiuse per mesi, di violenze, ma poi qualcuno giustificava tutto come l'attività di un centro religioso che alla fine non faceva del male a nessuno.
Si mossero persino le autorità ecclesiastiche, allarmate dall'enorme quantità di pellegrini che si recavano al centro esattamente come ci si reca ad un santuario religioso, i vertici della chiesa provinciale sottolinearono ripetutamente che quella donna e la sua associazione non erano riconosciute e non avevano nulla a che vedere con la chiesa cattolica.
Gli appelli furono praticamente inascoltati, la gente si accalcava sempre più numerosa per ricevere una "cura" dalla Ebe guaritrice o una parola dalla Ebe santona.

Le cronache andarono oltre, mischiando realtà e leggenda.

Sembra infatti che la "santa" Ebe dall'aspetto mite e casto, si lasciasse andare ad incontri non proprio "religiosi" con alcuni suoi adepti e che le stesse punizioni, oltre alle frustate ed all'olio di ricino, prevedessero vere e proprie umiliazioni fisiche fino alla violenza sessuale. Furono rinvenuti nei suoi appartamenti anche gioielli per un valore altissimo, preziosi, pellicce, beni di lusso e si raccontava di festini a base di sesso e champagne (la Ebe giustificò quella sua passione per il vino francese con la sua "allergia all'acqua").

Dal 1980 Mamma Ebe fu denunciata spessissimo, ripetutamente. In un caso fu il padre di una delle seguaci a denunciare il sequestro della figlia rinchiusa come una suora nel centro della santona ed obbligata a seguirne le attività. Fu denunciata anche per estorsione, abbandono di incapace e plagio. In alcuni casi fu dimostrato che la guaritrice pretendesse l'intera pensione di anziani soli per sottoporli alle sue cure.
Nel 1984 fu arrestata e nel 1987 fu condannata ad 8 mesi di reclusione.

Nel 1988 fu arrestata di nuovo per associazione a delinquere ma il successivo processo la vide assolta ed Ebe tornò alle sue attività di sempre e così proseguì le "cure", le punizioni ai suoi adepti e l'amministrazione di quello che era ormai un giro di affari milionario. Per i suoi reati che venivano ripetuti nella sua abitazione, un nuovo arresto, nel 2002.
La condanna arrivò nel 2008: 7 anni di reclusione per truffa ed esercizio abusivo della professione medica. Furono condannati anche alcuni suoi collaboratori. La donna però non andò in carcere, gli sconti di pena e le scappatoie legali le consentirono di tornare a casa agli arresti domiciliari.

Nel frattempo la guaritrice aveva messo in piedi un vero e proprio impero finanziario, si contavano almeno 15 istituti sparsi in tutta Italia gestiti dalla sua associazione e frutto dei proventi delle sue attività da "santona" mentre continuava l'opera di "guaritrice" e la vendita di pozioni, acqua benedetta ed unguenti magici.

La Ebe prescriveva psicofarmaci o falsificando le ricette mediche o servendosi di medici compiacenti (anch'essi condannati) ai quali in cambio erano offerti servizi e denaro provenienti dall'associazione della santona.
In appello la condanna fu ridotta e la santona tornò in libertà.
Dalla sua vicenda fu tratto pure un film con Stefania Sandrelli.

Non perse però il vizio, visto che da subito riprese la sua attività di guaritrice.
In seguito ad altre denunce e segnalazioni (anche la TV se ne era occupata nei mesi scorsi) nuovo arresto in questi giorni.
A 76 anni, la guaritrice torna in carcere e con lei anche alcuni suoi collaboratori e dei seguaci.

