Oltre all'analisi dei guaritori più conosciuti al mondo, mi occuperò anche di quelli che non hanno oltrepassato i limiti della loro nazione o che non sono saliti alla ribalta della cronaca italiana. Questo servirà anche a capire quanti personaggi hanno annunciato scoperte miracolose o quanti rimedi sono stati presentati come straordinariamente efficaci. Si parla di migliaia di sostanze che annunciate come miracolose poi non hanno mai mantenuto le promesse oppure di composti promettenti che poi non hanno superato lo scoglio della sperimentazione, centinaia di "alternativi" e guaritori si sono presentati come scopritori della cura definitiva e sicura del cancro (praticamente tutte le medicine alternative che dichiarano di curare il cancro, anche l'omeopatia, affermano di essere efficaci in un'altissima percentuale), quindi tutti dichiarano successi altissimi, nessuno fornisce però una prova veramente convincente di quello che affermano.
A volte invece, una scoperta che poi non mantiene le sue promesse ha però qualcosa di interessante da offrire: uno spunto, un'intuizione, un'idea.
Di guaritori ne esistono diversi tipi, alcuni sono semplici "matti" che un giorno decidono di annunciare una cura miracolosa ma altri (e non sono pochi) sono invece scienziati, a volte con un passato irreprensibile di studiosi seri, preparati ed onesti che, per un motivo o per un altro (quasi sempre per...l'altro...i soldi...) diventano quasi dei fenomeni da baraccone. Li conosceremo con il tempo.
Questo articolo è dedicato ad uno scienziato naturalizzato francese che, dopo polemiche anche feroci, diventò in Francia una sorta di Di Bella transalpino, scatenando reazioni in tutta la società francese, persino del ministro della sanità in persona, storia che da noi in Italia è praticamente sconosciuta.
Mirkos Beljanski nasce in Jugoslavia nel 1923 e si laurea in biologia nel 1948, trasferitosi in Francia, lavorò nel prestigioso istituto Pasteur occupandosi dello sviluppo del vaccino antipolio e qualche anno dopo cominciò ad occuparsi dello studio del DNA con altri colleghi. Lavorò anche all'INSERM, corrispondente del nostro Istituto superiore di sanità ma in Francia.
Dal 1956 e per due anni, lavora al fianco di un premio Nobel, il prof. Ochoa, sul DNA e tornato in Francia vince anche alcuni prestigiosi premi scientifici grazie ai suoi studi.
Successivamente diventò responsabile della ricerca in un altro prestigioso istituto di farmacologia francese.
Nel 1972 compì probabilmente la sua scoperta più importante: la trascrittasi inversa nei batteri (o DNA polimerasi-RNA dipendente), un enzima che entra in gioco nella formazione del DNA, base per capire come si crea e si modifica (e si propaga) la vita, tipico di alcuni batteri e virus. Per capirci, un inibitore di questo enzima, è l'AZT, farmaco già utilizzato nella cura dell'AIDS.
I suoi studi si concentrarono dopo la sua scoperta, prima sull'AIDS e poi sul cancro.
Dopo il 1975 il biologo francese mise a punto (e brevettò in 17 nazioni) l'ONCOTEST. Si trattava di una procedura che studiava la replicazione del DNA delle cellule normali e quella delle cellule neoplastiche, determinando così il "potenziale tumorale" di un tessuto.
Sperimentò allora un insieme di sostanze (vegetali) che si legavano soltanto ai tessuti con potenziale tumorale elevato e che distruggevano le cellule tumorali (a suo dire) nel 70-80% dei casi.
Le dichiarazioni di Beljanski furono sicuramente azzardate, soprattutto considerato l'eccessivo "entusiasmo" nell'annunciare le sue scoperte e le percentuali di guarigioni quando ancora non era stata compiuta nemmeno una sperimentazione seria, mai su umani oltretutto. Dei risultati sembravano esserci ma l'accademico francese pretendeva fondamentalmente di essere creduto sulla parola scontrandosi oltretutto con i suoi diretti superiori. Di sicuro quindi, a prescindere dalla bontà delle sue intenzioni, sbagliò del tutto approccio e metodo.
