Quanti di noi hanno sentito parlare (o hanno addirittura visto in azione) di persone che curano e guariscono le cefalee (il "mal di testa") con strani riti e magiche procedure?
Si tratta di tradizioni locali, ormai raramente rintracciabili ma ancora presenti in molte zone del mondo e del nostro paese, che vogliono alcune persone (considerate alla stregua dei maghi o delle fattucchiere) capaci di eliminare qualsiasi cefalea mediante procedure che naturalmente non hanno nessuna base scientifica ma anche nessun effetto.
Lo scopo di queste procedure è quasi sempre quello di "far uscire il male" dalla testa. Non è raro che la persona sofferente di cefalea, riferisse un miglioramento dei sintomi alla fine del "rito".
Ho assistito incuriosito ad uno di questi riti, su invito di un mio collega che conosceva una signora famosa nel suo paese per queste sue "capacità", ero davvero curioso, non avevo mai assistito a nulla del genere pur avendone sentito parlare.
Il "paziente" era un ragazzo che soffriva di cefalea da anni, le crisi miglioravano saltuariamente ed avevano un leggero beneficio con le terapie, ma non erano mai definitivamente sparite.
La donna del piccolo paese era conosciuta per la sua capacità di guarire i "mal di testa" con una procedura tutta particolare e che "conosceva solo lei" a dire di tanti, aveva compiuto veri e propri miracoli.
Il ragazzo fu fatto sedere e la donna pose sulla sua testa un piatto bianco di ceramica che riempì di acqua di rubinetto.
Disse al ragazzo di chiudere gli occhi e versò nel piatto con l'acqua alcune gocce di olio (credo normale olio d'oliva). Ruotando il piatto, l'olio, inizialmente diviso in gocce, cominciò a riunirsi in un'unica "macchia".
In quel momento la donna disse che il "male si stava raccogliendo" ed il mal di testa sarebbe sparito.
Appena tutto l'olio fu riunito, la donna prese un bicchiere, raccolse l'olio e lasciò l'acqua pulita, senza tracce oleose.
Pronunciò delle formule magiche (non le ho capite, sinceramente, penso fosse dialetto) e terminò l'esperimento.
Disse ai presenti che in quel bicchiere con l'olio raccolto, si celava "il male" che provocava la cefalea, che quindi si poteva considerare guarita. Uno dei presenti disse che aveva visto chiaramente del fumo alzarsi dal piatto.
Il ragazzo poi disse subito che "in effetti non sentiva più mal di testa", si alzò e la cerimonia ebbe fine. Pagati 50 euro e tutti a casa.
So che esistono diverse varianti di questo rito, qualcuno mi ha raccontato di quel fumo che fuoriesce dalla testa, altri mi hanno detto che l'acqua nel piatto cambia di colore, ma la teoria di base è sempre il tentativo di far uscire "il male" dalla testa del malcapitato paziente.
Una procedura dall'aria preistorica, tribale, probabilmente utilizzatissima da molti dei nostri bisnonni, soprattutto di quelli che abitavano in piccoli centri o in campagna, ne ho sentito parlare come detto, tantissimo. Se qualcuno ha episodi interessanti da raccontare, non sarebbe male raccoglierli.
A proposito di questo, è stato pubblicato un interessante case report su un episodio avvenuto a Singapore e ripreso da alcuni siti. Un guaritore locale, per curare una cefalea cronica, ha inserito un chiodo metallico nel cranio di una ragazza
Il caso è stato pubblicato in una rivista scientifica.
Una donna di 45 anni, sofferente di cefalea cronica, è stata trattata da un guaritore di Singapore ed è arrivata in un ospedale locale in brutte condizioni. Il chiodo metallico era inserito a metà del cranio, in vicinanza della linea mediana ed in conseguenza del gesto ha perso conoscenza senza più riacquistarla. Non ha avuto nausea o crisi epilettiche, le condizioni generali erano buone. I parenti hanno raccontato che dopo 10 anni di cefalea, hanno portato la donna da un guaritore "tantrico" che ha inserito il chiodo nel cranio per "scacciare il male" dalla testa della ragazza. In ospedale sono stati effettuati esami radiologici e TAC che hanno confermato il corpo estraneo che è stato poi rimosso in anestesia locale.