Le pratiche di "Mamma Ebe", ebbero eco in un'epoca di passaggio tra quella che conosceva i "guaritori" di paese, in genere gente umile e povera che in cambio dei loro "servizi" chiedevano beni alimentari o piccoli aiuti domestici (esistono ancora in certe zone d'Italia) agli anni nei quali il "normale" ed in necessario lasciarono il posto al "miracolo impossibile": non sempre legato ad uno stato di malattia o sofferenza, tantissime persone si rivolgevano alla santona per vincere somme nelle scommesse, per far trovare lavoro al figlio, per sfruttare finanziariamente i risparmi di una vita.
La santona, ecco perchè fu una sorta di "prototipo" di quello che accade oggi, scoprì che lì fuori c'era tanta gente disposta (per disperazione o stupidità) a bersi qualunque sciocchezza e su quello basò la sua fortuna. Personaggi come Vanna Marchi, i cartomanti in TV o i vari Simoncini ed Hamer, in Italia apparirono dopo in tutta la loro impietosa crudeltà mentale.
La cosa che più stupisce in questo senso (ma accade ancora oggi) è che di fronte all'evidente inconsistenza delle capacità "guaritrici" della santona, sempre più persone erano disposte a seguirla ed a pagarla.
Sembrerà strano ma anche gli abitanti della zona di attività di Mamma Ebe non esitavano a consigliare i suoi servizi e le sue pozioni a chi chiedeva informazioni.
In fondo era una sorta di "attrazione" turistica, frotte di pellegrini la cercavano e cercavano pure dove pernottare, mangiare qualcosa e fare la spesa. Ce n'era per tutti insomma.
Non accade lo stesso oggi con i vari guaritori del web?
Quanti esempi abbiamo visto?

Il "paese" oggi è internet ed attorno ai guaritori c'è un nutrito gruppo di gente che guadagna tramite loro: siti, pubblicità, DVD, libri. Nei convegni dei guaritori si vendono pure dolci, prodotti artigianali. Un vero e proprio mercatino della sofferenza, tragico ma redditizio.

Com'è possibile che tanta gente non si faccia scrupoli e per i propri interessi vada contro il comune senso della morale?
Come può accadere che una persona ragionevole, disperata quanto si voglia, ma ancora capace di intendere, possa dare credito ad un'anonima che afferma di vedere la Madonna, guarire gli ammalati e curare con la forza delle mani?
In alcuni casi si tratta di vero e proprio plagio. Non è necessario essere personaggi carismatici o dominanti, si tratta probabilmente di una spirale psicologica unita ad una personale mancanza di etica e morale: quando vedi che sfruttare la gente fa guadagnare tanti soldi (di fronte ad un investimento praticamente nullo) se la tua coscienza non ti ferma andrai avanti anche se si tratta di compiere reati o di andare contro il senso comune del bene.

Di centri "pseudoreligiosi" e di santoni con centinaia di seguaci il mondo è pieno e ne esistono tanti anche in Italia, uniscono oltre alla religione, tematiche di tutti i tipi: da quelle millenarie da fine del mondo, agli alieni  con tanti elementi comuni a quei movimenti soprannominati "new age".
Mischiare l'argomento religioso con la salute, le promesse di successo e di denaro ed il recupero di situazioni disperate è un vecchio metodo di arruolamento. E' il plagio psicologico che costringe chi è vittima di questi gruppi ad esserne dipendente, a non riuscire a staccare la propria persona dal santone e dal suo gruppo.

Le conseguenze sono quasi sempre gravissime anche perchè per ovvi motivi, i "santoni" obbligano le vittime a tagliare ogni rapporto con la famiglia di origine, con gli amici ed i conoscenti. La vittima diventa proprietà privata della setta e con lei tutti i suoi soldi ed i suoi averi.

Il gruppo di Mamma Ebe era diventato proprio questo, una sorta di setta che riuniva adepti in crisi di vita o psicologica, qualcuno entrava nel gruppo con l'intenzione di risolvere problemi di salute anche molto gravi, raccoglieva offerte e si spingeva a gestire anche strutture esterne, tutto coperto da motivazioni ufficialmente religiose ma che di mistico avevano ben poco.
Da prototipo dei moderni guaritori ad esempio di attività a scopo di lucro. La sua storia è comune a quella di tutti gli altri pseudosantoni.
L'unica differenza è che Ebe ha avuto successo ma ha passato gli anni tra il suo tempio e le sbarre di una prigione: in fondo è sempre una vita fallita, rinchiusa e votata al male.