Cominciarono allora dei battibecchi nei corridoi di quei laboratori. Sia lui che la moglie ebbero numerosi alterchi con i direttori dei dipartimenti e pure con i vari responsabili dei laboratori che chiedevano lumi sui suoi studi che lui continuava a tenere sotto un segreto impenetrabile. Successivamente dalle sue stanze uscirono alcune notizie ed il misterioso ingrediente antitumorale sembrò svelato: si trattava di un estratto di una pianta originaria del sud America, dal nome Pao Pereira.
E' una pianta che contiene alcuni alcaloidi e che era utilizzata da tribù indigene per vari motivi, anche come "rinforzante". Cominciava ad essere studiato dalla scienza come stimolante del sistema immunitario.
Arrivò pure il momento dell'espulsione dall'istituto Pasteur che per uno scienziato era un'onta gravissima. Beljanski si ridusse così a lavorare in laboratori sparsi per la Francia.
Nel 1986 cominciarono i primi rumori sulla sua attività: affermava di aumentare e ripristinare il numero di leucociti (globuli bianchi) nel sangue (che sarebbe stato un successo per chi combatteva l'AIDS, i cui malati hanno appunto un calo di difese e di globuli bianchi), cosa fino ad oggi impossibile, commercializzando un prodotto da lui inventato a cui diede il nome di BRL (Beljanski remonte Leucocyte). che poi diventò Real Build Questo prodotto fu presentato come miracoloso ed adatto a casi disperati e fu messo in vendita tramite canali "privati".
Il biologo si ritirò dall'attività "ufficiale" nel 1988 e creò nel garage di casa sua il CERBIOL (Center for Biological Research) dove produsse altre sostanze pubblicizzate come efficacissime e commerciate illegalmente tramite una società dal nome particolare: Cobra. Nel 1989 un'azienda farmaceutica francese, l'Abraxas, affidò ad un istituto di ricerca le prove e le sperimentazioni della nuova sostanza da utilizzare contro il virus HIV. Le prime prove furono incoraggianti e pure le pubblicazioni scientifiche che seguirono parlarono di risultati eccellenti. Altri studiosi si dicevano "stupefatti" degli effetti di quella molecola. Sembrava esserci una sorta di azione protettiva di questa sostanza nei confronti del virus con azione sui globuli bianchi dei malati di AIDS. In quegli anni Beljanski lavorava proprio in alcuni dei laboratori che effettuavano quelle sperimentazioni e...per coincidenza dopo pochi mesi, cominciò a diffondere altre strane voci su una sua "scoperta rivoluzionaria" nel campo dei tumori e dell'AIDS (che in quegli anni era quasi una psicosi mondiale).
Presentò alla stampa il caso di una bambina di 11 anni, Valerie che sosteneva guarita dal suo prodotto, da una grave forma di aplasia midollare (incapacità di produrre anticorpi e globuli bianchi che predispone a svariate patologie).
Successivamente balzarono alle cronache i casi di un poliziotto guarito dall'AIDS (si era contagiato in servizio) dal prodotto di Beljanski ed una sperimentazione effettuata da un laboratorio universitario di Ginevra che concluse che il 99% della carica virale HIV veniva distrutto da questa sostanza. Le prove controllate, quelle nelle quali erano utilizzati i metodi scientifici, erano tutti esperimenti "in vitro", non sull'essere vivente insomma.
Le sperimentazioni oltretutto erano molto discordanti, da una che sembrava promettente si passava all'altra che non dimostrava effetti da parte di questa "misteriosa" sostanza curativa.
Successe pure che le sperimentazioni ripetute in altri laboratori che non erano sotto il controllo di Beljansky, non ebbero gli stessi risultati positivi.
La "leggenda" della cura miracolosa di Beljanski comunque fece il giro di Francia.
Beljanski cominciò a pubblicare in riviste scientifiche le proprietà ed i risultati dei suoi prodotti (in vitro) che in apparenza sembravano davvero promettenti. Si trattava nel caso delle pubblicazioni scientifiche quasi sempre di attività anticancro.
Nonostante queste promesse in laboratorio nessuno riuscì a convincere lo scienziato a rivelare la composizione esatta dei suoi prodotti ma egli rifiutò soprattutto di sottomettere al controllo delle autorità scientifiche quelle sostanze nemmeno per una revisione relativa alla loro commercializzazione creando così uno scontro di fatto tra l'inventore (lui) ed il controllore (lo Stato). Spesso si riferiva ai suoi prodotti descrivendoli come "estratti di piante", dava poco peso all'aspetto scientifico delle sue scoperte, lavorava e studiava in privato dietro una cortina impenetrabile di mistero e si ritagliò così la fama dell'imbonitore, dello "scienziato pazzo" e questo non giovò alla sua causa.