Successivamente e gradualmente, la donna ha ripreso tutte le sue funzioni ed anche i follow up hanno confermato le sue buone condizioni.
Owsei Temkin, uno storico della medicina, ha scritto nel suo libro dedicato alla storia dell'epilessia, che l'inserimento di chiodi nel cranio era un trattamento utilizzato dagli antichi romani per la cura dell'epilessia.
Poco da aggiungere, naturalmente, si tratta di un episodio che, seppur estremo, è semplicemente frutto dell'ignoranza. E per chi crede siano episodi lontani dalla nostra realtà e dalla nostra cultura, sappia che esistono tantissime persone che si affidano a "guaritori" improvvisati che in qualsiasi modo, dicono di poter eliminare una cefalea da qualsiasi persona. Forse in Italia non si arriva ai chiodi nel cranio...ma ci si arrivava qualche secolo fa.
L'inserimento di chiodi nel corpo umano a scopi "curativi" non è comunque una scoperta moderna o particolarmente rara, curiosa sì. Naturalmente si escludono gli incidenti o le "autolesioni" frequenti in malati psichiatrici.
Un prigioniero di guerra morto nel 1887 mostrava un chiodo inserito al posto di uno dei suoi molari. La testa dell'oggetto presentava erosioni che facevano presumere una lunga permanenza dell'oggetto in quella sede.
Il chiodo fu inserito da altre persone sul prigioniero vivo probabilmente per scopi scaramantici, come un amuleto.
Sto cercando di documentarmi in procedure "stregonesche" in auge nei secoli scorsi, ho trovato molte cose interessanti e curiose, alcune inimmaginabili per i nostri tempi, ne riparleremo.
Alla prossima.
Si tratta di tradizioni locali, ormai raramente rintracciabili ma ancora presenti in molte zone del mondo e del nostro paese, che vogliono alcune persone (considerate alla stregua dei maghi o delle fattucchiere) capaci di eliminare qualsiasi cefalea mediante procedure che naturalmente non hanno nessuna base scientifica ma anche nessun effetto.
Lo scopo di queste procedure è quasi sempre quello di "far uscire il male" dalla testa. Non è raro che la persona sofferente di cefalea, riferisse un miglioramento dei sintomi alla fine del "rito".
Ho assistito incuriosito ad uno di questi riti, su invito di un mio collega che conosceva una signora famosa nel suo paese per queste sue "capacità", ero davvero curioso, non avevo mai assistito a nulla del genere pur avendone sentito parlare.
Il "paziente" era un ragazzo che soffriva di cefalea da anni, le crisi miglioravano saltuariamente ed avevano un leggero beneficio con le terapie, ma non erano mai definitivamente sparite.
La donna del piccolo paese era conosciuta per la sua capacità di guarire i "mal di testa" con una procedura tutta particolare e che "conosceva solo lei" a dire di tanti, aveva compiuto veri e propri miracoli.
Il ragazzo fu fatto sedere e la donna pose sulla sua testa un piatto bianco di ceramica che riempì di acqua di rubinetto.
Disse al ragazzo di chiudere gli occhi e versò nel piatto con l'acqua alcune gocce di olio (credo normale olio d'oliva). Ruotando il piatto, l'olio, inizialmente diviso in gocce, cominciò a riunirsi in un'unica "macchia".
In quel momento la donna disse che il "male si stava raccogliendo" ed il mal di testa sarebbe sparito.
Appena tutto l'olio fu riunito, la donna prese un bicchiere, raccolse l'olio e lasciò l'acqua pulita, senza tracce oleose.