Alla prossima.

giovedì 8 luglio 2010

Big Placebo

Nulla, sciolto in acqua, è più efficace dell’acqua in cui nulla è sciolto
Questa è la teoria su cui si basa l'omeopatia.
Diffondere false medicine, pseudoterapie, rendere "accettabili" cure che in realtà non curano niente, permettere le pseudoscienze perchè tanto "non fanno male a nessuno" è qualcosa di pericoloso?
L'omeopatia pretende da decenni una certificazione di "medicina" che non riesce ad ottenere e fa di tutto per ritagliarsi una fetta del mercato della salute (che è enorme e redditizio). Il fatto di non essere riuscita ad emergere dal brodo dell'alternativo e di non aver mai dimostrato nè i princìpi sui quali si basa nè la sua efficacia la sta lentamente facendo scivolare nel mondo della stregoneria.
Gli sforzi degli omeopati quindi stanno ottenendo l'effetto contrario.
Pensateci un attimo: quando una cura non dimostra efficacia, non prova le sue basi teoriche, non sa spiegare perchè dovrebbe funzionare, cos'è se non una religione?
E se funzionasse, visto che nessuno sa perchè non sarebbe una stregoneria?

Se parlassi di "forza vitale", se dicessi che questa può essere indebolita da "veglie notturne ed eccessi sessuali" e se utilizzassi termini come "ciclo Karmico" e "miasmi" secondo voi sto parlando come un cartomante? No, sto utilizzando termini omeopatici (Manuale di omeopatia. Terapia del corpo e dell'anima - G.Attanasio, pag 52) e quale persona con un briciolo di ragione utilizzerebbe una "scienza" che parla come i cartomanti per la propria salute?

Pierre Schmidt è stato definito il più grande omeopata moderno. Il più grande,...si occupava di omeopatia e di cose come la grafologia, l'iridologia, la lettura della mano e la numerologia. Questa è magia, non medicina!

Ma se fosse una "magia" efficace credo che tutti prima o poi ne approfitteremmo, anche il medico più ortodosso non potrebbe tirarsi indietro davanti alla possibilità di curare in qualsiasi modo i suoi pazienti.

Invece le pratiche omeopatiche rimangono nel limbo dei rimedi "pseudoscientifici" che qualcuno più elegantemente chiama "complementari" proprio perchè pretendono di essere "scienza", sono esse stesse che si circondano di magia ed esoterismo.

Così l'omeopatia si crea una nicchia di "appassionati" e fedeli che credono a concetti come la "medicina quantistica" (che non esiste), alle energie vibrazionali (che è un termine esoticamente generico) o alla memoria dell'acqua (che non esiste). Poi si entra in campi come il complottismo e Big Pharma che completano il quadro.
Il ricorso ad argomenti inconcludenti per spiegare l'efficacia di questo o dell'altro metodo alternativo è il primo sintomo di mancanza di plausibilità.
Se l'omeopatia o la cura a base di erbe hanno bisogno di sottolineare in ogni discussione l'aspetto etico ed economico delle multinazionali definendole Big Pharma come per aumentarne l'aspetto negativo, spostano solo l'attenzione dalle loro ragioni ed il sospetto che queste ragioni non esistano diventa molto forte. Forse che gli industriali della camomilla chiamano "Big Cafè" quelli del caffè?
Se la tua cura funziona questo è indipendente dai fallimenti delle altre o dall'avidità dei produttori "concorrenti".

Perchè quando si chiedono prove sull'efficacia dell'infuso di erbe contro il cancro la prima risposta è: "perchè, l'oncologia ti fornisce prove?".
Immaginate di essere un selezionatore per un posto di lavoro importante ed avete due candidati tra i quali scegliere.
Chiedete al primo: perchè dovrei preferire lei per il posto di responsabile della mia azienda?
Vi risponde: perchè l'altro candidato è incapace ed ho saputo che è poco onesto, pensa solo ai soldi e fondamentalmente non sa fare il suo mestiere. Io sono più bravo anche se non ho nessun titolo ma vi assicuro che so il fatto mio.

Poi arriva l'altro candidato: presenta il suo curriculum, spiega le sue esperienze e racconta delle sue passioni; elenca alcuni master che ha frequentato ed in più fornisce credenziali e risultati delle sue precedenti occupazioni.