Mese dopo mese, Beljanski ed il suo team cominciarono quindi ad isolarsi dall'ambiente scientifico recitando la stessa identica parte riservata a tutti i guaritori alternativi. Si dichiararono perseguitati e boicottati, attaccati dalle multinazionali e derisi dalla comunità medica. Il biologo cominciò a vendere "privatamente" i suoi prodotti (che ricordo non erano stati autorizzati per la messa in commercio) e guadagnava denaro proprio con queste vendite.
Alla fine degli anni '80 fu sporta denuncia verso il biologo per esercizio abusivo della professione medica e di farmacista.
Nonostante questo, con un abile gioco di passaparola e manovre commerciali basate su veri e propri gruppi di vendita, sempre più francesi si rivolgevano a lui per comprare gli elisir miracolosi, soprattutto per malattie neoplastiche ma anche per AIDS ed altre malattie infettive.
Il 27 agosto 1990 si scomodò il ministro della salute francese in persona che diffuse un duro comunicato stampa:
Dal punto di vista scientifico [...] dobbiamo esprimere altissima diffidenza sulle dichiarazioni di Beljanski. Le prove di qualità, sicurezza ed efficacia richieste per ogni farmaco prima della sua commercializzazione non possono essere sostituite da testimonianze personali o da pochi casi sperimentali non controllati. Ho approntato un gruppo di studio apposito per velocizzare le analisi di queste terapie proposte per certe malattie. I casi di 27 pazienti trattati per l'AIDS sono stati studiati per più di tre mesi non mostrando alcun effetto. Non è stato inviato da Beljanski nessun caso di cancro.
Nel frattempo l'associazione Cobra cambiò nome: Outstretched Hand. Il suo prodotto di punta, descritto come derivato da varie piante tra le quali la Pao Pereira, si chiamava PB100. Con lui collaborava attivamente sua moglie, che era figlia di uno dei suoi primi professori universitari con il quale aveva lavorato all'inizio della sua carriera. La moglie, per poter lavorare nella stessa struttura conseguì il diploma di tecnico di laboratorio.
Nel 1993 il ministro della sanità francese ordinò un'analisi del prodotto antitumorale per determinarne le sue potenzialità antivirali (quindi come cura per l'AIDS), esame che venne affidato a tre laboratori diretti da professori universitari, uno a Strasburgo e due a Parigi. Venne aggiunta una perizia biochimica per determinare l'esatta composizione del PB100.
Il 10 marzo 1994 ebbe luogo il processo per esercizio abusivo della professione medica e di farmacista e Beljanski fu condannato ad una pena simbolica (il pagamento di 1 franco francese) e ad una multa di 20.000 franchi, fu riconosciuto il suo passato di studioso e più che di ciarlatano si parlò di improvvisa "follia" scientifica. In pratica per le autorità era inspiegabile come uno studioso del suo calibro avesse potuto lasciare così repentinamente la via della scienza e della ragione per imbarcarsi in una strada senza uscita, quella delle pozioni magiche non sperimentate e vendute in un banchetto del suo garage per curare le malattie più gravi.
Rilanciò quindi i suoi prodotti lievemente affossati da una dura campagna di informazione sanitaria in Francia diventando un caso nazionale. La stampa si occupava di lui ed il braccio di ferro tra il biologo e le autorità ebbe culmine con una nuova denuncia, questa volta da parte dell'ordine dei farmacisti. Avviene anche un'irruzione di 50 gendarmi nei locali dove il biologo produceva le sostanze poi vendute. Il braccio di ferro tra Beljanski e le autorità era solo all'inizio. Da una parte uno studioso che si era intestardito su una sua scoperta che non sembrava portare benefici scientificamente provati e che per orgoglio forse o perché sapeva di avere torto non concedeva a nessuno di provare metodicamente le sue conclusioni, dall'altra uno stato che di fronte ai cittadini che chiedevano chiarezza, che promuovevano manifestazioni e chiedevano lumi, rispondeva con la censura. Una vera guerra fatta anche di perquisizioni, intercettazioni telefoniche e denunce.