Pronunciò delle formule magiche (non le ho capite, sinceramente, penso fosse dialetto) e terminò l'esperimento.
Disse ai presenti che in quel bicchiere con l'olio raccolto, si celava "il male" che provocava la cefalea, che quindi si poteva considerare guarita. Uno dei presenti disse che aveva visto chiaramente del fumo alzarsi dal piatto.
Il ragazzo poi disse subito che "in effetti non sentiva più mal di testa", si alzò e la cerimonia ebbe fine. Pagati 50 euro e tutti a casa.
So che esistono diverse varianti di questo rito, qualcuno mi ha raccontato di quel fumo che fuoriesce dalla testa, altri mi hanno detto che l'acqua nel piatto cambia di colore, ma la teoria di base è sempre il tentativo di far uscire "il male" dalla testa del malcapitato paziente.
Una procedura dall'aria preistorica, tribale, probabilmente utilizzatissima da molti dei nostri bisnonni, soprattutto di quelli che abitavano in piccoli centri o in campagna, ne ho sentito parlare come detto, tantissimo. Se qualcuno ha episodi interessanti da raccontare, non sarebbe male raccoglierli.
A proposito di questo, è stato pubblicato un interessante case report su un episodio avvenuto a Singapore e ripreso da alcuni siti. Un guaritore locale, per curare una cefalea cronica, ha inserito un chiodo metallico nel cranio di una ragazza
Il caso è stato pubblicato in una rivista scientifica.
Una donna di 45 anni, sofferente di cefalea cronica, è stata trattata da un guaritore di Singapore ed è arrivata in un ospedale locale in brutte condizioni. Il chiodo metallico era inserito a metà del cranio, in vicinanza della linea mediana ed in conseguenza del gesto ha perso conoscenza senza più riacquistarla. Non ha avuto nausea o crisi epilettiche, le condizioni generali erano buone. I parenti hanno raccontato che dopo 10 anni di cefalea, hanno portato la donna da un guaritore "tantrico" che ha inserito il chiodo nel cranio per "scacciare il male" dalla testa della ragazza. In ospedale sono stati effettuati esami radiologici e TAC che hanno confermato il corpo estraneo che è stato poi rimosso in anestesia locale.
Successivamente e gradualmente, la donna ha ripreso tutte le sue funzioni ed anche i follow up hanno confermato le sue buone condizioni.
Owsei Temkin, uno storico della medicina, ha scritto nel suo libro dedicato alla storia dell'epilessia, che l'inserimento di chiodi nel cranio era un trattamento utilizzato dagli antichi romani per la cura dell'epilessia.
Poco da aggiungere, naturalmente, si tratta di un episodio che, seppur estremo, è semplicemente frutto dell'ignoranza. E per chi crede siano episodi lontani dalla nostra realtà e dalla nostra cultura, sappia che esistono tantissime persone che si affidano a "guaritori" improvvisati che in qualsiasi modo, dicono di poter eliminare una cefalea da qualsiasi persona. Forse in Italia non si arriva ai chiodi nel cranio...ma ci si arrivava qualche secolo fa.
L'inserimento di chiodi nel corpo umano a scopi "curativi" non è comunque una scoperta moderna o particolarmente rara, curiosa sì. Naturalmente si escludono gli incidenti o le "autolesioni" frequenti in malati psichiatrici.
Un prigioniero di guerra morto nel 1887 mostrava un chiodo inserito al posto di uno dei suoi molari. La testa dell'oggetto presentava erosioni che facevano presumere una lunga permanenza dell'oggetto in quella sede.
Il chiodo fu inserito da altre persone sul prigioniero vivo probabilmente per scopi scaramantici, come un amuleto.
Sto cercando di documentarmi in procedure "stregonesche" in auge nei secoli scorsi, ho trovato molte cose interessanti e curiose, alcune inimmaginabili per i nostri tempi, ne riparleremo.
Alla prossima.