Voi chi scegliereste?
Io andrei sul sicuro...

La tattica di demolire il "concorrente" è utilizzata ogni giorno ma è tipica dei più deboli, di chi non ha altro da presentare.

Così l'omeopatia invece di ottenere un minimo riconoscimento almeno "popolare" di placebo "buono" per i piccoli malanni di tutti i giorni si autodistrugge diventando la stregoneria del nostro secolo e favorendo inconsapevolmente i comportamenti meno etici dell'industria farmaceutica.

"Big Pharma" quindi ha vinto?
E' un bene per noi o un danno che prima o poi potrebbe condizionare i reali trattamenti per la salute?

L'omeopatia ha costi scientifici praticamente nulli: non esiste "ricerca" in omeopatia (i rimedi sono quelli, al limite si può tentare di dimostrarne l'efficacia), che è per definizione una pratica ferma a secoli addietro, non progredisce, non cambia teoremi, non esiste "aggiornamento" quindi e nemmeno progressi per una pratica nata quando non si conosceva nemmeno l'esistenza dei batteri.
La produzione omeopatica poi è praticamente a costo bassissimo. Produrre dei granuli fatti di acqua e zucchero e venderli a decine di euro al grammo è praticamente vendere oro a costo zero, non devi nemmeno studiare e misurare gli effetti collaterali o secondari: non ce ne sono.
Non hai nemmeno responsabilità.
Se una persona va dall'omeopata per una malattia grave una ricettina la invia dal medico curante, se invece la malattia è banale e sarebbe passata da sola, via con granuli e medicina olistica...
Poi ci si chiede perchè tanti malfattori si improvvisano "naturopati" o "consulenti sulla salute"...

Così basterebbe fare due conti: meglio produrre dei farmaci che costano tantissimo, che bisogna studiare, provare, aggiornare e produrre o molto più conveniente vendere acqua facendo credere di vendere prodotti attivi?
Ed a me medico: mi conviene prescrivere farmaci potenti che hanno dei rischi e degli effetti collaterali, tentare di salvare vite umane con un intervento chirurgico, pratica rischiosa e sempre carica di responsabilità altissime,  comprare strumenti diagnostici ed aggiornarmi costantemente o meglio prescrivere granuli di zucchero che non so nemmeno come (e SE) funzionano tanto quando non succede nulla il mio paziente va in ospedale?
La risposta appare abbastanza evidente...
 
"Big Pharma" potrebbe quindi diventare "Big Homeo"?
Perchè rischiare (e farsi criticare) quando "milioni di persone utilizzano la medicina complementare"?

Il rischio c'è.

Vitamine, integratori, "rinforzanti" e supplementi sono ormai parte integrante dei listini delle multinazionali.
Sono tutti prodotti praticamente inutili.
Tranne gravi carenze infatti, tutte le vitamine necessarie alla nostra sopravvivenza e salute le introduciamo con la dieta o le produciamo semplicemente vivendo.
Gli integratori, in una persona sana, non servono a nulla.
I granuli di zucchero con la memoria dell'acqua hanno prezzi superiori all'oro.
La Boiron, maggiore industria mondiale nella produzione di rimedi omeopatici ha chiuso il 2009 con un fatturato di 526 milioni di euro ed ha registrato un picco vertiginoso di vendite proprio in corrispondenza del periodo di diffusione dell'influenza A. Più di un milione di confezioni di oscillococcinium vendute solo in Italia.
Se si pensa alla polemica sui vaccini è curioso notare come la gente preferisca comprare acqua piuttosto che un vaccino. A rigor di logica se sei convinto della banalità dell'influenza stagionale è conseguente non comprare nulla ma evidentemente così non è e molta gente ha preferito assumere granuli di oscillococcinium per "proteggersi" dall'influenza.
Curioso come gli interessi economici poi, vengano visti solo dalla parte delle industrie farmaceutiche.