Si arrivò a voci che sostenevano la detenzione nei suoi laboratori di sostanze radioattive pericolose (plutonio in particolare) e questo scatenò l'operazione ISA-2, durante la quale centinaia di poliziotti e persino i corpi antiterrorismo, intervennero in diverse città francesi contemporaneamente con perquisizioni e sequestri. Furono requisiti tutti i medicinali conservati nelle varie "filiali" e così si pose fine alla vendita illegale del farmaco. L'epilogo si ebbe con l'arresto del biologo francese che fu trasferito a Parigi in manette.
Un disastro.
Ma Beljanski insisteva con alterne vicende, fino a quando ebbe un colpo di fortuna "giornalistico".
L'ex presidente francese Mitterrand si ammalò (era ancora in carica) di cancro e nonostante questo, i primi mesi lo si vedeva ancora in forma, sorridente e sereno (era comunque mosso dalla sua posizione e responsabilità). Queste condizioni che si contrapponevano alle prime voci che lo volevano morente ed immobilizzato, sparsero la voce incontrollata che il presidente stava effettuando delle cure con le sostanze di Beljanski traendone molto beneficio.
Quello fu l'apice del successo dell'ex biologo. Le vendite dei suoi prodotti aumentarono vertiginosamente, la società che produceva gli elisir (non li vendeva ufficialmente, appariva come una società commerciale generica) aprì delle filiali in tutta la nazione e si organizzavano veri e propri viaggi per assistere alle "dimostrazioni pubbliche" di Beljanski.
A quel punto (6 luglio 1995) la società di Beljanski chiese ufficialmente di poter mettere in vendita il prodotto anti AIDS ed anticancro da loro venduto "in nero".
Nel 1995 Mirkos Beljanski era noto in tutta la Francia come il ricercatore boicottato che aveva scoperto la cura per il cancro salvando il presidente francese dalla morte.
Mitterrand però morì l'anno dopo, nel 1996 di cancro.
Nel 1998 dopo due anni dalla morte del presidente, a 74 anni, Beljanski morì nella sua casa parigina, di cancro.
Secondo i suoi sostenitori quel cancro era stato causato dallo stress accumulato negli anni, molti oppositori sottolinearono invece che Beljanski chiese ed utilizzò per il suo cancro la chemioterapia che invece sconsigliava ai suoi "pazienti".
Nel 2001 la moglie di Beljanski viene condannata a 18 mesi di reclusione e ad una multa e così alcuni suoi collaboratori.
Febbraio 2002, la corte europea dei diritti dell'uomo alla quale si erano appellati Beljanski ed i suoi collaboratori dopo la condanna per esercizio abusivo della professione, condanna e multa la Francia per la lunghezza del processo al biologo, sottolineando che non era stato così permesso il completamento del giudizio per via della morte prima del processo di appello.
Nel settembre 2002 la corte di appello francese, lo assolve (post-mortem) cancellando il reato e le pene inflitte.
Di lui però ormai si ricordano in pochissimi, anche in Francia. Della sua scoperta non vi è più praticamente notizia se non nei siti che pubblicizzano cure alternative. Esiste una fondazione a suo nome ed un sito che ne racconta la storia ed elenca i casi di presunta guarigione tramite i suoi prodotti.
Ed il Pao Pereira che fine ha fatto?
Qualcuno ha studiato ancora questa pianta conoscendo le proprietà anticancro di molti estratti di piante amazzoniche.
Esistono degli studi che dimostrano una sua attività antineoplastica in certi tipi di cancro. Anche oggi però i risultati sono molto contrastanti: sembra che le dosi che abbiano questa azione debbano essere particolarmente precise e limitate. In alcuni studi infatti, l'aumento del dosaggio rende nullo l'eventuale effetto positivo in certi casi il dosaggio è anche dannoso. Inoltre gli effetti benefici sono stati osservati solo per alcuni tipi di cancro ed ancora solo su cavie.
Per esempio sembra che degli estratti di questa sostanza abbiano un effetto anticancro nei confronti dei tumori della prostata dovuto ad un alcaloide estratto proprio dalla pianta (il beta-carboline).
Altro punto difficile da superare: Beljanski non ha mai lasciato uno studio ben fatto (eppure era un ricercatore universitario...) e controllato delle sue esperienze di "guarigione". Le uniche testimonianze sono i soliti racconti aneddotici, personali, singoli.
Ha preparato una lista (poi con l'aiuto della moglie) di presunte guarigioni di singoli individui, di cani e di tumori senza diagnosi istologica.
La memoria di Beljanski è stata riabilitata, ma sembra che la sua non fosse proprio la strada più giusta per trovare la cura definitiva per il cancro. Uniche certezze, l'interessante azione antineoplastica di alcune molecole che lui aveva sperimentato ma di contro la mancanza di efficacia "totale" che egli stesso pubblicizzava. Se quindi queste sostanze potevano interessare la scienza, il modo di proporle, presentarle e studiarle è stato il peggiore trasformando un'intuizione potenzialmente interessante in un boomerang che ha condizionato la vita dello studioso francese.
Alla prossima.
non ho letto tutto l'articolo, più tardi lo finisco, però ho trovato qualcosa di strano: nel 1980 sperimentazione su HIV? A me risulta sia stato identificato nel 1983-84...
RispondiEliminaho trovato qualcosa di strano
RispondiEliminaHai ragione, era "alla fine degli anni 80" ed ho scritto nel 1980. Ho corretto e risistemato la cronologia degli eventi che con la correzione era tutta "sballata".
Grazie!
"Anche oggi però i risultati sono molto contrastanti: sembra che le dosi che abbiano questa azione debbano essere particolarmente precise e limitate."
RispondiEliminaSe il problema sono solo le dosi, è da insistere!!
"In alcuni studi infatti, l'aumento del dosaggio rende nullo l'eventuale effetto positivo in certi casi il dosaggio è anche dannoso. Inoltre gli effetti benefici sono stati osservati solo per alcuni tipi di cancro ed ancora solo su cavie"
Bhè, almeno stavolta qualche cosa di serio c'è, non sarebbe forse il caso di insistere con le indagini in questo senso?
La domanda è: c'è qualcuno che sta studiando la cosa??
@ roberts
RispondiEliminaSi, c'è un sacco di gente che studi composti naturali (generalmente ricavati da piante o da funghi).
Ogni tanto si hanno anche risultati brillanti. Ad esempio un recente antitumorale, che non mi ricordo il nome ma se proprio serve lo cerco, che è entrato l'anno scorso nel mercato, è una molecola che viene prodotta da un fungo. A dire il vero penso che ora venga sintetizzata e non estratta, cmq la ricerca era partita da estratti "naturali".
Chi è che l'ha scoperto, sto bel farmaco?
Ovviamente una vigliacca industria farmaceutica, penso sia la roche (anche qua, se serve cerco), tanto per confermare una volta di più che il pensiero "industrie farmaceutiche brutte e cattive, viva la natura" sottende al 99% dei casi scarse conoscenze e spesso semplice stupidità.
Trovo bizzarro che la memoria di quest'uomo sia stata riabilitata.
RispondiEliminaSi può anche parlare di pietà per i morti, o rispetto per il contributo dato alla scienza in passato, ma per il bene di chi potrebbe cadere vittima di bislacche cure, sarebbe il caso di non creare ambiguità.
c'è qualcuno che sta studiando la cosa??
RispondiEliminaSì. Lo studio sul cancro della prostata che ho citato lo dimostra. Per ora è da superare lo scoglio dell'efficacia sull'uomo e non su cavie. Comunque questa non è l'unica sostanza naturale studiata o sperimentata contro il cancro, esistono diversi chemioterapici derivati DIRETTAMENTE da piante e ne parlerò perchè molti non lo sanno...
sarebbe il caso di non creare ambiguità.
La memoria di Beljanski è stata riabilitata a livello giuridico e non scientifico. Da quel punto di vista la scienza ha riconosciuto l'errore di impuntarsi davanti alla testardaggine (secondo me egoista) di Beljanski ma non ha certo dato credito alle sue pretese esagerate.
Beljanski qualcosa l'aveva intuita ma se poteva avere qualche ragione ha sbagliato tutto il resto, dal modo di porsi al modo di studiare, da quello di diffondere a quello di "vendere" la propria scoperta.
D'accordissino con Crespo e Wewee :)
RispondiEliminaA tal proposito, sono curioso di leggere l'articolo sulle piante, anche se già molte volte leggendovi vedo che molte sostanze chemioterapiche create dalle lobby farmaceutiche "brutte e cattive", partono propio dai vegetali!!!
;)
Conosco la figura di Beljanski attraverso la lettura del libro di Montagneir ,in cui lui apprezza in particolar modo la ricerca sul p.a. del pau pereira ,come immunostimolante e antiossidante potente.