Il mercato omeopatico non è nemmeno paragonabile a quello tradizionale, in Italia (come nel mondo) rappresenta una fetta piccolissima delle vendite (circa l'1% dei prodotti per la salute) ma è finita l'era dell'omeopatia dipinta come "parente povera" della medicina tradizionale.
La Boiron ha poi costruito un marketing mirato: non si rivolge agli specialisti (che sono i medici che curano in genere malattie di una certa importanza) ma ai medici di famiglia ed ai pediatri che hanno un pubblico molto più vasto e devono fronteggiare patologie spesso dettate dall'ansia e dalla "voglia di pillola". Anziani preoccupati, bambini capricciosi e genitori ansioni di bambini sani non vedono l'ora di ingurgitare qualcosa, ma per il medico prescrivere un farmaco per un malanno che non c'è è molto rischioso: l'omeopatia ha quello che fa per loro.

Boiron lo confessa tranquillamente: "Di scienza ce n'è ben poca", ammette, "ma evidentemente funziona, altrimenti la sua performance non si spiegherebbe".


Per le multinazionali quindi l'idea di vendere tonnellate di flaconi colorati e dai nomi esotici ed ammiccanti per fare miliardi senza rischiare nulla e soprattutto senza dover spendere cifre importanti diventa un richiamo irresistibile. Trascurando i farmaci veri e propri.
Hanno già cominciato a farlo.

E c'è un mercato molto allettante: i paesi poveri.

Invece di provare a vendere costose medicine che in certe nazioni sono beni di lusso, le grandi industrie esportano milioni di flaconi di vitamine ed integratori ed i medici e gli stessi pazienti non hanno altra scelta che prescriverli e somministrarli.
Non per niente anche le grandi compagnie omeopatiche si sono lanciate nel mercato africano proponendo i loro rimedi anche per le malattie più gravi (AIDS compreso).

Non si ripeta la solita solfa che "i veri omeopati" sanno distinguere le malattie che hanno bisogno di medicine da quelle alle quali "basta l'omeopatia" perchè questa distinzione viene fatta solo a posteriori, quando cioè l'omeopatia crea danni gravissimi.
La distinzione tra omeopati "seri" e ciarlatani è arbitraria proprio perchè è la stessa omeopatia ad essere una pratica "non scientifica" e gli omeopati si distinguono sempre più per comportamenti tipici di frange estreme della pseudoscienza (quando non del complottismo).

Edzar Ernst professore di medicine alternative in Inghilterra, inviò una mail a 100 omeopati chiedendo se consigliavano la vaccinazione dei figli per il morbillo, la parotite e la rosolia. Risposero in 77 e solo due consigliarono la vaccinazione.
Nel 2006 Simon Singh, giornalista e divulgatore scientifico fece assieme a Alice Tuff una prova: contattò i primi dieci omeopati che trovò in un elenco su internet chiedendo cosa avrebbe dovuto fare Alice, che si accingeva a compiere un viaggio in Africa, per proteggersi dalle malattie più temibili che avrebbe potuto incontrare durante il suo soggiorno.
Tutti e dieci gli omeopati consigliarono rimedi omeopatici (e nessun farmaco reale) per prevenire la malaria e tutte le altre malattie (anche letali!) endemiche in quel continente. Tutti ciarlatani quindi gli omeopati che consigliano i loro rimedi per malattie "importanti" ma a questo punto si spieghi che l'omeopatia non cura malattie "serie".
Gli omeopati (quelli seri) lo fanno?

Ma allora perchè un'azienda farmaceutica dovrebbe investire milioni di dollari per produrre medicine in quei paesi? E perchè dovrebbe finanziare ricerche per malattie ancora incurabili?
Il cancro dite?
Gli omeopati (ah già, i "veri" omeopati) non si sognerebbero mai di curare il cancro con l'omeopatia?
Beh, non solo lo sognano e lo fanno ma pretendono pure di dimostrarlo scientificamente e lo vedremo in un prossimo articolo.

Immaginiamo che da domani le industrie farmaceutiche producano solo rimedi omeopatici, i medici e gli scettici vengono sommersi dalle "vibrazioni" energetiche, dalle medicine "olistiche" e dal fatto che l'omeopatia è talmente utilizzata che non è possibile che non funzioni ma quando non funziona...è stato il paziente a sbagliare dosaggio. Comoda la vita...

Immaginiamo che da domani tutte le farmacie ci vendessero granuli di gelsomino e veleno d'ape per curare tutte le malattie e quando queste malattie non guariscono sarà tutta colpa del nostro organismo che non ha ben assimilato l'energia quantica.
Immaginiamo tutto questo e poi pensiamo quanto converrebbe alle industrie tornare a produrre farmaci facendoli testare agli scienziati di tutto il mondo e provare dai medici sui pazienti. Proviamo a pensare ad ospedali dove per curare i malati invece di spendere milioni di euro in macchinari, medicine, attrezzature, mandano in bancarotta intere nazioni, venisse in mente di curare con i granuli di fiore di pesco e le margherite e chiunque provasse a chiedere il meccanismo di funzionamento di quei granuli si vedesse rispondere: "non lo so".
Big Pharma diventerebbe Big Placebo. Tutti felici e contenti.

Nel 2007 negli Stati Uniti sono stati spesi più di 7 milioni di dollari in vitamine ed integratori, questo vuol dire che un'industria farmaceutica potrebbe preferire la produzione di un integratore piuttosto che investire in ricerche per malattie rare o gravi.
Questo potrebbe confermare perchè in certi paesi africani invece di distribuire farmaci efficaci si inviano granuli di zucchero.

Questa è anche una risposta ai sostenitori dell'alternativo che sono convinti che certi rimedi non interessano alle aziende farmaceutiche perchè "costano poco". Le vitamine costano praticamente nulla.
La vitamina C la vendono a pacchi da 1-2 kg e costi irrisori.

Qual'è allora l'atteggiamento che un paese civile ed alfabetizzato dovrebbe mantenere?
Saper distinguere la scienza dalle superstizioni. Conoscere ciò che è medicina e ciò che non lo è.
Nel medioevo credevano alle streghe e qualche passo avanti è stato fatto, perchè quindi nel 2010 credere ancora a pratiche assurde come l'omeopatia o le cure alternative per il cancro?
Qualcuno pensa: alle cure alternative per il cancro ci credono i disperati.
Sono "disperati" anche quelli che vanno dall'omeopata?
Avete mai chiesto a chi utilizza l'omeopatia qual'è il meccanismo di preparazione e di azione del granulo che ha comprato?
La maggioranza delle volte non lo sa e risponderà qualcosa tipo: "è roba naturale" "sono estratti di erbe" o "sono cure dolci che curano senza avvelenare l'organismo".
Come gli omeopati, nemmeno chi usa l'omeopatia sa di cosa si tratta.

Ma se da noi si va dall'omeopata a proprie spese (e se ci si crede) e i prodotti omeopatici chi li vuole li paga, in certi paesi come l'Inghilterra il servizio sanitario nazionale rimborsa il costo dei rimedi omeopatici ed esistono ospedali che offrono (con rimborso statale) cure omeopatiche.

Da mesi in Inghilterra molti scienziati sono stufi di questa situazione, basta con l'omeopatia, chi la vuole la paghi di tasca sua. Di proteste i medici inglesi ne hanno fatte tante ed il governo sta seriamente analizzando la situazione per prendere delle decisioni.

L'ultimo no è arrivato dalla BMA (British Medical Association) che prima con la sua commissione Junior ed ora in un documento ufficiale votato al loro congresso nazionale a Brighton, chiede la fine dell'omepatia a carico del servizio sanitario britannico.
La BMA non vuole il bando dell'omeopatia dalla medicina inglese ma vuole che venga esclusa dai rimborsi, che non sia più permesso che gli studenti di medicina possano fare tirocinio negli ospedali omeopatici e che i rimedi "ultradiluiti" non vengano più venduti nelle farmacie o se devono esserlo che sia indicato chiaramente che si tratta di placebo.
Dice Peter Barmer della BMA: "Se si vuole acqua, basta comprarla al supermercato".