RispondiEliminaNon conoscevo i particolari relativi alla ricerca scientifica da lui portata avanti,decritti qui da wewee.
gestita parecchio male dai francesi, comunque. le retate non credo siano mai bastate a bloccare organizzazioni diramate, e gli dai un boost mediatico enorme.
RispondiEliminaambiguo in tutto beljanski, anche nella scelta dei nomi :D
abraxas infatti è sia un'entità benigna, che un demone.
per le piante antitumorali provate a indovinare... vinca il migliore :)
Per il totopiante mi accingo ad indovinare il numero 1 ,sarà mica questo?: ;)
RispondiEliminahttp://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19368145
Beljanski non ha mai affermato di aver sviluppato dei prodotti "miracolosi"! Egli ha anche detto chiaramente che questi prodotti accompagnavano i trattamenti classici e convenzionali.
RispondiEliminaVale anche la pena ricordare che la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha stabilito nel maggio 2002, sostenendo che Beljanski non poteva ricevere un processo equo e non ha potuto avere l'opportunità di difendere il valore della ricerca scientifica.
Il suo lavoro si è concentrato su diversi estratti di piante: Pao Pereira (albero della foresta amazzonica), il cui alcaloide blocca la trascrizione della trascrittasi inversa e la replicazione del DNA virale attraverso il DNA sano, concentrandosi sul DNA polimerasi vale a dire, l'enzima che è responsabile di duplicazione. Così, non solo il virus dell'AIDS, ma anche molti altri virus sono bloccati dalla corteccia estratta di Pao Pereira senza effetti collaterali tossici. Un altro studio di Rauwolfia vomitoria (albero Africano) ha mostrato un effetto a bloccare la replicazione del DNA canceroso.
Diverse valutazioni tossicologiche hanno dimostrato la sicurezza di questi estratti di piante e hanno fatto l’oggetto di studi clinici negli Stati Uniti.
Cui sono le pubblicazioni scientifiche: " Anti-prostate cancer activity of B-carboline alkaloid enriched extract for Rauwolfia vomitoria" (International Journal of Oncology 29:1065-1073 (2006) ; "B-Carboline Alkaloid-Enriched Extract from the Amazonian Rain Forest Tree Pao Pereira suppresses Prostate Cancer Cells" ( Journal of Society Integrative Oncology 7 (2) 59-65 (2009) ; "Inhibition of pancreatic cancer and potentiation of gemcitabine effects by the extracts of Pao Pereira" (Department of Pharmacology, Toxicology and Therapeuthics, University of Kansas Medical Center, 2013).
Questi studi confermano chiaramente l'anticancerosa attività di Pao Pereira e Rauwolfia vomitoria preparati secondo il metodo Beljanski.
Gli studi sono stati fatti in vitro ma anche sui topi e uno studio di fase clinica I, su una popolazione di uomini con PSA elevato e quindi a rischio di cancro alla prostata nel breve periodo, è stato condotto su l'azione sinergica dei due estratti antitumorale Pao Pereira e Rauwolfia vomitoria.
Beljanski ha anche sviluppato il RLB (Remonte Leucocytes Beljanski), sulla base di specifici frammenti di RNA e di cui l'avvocato generale al processo nel 2002 ha rilevato che "molte persone hanno notato un effetto benefattore contro gli effetti collaterali della radioterapia e chemioterapia " proteggendo e rigenerando piastrine, e tracciando il tasso di leucociti. Questo brevettato stimolando leucociti Beljanski (FR 2385399 (A2) "Polyribonucleotides con attività nella genesi di leucociti e piastrine ", 1978-10-27), mostra l'effetto di RLB rigorosamente selettivo e ha permesso di continuare la chemioterapia senza essere interrotta. Diversi perizia tossicologica hanno dimostrato la sua sicurezza e sono state anche l’oggetto di uno studio clinico condotto negli Stati Uniti confermando l'utilità di questa preparazione : "Dose escalation study of anti-thrombocytopenic agent in patients with chemotherapy induced thrombocytopenia" BMC Cancer 10 : 565 (2010) ).
Potete trovare le 133 pubblicazioni scientifiche sul lavoro di Beljanski e anche gli studi clinici negli Stati Uniti sul sito della Fondazione Beljanski / Ciris: www.Beljanski.com