In parole povere, ognuno di noi è libero di curarsi come preferisce ma le tasse di tutti devono servire a finanziare cure che funzionano non illusioni.
Tutti noi (quelli che paghiamo il canone per la televisione almeno) siamo indignati perchè con i soldi che guadagnamo dobbiamo pagare lo stipendio dei fattucchieri che appaiono in TV a leggere l'oroscopo. Milioni di persone leggono l'oroscopo, questo non vuol dire che IO debba pagare per la LORO ignoranza.
Se invece una persona volesse consultare il suo oroscopo lo faccia pure ma non sarò certo io a dargliene possibilità, visto che preferisco che quei soldi siano spesi meglio e con una finalità più costruttiva.

Se in Inghilterra si otterrà il risultato di escludere finalmente l'omeopatia tra le "cure ufficiali" si tratterà almeno di un gesto di correttezza, oltre che scientifico e commercialmente onesto.
L'esempio inglese è seguito dall'India, altra nazione con forti influenze dei gruppi omeopatici ed anche lì ci sono diversi gruppi di medici che spingono affinchè l'omeopatia sia riconosciuta per quello che è: un placebo.
Qualcuno pensa: ma se gli omeopati "confessano" di prescrivere solo placebo crollerebbe un'intero mercato, migliaia di persone perderebbero il lavoro e si contribuirebbe alla crisi economica mondiale.
E' un falso problema: non è con i "trucchetti" che si combatte la crisi economica di un paese e se gli omeopati si "accontentassero" della loro pur piccola ma netta fetta di mercato (i piccoli malanni che passano da soli) credo nessuno avrebbe nulla in contrario.
L'effetto placebo è utilizzato anche dai medici "ufficiali" anzi, un bravo medico sa benissimo quando è il caso di prescrivere un placebo per risolvere un problema che altrimenti richiederebbe interventi pieni di rischi e non convenienti.
Una bugia a fin di bene è molto più accettabile di una bugia travestita da "verità nascosta".

Questo sarebbe corretto non solo nei confronti dei cittadini con problemi di salute ma anche dei medici che ricevono quotidianamente decine di persone che "curate" con l'omeopatia arrivano in ospedale in situazioni cliniche peggiorate o addirittura gravi.
Questi comportamenti mettono a rischio non solo la vita dei pazienti ma anche la professione dei medici che sono costretti a rimediare alle "distrazioni" dei colleghi "naturopati".
Quando mi è capitato di contattare gli omeopati che avevano "curato" con i loro rimedi delle patologie importanti (naturalmente senza beneficio e spesso aggravate) la giustificazione più frequente per il loro fallimento era "la paziente avrà sbagliato la posologia..."). La colpa non è mai loro, è del paziente.
Quella volta che ho rintracciato il collega omeopata che aveva lasciato una sua paziente allo sbaraglio (facendosi pagare profumatamente) con un problema ginecologico, la sua risposta mi ha lasciato esterrefatto: "io non curo i sintomi organici ma quelli energetici", ma allora perchè non ti facevi pagare con soldi "energetici"?

Non è la stessa cosa che dicono i guaritori da quattro soldi?
Così domani una multinazionale potrebbe commerciare il corno di rinoceronte come rimedio per l'impotenza (usato per decenni da migliaia di persone nel mondo) senza aver bisogno di dimostrarne l'efficacia.
Tanto se non funziona è sempre colpa del paziente.
Oppure un medico potrebbe preferire il "guadagno facile" della pillola di zucchero.

Ma per chi teme che la diffusione dell'omeopatia possa essere dannosa ci sono episodi che invece ci tranquillizzano.
Axis of Aquarius, gruppo New Age, sta preparando una temibilissima bomba omeopatica.

Diluirà omeopaticamente l'esplosivo in modo che l'acqua possa mantenerne la memoria e visto che più è diluita una soluzione omeopatica più è efficace c'è da temere seriamente sulla potenza di questo ordigno.

La gente rimarrà convinta di essere stata colpita dalla bomba infernale ed affollerà gli ospedali.


Funzionerà sicuramente anche se non è possibile provarlo.
:)
E' una simpatica bufala pubblicata sul NewsBiscuits
Alla prossima.

Grazie a P.e L.